Il paese dei sussurri

4°CLASSIFICATA DEL 22°CREEPYCONTEST

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    Cosa ci rende umani?
    Non di certo la capacità di stare in piedi, né i pollici opponibili o la barba curata.
    E allora cosa? Forse il linguaggio.
    No, il linguaggio lo possiedono anche altri animali, il nostro è solo più evoluto.

    “Prego signora, le tengo la porta, passi pure”.
    “Grazie mille, giovanotto”.


    Dov’ero arrivato? Ah sì, ciò che ci rende umani.
    Pensa, cazzo, pensa.
    Le abitudini? No. Forse le invenzioni.
    Ci sono. L’etica. È l’etica a renderci umani. Sei d’accordo?
    Colei che regola il nostro comportamento pratico di fronte ai due concetti di bene e male.

    “Questo posto è occupato? Mi vorrei sedere.”
    “No, figurati, siediti pure. Non vedo tanti giovani che vogliono seguire la messa dalle prime file.”
    “La ringrazio, è molto gentile. Sa, io non sono come gli altri giovani”.


    Scusami, non volevo interrompere il mio racconto, ma ogni tanto la realtà mi chiama.
    Sai, io sono cresciuto in una famiglia come tante, probabilmente simile alla tua.
    Una madre, un padre, un fratello.
    Papà lavorava per una ditta di spedizioni, era un uomo molto affettuoso, quanto assente.
    Il suo lavoro lo portava spesso via da noi, e così, ci siamo scherzosamente chiamati la famiglia tre più uno.
    È stato comunque un padre presente, per quel che ha potuto. Sì, forse si è sempre esposto poco, era mamma a comandare in famiglia, prendeva lei le decisioni.

    "Aspetto la resurrezione dei morti, e la vita del mondo che verrà. Amen”.
    “Amen”
    gridano i presenti in coro.

    Mi piace il credo, mi infonde un po’ di speranza, e a te?
    Ah sì, dicevo, mamma.
    Mamma, che io ricordi, non ha mai lavorato.
    Cresciuta da una società patriarcale dove il suo contributo più grande risultava essere quello di mettere al mondo dei figli, e morire vedendo loro diventare grandi e realizzati. Che schifo.
    Mamma, dopo avermi partorito, non è stata molto bene, sai? Era sempre triste.
    Ciò che l’ha salvata dall’oblio più profondo è stata la fede.
    La fede verso un credo che le prometteva la vita eterna, che millantava un’esistenza pura e felice.
    Credo sia stato questo, a farla svegliare giorno dopo giorno.
    Mio fratello invece, è sempre stato l’orgoglio dei miei genitori. Il figlio perfetto.
    Entrambi siamo stati cresciuti da mia madre sotto il dettame cattolico.
    Nella parete destra della nostra stanza, un enorme poster recitava i dieci comandamenti, impressi su pietra e donati a Mosè da Dio stesso sul monte Sinai. Che storia.
    Andavamo sempre in chiesa, vestiti in modo impeccabile, e ci sedevamo in prima fila, con la schiena dritta e le mani sulle ginocchia.

    “[…] per questi immensi doni, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo senza fine l’inno della tua gloria”.
    “Santo Santo Santo”.


    Merda, siamo già a questo punto, devo fare in fretta.
    Come ti stavo dicendo, sono stato cresciuto da mia madre, secondo la parola di Dio, e ho vissuto nel suo amore.
    Fino a quando non sono arrivate le voci. Quelle che sento anche adesso nella mia testa.
    Sento anche la tua voce.
    Sì, proprio la tua, che stai leggendo.
    Non stai parlando? Non importa, io la sento, la tua voce interiore.
    Le voci arrivarono quando compii tredici anni.
    Schizofrenia, una psicosi cronica che altera le mie funzioni cognitive e comportamentali.
    Le voci mi sussurrano cose, cose brutte.
    Ma io avevo mia madre, e i miei comandamenti.
    Non avrei mai potuto fare del male a nessuno.

    “Mistero della fede. Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta” recita il parroco.

    Devo restare concentrato, dovete sapere tutta la storia, prima di giudicarmi.
    Sapete cosa mi ha sempre fatto schifo?
    L’ipocrisia. Uno dei più grandi cancri della società.
    Quando la mia malattia è venuta fuori, nel mio piccolo paesino, l’atteggiamento delle persone nei confronti della nostra famiglia è cambiato.
    Il piccolo demonio mi chiamavano. Colui che parla con il diavolo.
    Ci hanno esclusi, evitati. Non ci salutavano, non volevano neanche che ci facessimo vedere in chiesa.
    E così poco dopo, anche mamma si è ammalata, ed è morta nel giro di tre mesi.
    Morta di dolore, morta di vergogna. Non ha voluto neanche vedermi fino al giorno in cui è morta, non voleva che vedessi la sua sofferenza.
    Loro l’hanno uccisa, con i loro sussurri.

    “Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo, offerto in sacrificio per voi” esclama il sacerdote.

    Sta zitto, vecchio.
    Cosa stavo dicendo?
    Ah, giusto. Quando successe, mio padre era fuori per lavoro.
    Non è mai tornato, quando ha saputo ciò che era successo a mamma. Se n’è andato e basta.
    Ma non gliene faccio una colpa. In fondo, non c’è mai stato davvero.
    Sarebbe stato solo un’ombra che si aggirava tra i corridoi freddi della nostra casa.
    Spero che ora possa essere felice.
    Anche mio fratello partì, cambiò cognome e iniziò a lavorare in qualche ospedale, nel nord Italia, dove nessuno sapeva chi fosse "Il piccolo demonio".
    Ma io rimasi. Le voci mi dissero che dovevo restare e osservare.
    Oggi, finalmente, è il mio ultimo giorno in questo paesino del cazzo.
    La mia ultima volta, in questa chiesa di merda.

    “Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà […]” recitava il gregge di pecorelle dalle sembianze umane con l’anima di un mostro.

    Amico mio, siamo quasi giunti alla fine. Ti chiedo di resistere ancora un po’, tutto ti sarà chiaro, a breve.
    Nel frattempo mi alzo, e mi dirigo con il mio zaino verso la porta della navata centrale, l’unica aperta.
    Mi volto e li vedo, guardo tutte quelle persone, sporche di sangue invisibile. Il sangue della mia famiglia.
    Sono tutti in piedi, rivolti verso quella croce di legno che penzola sopra l’altare. Ipocriti.
    Mi giro, e dallo zaino prendo un grosso catenaccio, con il quale blocco la porta, lasciandolo poi cadere, pesante, sul legno marcio.

    “Cosa sta facendo figliolo, la messa è quasi finita” urla il parroco dall’altare.
    “No padre, non oggi. C’è ancora una parabola che vorrei condividere con tutti i presenti” rispondo con una tranquillità disarmante.

    Ho tutti gli occhi puntati addosso. Bene.
    Posso vedere nelle loro facce il terrore, posso vedere lo stupore, la paura, la follia.
    Tutto rimbalza nel mio viso come se fosse di gomma, non provo più nulla ormai.
    Cammino con un passo lento e pesante per tutta la navata centrale, fino all’altare.
    Salgo, gradino dopo gradino, lentamente.
    Prendo un respiro e mi volto.
    È arrivato il momento, amico mio.

    “Seduti!” urlo “Non vi azzardate ad andare via adesso. Ho alcune cose da dire”.
    I pochi che già si stavano dirigendo verso il portone sigillato, si pietrificano all'istante, sotto il mio sguardo vuoto, e tornano velocemente ai loro posti.

    “Il mio nome è Dario, ma molti di voi mi conosceranno come “il piccolo demonio”, un ripugnante appellativo che mi avete dato poco più di sette anni fa.
    Sì, signora, ha sentito bene, non faccia quella faccia sorpresa. Sapete tutti chi sono, chi erano i miei genitori.
    Avete seppellito mia madre esattamente sette anni fa, l’avete accompagnata al cimitero versando tante lacrime del cazzo.
    Avete speso così tante parole su di lei.
    Mia madre non vi meritava, nessuno di voi meritava il suo rispetto.
    Ci avete fatto a brandelli, con le vostre parole. Perché sapete, ognuno di voi qui, è colpevole.
    Lei, ad esempio, signor Antonio, sa qual è il secondo comandamento? Non nominare il nome di Dio invano.
    Con quale faccia si presenta qui ogni domenica? Lei che bestemmia e inveisce contro i ragazzini che passano davanti al suo cancello, ad alcuni ha pure mostrato l’uccello.
    E lei, signora? Crede che non sappia cosa fa con il marito della sua migliore amica, alla quale tiene la mano in questo momento?
    La vedo ogni notte uscire tardi per andare a trovarlo, quando lei non è in casa.
    O ancora lei, parroco, crede non sappia cosa fa quando si toglie la tonaca?
    Mi vengono i brividi anche solo a pensarlo.
    Potrei andare avanti, ma credo che ognuno di voi sappia ciò che ha fatto.
    Siete tutti colpevoli.
    Avete ucciso mia madre, avete ucciso mio padre, mio fratello.
    E avete ucciso me. Ricordatevelo sempre.
    Ma io vi perdono, perdono tutti voi.
    La peggiore punizione, l’avrete oggi, domani, e per tutto il resto della vostra miserabile vita”.


    Inizio a camminare e, mentre apro lo zaino, scendo i gradini con una calma glaciale.
    Mi fermo a guardare tutte le loro facce esterrefatte, stupite e impaurite.
    Chiunque tu sia, grazie per avermi seguito, fino a questo momento.
    Sento la tua voce, sento il peso che ti opprime in questo momento.
    Ma non ti preoccupare, io starò bene.
    Ricordati sempre che non serve una cazzo di religione per dirti cosa sia giusto o cosa no.
    Sono le azioni che ci qualificano come esseri umani, le azioni buone, e quelle cattive.
    Rispetta il prossimo, e rispetta te stesso, vivi cercando di ricordarlo sempre.
    Infilo la mano nello zaino e la sento.
    Sento una lunga lama sul fondo.
    È giunto il momento di scoprire se c’è qualcosa di meglio, perché qui, in questo mondo, non più voglio viverci.
    Il freddo del metallo sul mio collo è bello quasi quanto l’abbraccio di mia madre prima di morire, quando mi sussurrò “Non è stata colpa tua”.

    Ora lo sento. C’è silenzio, buio, e pace.

    Non uccidere, neanche con le parole.


    Edited by Pixel. - 26/10/2020, 15:19
     
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    Ebbene eccoci qui all'angolo dell'horror. Oggi diamo un'occhiata a "Il paese dei sussurri" dell'utente Pixel.
    Dobbiamo ammettere che le nostre prime impressioni con questa storia non sono state positive: lo stile colloquiale ci era parso banale e scontato. La storia però è riuscita a riscattarsi prendendo una piega inaspettata, senza cadere nel TRASH!!!
    Ancora una volta troviamo una storia dal forte peso moraleggiante, ma in questa FIATA l'insegnamento morale è trattato con dignità e il narratore è effettivamente un essere umano con motivazioni credibili e - osiamo dire - relatabbili. Pensavo cioè pensavamo sinceramente che avrebbe tirato fuori un fucile d'assalto dallo zainetto ma forse è troppo presto per questo genere di cose.
    Il comandamento per la prima volta è una tematica forte nel racconto che si collega bene alla storia raccontata e al suo messaggio.
    In conclusione, questa è una storia forse più semplice delle altre, ma anche più simpatica e quindi le diamo un bel 4 (su 5)
     
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    Markrath Vi ringrazio per il sincero feedback. Ho apprezzato la vostra analisi.
    Ho creato questo piccolo ritaglio di realtà, cercando di dare una parvenza di normalità, di banalità al racconto. Una storia come tante, una famiglia come tante, un paese come tanti.
    Il protagonista, il mostro, non ha mai infranto un comandamento, ha sempre rispettato dio, onorato i genitori, non ha mai ucciso, o rubato, o desiderato o detto menzogne.
    Farlo diventare un assassino sterminando tutti i presenti in chiesa, avrebbe fatto perdere validità alle sue argomentazioni. La soluzione più forte e impressiva, era dare a tutti una lezione morale che non avrebbero dimenticato, firmandola con il sangue e il perdono.
     
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    Io non sono un'esperto nel commentare storie, quindi mi sono tenuto in disparte mettendo solo un Upvote, ma in ogni caso voglio dire che questa è una delle migliori storie che abbia letto fino a mo', il protagonista è realistico, la mia prima impressione è stata buona, il finale mi è particolarmente piaciuto. Se devo dare un voto direi 4,5/5
     
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    Stepy389 Ti ringrazio, sono felice tu abbia apprezzato questo racconto breve, in particolare il finale.
     
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    Benvenuti all'angolo del terrore sono qui in veste di acrilico per dirti che la storia è da 2,5.
    Ho misurato il tutto con estremo carisma e non acconsento illazioni oltre la mia giurisdizione. Ma adesso argomenterò alla buona, per come si deve.

    [Ho letto la storia due giorni fa, il parere non è fresco]

    Allora come dice il collega Markrath lo stile è colloquiale ma ti confesso che mi è piaciuto molto la dinamica dell'inizio, te la faccio presente con un pratico esempio.

    Cosa ci rende umani?
    Non di certo la capacità di stare in piedi, né i pollici opponibili o la barba curata.
    E allora cosa? Forse il linguaggio.
    No, il linguaggio lo possiedono anche altri animali, il nostro è solo più evoluto.

    “Prego signora, le tengo la porta, passi pure”.
    “Grazie mille, giovanotto”.

    Dov’ero arrivato? Ah sì, ciò che ci rende umani.
    Pensa, cazzo, pensa.


    Restituisce molto bene l'impressione di chi è preso da sé durante un momento normale. Mi ha buttato a capofitto nella storia, e questa è l'unica cosa che ricordo mi abbia colpito. Sì, so perfettamente che non è un granché - ma è per sottolineare questo. Questa impostazione è proprio LA storia.
    Fa da sfondo, tuttavia, ad una vicenda e un messaggio di per sé banali. Mi domando se con un'altra prospettiva, o colorando con maggiore CUPEZZA la testa del protagonista avremmo ottenuto una storia che rendesse più profondo e sfaccettato questo letto di elementi.
    Non ho tenuto in considerazione queste ipotesi per la valutazione; e hai fatto bene così per il contest. Come ti dicevo, funziona. Al di là degli eventi, le descrizioni stesse sembrano essere tutt'une con la psiche del personaggio. Non è facile immaginare.
    Molto morale la tua storia come dice il collega Markrath, [così come abbastanza piatta la tristezza della backstory, o almeno non mi ha entusiasmato] onestamente non avevo mai pensato che finisse in sparatoria quindi colpo di scena certo però se mi parli di zaino un certo pensierino lo fai, ovviamente.
    La storia è dunque sufficiente, mi è aggradata e un po' imbarazzato (non perché sia imbarazzante, ma perché sono io) con il discorso del protagonista a tutti gli abitanti del paese dei sussurri, come di per sé tutta la faccenda per la sfiga da manuale del paesino+pregiudizio+drammafamiliare+emarginazione+etc... Non è scritta male, pertinente al comandamento diremmo.

    Bel lavoro. Non rileggo. Adios. 2,5. Ciao.
     
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    CITAZIONE (Sixtyten @ 20/10/2020, 21:45) 
    Benvenuti all'angolo del terrore sono qui in veste di acrilico per dirti che la storia è da 2,5.
    Ho misurato il tutto con estremo carisma e non acconsento illazioni oltre la mia giurisdizione. Ma adesso argomenterò alla buona, per come si deve.

    [Ho letto la storia due giorni fa, il parere non è fresco]

    Allora come dice il collega Markrath lo stile è colloquiale ma ti confesso che mi è piaciuto molto la dinamica dell'inizio, te la faccio presente con un pratico esempio.

    Cosa ci rende umani?
    Non di certo la capacità di stare in piedi, né i pollici opponibili o la barba curata.
    E allora cosa? Forse il linguaggio.
    No, il linguaggio lo possiedono anche altri animali, il nostro è solo più evoluto.

    “Prego signora, le tengo la porta, passi pure”.
    “Grazie mille, giovanotto”.

    Dov’ero arrivato? Ah sì, ciò che ci rende umani.
    Pensa, cazzo, pensa.


    Restituisce molto bene l'impressione di chi è preso da sé durante un momento normale. Mi ha buttato a capofitto nella storia, e questa è l'unica cosa che ricordo mi abbia colpito. Sì, so perfettamente che non è un granché - ma è per sottolineare questo. Questa impostazione è proprio LA storia.
    Fa da sfondo, tuttavia, ad una vicenda e un messaggio di per sé banali. Mi domando se con un'altra prospettiva, o colorando con maggiore CUPEZZA la testa del protagonista avremmo ottenuto una storia che rendesse più profondo e sfaccettato questo letto di elementi.
    Non ho tenuto in considerazione queste ipotesi per la valutazione; e hai fatto bene così per il contest. Come ti dicevo, funziona. Al di là degli eventi, le descrizioni stesse sembrano essere tutt'une con la psiche del personaggio. Non è facile immaginare.
    Molto morale la tua storia come dice il collega Markrath, [così come abbastanza piatta la tristezza della backstory, o almeno non mi ha entusiasmato] onestamente non avevo mai pensato che finisse in sparatoria quindi colpo di scena certo però se mi parli di zaino un certo pensierino lo fai, ovviamente.
    La storia è dunque sufficiente, mi è aggradata e un po' imbarazzato (non perché sia imbarazzante, ma perché sono io) con il discorso del protagonista a tutti gli abitanti del paese dei sussurri, come di per sé tutta la faccenda per la sfiga da manuale del paesino+pregiudizio+drammafamiliare+emarginazione+etc... Non è scritta male, pertinente al comandamento diremmo.

    Bel lavoro. Non rileggo. Adios. 2,5. Ciao.

    Che voto crudele... vergogna!1!1!1!1!1!1!1!1!!1! Screanzato,!1!1!1!1!!1!1!1!1!1 *sto scherzando*
     
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    Sixtyten

    Ti ringrazio per l'analisi, apprezzo molto e, in realtà, la storia l'ho già riscritta in chiave più cupa.
    Diciamo che con il tempo mi sono abbastanza impigrito e ho pubblicato la prima versione di getto.
    Poi, ricalcando il fatto che il protagonista fosse schizofrenico, in successive rivisitazione ho reso alcuni suoi discorsi meno logici e più di pancia, così come alcuni suoi comportamenti.
    Mi ha fatto abbastanza soffrire il dover descrivere in prima persona presente le azioni se devo essere sincero, non è il mio stile, uso quasi sempre il passato quando scrivo.
    Ovviamente la versione aggiornata, per correttezza, non la posterò in questo contest, anche se alla fine ho usato la traccia data per creare qualcosa, non tanto per il contest in sé ahahah
     
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    Mr. Canotta

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    Bello il contesto, l'idea degli intermezzi ci sta e rende la lettura più dinamica. Storia di per sé un po' semplice ma ben studiata. L'unica critica che ti muovo è l'eccessivo l'utilizzo del termine "cazzo" nelle varie parti del racconto. Come intercalare ci può stare ma non ripetuta così spesso, secondo me.

    Per me la storia è 3/5.

    Drammatico.
     
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    Ser Procrastinazione

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    un’enorme poster, recitava i dieci comandamenti

    Ritengo che questa virgola sia superflua.

    Al contrario del mio collega non mi ha dato particolarmente fastidio il turpiloquio. Il lessico del racconto è sì molto colloquiale, ma viste le dinamiche della trama l'ho trovato appropriato.
    Ammetto che anche io credevo che alla fine ci sarebbe stata una sparatoria, data la presenza dello zaino. Io avrei aggiunto qualche particolare in più sul padre, ma anche sul protagonista stesso. Ad esempio, alla fine della storia il nostro Dario dovrebbe avere circa venti anni. Come si è mantenuto negli ultimi sette anni? È andato a scuola? Si è isolato sempre di più?
    Personalmente, una cosa che mi ha sempre dato fastidio di molte persone cattoliche di paese è la loro ipocrisia. La tematica della storia magari può anche essere considerata banale, ma è attuale e mi ha colpito.
    Do 3.5/5 al racconto e 0.5 al comandamento. Dopo la fine del contest, si può smistare in Drammatico.
     
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    Ti elenco qualche piccolo errore di distrazione:
    - un’enorme poster <--- poster è maschile, quindi un senza apostrofo
    - Andavamo sempre in Chiesa <--- qui hai scritto Chiesa, lettera maiuscola (il che è sbagliato, perché il termine "Chiesa" si utilizza per indicare la comunità di credenti e non l'edificio di culto che invece si scrive con la lettera minuscola), mentre le altre volte hai scritto "chiesa".

    Ah, da quanto non leggevo un tuo racconto, Pix? Inutile dire quanto io abbia apprezzato il messaggio che hai voluto dare, che sebbene semplice spesso e volentieri ci dimentichiamo che ciò che facciamo e diciamo ha un peso, che queste possono spingere una persona a compiere l'atto più estremo. In fondo il "non uccidere" si riferisce anche a noi stessi. Da questo punto di vista, hai utilizzato il comandamento in modo egregio e te ne do atto.
    Ho apprezzato la storia: scrivi bene, hai sempre scritto bene. Qui in particolare ho apprezzato il linguaggio semplice e diretto, pertinente al personaggio. Anche io come Kohei non ho apprezzato l'utilizzo eccessivo di certe espressioni. Sembravano messe lì per caso, voglio dire, non aggiungevano nulla di più al testo. Anzi, lo rendevano più pesante da leggere. Certo, mi sarebbe piaciuto leggere qualcosina in più: tipo, hai detto che il padre se n'era andato, poi Dario ha puntualizzato "Avete ucciso mia madre e mio padre", allora anche lui è morto? Non se n'era andato? Forse era meglio rimanere sul "Avete fatto a brandelli la mia famiglia" e basta. Per il resto, ripeto, la storia mi è piaciuta. E' stato un bel ritorno di scena :3

    - Per la storia il mio voto è 3
    - Comandamento/originalità: 1

    A fine contest, la storia può essere smistata in drammatico per me :)
     
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    Kohei Ti ringrazio per il feedback, tra le versioni che ho fatto, questa forse era una delle meno colorite. Però nelle altre era contestuale al background del personaggio, che ho descritto meglio, mentre qui, effettivamente ho lasciato un'ellisse temporale di sette anni, quindi ci sta che risulti eccettivo. Qualche "cazzo" è sparito dal racconto.

    & . Sì, ho giocato molto sul finale, ammetto di aver pensato ad un genocidio, però avrebbe perso di senso la stessa morale, ovvero che non è necessario essere cristiani per mostrare pietà e perdono, così come essere cristiani non rende persone eticamente buone.
    Ti ringrazio per il commento, sono sempre felice di leggere critiche, nella versione estesa del racconto, sto aggiungendo e sistemando in base ai feedback che mi date.

    Rory Ormai sette anni carissima. Ho visto il contest e in un paio d'ore ho buttato giù questa storia per battere un colpo. Grazie per le correzioni, sono stati sistemati quei piccoli orrori. Per quanto riguarda il padre, e il fratello, non è tanto l'omicidio fisico, ma la privazione dello stesso status di padre o di fratello, che è avvenuta. Il ragazzo colpevolizza il paese della perdita del padre, che per lui è morto, però sì, avrei dovuto dare più sfumature a quella parte lì.
    Nella versione finale sicuramente aggiungerò qualcosa.
    Abituati alla mia presenza, perché ho un po' di materiale arretrato da postare scritto nel corso degli anni, va solo risistemato :D
     
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    Happy Urepi Yoropiku ne~

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    Beh, che dire... l'escalation verso il finale mi è piaciuta, anche se non so dire se la risoluzione mi sia piaciuta o no.
    No, massacrare tutti non avrebbe avuto molto senso, e allo stesso tempo penso che il protagonista avrebbe potuto, in qualche modo, "fare di più". Forse avrebbe potuto dire più segreti, più scabrosi, magari con foto dei loro atti ipocriti non so. Oppure far pensare fino all'ultimo che il protagonista voglia uccidere tutti, guardando anche di più alle reazioni dei presenti.

    Capisco il senso, capisco il messaggio ma è come il climax di un film tenuto però a volume minimo, non so se rendo l'idea

    Il racconto è ottimo, perciò un 3,5 se lo prende tutto e per il comandamento... è un po' tirato forse, quindi per me è 0,75 non me la sento di dare il voto pieno

    Drammatico
     
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    Emily, ma sei bisessuale? ( ͡° ͜ʖ ͡° )

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    La storia devo dire che mi è piaciuta, sia il messaggio sia la realizzazione generale.
    Un'altra cose che ho particolarmente apprezzato è il fatto che tu abbia, diciamo, sottolineato il fatto che ancora oggi certe malattie vengono considerate come manifestazioni demoniache (passatemi il termine) e per questo le persone che ne soffrono vengono isolate e discriminate.

    Per questi motivi mi sento di dare 4/5 come voto della storia e 0.75/1 per l'utilizzo del comandamento.
    Con ordered anche io sulla sezione drammatico
     
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    DamaXion
    Ti ringrazio per il commento, mi è molto utile per migliorare la storia. In un primo momento avevo lo avevo fatto girare con un coltello tra i banchi, mentre raschiava il legno e guardava le facce dei presenti.
    Nella versione finale sicuramente farò più caso a questo dettaglio, ti ringrazio.

    Emily Elise Brown
    Sono molto felice tu abbia colto quel particolare. Ho vissuto e al momento vivo in un paesino proprio come quello, colmo di bigotti, che non accettano anche orientamenti sessuali, ma neanche semplici gusti nel vestirti, attribuendoli a devianze.
    È una chiusura mentale che ha sempre contraddistinto, nella mia esperienza, persone appartenenti a credi religiosi e dettami così forti, spero che ci sia un cambiamento nei prossimi anni
     
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16 replies since 16/10/2020, 02:57   396 views
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