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Mia madre è sempre stata un po’ strana. Da bambino, quando si avvicinava il mio compleanno, preparava vassoi di biscotti di pan di zenzero e li distribuiva ai miei compagni, con una cartolina, ringraziandoli per essere miei amici. E se entravi in casa, avresti trovato le pareti adornate da cima a fondo con ogni mio merdoso disegno. La cosa più strana è che parlava con le nostre piante.
Aveva anche dato loro un nome. C’era Daphne l’albero dei limoni, Carl l’albero di melograno e Joseph la quercia, più grande di un alberello ma non ancora un albero adulto. Spesso la trovavo nel cortile sul retro a fare conversazioni unilaterali in piena regola con loro. Quando le dicevo che ciò era più che strano, lei mi rispondeva seccamente: “Devono sapere che sono amati, Steven!” lo diceva e poi aspettava che io tornassi dentro per riprendere da dove aveva lasciato.
A volte insisteva per farci vestire con i nostri abiti più belli, farci mettere in posa con gli alberi e fare foto con l’autoscatto. Sapevo che era ben lontana dall’essere una madre normale, ma l’un l’altro era tutto ciò che avevamo, e lei mi dava tutto l’affetto che una madre poteva dare.
Quando mi sono trasferito per il college, mi sono assicurato di restarle vicino, perché non potevo permettermi di lasciarla sola. Mi ha baciato la fronte quando gliel’ho detto e mi ha risposto amorevolmente che andava bene, che aveva Carl, Joseph e Daphne che le facevano compagnia.
Crescendo, l’ho vista sempre meno. Lavoro, amici ed una vita sentimentale prendevano gran parte del mio tempo e andavo a trovarla una volta ogni due settimane. Ero al bar con un amico quando ho ricevuto la chiamata. Mia madre era morta. Il nostro vicino attraverso la recinzione l’ha vista che giaceva a terra nel giardino, un ictus.
Solo pochi familiari e amici sono venuti al suo funerale, ma andava bene, eravamo sempre solo io e lei.
È stata cremata poco dopo la cerimonia e l’ho portata a casa.
Mi sono state date la sua casa e tutte le sue cose, aveva solo una richiesta per me e cioè che continuassi a occuparmi e a parlare agli alberi. Certamente mi sono preso cura di loro, ma non riuscivo a parlare seriamente con i vegetali.
Un giorno, mentre entravo nella sua stanza, nella scrivania ho trovato una busta in cui erano nascosti dei documenti. Li ho guardati e sono rimasto scioccato da quello che ho trovato. Tre certificati di morte neonatale per Joseph, Carl e Daphne. Non avevo mai saputo di avere dei fratelli e non avevo visto nessuna urna, ma sapevo già dove erano alloggiati i loro resti.
Ora prendo seriamente il suo ultimo desiderio ed ogni giorno parlo con gli alberi. Ne ho comprato anche uno nuovo per mia madre.SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Emily Elise Brown - 26/2/2018, 18:57. -
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Smisto . -
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Ha un non so ché di strano. Strano e macabro. Non dico che non mi sia piaciuta ma... non riesco neanche a compiacere il protagonista, sua madre e gli avvenimenti che si svolgono nella storia. I don't know. . -
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