Yenaldooshi

Horror Creatures, Folclore Nativi Americani (Navajo, Diné)

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    Uno degli aspetti spesso più tralasciati delle religioni tribali, è quello della forte credenza nella stregoneria e nelle superstizioni a questa legate, una realtà presente anche tra i nativi americani. Il popolo cui ci riferiamo è quello dei Navajo (il cui endonimo è Diné, che significa, per l'appunto, "il Popolo"), tribù di ceppo linguistico Athapaskan, non unitaria bensì suddivisa in diverse bande semi-nomadi, per lo più indipendenti l'una dall'altra, che occupavano altrettanti territori, spaziando tra Arizona settentrionale, Utah e Nuovo Messico. La loro religione contempla un mondo in cui ogni cosa è connessa alle altre in maniera indissolubile, in un equilibrio che l'uomo è tenuto a cercare di non infrangere con le proprie azioni. Pertanto, il male è da considerare come ciò che è capace di infrangerlo e di provocare problemi d'ogni sorta, tra cui persino la malattia o la morte. Il mondo si basa anche sull'opposizione di diverse coppie di elementi: femminile e maschile (da cui derivano principio mutevole e principio statico), Cielo e Terra. Tendenzialmente, ogni cosa, persino l'uomo e alcune divinità, ha in sé un elemento malvagio e un elemento buono - ma esistono creature, come gli Yenaldooshi, che mirano unicamente al sovvertimento dei valori della società costituita: da qui il loro sprezzo per tutto ciò che è sacro, da cui si tengono alla larga e su cui, talvolta, urinano, tant'è che la loro venuta è talvolta anticipata da un forte puzzo di urina di Coyote. Mentre i normali esseri umani sono diurni, gli Yenaldooshi trascorrono il giorno nelle loro tane, dove, nudi e circondati da pelli animali, praticano malefici, ma è di notte che è possibile incontrarli, poiché è il tempo in cui si dedicano a mutilare il bestiame, a cercare ed uccidere coloro che anche involontariamente li hanno offesi, a violare tombe e rapire neonati.

    Ma s'è parlato di stregoneria: vien da sé, quindi, che questi Yenaldooshi debbano averci a che fare in qualche modo. Ebbene sì: a quanto pare, un tempo erano normali esseri umani - uomini, talvolta donne sterili o anziane, spinti dalla brama di potere (specialmente nel senso "sciamanico" del termine) o dal rimorso, tesi a riunirsi in veri e propri gruppi dediti al male in ogni sua forma. L'acquisizione di questo potere è legata all'uccisione di parenti, fatto considerato un vero e proprio tabù nella società Navajo: immaginate che se qualcuno avesse contribuito, anche indirettamente, all'omicidio (anche se “legittimo”) o ad uno sfregio qualunque nei un proprio caro rischiava di essere completamente escluso dalla comunità tutta, che ripudiava questi atti: un auto-esilio era preferibile al silenzio o alla partecipazione. In inglese, li si chiama skinwalkers ("Coloro che Camminano nella Pelle"), che è però una traduzione imprecisa del termine Navajo, che invece si riferisce, a quanto pare, al modo in cui camminano - con gli arti ritorti, ad esempio, a quattro zampe, all'indietro o in modi impossibili per dei normali esseri umani. Tuttavia, parlare di "pelli" ci lascia già intendere il loro legame con il mondo animale: gli Yenaldooshi si differenziano dalle altre tipologie di stregoni non soltanto per il loro maggior potere, ma anche per le loro abilità di mutaforma. Vestendone le pelli, possono assumere le sembianze di gufi, di corvi, di lupi, di cervi e persino di sfere di fuoco - ma in particolar modo quella dei coyote, animali cui sono per lo più associati. Il loro essere associati in particolar modo ai canidi, e soprattutto ai coyote, dipende dalla considerazione che i Navajo hanno per quest'ultimo: infatti, egli è un trickster, il sovvertitore per eccellenza, anche se le storie che lo riguardano hanno uno scopo educativo, anche perché riguardano ciò che è giusto e non è giusto fare. Tuttavia, le azioni di coyote, rispetto a quelle degli Yenaldooshi, hanno invece un senso, poiché sono motivate da uno scopo: per evitare la sovrappopolazione, ad esempio, quest’entità portò la morte nel mondo. Quello che in questo caso ne viene fuori, è un essere a metà tra un uomo e una bestia, che s'aggira di notte nelle lande più desolate, e talvolta giunge in prossimità delle case delle persone, spargendo polveri mortifere ricavate dalle ossa di cadaveri dissotterrati, su cui praticano anche necrofilia.

    Come si sarà già capito, quando si parla di "stregoneria Navajo" non si fa un discorso univoco, poiché esistevano diverse "vie", che consistevano in altrettanti tipi di stregoneria , la Via dell'Incanto (Witchery Way) era quella praticata dagli Yenaldooshi e basata sulla polvere d'ossa di cui s'è già parlato, spesso sparsa nelle case Navajo per portare malattia. Pare, inoltre, che questi siano capaci di sostituirsi agli uomini e di assumerne le sembianze gettandovi sopra la propria pelle animale e, dunque, di giacere con le loro mogli per generare figli che, una volta nati, uccideranno la madre. Infatti, dal momento in cui nutrono disprezzo per ogni tipo di legame interpersonale o familiare, gli Yenaldooshi si possono riprodurre unicamente in maniera parassitaria e, quando ormai è troppo tardi, le donne iniziano rendersi conto di alcune anomalie, come il puzzo di urina di Coyote e l’impigrirsi progressivo del “marito”. Nel frattempo, la persona cui si sono sostituiti è sopita al di sotto della pelle che gli è stata gettata addosso, nella posizione del "Coyote addormentato".

    Si sostiene che si possano normalmente uccidere una volta fatti tornare in formare umana (cioè ferendoli gravemente); ancora, un altro modo per farlo sarebbe riuscire a venire a conoscenza del loro nome e pronunciarlo - così, dopo due giorni, quelli morirebbero; oppure, ferirli e attendere il loro ritorno al villaggio, qualora vivano ancora, sotto falsa identità, tra gli uomini: a quel punto, li si riconoscerebbe dalla ferita nel punto preciso del corpo in cui li si è colpiti. Il concetto di "stregone che si nasconde tra la gente comune" non è infatti poco noto a questi popoli, che infatti avevano l'abitudine di non lasciare niente di proprio in giro, neanche rifiuti biologici - dal momento in cui, dagli stessi, era possibile applicare "fatture" di vario tipo, oppure cibo o acqua potevano essere avvelenati. Si tendeva persino ad evitare l'offerta di cibo da parte di sconosciuti, e a guardare con sospetto una persona che diventava improvvisamente ricca. In caso non si riuscisse ad uccidere uno Yenaldooshi che aveva preso di mira una particolare famiglia, si poteva richiedere protezione ad un haatali (cantante), una tipologia di cerimoniante.

    La credenza negli skinwalkers, però, non è soltanto propria di questo popolo, ma anche di altri che hanno avuto, in un modo o nell'altro, contatti con questi ultimi e dunque anche con questa particolare tipologia di stregoni, come gli Ute e gli Hopi, spesso in conflitto coi Navajo. Minori, e prettamente recenti, sono le testimonianze di non-indiani, dal momento in cui si sostiene che, in generale, gli Yenaldooshi non colpiscano i non indiani.

    Fonti:


    Edited by ;Isabel - 5/11/2018, 11:26
     
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