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La notte, quando alziamo la testa e guardiamo il cielo stellato, viene facile pensare che le stelle brillino all’infinito di una bellissima luce. Sappiamo però che non è certo questo il caso. Le stelle si uniscono formando galassie, e le galassie si uniscono per formare poi degli ammassi. E quelle poche regioni dello spazio che contengono poco o niente, rimangono tali per ben poco tempo - la prossima galassia si trova giusto dietro l’angolo, anche per via dell’espansione dell’universo.
Eccetto per una particolare area dell’universo conosciuta come il Vuoto di Boötes, un gigantesco tratto di spazio vuoto, assolutamente diverso da tutti quelli osservati finora.
Scoperto dall’astronomo Robert Kirshner e dal suo team nel 1981, il Vuoto di Boötes, a volte chiamato il Grande Vuoto, è un grossa regione dello spazio di forma sferica che contiene ben poche galassie. Si trova circa a 7000 milioni di anni luce dalla Terra ed è localizzato vicino alla costellazione di Boötes, da cui ha preso il nome.
Il supervuoto misura 250 milioni di anni luce di diametro, rappresentando quindi lo 0,27% del diametro dell’universo a noi osservabile, che è circa di 45 miliardi di anni luce in raggio, centrato sulla Terra. Il suo volume stimato è di 236,000 Mcp^3, rendendolo il più grande vuoto conosciuto nell’universo.
Poco tempo dopo la sua scoperta, gli astronomi iniziarono a notare quanto la sua area fosse poco popolata da galassie e pianeti. Inizialmente furono in grado di trovare solamente otto galassie in tutta la regione, ma con gli anni ad oggi si arriva ad un totale di sessanta galassie. Ora, questo dato potrebbe sembrare tanto, ma non è assolutamente così. Tenendo conto che la Via Lattea contiene approssimativamente due dozzine di galassie in soli tre milioni di anni luce, guardando il volume del vuoto di Boötes, esso dovrebbe contenere qualcosa come diecimila galassie.
Il bisogno di una spiegazione a tutto questo ha dato vita a diverse nuove teorie, due delle quali sembrano essere le più accreditate, nonostante la loro sostanziale differenza. La prima, sotto un punto di vista totalmente scientifico e scettico allo stesso tempo, afferma che il Grande Vuoto potrebbe essersi formato dall’unione di diversi vuoti. Un po’ come fanno le bolle di sapone unendosi, formandone quindi una più grande.
La seconda teoria però è diversa. Questa teoria, nonostante la sua natura impressionante, parrebbe essere anch’essa una buona spiegazione. Il Vuoto di Boötes potrebbe essere semplicemente il risultato dell’espansione di una civilizzazione di Kardashev di tipo III. Questo significa che la civilizzazione non sarebbe su unico pianeta (tipo I, come la terra), e nemmeno sul sistema solare (tipo II), bensì su un'intera galassia. Come la civilizzazione si espande di stella in stella (e quindi di galassia in galassia), ne va ad offuscare la visibilità tramite una Sfera di Dyson.
Questo potrebbe addirittura spiegare la perfetta forma sferica del Grande Vuoto. Dato per presupposto che il vuoto si trova a 700 milioni di anni luce di distanza dalla Terra, e che le forme di vita intelligenti potrebbero essere nate nell’Universo circa quattro miliardi di anni fa, questa antica civiltà potrebbe aver avuto abbastanza tempo per costruire questo miracolo d’ingegneria spaziale.
Ora, questa è pura speculazione, ma vale la pena di mostrarla come possibile spiegazione a questo strano fenomeno.
Coincidenze? Io non credo.  Questa cosa mi è venuta così, un po' a caso. Magari per alcuni non è creepy, ma io mi intrippo troppo su queste cose... E boh, un pezzo di vuoto random nell'universo lo vedo abbastanza creepy (imo). Ah non ho idea in che sezione potrebbe andare. Source: Gizmodo -> NON è una traduzione / Wikipedia /
Edited by Mamugian - 26/5/2017, 12:32
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