Sei la prima donna con cui parlo da vent'anni

LNM

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    Mr. Canotta

    Group
    Amministratore
    Posts
    3,228
    Creepy Score
    +376
    Location
    Hiroshima

    Status
    Anonymous
    Questa cosa mi è successa qualche ora fa. Non so nemmeno perché la sto postando. Forse perché solo ora ho iniziato a rifletterci meglio e non riesco a non pensare ad una frase che mi ha detto uno sconosciuto. Non ci avevo dato molto peso in quel momento, tutto ciò che volevo è che lui se ne andasse per la sua strada e noi per la nostra.

    Ero appena salita sull'autobus per andare in una catena di fast food della zona insieme alla mia migliore amica. Appena saliti ci accorgemmo che c'erano due posti liberi e decidemmo di sederci perché eravamo un po' stanche e non volevano restare in piedi per tutto il tragitto. C'erano altri due posti davanti a noi ma uno di questi era occupato da un uomo di mezza età. Aveva un aspetto abbastanza rozzo e puzzava di alcol. Mi limitai ad ignorarlo dato che non ci stava infastidendo o cose simili. Dopo mi rivolse la parola. La conversazione si è articolata nel seguente modo:

    “Questo autobus ferma al centro commerciale?”

    “Sì, deve scendere all’ultima fermata.”

    “Okay.” Poi borbottò qualcosa tra sé. “Sai che ore sono?”

    “Sono le 16:05.”

    “Okay ti ringrazio.”

    Pensavo fosse finita lì. Mi era già capitato in passato che altre persone mi facessero le stesse domande e di nuovo, non ci vedo nulla di strano. Dava l’impressione di essere piuttosto ubriaco. Forse era anche un po’ fatto, ma non ne sono del tutto sicura. Ad un certo punto iniziò a raccontarci di non avere figlie, di non essere sposato e del fatto che gli sarebbe piaciuto trovare una buona compagna. Gli augurai buona fortuna dicendogli che prima o poi sarebbe riuscito a trovarne una. Disse che si chiamava Patt e che aveva quarantanove anni. Sembrava molto sorpreso quando seppe la mia età. Mi chiese se fossi fidanzata e gli risposi di sì. Replicò con un “Oh” ed andò avanti. Continuava a borbottare di quanto gli sarebbe piaciuto avere amici e di quanto si sentisse solo. Per la metà del tempo non sono riuscita nemmeno a capire cosa stesse dicendo dal momento che borbottava in continuazione.

    Una volta scese dal pullman pensai che se ne sarebbe andato per la sua strada. Al contrario ci seguì e ci chiese dove fosse la fermata del tram poiché non era della zona. Dal momento che era sulla strada pensai che avremmo potuto accompagnarlo e che sarebbe finita lì. Appena giunti nei pressi ci disse che sapeva dove si trovasse e che ci era già stato piuttosto spesso. Iniziò di nuovo a raccontare di quanto volesse avere amici, mi disse che ero davvero carina, che gli sarebbe piaciuto diventare mio amico e mi chiese anche se avessi voluto andare a trovarlo.

    “Assomigli molto alla mia ex ragazza di quando avevo ventisette anni.”

    Incominciai a sentirmi a disagio, ma eravamo quasi arrivate alla catena di fast food e pensai che sarebbe finita lì. Mi dispiaceva per lui, anche perché sembrava non essere nelle migliori condizioni. Quasi verso la fine, mormorò di nuovo tra sé o forse stava continuando a rivolgersi a me, non ne ero del tutto sicura.

    “Sono stato in carcere per vent’anni, tenuto isolamento e mi sono sentito così solo.”

    In quel momento ero talmente stressata da non riuscire a capire cosa stesse effettivamente dicendo, tutto ciò che volevo era che se ne andasse. Continuò a seguirci fino alla catena di fast food, continuando ad interromperci quando ad un certo punto mi fermai e dall’esasperazione mi misi una mano sulla fronte. Avevo finalmente ricevuto la mia ordinazione e stavo aspettando la mia amica per mangiare. Lui continuò ad ignorarla per tutto il tempo, come se non ci fosse. Sembrava essere interessato solo a me, provai anche a ripetergli più volte che avevamo fretta e che dovevamo andare. Alla fine, mi diede il suo indirizzo e continuò a pressarmi perché gli scrivessi. Accettai, ma solamente perché volevo che se ne andasse via prima. Venne fuori che attualmente viveva in città, in una casa di riposo, perché malato o qualcosa di simile. Ci disse anche di non avere un cellullare motivo per cui era così impaziente che mi segnassi il suo indirizzo.

    “Chiedi di Patt quando verrai a trovarmi così saprò di avere visite.”

    “Devi sapere che sei la prima donna con cui parlo da venti anni, mi piace parlare con te. Mi piacerebbe davvero avere degli amici, ti andrebbe di essere mia amica?”

    “Certo, possiamo diventare amici. Ti verrò anche a trovare qualche volta. Ma adesso abbiamo fretta, quindi ci vediamo!”

    “Sono trascorsi vent'anni da quando ho visto o parlato con una donna, che cosa orribile, che solitudine.”

    Era come se non prestasse attenzione a ciò che gli dicevo, o semplicemente non gliene importava. Ma alla fine sembrava davvero che se ne fosse andato. Almeno per un po'. La mia amica guardò verso l’uscita e incredula disse che non se n’era andato e che stava ancora aspettando in piedi dietro alla porta. Ad un certo punto rientrò nel fast food e venne ancora una volta verso di me. Prese le sue sigarette e me le mostrò dicendomi che gli sarebbe piaciuto condividerle con qualcuno e mi chiese se ne volessi una. Rifiutai e gli dissi che dovevamo DAVVERO andarcene anche perché in quel momento stavo iniziando un po’ ad alterarmi. Mi fece un sorrisetto e iniziò a frugare nelle sue tasche.

    “Ho anche della vodka con me” e subito dopo iniziò a sorridermi in modo strano mentre mi fissava negli occhi. Finalmente anche la mia migliore amica ricevette la sua ordinazione. Uno degli impiegati si accorse della situazione ed intervenne, accompagnandolo gentilmente alla porta e chiedendogli di andarsene. L’impiegato ci domandò se avessimo bisogno di aiuto, ma gli dissi che stavamo bene dal momento che sembrava essersene andato. Quando Patt uscì dalla porta, noi ce la svignammo dal locale (c’erano due uscite) e non ci capitò più di rivederlo.

    Quando tornai a casa decisi di cercare per curiosità il suo indirizzo su Google e sembrava essere davvero una struttura per persone con problemi di salute mentale. In quel momento mi ricordai ciò che mi aveva detto e cioè che ero stata la prima donna con cui aveva parlato in vent’anni e che era rimasto in carcere per più di due decenni.

    Forse non avrei dovuto essere così gentile, ma provavo pena per lui in quel momento. Non volevo sembrare quella scorbutica che gli diceva semplicemente di levarsi dalle palle, nonostante la mia amica mi disse che era quello che avrei dovuto fare fin dall'inizio. Non me la cavo bene in queste situazioni e semplicemente mi sento a disagio.

    Patt, spero che tu vada per la tua strada e se veramente sei stato in prigione spero che tu sia una persona diversa ora che sei uscito, ma ti prego, non incontriamoci più.



    Edited by Emily Elise Brown - 4/2/2020, 19:42
     
    .
  2.      
     
    .
    Avatar

    Sono Lady Cupcake, prima del suo nome. Madre dei Pennuti, distruttrice della mia autostima. Creatrice del ciclo del Disagio e stermimatrice di germi.

    Group
    Veterano
    Posts
    13,688
    Creepy Score
    +115
    Location
    In un dungeon sperduto

    Status
    Anonymous
    smisto :)
     
    .
  3.      
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    76
    Creepy Score
    +17
    Location
    Castelli romani

    Status
    Offline
    Mamma mia 😟
     
    .
  4.      
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,383
    Creepy Score
    +73

    Status
    Anonymous
    LnM allo stato puro. Intrigante.
     
    .
3 replies since 27/1/2020, 15:57   316 views
  Share  
.