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CreepyLucas.
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Paolo era un bambino nato da una famiglia povera, in un piccolo paesino di campagna. Come tutti i suoi coetanei voleva andare a scuola e giocare nei campi, ma sfortunatamente lui non era come gli altri.
Il piccolo era nato con una grave malformazione del viso che gli conferiva un aspetto grottesco ed inquietante: le orecchie erano solo un abbozzo informe al lati del cranio, il naso sembrava una montagna storta al centro volto, la bocca pendeva da un lato e sembrava che la pelle si stesse squagliando come una barretta di cioccolata lasciata al sole.
A causa del suo aspetto la madre e i fratelli gli impedivano di uscire di casa e se qualcuno veniva a fargli visita lo segregavano in cantina, lontano da occhi indiscreti.
Paolo aveva passato gran parte della sua vita in quella cantina e ormai il buio era come se fosse diventato il suo migliore amico.
Nonostante il piccolo non fosse andato a scuola, era riuscito ad imparare a leggere per conto suo e, ogni tanto, chiedeva alla madre se potesse portargli un nuovo libro. La donna non riusciva a guardarlo a causa della sua bruttezza, perciò lo accontentava sempre per allontanarlo il prima possibile. Paolo questo lo sapeva, ma ormai si era abituato all'inaffettività di sua madre; l'unica cosa a cui non riusciva ad abituarsi, erano le prese in giro dei suoi fratelli. L'avevano soprannominato "Brutto Anatroccolo", ma poi spesso gli dicevano frasi tipo: "Ti chiamiamo Brutto Anatroccolo ma da grande diventerai un avvoltoio, non un cigno!" "Già, sei troppo brutto per diventare qualcosa di bello, o anche solo carino!" queste parole lo ferivano nel profondo ed ogni volta che gliele dicevano si rifugiava in cantina, con qualche candela ed uno dei suoi libri. Ormai era come se fosse diventata la sua stanza e il suo rifugio personale, infatti nessuno scendeva più da quando c'era lui.
Il tempo passava e Paolo cresceva e man mano che cresceva aumentavano la rabbia e la frustrazione nei confronti dei suoi familiari, era diventato così insofferente nei loro confronti che ormai durante i pasti si portava il piatto in cantina, mentre i fratelli lo deridevano: "Il Brutto Anatroccolo vuole giocare a nascondino!" "Ma no, è che è così brutto che neanche il sole vuole guardarlo!" "Se mai l'uomo nero dovesse sbucare fuori per rapire uno di noi, scapperebbe a gambe levate se dovesse vedere quel Brutto Anatroccolo!" e partivano anche le risate.
Paolo sentiva il sangue ribollirgli nelle vene ogni volta che sentiva quelle parole, ma una volta che varcava la porta della cantina si sentiva a suo agio ed ogni sentimento negativo spariva.
Un giorno come tanti altri, la madre del piccolo tornò dal mercato e gli porse un libro, dicendogli: "Tieni, questo era quello che costava di meno. Non chiedermi di che cosa si tratti perché non lo sapeva neanche il venditore. L'unica cosa che posso dirti è che apparteneva ad un tipo strambo scomparso misteriosamente un po' di tempo fa". Il bambino la ringraziò e, non appena afferrò il libro, la donna si allontanò frettolosamente, quasi come se si trovasse nelle vicinance di un letamaio.
Paolo si mise ad osservare il suo nuovo libro: era più grande rispetto agli altri con la copertina quasi del tutto sbiadita e stracciata, l'unica cosa che si riusciva ad intravedere era una specie di castello. Comunque non ci fece molto caso, l'unica cosa che gli interessava era avere qualcosa di nuovo da leggere. Prese una candela e dei fiammiferi, poi si avviò verso la cantina; si sistemò sulla sua vecchia sedia di paglia sgualcita, accese la candela ed aprì il libro.
La cosa che lo colpì maggiormente appena si mise a leggere, erano tutti gli appunti che c'erano scritti ai lati e, nonostante lìinchiostro fosse sbiadito e la calligrafia era difficile da decifrare, capì che si trattava di ricerche sulle "forze occulte". Man mano che leggeva, più pensava che il proprietario di quel libro fosse uno svitato, insomma, chi mai poteva credere all'esistenza dei demoni e della magia? Questa cosa lo divertiva, perciò continuò a sfogliare le pagine.
Ad un certo punto si imbattè in una strana formula per uno strano rituale che serviva per migliorare la vita di chiunque l'avesse completato.
Incuriosito, iniziò a leggere:
Il rituale della rivalsa
Se le lingue di serpente
ti han deriso aspramente,
se da loro sei umiliato,
puoi sentirti fortunato:
Con poche semplici maniere
l'impossibile fai accadere.
Prepara tutto l'occorrente
per una strategia vincente.
Prendi un ramo di ulivo,
per il comportamento abusivo,
un po' d'incenso
per ridare il buonsenso.
Sul pavimento una stella va dipinta
e da un cerchio deve essere cinta.
Infine non dimenticare,
tre gocce del tuo sangue devi donare.
Stringi il rametto, brucia l'incenso,
il tuo potere sarà immenso.
La tua anima è il prezzo da pagare,
se vuoi la giustizia guadagnare.
Ricordati di pronunciare queste parole,
prima del sorgere del sole:
"Zazas, Zasas. Nasatanada Zazas.*"
La pagina sulla quale era scritto il rituale aveva il fondo strappato, ma Paolo non ci diede troppo peso e, anche se era diffidente, pensò di provarci lo stesso. Tanto non aveva niente da perdere.
Quella sera si procurò tutto l'occorente per svolgere il rituale e, una volta che tutti si addormentarono, tornò in cantina.
Con un gesso disegnò una stella con attorno un cerchio, accese dell'incenso con un fiammifero e, prima di prendere il ramo di ulivo, si tagliò sul palmo della mano e lasciò cadre tre gocce di sangue; dopodiché pronunciò le parole: "Zazas Zasas Nasatanada Zazas".
Appena finì di parlare si alzò un terribile vento e il terreno si squarciò, catapultandolo nel sottosuolo.
Paolo cadde e cadde, fino a quando non andò a sbattere contro il suolo. Si alzò dolorante e non riuscì a credere a quello che stava vedendo: si trovava in una specie di grotta circondata dalle fiamme e comletamente ricoperta di lava. Appena abbassò lo sguardo si rese conto che anche i suoi piedi erano nella lava e, a poco a poco, sentì che questa lo stava inghiottendo.
Il bambino urlò con tutto il fiato che aveva in gola, ma in quel luogo non c'era nessuno che potesse o volesse salvarlo.
Mentre moriva lentamente, un pezzo di carta fuoriuscì dal libro e con orrore il ragazzo decifrò la calligrafia:
"Ho poco tempo, ma devo avvertire... Non è un rituale, è una trappola mortale!"
*SPOILER (clicca per visualizzare)Apritevi, Apritevi. Cancelli dell'Inferno Apritevi
Edited by CreepyLucas - 17/12/2018, 20:26. -
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Carina la morale finale, come ogni fiaba che si rispetti, anche questa ne ha una giustamente. La composizione è buona e la storia in sé è carina 
Io direi 4.SPOILER (click to view)Se i libri glieli procura la madre, vuol dire che anche quello di magia nera glielo ha dato lei? dove si trovano? XD no beh, rende l'idea del fatto "madre negligente". -
Levy.
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Ha del potenziale ma credo sia stata scritta troppo frettolosamente. Comunque l'idea del rituale e della spiegazione in rima le ho trovate simpatiche.
Voto: 4. -
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Vi ricordo che dovete votare tutti i racconti per rendere ufficiale il vostro voto . -
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La trama è interessante, ma andava sviluppata in modo più lento, lineare e soprattutto approfondito. Lo stile, invece, credo sia abbastanza superficiale e immiserito.
Voto con un 4.. -
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Il tema della dannazione combinato con quello della vendetta mi appassiona assai e lo ritengo una buona idea, ma non posso che assegnargli un 3,5 su 6, per come è steso, cioè in maniera un po' frettolosa. In verità, sarei propensa a qualche cosa di vicino a 4 come valutazione, ma non essendoci un '4-' preferisco optare per questa valutazione qui; soprattutto, devo tenere conto anche dei giudizi assegnati agli altri racconti. La cosa che mi è piaciuta di più è sicuramente la stesura del rituale, che ho trovato, per così dire, molto "simpatica" e molto calzante; probabilmente non realistica (cosa che forse avrei preferito), ma ci sta, dal momento in cui il Contest è dedicato alle fiabe. Sicuramente, però, la storia aveva gli ingredienti per essere la mia preferita nel Contest, tuttavia soffre di questo mancato approfondimento del tema di fondo e, forse, anche di questo "vizio" di specificare la morale, che vedo più da favola che da fiaba; se l'avessi rimasta sottintesa - e avessi, insomma, fatto parlare le "sole vicende" - mi sarebbe probabilmente piaciuta di più. La ripetizione continua del nome "Paolo" - che avresti potuto sostituire con un sinonimo, in verità - inoltre fa in modo che il racconto si legga in una maniera meno scorrevole. E' un racconto che mi fa... appunto, dannare per quello che sarebbe potuto essere, con un linguaggio migliore, una stesura più accurata. Non è una storia originale, quella della persona che finisce dannata per un qualche motivo, ma poteva essere declinato meglio e ricevere, almeno da me, un giudizio migliore. Ci vedo, come qualcuno ha scritto sopra di me, molta potenzialità da esprimere; non nego che mi piacerebbe rileggere questo racconto in una versione "rivista" e magari più accurato, senza che l'autore avesse "paura" (per modo di dire) di spingersi un po' oltre con le righe, perché in questo caso ce n'era bisogno; oppure, di rendere il contenuto più intenso e di usare delle frasi accuratamente selezionate da un punto di vista della narrazione e delle parole utilizzate. . -
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Sono per un 4,mio buon amico. È stato un momento carino, purtroppo non mi riesce coi mezzi attuali di dire altro . -
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il finale non mi lascia grande cosa,voto 4. . -
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l'idea di avere un'opposto di una fiaba mi è piaciuta. Purtroppo è stata scritta molto frettolosamente e la fine è spiegata male. Il mio voto è 4. . -
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3,5 perchè a un certo punto diventa troppo frettolosa e non mi è piaciuto il finale. . -
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Voto: 5
Mi è piaciuta sia per l'impostazione da favola sia per la morale alla fine. Non ti ho dato il massimo perché nella prima parte sembra abbastanza scontata.. -
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Allora, come ho già detto l'idea di base c'è e può venire ampliata meglio. Mi da l'idea di essere stata scritta in fretta per finirla entro la fine del contest, perciò a mio parere faresti meglio a riprenderla in mano e riguardarla bene ora con più calma.
Comincia tutto bene, ma l'apparizione misteriosa del libro di magia la trovo un po' troppo casuale: magari potrebbe averlo comprato da uno sconosciuto misterioso tipo Jack e il Fagiolo magico, magari lo ha rubato ad una strega e per questo è punito. L'idea che lui invece di diventare una persona migliore per superare questa sua connotazione da Brutto Anatroccolo vuole vendicarsi è molto bella e una morale interessante, perciò ti inviterei ad ampliarla su questo tema.
Fai proprio vedere che si è incattivito, dagli la possibilità di essere una brava persona e fagliela sprecare, così avrebbe senso quella morale. Così com'è è un po' una punizione venuta dal nulla.
Purtroppo così com'è non la trovo smistabile. -
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Concordo con la mia collega, apprezzo la voglia di partecipare al contest ma restano comunque alcune lacune. Lacune quali il libro... la madre li compra a caso i libri pare, quoto la mia frase sul commento precedente "ciò rende ancora di più la figura della Madre negligente" e ci sta, ma comunque a me piacerebbe vedere come il libro arriva nelle mani del protagonista. La trovo ancora carina e buona, ma mancano indubbiamente cose.
Così com'è, mi spiace, ma neanche per me è smistabile.. -
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A me nella sua semplicità è piaciuta, quindi io sono favorevole a smistarla. . -
CreepyLucas.
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Allora, sicuramente vedrò di lavorarci su per sistemare alcune cose. In realtà volevo che il messaggio che passasse fosse quello di non "fidarsi" dei rituali perché non portano mai a nulla di buono; quindi il protagonista non era stato "punito" ma si era trattato di un, diciamo, scherzo del destino. Questo perché fondamentalmente i "patti con il diavolo" non vanno mai a buon fine, così come l'utilizzo della tavola ouija e cose simili.
Comunque ci lavorerò su per migliorarla. Anzi, se avete qualche altro consiglio, è ben accetto.
