Milena Quaglini

1957 - 2001

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    Milena Quaglini
    Milena Quaglini nacque a Mezzanino nel 1957. Della sua vita non si sa molto, esclusivamente quanto affermato durante il processo.
    Ebbe un'infanzia difficile: suo padre era un uomo violento, sia con le figlie e sia con la moglie, che data la sua debole personalità non reagiva alle continue botte inferte dal marito.
    Una volta ottenuto il diploma in ragioneria, a diciannove anni fuggì di casa. Si mantenne con piccoli lavori e in quel periodo si innamorò di un uomo chiamato Enrico, dieci anni più anziano di lei e anche separato. Successivamente decisero di sposarsi e diedero alla luce il piccolo Dario.
    Nonostante sembrasse andare tutto per il meglio, Enrico poco dopo morì di diabete. Per la Quaglini iniziò un periodo di depressione (e un periodo di dipendenza dall'alcool), ma non si arrese e cercò un nuovo lavoro che permettesse a lei e al figlio di vivere in maniera decente.
    Pensò di tornare a Pavia e lì incontrò il camionista Mario Fogli, con cui si sposò. Nel 1992 era nuovamente incinta di una bimba e quando quest’ultima nacque l’uomo cominciò a mostrare insofferenza nei confronti di Dario, costringendolo a cercare lavoro e picchiandolo. Oltretutto, Mario era anche una persona violenta, alcolizzata e piena di debiti, e costrinse la moglie a lasciare il lavoro (“Una donna che lavora è una donna che tradisce”).
    La goccia che fece traboccare il vaso fu un ufficiale giudiziario che andò da Milena per pignorare i beni della coppia. Lei non ne sapeva niente e nonostante il tentativo di racimolare qualche spicciolo vendendo i suoi quadri non ci fu nulla da fare.
    Dunque, fece i bagagli con una delle due figlie e se ne andò (la seconda la ebbe poco prima di lasciarlo, ndr).
    Nel 1995, Milena faceva la portinaia in palestra e la collaboratrice domestica. Incontrò Giusto della Pozza, di Este, ottantatré anni, pensionato e usuraio. L’anziano le propose di pagarla affinché lo accudisse e lei accettò. Pareva essere molto sensibile ai suoi problemi, tant’è che le diede un prestito di ben cinque milioni di lire.
    Ma un giorno Giusto le disse: “Cosa pensi che ti abbia dato i soldi a fare? Sei una stupida, non hai capito niente” e tentò di stuprarla. Per difendersi, gli tirò una lampada in testa, uccidendolo. Chiamò la polizia alcune ore dopo, dicendo di aver trovato il vecchio steso a terra. Così facendo non venne indagata e poté tornare dal marito Mario.
    Fogli, però, non era affatto cambiato e ripresero subito i maltrattamenti. Ma tutto questo fino ad una notte.
    La Quaglini si era stufata di subire angherie (un timpano e due denti rotti). Dunque, lo colpì con un portagioie, lo strangolò con il cordino di una tapparella, gettò al secchio le coperte insanguinate e mise il suo cadavere nel balcone, coprendolo con un lenzuolo.
    Alle 16:00 del giorno successivo fu lei stessa a chiamare la polizia e a confessare il misfatto. Le vennero assegnati sei anni e otto mesi di galera (in origine quattordici, ma diminuiti per semi-infermità mentale).
    Successivamente venne inviata in una comunità di recupero per alcolizzati, ma dopo qualche mese ricominciò a bere. Allora fu portata in una nuova comunità, dove conobbe un ex-carabiniere di nome Salvatore che le offrì ospitalità. Tuttavia dopo due giorni cercò di violentarla. In risposta a ciò, Milena se ne andò via.
    In cerca di una nuova abitazione, la killer incappò nel seguente annuncio: “53enne divorziato dinamico longilineo, casa propria cerca compagnia piacevole max 40 anni per amicizia-convivenza”.
    Si trattava di Angelo Porello, appena scarcerato (accusato di aver abusato della moglie e delle figlie).
    Passarono solo due giorni e venne stuprata per ben due volte, fino a quando la notte stessa gli diede un caffè condito da un potente sonnifero, il quale lo stese. Dunque lo annegò nella vasca da bagno e lo nascose in una concimaia.
    Alcuni giorni dopo si fece arrestare e astutamente scrisse delle lettere a Porello nel carcere femminile.
    Tuttavia, i sospetti erano già troppi e casualmente qualcuno si ricordò di Giusto della Pozza, la prima vittima di Milena. Emerse che la collaboratrice domestica, che chiamò l'ambulanza quattro anni prima, si chiamava proprio Milena Quaglini e pochi giorni dopo confessò anche questo.
    La donna venne dichiarata folle e ci furono tesi discordanti da parte delle perizie. La prima confermava la seminfermità mentale della donna, ma quella che contò fu l’ultima, scritta da Maurizio Marasco, in cui venne affermato che la donna era sì folle, ma capace di intendere e di volere durante i vari omicidi.
    Passò gli ultimi anni della sua vita in galera, dove apparentemente sembrava aver trovato la pace (dedicandosi alla pittura, il suo hobby preferito). “Apparentemente” poiché nel 2001 si suicidò utilizzando un cappio ricavato dalle sue lenzuola.


    Edited by & . - 7/7/2020, 18:33
     
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    Certamente è stata una poveretta molto sfortunata, ma l omicidio non si può giustificare, avrebbe potuto denunciare le violenze subite, eppure credo che nel clima di ipocrisia femminista odierno, qualcuno la considererebbe un eroe, immeritevole di condanna, sarei curioso di vedere l impatto mediatico di una caso simile ai giorni nostri
     
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    CITAZIONE (Barachiel @ 17/9/2017, 16:56) 
    Certamente è stata una poveretta molto sfortunata, ma l omicidio non si può giustificare, avrebbe potuto denunciare le violenze subite, eppure credo che nel clima di ipocrisia femminista odierno, qualcuno la considererebbe un eroe, immeritevole di condanna, sarei curioso di vedere l impatto mediatico di una caso simile ai giorni nostri

    Facciamo presto a giudicare, bisogna viverle determinate situazioni
     
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    Questa è stata stuprata da ogni maschio che ha toccato, impazzirei anche io
     
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    Semi pazza, anzi è stata giudicata ben cosciente della gravità Delle proprie azioni, ognuno reagisce a suo modo, ma uccidere come ho detto è il modo sbagliato, non si può neanche pensare di giustificarlo, neanche se uccideva pedofili e serial killer, si è meritata ogni singolo anno di galera per il singolo fatto che aveva una scelta, quella di scappare e denunciare gli abusi e non l'ha fatta. Ripeto niente giustifica un omicidio, se non salvare altre vite umane e solo se non ci sono alternative
     
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    Guarda che non sempre le denunce aiutano, molte volte lo stato se ne frega e sei costretto a farti giustizia da solo. Quando si prova il dolore sulla propria pelle è tutta un'altra cosa, sei guidato dalla rabbia e dal rancore. A meno che tu non sia un americano di un film hollywoodiano capace di controllare le proprie emozioni, allora sei a posto!
     
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    Cioè stiamo parlando di stupro ed è andata all' ospedale con dei danni, non esiste lo stato menefreghista in quel caso, sei tu che guardi troppa TV, ma non credi di star giustificando troppo questa donna ? Ti faccio un esempio un po' OT, l altro serial killer che veniva preso per culo dall' infanzia e accoppava i bambini che gli facevano scherzi poiché non ce la faceva più, giustificheresti anche lui ? Come scritto nell articolo lo hanno internato dopo 20 anni di carcere a causa della pressione del popolo, un trattamento ingiusto oltre che illegale, e credo che anche tu non ci penseresti due volte a condannarlo; eppure è esattamente lo stesso discorso di questa donna. Se ti senti di giustificare anche quell'uomo, allora amen abbiamo visioni della giustizia diverse, ma se giustifichi lei e non lui ricadi nell'ipocrisia del femminismo moderno come ho detto sopra
     
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    CITAZIONE (Barachiel @ 17/9/2017, 21:17) 
    Cioè stiamo parlando di stupro ed è andata all' ospedale con dei danni, non esiste lo stato menefreghista in quel caso, sei tu che guardi troppa TV, ma non credi di star giustificando troppo questa donna ? Ti faccio un esempio un po' OT, l altro serial killer che veniva preso per culo dall' infanzia e accoppava i bambini che gli facevano scherzi poiché non ce la faceva più, giustificheresti anche lui ? Come scritto nell articolo lo hanno internato dopo 20 anni di carcere a causa della pressione del popolo, un trattamento ingiusto oltre che illegale, e credo che anche tu non ci penseresti due volte a condannarlo; eppure è esattamente lo stesso discorso di questa donna. Se ti senti di giustificare anche quell'uomo, allora amen abbiamo visioni della giustizia diverse, ma se giustifichi lei e non lui ricadi nell'ipocrisia del femminismo moderno come ho detto sopra

    Io sto parlando in generale, non mi attingo a questa storia in particolare. Neanche ci ho fatto troppo caso agli eventi accaduti. Io posso solo assicurarti che tutt'ora, a distanza di decenni, ci sono omicidi e stupri/violenze le cui indagini sono ancora a zero.
     
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    CITAZIONE (Barachiel @ 17/9/2017, 21:17) 
    Cioè stiamo parlando di stupro ed è andata all' ospedale con dei danni, non esiste lo stato menefreghista in quel caso, sei tu che guardi troppa TV, ma non credi di star giustificando troppo questa donna ? Ti faccio un esempio un po' OT, l altro serial killer che veniva preso per culo dall' infanzia e accoppava i bambini che gli facevano scherzi poiché non ce la faceva più, giustificheresti anche lui ? Come scritto nell articolo lo hanno internato dopo 20 anni di carcere a causa della pressione del popolo, un trattamento ingiusto oltre che illegale, e credo che anche tu non ci penseresti due volte a condannarlo; eppure è esattamente lo stesso discorso di questa donna. Se ti senti di giustificare anche quell'uomo, allora amen abbiamo visioni della giustizia diverse, ma se giustifichi lei e non lui ricadi nell'ipocrisia del femminismo moderno come ho detto sopra

    Non si tratta di "ipocrisia del femminismo moderno".
    In Italia, nel 1995, lo stupro era ancora ritenuto un reato contro la morale, non contro la persona. Nemmeno dieci anni prima si sarebbe potuto ricorrere al matrimonio riparatore, solo un anno dopo lo stupro sarebbe diventato reato contro la persona. E certe cose faticano a entrare nella testa della gente cresciuta con una certa mentalità, tanto che ancora oggi leggiamo commenti di cinquantenni che "se l'è cercata, la prossima volta non si veste così attillata e in minigonna". Oggi, eh, 2017. Lì stiamo parlando del 1995.
    Poi, certo, uccidere è sbagliato. Ma io lo dico seduto sul divano, distante con la testa da ciò che è accaduto a quella ragazza. Diverso è vivere quella situazione, ritrovarsi le mani di un vecchio che ti frugano ovunque e sentirsi dire "se ti pago devi lasciarti scopare". In quel caso prima penso a difendermi, poi considero se rivolgermi allo stato o meno.
     
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    Cazzo, ma fino a 20/30 anni fa era ancora il medioevo ?!? Ma che minchia c'avevano in testa ?
     
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    L'omicidio potrebbe benissimo essere un dato di fatto, nel momento in cui una persona ragiona a prescindere dalla morale. In quel caso il "giusto" o "sbagliato" manco esisterebbero. Ma questa è solo un'insulsa provocazione. :sisi:
    Altra piccola provocazione: Chi stabilisce i canoni secondo la quale un omicidio è giusto o sbagliato? Perchè se è sbagliato è sbagliato allora, chi ha stabilito che lo è di meno in certe situazioni e condizioni?
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    Ripeto niente giustifica un omicidio, se non salvare altre vite umane e solo se non ci sono alternative

    Non ho espresso la mia opinione al riguardo, son solo curioso di capire cosa ne pensa l'utente quotato. E magari anche cosa ne pensano altri utenti, perchè no.
     
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