Robert Berdella

Il macellaio di Kansas City

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.      
     
    .
    Avatar

    Emily, ma sei bisessuale? ( ͡° ͜ʖ ͡° )

    Group
    Admin Veterani
    Posts
    2,889
    Creepy Score
    +461
    Location
    Sistema Solare

    Status
    Anonymous

    png



    Robert Andrew Berdella Jr. nacque il 31 gennaio del 1949 a Cuyahoga Falls, in Ohio, era il primo di due figli ed i suoi genitori erano Robert Berdella Sr. e Mary Berdella; il padre lavorava come operaio per la Ford, mentre la madre era una semplice casalinga. Erano una famiglia fortemente religiosa, soprattutto il padre.

    L’infanzia e l’adolescenza

    Da bambino viene considerato intelligente, ma a causa della sua indifferenza verso lo studio, è classificato come un soggetto difficile. Inoltre la sua indole solitaria, i suoi problemi di vista, linguaggio e salute, contribuiscono ad emarginarlo sempre di più.
    Come se non bastasse, viene sempre paragonato al fratello minore, Daniel, dal padre il quale lo considera una vergogna per la scarsa predisposizione agli sport.
    Oltre a non aver mai mostrato grande interesse per il suo primogenito, sembra che Berdella Sr. fosse anche violento nei confronti dei figli, infatti pare che spesso li prendesse a cinghiate e abusasse di loro psicologicamente.

    Quando raggiunge la pubertà, Robert si rende conto di essere omosessuale, nasconde questo fatto, ma pare che abbia avuto una breve relazione con una ragazza.


    Durante gli anni dell’adolescenza, Robert inizia ad acquistare più fiducia in se stesso ciò lo porta ad assumere un atteggiamento rude e condiscendente verso gli altri, specialmente con le donne. Dimostra anche di essere portato per la cucina, l’arte e lo spettacolo.

    Nel Natale del 1965 la famiglia si reca a Canton per festeggiare le feste con i parenti, ma il padre di Robert ha un grave attacco cardiaco e muore due giorni dopo. A causa della morte del padre, l’uomo inizia a perdere la fede e diventa sempre più cinico nei confronti delle religioni. Poco dopo la morte del marito, Mary Berdella si risposa e Robert vive questo matrimonio come una sorta di tradimento e di mancanza di rispetto nei confronti del padre appena perduto. Così, si richiude in se stesso e si dedica ad attività solitarie come la pittura, il collezionismo e la scrittura. Presto il collezionare oggetti lo porta alla decisione di aprire una sua attività nel 1982.

    In quello stesso anno, Robert guarda il film “Il Collezionista”, il quale avrà un grande impatto su di lui, infatti per commettere i suoi crimini prenderà spunto proprio dalla storia narrata in questo famoso lungometraggio.

    Lo spaccio e la vita in Charlotte Street

    Nel 1967, Robert si iscrive all’Istituto d’Arte di Kansas City e così comincia la sua “ascesa” alla violenza.
    Infatti, inizia a torturare diversi animali e perfino a iniettare nei loro corpi diverse droghe per sperimentare i loro effetti. Inoltre abusa anche di alcol e droghe ed inizia a spacciare per guadagnarsi abbastanza denaro per permettersi questi suoi “passatempi”.
    Con la sua carriera di spacciatore, inizieranno anche i suo guai con la legge; nel 1968 viene arrestato da un agente sotto copertura con l’accusa di spaccio di anfetamine, durante il processo si dichiarerà colpevole e condannato a cinque anni di prigione. Tale pena però verrà sospesa.
    Scampato al carcere, viene arrestato di nuovo nello stesso anno per possesso di LSD e Marijuana, passa quasi una settimana in cella per essere rinviato a giudizio, ma le accuse contro di lui crolleranno per mancanza di prove.

    Nel 1969 si ritira volontariamente dal college dopo essere stato criticato per aver ucciso e cucinato un’anatra in nome dell’arte, decide comunque di rimanere a Kansas City e si trasferisce al 4315 Charlotte Street, vicino all’Hyde Park. A questo punto, Berdella diventa sempre più cosciente della sua omosessualità e inizia a passare gran parte del suo tempo libero con gigolò, tossicodipendenti, piccoli criminali e con ragazzi scappati da casa. Fa spesso amicizia con questi individui e li “aiuta” a liberarsi dalle droghe e da uno stile di vita letargico e/o criminale. Molti dei suoi vicini lo consideravano quasi come un “padre adottivo”, perché si prendeva cura di quei giovani.
    Tuttavia, all’inizio degli anni ’80 molte di queste sue conoscenze iniziano a interrompere i contatti con lui e Robert inizia a manifestare una certa frustrazione a causa dell’incapacità di questi individui di apprezzare i suoi sforzi per redimerli e far sì che vivano una vita migliore. Nonostante ciò, continua ad avere rapporti sessuali con ragazzi con queste attitudini ed inizia ad esercitare una forma di controllo su di loro con vari metodi (presta loro dei soldi e “affitta” gratuitamente il suo appartamento per qualche tempo).

    Nel 1970 aiuta ad organizzare le attività della “Prevenzione dei crimini nella parte sud di Hyde Park” e dell’associazione di quartiere. Ben presto diventa un “uomo importante” nel suo vicinato, prendendo sempre parte a manifestazioni e attività volte a migliorare la vita e la sicurezza di tutti.

    jpg



    Lavoro e il Bob’s Bizarre Bazaar

    Prima di trasferirsi a Charlotte Street, Robert lavora come cuoco in diversi ristoranti, inoltre grazie alla sua passione per l’esoterismo inizia a vendere oggetti d’arte e d’antiquariato provenienti da tutto il mondo; comincia anche a lavorare in un’associazione locale per cuochi per insegnare e formare giovani chef.
    Negli anni ’80 decide di lasciare il suo lavoro da cuoco per aprire un’attività in proprio grazie anche ai vari accordi contrattuali stabiliti con contatti nazionali ed internazionali. Nasce così il: Bob’s Bizarre Bazaar.
    Presto fa la conoscenza di un venditore vicino, chiamato Paul Howell. Da questo incontro, conosce anche il figlio di Paul, Jerry. Inizialmente il giovane Howell deride Berdella con gli amici per la sua omosessualità, ma poi gli confida di prostituirsi per racimolare qualche spicciolo.
    Qualche tempo dopo, Paul trasferisce il negozio e la famiglia in un altro quartiere, ma Jerry e Robert continuano a frequentarsi, anche perché quest’ultimo offre assistenza e aiuto al ragazzo quando ha problemi con la legge.


    Gli omicidi

    La prima vittima

    A quanto pare, dopo una storia d’amore finita male, Robert inizia ad uscire con Jerry Howell. I due si frequentano già da qualche anno, ma solo nell’estate del 1984 formano una “coppia fissa”, fino alla morte del giovane, avvenuta il 5 luglio dello stesso anno.
    Secondo la testimonianza dello stesso Robert, avrebbe drogato il ragazzo con un misto di alcool, Valium e acepromazina (sedativo utilizzato in ambito veterinario) fino a fargli perdere conoscenza prima di legare il ragazzo a letto e cominciare il suo massacro.
    Il povero Jerry rimane nelle mani di Berdella per circa ventotto ore prima di passare a miglior vita. Per tutto questo lasso di tempo Robert droga, tortura e stupra anche con oggetti il giovane, ignorando la richiesta di spiegazioni da parte della vittima. Inoltre l’aguzzino documenta e fotografa le torture inflitte al ragazzo.
    Jerry muore per asfissia, probabilmente causata dal suo stesso vomito, dovuto all’assunzione di tutti quei farmaci; Berdella sostiene di aver cercato di rianimare il giovane prima di portarlo nel suo seminterrato.
    Dopo aver spostato il cadavere, lo appende sopra una grossa pentola e pratica dei tagli all’altezza delle vene del braccio e alla giugulare, per poi lasciarlo così tutta la notte. Il giorno dopo smembra il corpo del giovane utilizzando una motosega e dei coltelli per disossare prima di avvolgere i pezzi nella carta di giornale e buttarli nell’immondizia, che verranno poi portati via dalla nettezza urbana.

    jpg
    Jerry Howell



    La seconda vittima

    Nell’aprile del 1985 si presenta alla porta dell’uomo un suo ex inquilino, il 23enne Robert Sheldon, che chiede a Robert ospitalità. La presenza del giovane verrà considerata da Berdella come un inconveniente e, sebbene non sia attratto da lui, decide di drogarlo e tenerlo prigioniero. Robert afferma che non aveva cattive intenzioni, ma vedeva Sheldon come una persona sulla quale “sfogare la sua rabbia e la sua frustrazione”.
    Anche Sheldon verrà torturato dall’uomo in diversi modi, tra queste vi sono il versargli nell’occhio il detergente per le tubature, infilargli dei chiodi sotto le unghie, legargli i polsi con la corda del piano forte e versargli del sigillante nelle orecchie. Il 15 aprile, Berdella soffoca con un sacchetto la sua vittima, poiché un operaio deve svolgere dei lavori sul tetto di casa sua. Successivamente smembra il corpo del giovane nel bagno.

    La terza vittima

    Nel giugno dello stesso anno, Robert scopre che Mark Wallace, un ragazzo che l’aveva aiutato a fare dei lavori in giardino, si è nascosto nel suo capanno degli attrezzi per ripararsi da un temporale. Berdella lo invita in casa sua e, notando che il ragazzo è in uno stato di tensione e depressione, gli offre della clorpromazina (un farmaco antipsicotico), dicendogli che l’avrebbe aiutato a calmarsi e rilassarsi.
    Così Wallace diventa prigioniero del perfido Robert e vittima delle sue torture, come l’elettroshock provocato con delle pinze a coccodrillo attaccandole ai capezzoli del giovane. Mark muore a seguito di vari esperimenti effettuati con degli aghi ipodermici inseriti in vari muscoli.

    La quarta vittima

    La sera del 26 settembre Robert conoscerà in un bar Walter James Ferris e, dopo che il giovane gli chiede ospitalità, Berdella decide di aiutarlo con lo scopo di rapirlo. Nonostante la brutalità con cui ha trattato le sue prime vittime, Robert afferma che Ferris è il primo individuo a cui infligge “volontariamente” delle torture.
    Walter viene drogato con dei tranquillanti e legato a letto dal suo aguzzino, sul quale viene torturato per circa ventisette ore. Berdella gli “somministra” delle scariche elettriche tra i 7 e i 700 volt alle spalle e ai testicoli, gli pratica l’agopuntura con gli aghi ipodermici al collo e ai genitali.
    Sebbene non abbia annotato molto sulle torture subite da Sheldon, Robert scrive minuziosamente ogni tortura inflitta a Ferris e anche la sua “resistenza”, fino a quando non decide di ucciderlo scrivendo: “Fermare il progetto”.

    jpg



    La quinta vittima

    Nel giugno del 1986, Berdella incontra al Liberty Memorial Park Todd Stoops, un gigolò. Robert si sente molto attratto da Todd, per questo decide di rapirlo e di tenerlo prigioniero per due settimane prima di ucciderlo, costringendolo a sottomettersi e a diventare il suo schiavo sessuale. Inoltre, lo induce a procurarsi delle scosse elettriche agli occhi, per accecarlo, e lo costringe a ingerire del detergente per tubature con l’intento di renderlo muto, cosa che non accade.
    A causa dei prolungati e brutali stupri Robert procura a Stoops una lacerazione anale e, nonostante provi a “curarlo”, Todd muore per setticemia.

    La sesta vittima

    Circa un anno dopo, Robert fa amicizia con Larry Wayne Pearson presso il Bob’s Bizarre Bazaar. Per un po’ di tempo Larry è ospite di Robert e svolge varie faccende domestiche per “pagare l’affitto”. Inizialmente, l’omicida non ha intenzione di imprigionare il giovane, ma decide di farlo nell’estate dello stesso anno, quando salva Pearson dal carcere e dopo che il giovane scherza sul fatto che derubava i gay. Ciò porta Robert ad imprigionare Larry nel suo seminterrato per torturarlo dopo averlo drogato. Stando alla testimonianza di Robert, il giovane è la vittima più cooperativa, nonostante le scosse e le ossa rotte, perciò Berdella dice a Larry che, se continua così, la smetterà di torturarlo.
    Dopo sei settimane di prigionia, durante un rapporto orale, Pearson morde il suo carnefice, dicendo che non riesce più a sopportare un trattamento simile. A seguito di questa ritorsione, Robert uccide il ragazzo prima picchiandolo con un ramo e poi soffocandolo con un sacchetto. Dopo aver commesso l’omicidio, si reca in ospedale per farsi curare la ferita.

    Foto scattate da Robert alle sue vittime:


    L’ultima vittima e la sua fuga

    A marzo del 1988 Robert riesce a rimorchiare un gigolò di nome Christopher Bryson e lo invita a casa sua. Nell’abitazione del maniaco, Berdella colpisce Chris con una spranga di ferro, il quale sviene e viene legato a letto. L’aguzzino riserva al giovane un trattamento simile a quello delle vittime precedenti, solo che questa volta cosparge ripetutamente gli occhi del giovane con ammoniaca e gli dice: “Le uniche cose a cui devi pensare sono tu, io e questa casa”.
    Dopo qualche giorno, Robert confessa a Chris che ci sono stati altri prima di lui e che sono morti per i loro errori.
    Avendo la fiducia del suo carnefice, Bryson lo persuade e gli chiede di legargli le mani davanti e non sopra la testa, poiché quella posizione gli blocca la circolazione alle braccia; gli chiede anche di lasciare nella stanza un televisore acceso e di sistemare il telecomando tra le sue gambe quando lo lasciava solo.
    Il giorno dopo riesce a scappare dato che Robert aveva inavvertitamente lasciato una scatola di fiammiferi nella stanza, così Chris brucia le corde che lo imprigionano; dato che la porta della stanza è chiusa, il giovane si butta dalla finestra del secondo piano, mentre ha addosso solo un collare.
    Bryson riesce a raggiungere la casa di un vicino e, nonostante faccia fatica a parlare poiché ha ingerito del detergente, riuscirà a far chiamare la polizia. Quando arrivano gli agenti si ritrovano davanti un giovane in stato di shock, con ferite su tutto il corpo, un piede rotto e gli occhi gonfi e arrossati. Da questo momento iniziano ufficialmente le indagini su Robert Berdella.

    jpg



    L’arresto, il processo e la morte


    Robert Berdella viene arrestato lo stesso giorno della fuga di Chris con le accuse di sodomia, rapimento e aggressione e viene fissata una cauzione di 500.00 $.
    L’arresto di Berdella causa molto scalpore tra i suoi vicini, poiché non riescono a credere che una persona che si impegna così tanto per il benessere della comunità, sia in grado di commettere dei crimini così orribili.
    La casa del maniaco viene perquisita e al suo interno gli agenti trovano vari oggetti bizzarri riguardanti l’esoterismo, la magia Voodoo e anche dei teschi di dubbia provenienza; trovano anche una scatola, contenente parecchie Polaroid che ritraggono giovani sottoposti a torture e sodomia, quando gli agenti appurano che almeno uno dei ragazzi ritratti è morto, la cauzione viene ritirata e le indagini si fanno più intense.
    Così trovano nel giardino di Berdella il teschio di Pearson e, nella casa, il diario sul quale il maniaco annotava le torture che infliggeva alle sue vittime.

    Quando Robert viene accusato prima dell’omicidio di Larry Pearson e poi per quello di Robert Sheldon, capisce che non verrà mai assolto, perciò decide di patteggiare e fornisce una confessione dettagliata sui suoi crimini. Viene condannato all’ergastolo il 19 dicembre del 1988 e recluso nel penitenziario di Jefferson City, nel Missouri.

    jpg



    La notte dell’8 ottobre del 1992, Robert lamenta dolori al petto e viene trasferito nell’infermeria del carcere, dove il medico determina l’instabilità del battito cardiaco dell’uomo; viene trasportato in un ospedale in Columbia dove muore per arresto cardiaco all’età di 43 anni.

    Secondo alcuni dati, Berdella soffriva di disturbo depressivo della personalità e venne classificato come un sadico sessuale. Sembra anche che non abbia mai mostrato segni di rimorso per le sue azioni e pare che si sia vantato con altri detenuti di non aver ucciso solo sei ragazzi, ma circa una ventina.




    Edited by Swaky - 21/2/2018, 19:31
     
    .
  2.      
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,150
    Creepy Score
    +272

    Status
    Anonymous
    Ripulisco e smisto.
     
    .
1 replies since 18/2/2018, 17:19   599 views
  Share  
.