Sotto la Luna Parte 1

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    Gentlement

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    Potevo vedere la luna attraverso la finestra. Una grande luna dalla forma strana era sotto i miei piedi.

    "D-dove, dove mi trovo?".
    Si svegliò sdraiata su un letto a baldacchino e decise di scendere e guardarsi intorno. Si trovava in una stanza corrosa dal tempo. Le travi del letto non erano in buone condizioni e lo specchio lì vicino difficilmente poteva riflettere la sua immagine da quanto era sporco. Il pendolo della stanza ticchettava con un ritmo discontinuo.
    "Cos'è questa strana stanza? Perché sono qui?".
    Si mise a pensare a come potesse essere arrivata lì.
    "Ero con papà prima..."
    "Lyla, stai calma e fai come hai sempre fatto durante gli allenamenti. Se ce la farai, quando lo farai, diventerai un'eroina".
    "Quindi... che cos'era, che cosa mi ha detto... non riesco a ricordare."
    Si avvicinò alla porta e con la sua gracile mano afferrò la maniglia ed aprì la porta.
    "Non è chiusa, quindi significa che posso andarmene da questa stanza?".
    Usci dalla stanza e si trovo subito in un corridoio lugubre e in pessime condizioni come lo era la camera. Improvvisamente un brivido pervase il suo corpo.
    "Che cosa..."
    Iniziò a camminare per quel corridoio, sembrava essere un bel posto. Ai lati erano appesi dei quadri irriconoscibili ormai. Nelle insenature erano presenti delle statue ancora in buone condizioni seppur agghindate con ragnatele e polvere.
    Lyla si fermò davanti ad una candela accesa. Notò che intorno alla candela non c'erano ancora delle tracce di cera. Doveva esser stata accesa di recente.
    "C'È NESSUNO QUI? PER FAVORE RISPONDETEMI, HO PAURA".
    L'eco delle sue parole risuonava per tutta la casa, senza però ottenere risposta.
    "Sono davvero da sola?"
    Confusa Lyla si accasciò a terra.
    "Perché non ci sono finestre? Mi sento soffocare e questi vestiti sono troppo stretti, vorrei poterli togliere ma..."

    Lyla: "Che cos'è questo? Non riesco a respirare, non voglio indossarlo".
    Ragazza: "Non hai proprio nessuna classe cara, se belli si vuol apparire un poco si deve soffrire"
    Lyla: "Non importa, voglio togliermi di dosso questa cosa"
    Papà: "Lyla, ti vedo a disagio, lo so che non sono confortevoli, ma sono dei vestiti per un'importante missione. Quando avrai finito l'addestramento te li farò togliere, aspetta solo un po'"


    Lyla odiava quei vestiti, ma voleva bene a suo padre, per questo li teneva ancora.
    Lyla, assorta nei sui pensieri, venne risvegliata da una soave musica che rompeva il silenzio della casa.
    "D-da dove viene questa musica?"
    Allorché Lyla si alzò e, tremante, si diresse verso l'origine del suono.
    Una piccola radiolina sedeva su di un tavolo rotondo. Avvicinandosi Lyla notò che sul tavolo vi era anche un piatto di zuppa.

    Papà: "Elena, quante volte ti ho detto non lasciare cibo nel piatto?".
    Elena: "Non mi piace, non voglio mangiarlo".
    Lyla: "Se ad Elena non va, posso mangiarlo io!"
    Papà: "Lyla, tu non puoi mangiare il cibo d'altri. I tuoi pasti sono accuratamente preparati per tenerti in salute. Quindi adesso Elena, mangia quanto ti vien detto, e non far avanzare niente".


    Lyla si avvicinò al piatto, si sedette e, preso in mano il cucchiaio vicino al piatto, assaggiò la zuppa. Subito sentì il rigurgito dei succhi gastrici ed il conato di vomito salire su per la gola. Si trattenne.
    "Ha un gusto terribile, come se qualcuno avesse masticato e poi risputato il cibo... Comunque, devo finirlo tutto, poiché mio padre mi ha detto che l'allenamento serviva a questo, perciò, tutte quelle cose che ho fatto, l'allenamento che ho ricevuto..."

    Papà: "Oggi faremo un test di resistenza allo stress, vedremo chi riuscirà a resistere il maggior tempo possibile dentro quella stanza. I primi a fare il test saranno Lyla, Elvina, Moohska e Elena, siete pronte?"
    Lyla: "Farò del mio meglio"
    Papà: "Sei proprio una brava ragazza"
    Papà... papà mi ha fatto un complimento.
    Aiutante: "Da brave ragazze adesso mettetevi su queste sedie. Posizionate i bracci sui manici, li legheremo per evitare incidenti."
    Elvina: "Odio questo odore metallico"
    Elena: "Lyla non ti muovere, calmati! Ricorda, star fermi e composti è una delle basi della signora di classe"
    Elvina: "... Ma... questa "missione importante" che papà continua a ricordarci, in che cosa consiste?"


    Lyla diventò come pietra dopo il forte boato che proveniva da dietro la porta. Questo diventava sempre più forte ed il suo ritmo aumentava, sembrava che qualcosa si stesse avvicinando. Lyla prese il lampadario sopra il tavolo e indietreggiò verso una colonna. Quel rumore continuava ad diventare sempre più grande nel suo crescendo, non smetteva, sembrava stesse per sfondare la porta, non s'arrestava.

    Silenzio, non sentiva niente... un suono, dietro la colonna. Una nebbia oscura avvolse Lyla, che non riusciva a liberarsi dalla sua morsa, la soffocava, non respirava.

    Elvina: "Questa "importante missione", che cosa potrebbe essere?"
    Lyla: "Non ne ho idea, tu ne sai qualcosa Mooshka?"
    Mooshka: "Purtroppo no"
    Lyla: "E tu Elena?"
    Elena: "Neanche io so niente... Forse ce lo sta tenendo segreto perché è molto importante ed è per questo che tutti dovremmo dare il massimo per papà"
    Elvina: "Come posso io stare a suoi ordini senza sapere cosa sto facendo?"
    Elena: "Perché no? Cos'è che ti rende così speciale? Basta ricordare che papà ci protegge durante tutto questo"
    Elvina: "..."
    Lyla: "(Che sguardo truce)... mh? Che strano rumore...! Cosa succede!!... non riesco... a respirare... è come se qualcuno mi stesse strozzando... devo... devo provare a respirare costantemente... un bel respiro profond... "
    Mooshka: "ugh... ah..."
    Lyla: "MOOSHKA!! Oh no, sta soffocando!! Uhm? Sta diventando più facile respirare, è finito? Mooshka, va tutto bene?"
    Mooshka: "Sì, credo di aver per sbaglio ingerito della saliva quando è iniziato"
    Lily: "Oh, che sollievo"
    Elena: "..."
    Elvina: "Che cosa intendi con "sollievo"? Questo è un test, e ne faremo molti altri. Dimmi Elena, adesso, sei sicura di non voler sapere che cosa stiamo facendo?"


    Lyla aprì gli occhi.
    "Era un sogno?"
    Era distesaa sullo stesso letto di prima.
    "Oppure... questo è un sogno!?"
    La povera ragazza si raggomitolò su se stessa, era spaventata, era sola.
    "Dovrei cercare un'uscita? Oppure stare qui? Che cosa devo fare? Perché sono qui? Perché sono sola...?"
    L'orologio vicino a letto scandiva l'ora con il suo ticchettio fastidioso.
    "Sembra che stia diventando molto più caldo qui... la testa... comincia a girare. Non riuscirò a resistere se rimango qui, meglio cercare un uscita. Devo trovare qualche tipo di arma... ah"
    Lyla raccolse dal pavimento una statuetta. Con la paura negli occhi ed il cuore in gola, Lyla si aggirò per quello strano luogo.
    Ad un tratto si ritrovò davanti ad un grande vetro. Dalla parte opposta si riusciva a scorgere una sala operatoria.
    "Questa è..."

    Infermiere 1: "Con questo possiamo testare la reazione del corpo in modo immediato"
    Infermiere 2: "Interessante, ma non c'è la possibilità che possa danneggiare il suo corpo?"
    Infermiere 1: "Non ne ho idea, ma non è importante"
    Infermiere 2: "Dobbiamo evitare di danneggiare un corpo così importante, cerchiamo di riparare ogni problema il prima possibile"


    Lyla sentì un brivido lungo la schiena, quel ricordo non era uno dei migliori. Iniziò a sentire qualcosa colare dal suo collo. Passò la sua mano sulla parte destra della sua gola. Si avvicinò la mano agli occhi, stava perdendo sangue. Iniziò allora a tamponare con suo palmo la ferita per impedire la fuoriuscita del sangue... si pietrificò. C'era qualcosa dentro la ferita.
    "Cosa...? Riesco a sentire qualcosa dentro. Non importa, prima di tutto devo smettere di sanguinare, ci sarà qualcosa qua dentro"
    Un passo, forte e pesante, si avvicinava, sempre più vicino, aumentava. Lyla stinse la statuetta, si girò di scatto, tentando di colpire quella "cosa" dietro di sé. Non c'era niente, solo silenzio.

    Elena: "NE HO ABBASTANZA!! Perché devo fare questo stupido allenamento, odio questi vestiti, odio quel cibo!! E quella stanza... quella stanza è spaventosa. Voglio... VOGLIO TORNARE DAL MIO VERO PAPÀ!!"
    Papà: "Deve smetterla di continuare ad intralciare l'allenamento"
    Ricercatore: "Te l'avevo detto, i ragazzi viziati non hanno né resistenza né pazienza. E, per quanto riguarda Mooshka, gli altri piccoli stanno diventando sempre più stabili durante gli allenamenti, ma lei sembra stia accumulando solo stanchezza. Dato che il programma si basa sulla qualità e non sul numero, non vedo utilità alcuna nell'allenare coloro che non sono utili alla missione. Credo che Elena e Mooshka debbano essere escluse dal progetto da ora in poi."
    Papà: "Hai ragione"
    Mooshka: "PAPÀ ASPETTA!! Io... io posso continuare, non sono come Elena, non sono come lei."
    Papà: "Mooshka, grazie per averci provato."
    Lyla: "Aspetta Mooshka!"
    Mooshka: "Lyla, resisti, per me e per papà... per favore"


    L'orologio ticchettava in modo fastidioso.
    "Non lo so Mooshka, che cosa dovrei fare ora? Che cosa sto facendo"

    Edited by WDR - 2/5/2017, 15:07
     
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    Happy Urepi Yoropiku ne~

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