Ser Procrastinazione
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Quando capii cos'era successo, era troppo tardi. La sostanza dalla trappola si era intrecciata tra le mie gambe e i miei piedi; non potevo farci niente. Provai a chiamare la mia famiglia sperando che fossero vicino, ma sapevo che questo guaio in cui mi ero trovato era solo colpa mia. Eravamo stati tutti avvertiti di questo, tutti quanti. Veniamo avvertiti sin dalla nostra nascita, sin da quando possiamo capire le parole che vi vengono rivolte.
Dicevano: "State attenti alle loro trappole."
"Se venite catturati, non c'è via di scampo."
Ascoltavamo storie paurose sui crudi errori degli altri e su cosa avessero dovuto fare per scappare; anche se dicevano che non c'è affatto alcuna via di fuga. Una volta che vieni preso, vieni preso. La mia specie subisce quotidianamente numerose perdite a causa di queste terrificanti trappole mortali e, con nostra grande costernazione, non sono l'unica cosa che minaccia la nostra esistenza. Vedete, siamo una specie piccola e insignificante, prede facili.
Una volta sentii una storia su mio nonno che si fece prendere in una di quelle trappole e solo per scappare dovette staccare a morsi le sue stesse gambe. Non sappiamo cosa sia la sostanza che ci lega quando veniamo catturati, ma è ineluttabile. Si diffonde per tutta la tua parte inferiore come un cancro; una malattia che è incurabile e che, proprio come il cancro, ti uccide lentamente e dolorosamente. Mio nonno riuscì a liberarsi, ma, vedete, non sopravvisse, non poté sopravvivere. Fu ucciso mentre si trascinava verso il nostro nascondiglio, ucciso e mangiato vivo da qualcosa molto più grande di lui. Non ho mai scordato quella storia.
Mi sono ritrovato nella stessa situazione. Guardavo mentre il liquido bianco e denso saliva sul mio corpo come un predatore. Sapevo di non avere molto tempo rimasto e sapevo cosa dovevo fare. Capite, i miei denti sono abbastanza aguzzi, ma comunque sapevo che non sarebbe stato facile. Mi preparai e affondai i denti nella gamba. Il sangue schizzò fuori. Immaginate una pustola che scoppia; era più o meno così. Tutti i peli e la carne si incastrarono tra i miei denti, ma continuai. Il dolore fu inimmaginabile. Il mio intero corpo si sentiva come se fosse in fiamme. Mozzicai e mozzicai, il suono delle ossa che si staccavano come ramoscelli raggiunse le mie orecchie. I miei denti strapparono e sgranocchiarono fino a quando fui finalmente libero.
Mi sentii debole e fiacco, la mia mente ronzava e girava per il dolore, ma iniziai a trascinarmi proprio come mio nonno. Guardai dietro di me e la vista di sangue fresco e luccicante mi fece urlare. Mentre il mio piccolo corpo era steso tra la terra colorata di rosso, vidi un'ombra.
In seguito, sentii una voce tenue. Uno di loro stava parlando.
"Mamma guarda, un topo morto!"
Edited by & . - 15/11/2020, 19:40
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