Il Killer di OkCupid

LNM

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    Quattro anni fa, ma lo ricordo ancora come se fosse successo ieri. Nota: quelle delle citazioni sono proprio le esatte parole che disse... Avevo raccontato questa storia ad un amico proprio dopo che era accaduta, quando ricordavo tutto bene.

    Stavo vivendo in un nuovo stato, e volevo fare conoscenza con delle persone single, quindi creai un account su OkCupid. Fui abbinata a questo ragazzo (lo chiameremo Justin) che si era trasferito in questo stato a sua volta, e decidemmo di andare a cenare in un bar del posto. La cena fu fantastica. Justin fu fantastico. Era incredibilmente alto (due metri) e molto campagnolo. Fu una boccata d’aria fresca da tutti gli hipster della città, tanto che stavo già pianificando di vederlo di nuovo.

    Dopo aver mangiato e camminato un po’ lungo la Downtown, lui mi invitò ad andare a casa sua per bere qualcosa. Acconsentii che fosse lui a guidare verso casa sua, poiché avevo bevuto e non mi sentivo in grado di guidare la mia macchina.

    Arrivammo a casa sua, e decisi di dare uno sguardo al suo seminterrato (non ne avevo mai visto uno) mentre lui preparava da bere al piano di sopra. Ero piuttosto ingenua, va bene? Salimmo fino alla sua stanza, e ci sedemmo sul letto, parlando della sua esperienza di militare. Justin sembrava ancora un ragazzo fantastico, ma iniziò a farmi pressione affinché finissi di bere. Appena poggiai le labbra sull’orlo del bicchiere, mi resi conto della presenza di una polvere rosa sul fondo. Poiché mi resi conto fosse sporco, lo spostai dalle labbra per capire cosa fosse: “Oh, oh. Ho usato questo bicchiere soltanto per l’acqua, va tutto bene”. Bevvi un sorso dal bicchiere e mi accorsi che aveva un sapore molto amaro, simile a quello di una pillola trattenuta in bocca un po’ troppo a lungo. Di pancia, il mio istinto mi diceva di sputare, ma lui continuava ad insistere affinché bevessi, quindi continuai a bere a piccoli sorsi, così da non sembrargli maleducata.

    Poiché ero curiosa a proposito della sua esperienza militare, gli chiesi se avesse ucciso qualcuno mentre era in servizio, e la sua espressione mutò come quella di un bambino a Natale. Mi rispose: “Certo che sì, e me ne sono goduto ogni singolo istante”, quindi prese a parlarmene. A questo punto, iniziai a sentirmi davvero poco a mio agio, e a desiderare di andarmene. Solo che non potevo farlo, poiché non avevo la mia macchina. Mi disse che anche nel suo Paese (Montana) aveva fatto cose del genere, perché “è un posto in cui la legge non funziona sempre bene”.

    La bevanda mi stava facendo iniziare a sentire un po’ disorientata, quindi la posai, e dissi a lui che non volevo più berne. Mi chiese quale fosse la mia più grande paura, gliela dissi e mi rispose: “Oh, strano, gran parte delle donne ha paura di essere stuprata da qualcuno appena incontrato”. Non sapevo cosa rispondergli, ma poi ci rise sopra e tornò ad essere il Justin ragazzo fantastico. Stavamo avendo una normale conversazione sulla vita, quando decisi di stendermi sul suo letto, dove trovai una pistola sotto al suo cuscino. Brutto segno, Justin. Mi disse che era solo per proteggersi, ma che gli sarebbe piaciuto far sesso con una donna tenendole puntata contro una pistola. Prese la pistola e cominciò a giocherellarci, e mi convinsi che quello sarebbe stato il giorno in cui sarei stata stuprata e uccisa. Sì, ci volle tutto questo purché mi sentissi in quel modo perché i suoi coinquilini erano a casa quando ero arrivata, quindi mi ero sentita al sicuro. Continuò dicendomi che la sua più grande fantasia era quella di rapire una donna a caso, tenerla come schiava sessuale e poi ucciderla. Non risposi neanche, perché era chiaro che gli stesse venendo un orgasmo al solo pensiero. Ero terrorizzata, mi sentivo indifesa. Non ero certa che con il mio gracile corpo di un metro e sessanta potessi fare qualche cosa contro il suo muscoloso corpo di due metri di esperienza militare.

    Si stese accanto a me, iniziò a toccarmi e rimasi come pietrificata dalla paura. Credo che ad una certa i suoi compagni se ne fossero andati, perché li sentimmo camminare vicino alla porta frontale e poi sulle scale. Il suo atteggiamento divenne freddo del tutto, si alzò e disse che mi avrebbe accompagnata fino alla mia macchina. Non mi sono mai sentita così felice nella mia vita di quando vidi la mia automobile parcheggiata di fronte al bar. Guidai per un po’ per la città per assicurarmi che non mi stesse seguendo, e bloccai e cancellai prontamente ogni suo contatto.

    A ben vedere, avrei dovuto avvertire le autorità, ma pensai che la denuncia non sarebbe andata a finire da nessuna parte, in mancanza di prove. Sarò felice di non posare di nuovo il mio sguardo su di lui, e posso solo sperare che non realizzi mai la sua più grande fantasia.



    Edited by ;Isabel - 4/11/2018, 22:09
     
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    Happy Urepi Yoropiku ne~

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    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

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