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Allora, la mia storia non è niente di “interessante” o “unica” paragonata alle altre, ma ho deciso di condividerla qui. Entrambi gli episodi sono corti, quindi li unisco.
Andiamo avanti, cammino sempre per quattro isolati per andare a scuola e tornare a casa. Semplicemente, ogni tanto mi piace fermarmi al parco; si trova a due isolati e prima di continuare vado un po’ sull’altalena. Era semplice, io non infastidivo nessuno e nessuno infastidiva me… all’inizio.
Pochi mesi fa stavo superando il primo isolato e due uomini adulti mi fermarono alla fermata dell’autobus dove stavano aspettando. Uno mi sorrise in modo inquietante e allungò la mano per battere il pugno, lo feci per essere educata. L’altro si limitò a chiedermi se parlassi spagnolo. Dissi no ma poi il primo uomo si alzò e sembrava che volesse venire verso di me, immediatamente andai nel panico ed entrai in modalità “scappa o combatti”. Non fece niente, mi superò solo, mi rilassai e proseguii per andare a scuola. Fino a quando l’uomo a cui avevo battuto il pugno, Mark, non iniziò a chiamarmi “gattina” in spagnolo. Non sapevo cosa stesse dicendo di preciso, ma so che stava facendo commenti sul mio sedere. Senza contare il fatto che Mark aveva sui 50/60 anni e stava facendo commenti inappropriati a una minorenne di 17 anni. Arrivai a scuola in salvo e informai rapidamente il mio insegnante, da allora non l’ho più incontrato… fino a pochi giorni fa.
Ero nuovamente nel parco e decisi di andare a casa presto, era Halloween, quindi sapevo che gli strambi di lì a poco sarebbero usciti. La mia città non è delle più sicure, è al secondo posto tra quelle con il più alto tasso di criminalità. Stavo aspettando che il semaforo diventasse verde così avrei potuto attraversare per arrivare al primo isolato; ovviamente quello in cui vivevo. Poi ebbi un tuffo al cuore quando realizzai chi mi stava girando attorno: Mark.
Inizialmente non ne ero del tutto sicura, dato che i due episodi capitarono a qualche mese di distanza. Ma riuscii facilmente a riconoscere la faccia, e sapevo che lui ricordava la mia. Non avevo scelta se non quella di attraversare per arrivare a casa il più presto possibile. L’ansia aumentò quando lo vidi con un largo sogghigno e scoppiò a ridere come un maniaco. Cercò di schiacciarmi contro la siepe, anche se onestamente inutilmente dato che potevo saltare e andarmene se necessario; il mio istinto da “combatti o fuggi” si innescò quando cercò di raggiungermi la spalla, mi abbassai e corsi velocemente a casa, informando immediatamente mia madre.
A causa di ciò non andai a scuola per una settimana, perché si rifiutava di lasciarmi andare a piedi da sola. Ciò che rende il tutto ancora più spaventoso è l’aumento del traffico di esseri umani, che mi fa temere cosa sarebbe potuto succedere se non fossi riuscita a scappare…
Quindi, Mark se mai dovessi leggere... spero che non ci incontreremo di nuovo.
Edited by DamaXion - 16/5/2021, 00:04
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