ROBA MALATA

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    "Everyone wants to be Er Mortadella. Even I want to be Er Mortadella." ~ Cary Grant

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    ATTENZIONE: la storia contiene descrizioni cruente che potrebbero risultare particolarmente disturbanti.





    Immagino di essere quello che chiameresti un tossicodipendente. Un fattone, addirittura.
    Alcol? No, non tocco quella roba. Io la bevo, hahaha. Non hai bisogno delle mani per farlo, ecco la battuta.
    Droghe? Insomma, qualche volta. Per divertirmi. Qualunque cosa tu abbia, se è gratis, me la sparo in vena o me la lecco, o fumo, infilo sotto la palpebra o sniffo direttamente nell’aorta. E non sono nemmeno tanto schizzinoso. Captain Cody, Skag, Mud, Fidgeridoo, Herbal Speedball, Organ Oil, Demmies, Miss Emma, Kickers, Mrs. O, Yog-Sothamines, XTC, Sneeze, R-Balls; se ce l’hai, me le prendo. Non sono dipendente da quella roba comunque.

    No, la mia unica dipendenza è estremamente semplice, eppure intollerabilmente difficile da soddisfare; ROBA FOTTUTAMENTE MALATA.
    E non sto parlando del comune snuff da dark web.
    Ho bisogno della roba seria.
    Deve avere a che fare con l’incapacità del mio cervello di produrre dopamina, oxitocina, serotonina e endorfine (la D.O.S.E.), questo secondo vari dottori online.
    Quindi è una condizione medica. Eppure non ho ancora trovato un medicinale che faccia al caso mio.

    In ogni caso, la mia condizione medica mi costringe ad immergermi negli angoli più degenerati della società. Tu avrai i tuoi oscuri club sconosciuti, feste omicide, festival degenerati sotterranei, teatri della tortura, ristoranti della decapitazione, e le strane orge di organi, ma quello che mi fa esondare la D.O.S.E. è quello di cui non senti mai parlare.
    Quello che devi trovare.
    Niente inviti, niente conferme di partecipazione. Un giorno scappano fuori all’improvviso come un chicco di popcorn, e prima che tu te ne accorga, non ci sono più.

    Sono stato a un po’ di questi eventi negli anni, e non deludono mai. Ti ho già detto dell’Incidente Baby Killer, sì? Allora hai capito di che sto parlando.
    Roba fottutamente malata!

    Mi sono imbattuto in questa per Caso.

    Caso nel senso che questa spogliarellista di mia conoscenza è coinvolta in un circolo di cannibalismo rituale di qualche genere (non faccio domande), e per farla breve lei conosceva il degenerato che organizzava l’evento.
    All’inizio non ne ero molto sicuro, questo tizio in particolare sta piuttosto in alto nella mia sporca lista di degenerati, ma hey, “a caval donato” e tutto il resto.
    Per non parlare della mia astinenza da D.O.S.E. che stava cominciando a bruciare, rendendomi fondamentalmente un tremante sacco di budella con tendenze suicide, nei giorni migliori.

    Quindi eccomi, tremante sacco di budella, dentro un centro commerciale abbandonato, ad accettare pigramente droghe assortite da passanti impietositi, quando si avvicina questo tizio, tutto vestito in una tuta hazmat rosa con uno stranissimo puntale da unicorno sul casco (che, ripensandoci ora, era probabilmente un dildo gigante a forma di vite), e mi fa Hey Tilly (è il mio nome, Tilly), Hey Tilly, mi dice, mi hanno detto che ti piace la roba malata.

    Hey, le voci girano. Penso tra me e me, ma allo stesso tempo ho dei rumorosi campanelli d’allarme che iniziano a squillarmi nella testa, accompagnati da una quantità di bandiere rosse che nemmeno l’Unione Sovietica. Come diavolo fai a sapere il mio nome? Gli chiedo.

    Le orecchie, mi risponde. Il tizio mi ha detto di cercare un uomo con le orecchie deformi.

    Ebbene, l’hai trovato, gli dico, piroettando come una ballerina, facendo in modo di evidenziare le mie orecchie orride.
    E chi cazzo ti avrebbe dato il mio nome?

    Quel tizio, farfuglia lui pigramente, senza nemmeno indicare qualcuno. Dimmi un po', che gli è successo?

    A chi?

    Alle tue, uh, orecchie.

    Ah, quelle, rispondo. Me le sono tagliate per una parte di una barzelletta su Van Gogh. Beh, due barzellette, ad essere precisi. Entrambe su Van Gogh però.

    Il tizio annuisce, sorride pure, forse, ma non posso vederlo di preciso per via del dildo-casco, e mi fa cenno di seguirlo.

    Normalmente non seguirei mai un uomo estraneo dentro un bagno pubblico, ma talvolta è esattamente quello che dovresti fare.
    Immagino che imparare quando farlo e quando non farlo è una abilità fondamentale in questo campo, ma te ne renderai conto in un modo o nell’altro, quindi non ti preoccupare più di tanto.

    Comunque, eccoci nel bagno. Come il resto del complesso è senza una macchia, nel senso che non c’è nemmeno una macchia di superficie che non sia coperta di putrido, sporco o fluidi corporei di qualche genere, e mi si arriccia il naso dal disgusto mentre il tizio mi fa cenno di entrare in una cabina vuota sul fondo della stanza.

    Esito per un istante, il mio cervello fa i salti mortali a livello olimpico per calcolare il coefficiente rischio/guadagno della situazione attuale. Stabilisco un 50/50 – abbastanza buono – e entro nella cabina, solo per rendermi conto che non si tratta affatto di un cesso.

    Inaspettato, dico, mentre i miei livelli di D.O.S.E. aumentano leggermente.

    Il tizio inizia a scendere la scala a chiocciola che porta dio sa dove, si guarda indietro e nota che io me ne sto ancora lì, imbambolato. Vieni o no? mi chiede.

    Cazzo no, penso tra me. , dico.

    Ora, non sono un architetto, ma voglio tirare a indovinare e ipotizzare che le scale a chiocciola sono una cosa rara da trovare nei comuni bagni dei centri commerciali, abbandonati o meno. Questo non è sempre stato un centro commerciale, vero? Gli chiedo.

    Perspicace, risponde lui. Prima era una chiesa. Immagino che il capitalismo vince sempre, eh?

    Annuisco e basta, e mi rendo conto che queste dannate scale non finiscono più, come quelle spirali che vedi nei vecchi film, hai presente? Quando qualcuno viene ipnotizzato?

    E lì mi viene in mente questa donna che conobbi quando ero giovane.
    Giovane? Il tempo, ragazzi… corre sempre da qualche parte, e io non mi sono mai impegnato ad andargli dietro.
    Comunque, penso a questa donna che incontrai per strada, e di come, dal nulla, mi chiese se per caso avessi visto il suo lavoro, e io risposi tipo che cavolo vuol dire?

    Ho perso il mio lavoro, disse lei.

    Sta sempre nell’ultimo posto dove guarderesti, le feci notare.

    Molto utile, mi disse senza ironia. Senti, non è che mi aiuteresti con un’altra cosa?

    Cosa?

    Sai per caso, cominciò lei. Sai per caso come riavvolgere una scala a chiocciola?

    Non so che dire, quella roba mi è rimasta in testa da allora.
    Una specie di indovinello? Una battuta elaborata? Una Operazione Fotti-cervello segreta? Linguaggio da matta scappata dal manicomio?

    In ogni caso, è così che mi sono sentito scendendo quelle scale. Come se stessi riavvolgendo una scala a chiocciola.

    Eccoci arrivati, esclama all’improvviso il tizio, strappandomi via dal mio viaggio nel mondo dei ricordi.

    Sono estremamente deluso a questo punto, ma poco dopo aver lasciato che i miei occhi si abituassero alla luce soffusa della stanza sotterranea, riesco a sentire il mio cervello che inizia a pomparmi roba buona nelle vene.

    Champagne? Mi chiede il tipo, facendo cenno a una ragazza con la faccia da topo in un angolino di venire avanti con un vassoio di bevande alcoliche.

    Non ti offendere se sono già due passi avanti a te, penso, subito dopo aver afferrato una bottiglia trovata vicino alle scale. La apro, e mi godo le loro espressioni basite mentre ingurgito l’intera bottiglia in pochi secondi. Sa di miscela tra merda e vomito invecchiata, ma alla testa sembra piacere, e non sono certo il tipo da litigare col mio fottuto cervello.

    Guardo i due scambiarsi sguardi di confusione, realizzazione e qualcosa che identifico (erroneamente) come paura, poi faccio caso all’uomo nudo e legato all’altro capo della stanza.

    Mi sa che mi sono dimenticato di parlarne, ma c’era pure lui. Infatti era l’unico motivo per cui la mia D.O.S.E. stava aumentando – la prospettiva di vedere qualche tortura malata era abbastanza da farmi andare in circolo la roba buona.

    E adesso? chiede la ragazza. Glielo diciamo?

    Fanculo, dice il tizio, e mi tira una sprangata sul cranio.

    Hai presente quella parte in tutti i fottuti film d’azione dove il protagonista stende qualche povero tirapiedi senza nome con una botta in testa? Ti rendi conto di quanto cazzo sia pericoloso?
    Le commozioni celebrali sono assassine silenziose. Potrebbero infliggere anche seri danni al cervello. Quelle stronze possono rovinarti la vita.

    In ogni caso, immagino di esser stato fuori gioco per un po', perché quando mi sono svegliato, ero appeso al soffitto, il mio corpo sospeso a mezz’aria tramite delle catene dall’aspetto decisamente resistente.

    Hai fatto una cazzata imperiale stavolta, Tilly, iniziò a dirmi il casco-dildo.

    Se la mascella non mi facesse male come se qualcuno l’avesse strappata e poi rimessa a posto nel verso sbagliato, avrei sicuramente risposto con un’affermazione divertente. Ma date le circostanze, mi vidi costretto a replicare con un poco convinto Guh?

    Lascia che ti dimostri esattamente quanto grossa l’hai fatta oggi, dice il tipo.

    La mia mente fa dentro e fuori da quella che credo sia la coscienza, ma è come se i miei pensieri fossero spaccati in due; un lato che continua a cercare di dare un senso a ciò che sto vedendo, e l’altra che si riempie rapidamente di terrore fino a nausearmi. Però urlano tutti e due, i miei timpani riescono in qualche modo a sentire l’interno della mia testa mentre annega lentamente in una logorante follia.

    Anche il tizio nudo urla, ma lo fa per davvero, a squarciagola. Come cavolo fanno un paio di polmoni presumibilmente normali a contenere tutta quell’aria? Penso mentre lo guardo.
    La sua pelle è di un rosso particolarmente scuro, in parte dovuto sicuramente alla carenza di ossigeno, ma il resto è a causa dal ruscello di sangue che cola senza pausa dalla sua cavità oculare, che presto sarà vuota.

    Tiralo via Ems! Urla il tipo nella tuta.

    La ragazza col muso da topo, Ems, ha un orrido ghigno sul volto.
    Hai presente come è un limone vecchio? Tipo una fetta di limone tutta avvizzita? Piena di grinze e con la pelle scura, come il cuoio? Quella è la sua faccia.
    Un fottuto ghigno da limone marcio e avvizzito.

    Tiralo!

    Ems tiene saldamente stretto tra l’indice e il medio l’occhio dell’uomo nudo, le sue unghie lunghe e sporche che scavano nella materia spugnosa e vitrea, e ormai l’ha tirato fuori di qualche centimetro circa dalla cavità oculare del povero bastardo. E posso capire dalla sua postura che si sta preparando per l’orrido strattone finale.

    A questo punto vorrei davvero tanto poter chiudere i miei occhi, sai, soccombere alla follia da cui il mio cervello sta così disperatamente lavorando per salvarmi, ma allo stesso tempo non ci riesco. Non posso controllare fisicamente le mie palpebre. Non capisco il perché, ma questa cosa mi spaventa più di tutto quello che mi sta succedendo davanti.

    E poi succede. Con un rapido, ed esageratamente drammatico movimento, la ragazza strappa via totalmente l’occhio, le urla tormentate dell’uomo hanno raggiunto livelli che trascendono l’udito umano. Mi fischiano le orecchie, la mente mi turbina, e gli occhi mi prudono.

    Osserva Tilly, dice gelido il tizio nella tuta.Osserva attentamente questa merda.

    E io osservo. Al limite della coscienza a questo punto, riuscendo ad aggrapparmi alla sanità mentale solo ignorando la realtà come concetto. Vedo Ems gettare l’occhio strappato sul pavimento coperto di putridume, e quella roba disgustosa è in qualche modo ancora collegata all’uomo tramite i nervi oculari - lunghissimi viticci tremolanti color rosso cremisi.

    Ma che cazzo? Biascico.

    Te l’ho detto, ridacchia lui. Te l’ho detto porca puttana.

    È difficile stabilire quanti fossero. Innumerevoli forse. Innumerevoli e forse qualcosa in più.
    Sottili vermi cremisi, legati l’uno all’altro, intrecciati organicamente per formare una catena disgustosa dalla cavità dell’uomo nudo fino all’occhio asportato sul pavimento. Posso vederli strisciare in armonia perfetta e rivoltante, e improvvisamente l’occhio… inizia a muoversi.

    Questa è la parte migliore. Continua il tizio.

    La catena tremolante inizia lentamente a ritrarsi, il bianco dell’occhio si trasforma in una tonalità grigio marcio mentre viene trascinata per il pavimento lercio, poi su per la gamba dell’uomo, lo stomaco, il collo, il volto e infine, dopo quella che è sembrata un’eternità, rientra nella cavità con un disgustoso glooop.

    Il mio stomaco mi implora di vomitare, ma è vuoto, secco e inacidito, quindi al posto suo prende il comando il cervello, un seducente vuoto totale proprio nel retro della mia mente mi si presenta come possibile soluzione a questa situazione.
    Ma non vogliono lasciarmi andare. Ems scoppia in una risata maniacale, come il rumore che farebbe una motosega sul cemento, e il tizio nella tuta la segue poco dopo. Sento i muscoli della schiena contrarsi come se avessi un crampo; probabilmente l’ultimo disperato tentativo del mio corpo di spegnermi del tutto.

    L’uomo nudo ha smesso di urlare ormai, le grida tormentate hanno lasciato posto a un profondo gorgoglio, rumore di sangue e muco mischiati nella sua gola. Forse il suo incubo finirà, penso, ma poi mi rendo conto che non succederà.

    Non si è fermato.

    Sta continuando.


    L’occhio si muove ancora.

    Adesso viene risucchiato dentro il suo teschio, posso vedere il corpo molliccio del bulbo mentre si spreme e si deforma orribilmente per passare attraverso le strutture ossee che sono decisamente troppo strette, per poi scomparire del tutto accompagnato da una sinfonia di glooph e schluck.

    L’uomo, ancora legato alla sedia, cade all’indietro, scosso da agonizzanti convulsioni per qualche minuto, poi all’improvviso si ferma.

    Non ho mai sentito in vita mia un silenzio simile. È così che mi immagino lo spazio. Un immenso, vasto, fottuto niente in tutti i sensi.

    E ora, inizia il tizio con il casco, in piedi davanti al cadavere del poveraccio nudo. Ora è il tuo turno.

    Il volto di Ems si contorce di nuovo in quel ghigno. Buon vecchio sorriso da limone avvizzito.
    Ricordo le sue unghie storte e giallognole come se fosse successo poco fa, orridi artigli affilati che si avvicinano di centimetro in centimetro, finché li ho sentiti graffiare sulla mia pupilla scoperta.

    A quel punto immagino che la mia mente sia riuscita a trovare una via di fuga. Se l’è presa comoda eh, ma immagino di essere svenuto, forse per la paura, o per il dolore, o lo sfinimento. Ma molto probabilmente non è stata nessuna di quelle.

    Quando mi sono svegliato ero da solo, sdraiato sul pavimento a faccia in giù nel mio vomito acido. Niente uomo nudo, niente tizio con il casco, niente Ems dal sorriso di limone.
    Ho passato quindici minuti buoni a controllarmi gli occhi, tastandoli con le mie dita tremanti, solo per capire se c’erano ancora.
    E c’erano! Li potevo toccare. Erano in perfetto stato.

    Penso di aver passato qualche settimana a cercare di riprendermi da quella merda, ma non mi sono mai più sentito lo stesso.
    E a quanto pare c’è un motivo.

    È strano che non me ne sia reso conto prima. Potrò anche essere un fattone irrecuperabile, ma non sono stupido.
    Glielo devo concedere però, sono stati intelligenti. Offrendo da bere… immagino che sia così che hanno fregato anche l’uomo nudo. E immagino che sia per questo che mi hanno detto che avevo fatto una cazzata.

    Ne ho presa troppa. Mi sono scolato l’intera infestazione.

    Stamattina mi sono tagliato facendomi la barba. Un taglietto minuscolo, nulla di che. Ma dove mi aspettavo di vedere il sangue, non è uscito nulla.
    Invece sono stato sorpreso da un sottile verme cremisi, che ciondolava appeso al mio naso.


    Se questa non è roba malata, allora non so cosa sia.




    Originale: FUCKED UP SHIT
    Scritta da hyperobscura su r/nosleep.

    Edited by Er Mortadella - 21/2/2021, 08:53
     
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    Ser Procrastinazione

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    In parte avevo capito che si trattasse di un'allucinazione, e infatti il finale mi ha fatto sorridere, però comunque l'ho trovata carina. Aggiungo che, a mio avviso, le descrizioni riguardanti il bulbo oculare erano alquanto disgustose.
    Dico Altri Racconti.

    Edited by Er Mortadella - 24/2/2021, 18:06
     
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    Happy Urepi Yoropiku ne~

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    Secondo me Roba Malata va bene, neanche a me viene in mente un modo migliore di renderlo

    Personalmente, ci sono descrizioni davvero orrende e penso quasi vada meglio in HS
     
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    people who think oikawa should've gone to shiratorizawa are banned.

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    Mi è piaciuta tanto nonostante le descrizioni molto forti e, devo dire, vomitevoli. Ho avuto un po' di difficoltà a leggere alcuni pezzetti, ma credo fosse l'intento della storia, no? Dico Altri Racconti anche io, ma proprio perché è una storia forte aggiungerei un Trigger Warning all'inizio per le tematiche che tratta.
     
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    Io onestamente non ce lo vedo in Altri racconti, alla fine è un racconto splatter. HS anche per me
     
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    HS anche per me
     
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    Allora smisto in Horror Stories!
     
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    Scritta benissimo, narrazione godibile e orrore al punto giusto. Voto: diesci.
     
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