Uniti nel Mar

Testimonianza trovata in una bottiglia con un petalo rosso e uno bianco

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Faust Redrose
        +1    
     
    .
    Avatar

    L'angelo caduto

    Group
    Member
    Posts
    286
    Creepy Score
    +62
    Location
    La Luna

    Status
    Anonymous
    Nell'ultima notte ognuno ebbe un sogno. L'esperienze furono varie ma tutte erano accomunate dallo stesso significato: il luogo dove il proprio destino sarebbe terminato, il luogo della propria fine. Io sognai la Baia del Silenzio. Una stupenda e pittoresca spiaggia tra le più belle, se non la più bella, di tutta Italia, era situata in una città nei pressi di quella in cui abitavo io.
    All'alba dell'ultimo sole alla televisione dicevano che i mari e tutti gli oceani continuavano a ritirarsi, che si poteva camminare per diversi chilometri sulla sabbia umida che poco prima era coperta dall'acqua. Non mi feci molte domande, non c'era tempo. Su whatsapp il mio migliore amico diceva di dover partire per l'Himalaya e mi chiese di andare con lui... ma gli risposi che non era quella la mia strada, che avrei dovuto seguire un altro percorso in quanto il mio sogno, evidentemente, era ben diverso dal suo.


    Indossai una camicia rossa, una giacca nera e un paio di jeans blu; ero abbastanza elegante per l'occasione. Non presi null'altro con me e mentre uscivo dalla mia abitazione mi fermai un attimo sulla soglia, la mano poggiata sulla maniglia della porta aperta. Mi voltai guardando l'ingresso da cui sarei uscito: l'arredamento antico, il vaso di crisantemi sotto lo specchio che rivolgeva il suo riflesso e chi entrava... e a me, che andavo via. Scesi in strada. Più il nostro destino ci porta lontani dal mare, più tempo abbiamo per coronare gli ultimi istanti della nostra vita: nel mio caso dovevo fare in fretta. Mi misi a correre, le strade erano semi deserte, il mio obbiettivo era raggiungere la ferrovia e prendere il primo treno per la Baia del Silenzio. Passai di fronte ad un negozio di fiori, un posto vicino ad una rotonda che di solito era affollato. La proprietaria mi sbarrò con decisione la strada: i suoi capelli erano ordinati, il trucco ben messo e le unghie nuove di smalto. Rimasi interdetto per un attimo, poi mi porse una rosa rossa e allora capii. La presi in silenzio, sorridendo mentre lei ricambiava il mio sguardo, sconsolata. Poi, la signora rientrò nel suo negozio e, sedendosi comodamente sulla sedia dietro al bancone, si mise a leggere una rivista di gossip.


    Quando arrivai al binario uno c'erano alcuni ragazzi che giocavano a pallone, il mio treno era fermo sulle rotaie. Uno di loro mi si avvicinò con aria sicura e per un attimo mi sentii a disagio: aveva dei pantaloni neri eleganti e una felpa bianca, ma era solo un ragazzo e sapevo non c'era nulla da temere. Mise la mano nella tasca delle felpa ed estrasse una penna che mi porse sorridendo. La presi restando in silenzio, salutandolo con un cenno della mano. Salii su un treno praticamente fantasma, privo di passeggeri, tranne per un signore anziano accanto al quale mi sedetti. Mi salutò con un cenno della mano e, senza dire nulla, mi porse un foglio di carta che presi sorridendo. Poi mentre volgeva il suo sguardo al monotematico panorama di rotaie all'esterno, chiuse gli occhi ed esalò un respiro grave. Quando il treno si fermò lasciai la mano dell'uomo per scoprire che il suo corpo giaceva ormai immobile. Scesi dal treno e notai che esso non riprese la marcia; rimase fermo, come il vecchio, in attesa.


    Arrivato alla baia non c'erano né persone né mare, se non fosse stato per una figura vestita di bianco sulla sabbia umida, distante ma non irraggiungibile, che osservava l'orizzonte. Al largo molte barche si vedevano adagiate sulla sabbia, ormai asciutta. Mi avvicinai a quella dama pallida e, quando si girò, mostrò uno splendido viso affusolato, dal colore come candida porcellana, labbra rosse, occhi grandi che riflettevano la mia stessa solitudine. Mi porse una rosa bianca ed una bottiglia di vetro vuota. Li presi sorridendo dandole la mia rosa rossa che afferrò con dolcezza, poi rimase fissa a guardarmi con affetto. Ci sedemmo sulla sabbia, posammo i nostri oggetti e, per la prima volta in quella giornata, ruppi il Silenzio, quasi funebre, che aleggiava nell'aria e le rivolsi la parola. Come se tutte le nostre esistenze culminassero in quell'attimo, il destino ci soddisfa all'ultimo, dandoci un'anima con la quale condividere il tempo poco prima della fine. Anche lei, ovviamente, aveva sognato: un sogno molto simile al mio che l'aveva portata nel mio stesso luogo. Veniva da una città d'arte, anche se ormai poco importava la nostra provenienza, ogni bellezza sarebbe stata presto spazzata via. E mentre la più grande onda anomala della storia si affacciava all'orizzonte, cancellando le nuvole, io la baciai e ci unimmo in un forte abbraccio che sarebbe durato per sempre. Uniti nel Mar.

    Edited by Faust Redrose - 16/7/2017, 00:19
     
    .
10 replies since 25/2/2017, 04:12   745 views
  Share  
.