Happy Urepi Yoropiku ne~
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Sono uno psichiatra di professione e, durante la mia carriera, ho avuto a che fare con molte persone che hanno problemi strani e inusuali. Tuttavia, tra tutti un caso particolare mi disturbò particolarmente.
C'era una famiglia di tre persone che viveva accanto a me. Erano una coppia sulla sessantina e avevano un figlio che aveva circa trent'anni. Lui era ciò che in Giappone chiamiamo un 'Hikikomori'. Qualcuno che è introverso, solitario ed isolato. Qualcuno che si è ritirato dal contatto sociale.
Non vedevamo mai il figlio. Gli hikikomori solitamente si chiudono in camera loro ed evitano gli altri. Non mi venne spiegata la sua condizione direttamente dai genitori. Immaginavo non volessero parlarne. In Giappone le persone sono molto preoccupate della propria reputazione, e avere un figlio hikikomori è una vergogna.
I giorni passavano, e il figlio usciva sempre meno. Ad un certo punto smise di uscire di casa del tutto. Ogni notte, la voce furiosa di sua madre che gridava ed inveiva contro di lui poteva sentirsi da camera sua. Ogni volta che incontravo quella povera donna, lei sorrideva e mi salutava, ma si vedeva la fatica sul suo volto. Era diventata pallida ed emaciata.
Erano sei anni che non si vedeva più il figlio. Un giorno, il padre bussò alla mia porta e mi chiese di andare a casa sua. Sapeva che ero uno psichiatra, e dato che eravamo vicini di casa decisi di fare il possibile per aiutare la sua famiglia.
Quando arrivai alla loro porta di casa, la moglie ci stava aspettando. Mi guidò al piano di sopra dalla stanza di suo figlio.
Batté con il pugno sulla porta e gridò, "Stiamo entrando!"
Poi, irruppe nella stanza e strillò, "Pensi di dormire per sempre? Alzati, fannullone buono a nulla!"
Prima di capire cosa stesse succedendo, lei prese una mazza da golf e iniziò a colpire la figura sotto le coperte. Per un attimo, rimasi allibito mentre lei continuava a colpire e colpire. Poi partii all'azione e le strappai di mano la mazza lottando contro di lei per farla uscire dalla stanza.
Tornai dentro in fretta per controllare le ferite del figlio, ma quando tolsi la coperta non potei credere ai miei occhi. Sotto le coperte giaceva un corpo mummificato.
Rimasi lì immobile, sbigottito a fissare il mucchietto di ossa e pelle rinsecchita.
Il padre mi si avvicinò, chinando il capo dalla vergogna.
"Quella che volevo vedesse era mia moglie", mi disse. "Sta andando avanti così da anni. Non ce la faccio più…"
Edited by DamaXion - 22/2/2021, 11:48
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