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Probabilmente ho vissuto più delle altre persone. Credo. Non riesco a ricordare la mia età. Non ricordo neanche i miei giorni passati, la mia infanzia, il mio matrimonio, i miei figli. Ho mai avuto figli? Non so come sono arrivata qui. Credo di abitarci, perché mi sono svegliata qua questa mattina. Persone in uniforme vanno e vengono dentro la mia stanza, di tanto in tanto. Credo che si chiamino infermiere. Di solito portano cibo e medicine. Ne ho presa una questa mattina. Suppongo che la medicina serva ad aiutare la mia mente.
Non ricordo bene, ma credo che venga a trovarmi qualcuno, occasionalmente. Questo è un bene. Iniziavo a sentirmi un po’ sola in questa stanza bianca, con solo un letto e un comodino. Questa camera ha anche una finestra, ma penso di non aver guardato fuori per molto tempo. Non ne ho bisogno. Mi sento soddisfatta stando seduta sul mio letto, aspettando che il tempo passi, che qualcuno mi venga a trovare.
Sentii la porta aprirsi. Vidi una ragazzina, che indossava un delizioso vestito rosa e una bandana rossa, sbirciare dentro la stanza. Poi camminò graziosamente e si arrampicò sul mio grembo, dandomi un giglio bianco.
“Oh grazie, piccolina”, dissi ridendo quando ricevetti il fiore. “Come ti chiami?”
“Samantha”, rispose.
“Ti sei dimenticata di lei?” Chiese una voce severa che proveniva dalla porta. Sollevai il viso e vidi un bell’uomo entrare dalla porta e chiuderla. Esitai. “Perché? Dovrei conoscerla?” Domandai.
Si avvicinò, sollevò la bambina e l’appoggiò nuovamente sul mio grembo. “Prova a guardare più da vicino. Puoi dirmi tutto quello che ricordi di lei.”
Guardai, da vicino. Ma non mi venne in mente niente. “Io… Non lo so. Sento di non averla mai vista.” Iniziai a piangere. “Samantha, puoi aspettare fuori per un po’, per favore?” Chiese l’uomo. Samantha annuì e scese dal mio grembo. Sentii i suoi piccoli passi sparire nel corridoio.
“Vieni, lascia che ti mostri una cosa”. L’uomo mi afferrò la mano e mi portò alla finestra. Tirò su la tendina, per rivelare l’intelaiatura di una finestra… Su un muro di mattoni. Non c’era una finestra. Non c’era mai stata.
L’uomo mi baciò il collo con il suo mento barbuto. “Tu sai, Lisa, che Samantha è la bambina che non hai mai voluto. Ma contro ogni previsione, alla fine, è nata lo stesso. Il fatto che tu ti sia dimenticata di lei, è la prova che la medicina funziona.” Mi toccò la guancia con le sue dita sussurrando: “Finalmente, lei è mia. E tu puoi marcire in questa cella per sempre”.
Detto questo, uscì dalla stanza e sentii la porta chiudersi dall’esterno, per la prima volta.SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Emily Elise Brown - 27/2/2017, 18:32. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)E' interessante il colpo di scena, ti immagini tutto il tempo una vecchietta all'ospedale che soffre di demenza senile e invece è una donna intrappolata e drogata. L'unica cosa è che il finale ha poco mordente, perchè si interrompe subito senza descrivere la sua possibile reazione alla notizia: quanto sarebbe stata più forte se la donna avesse cercato di scappare, fosse stata forzatamente drogata e la storia fosse finita con le esatte parole dell'inizio?
Edited by Silent Shadow - 25/2/2017, 16:22. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Concordo con Dama. La storia mi è personalmente piaciuta; il fatto di trovarsi impotenti davanti ad una situazione di cui non si sa (o meglio, non si ricorda) nulla, in cui si viene violentemente proiettati e in cui si viene a sapere di essere condannati, credendo di star vivendo la propria vita di tutti i giorni, l'ho trovata una carta intelligente e davvero interessante da giocare.
Edited by RàpsøÐy - 25/2/2017, 16:20. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Questa storia è in bilico tra l'Horror e il Drammatico: sotto certi versi è drammatica, perché la situazione in cui la donna si trova è triste e disperata, sua figlia non la conosce e lei non sa neppure di averla avuta.
L'horror è invece nella rivelazione della situazione reale, terribile e spaventosa ma non ha molto spazio per attaccare che la storia è finita. In sostanza, l'horror vero è la reazione alla rivelazione: il lettore prova orrore per quello che l'uomo le sta facendo, ma non sappiamo invece la reazione della protagonista, poiché la storia si interrompe all'improvviso.
Con questo panegirico, quello che sto cercando di dire è che quindi nella storia predomina il senso di tristezza, nonostante sia una tristezza manipolata, poiché siamo tristi per una situazione che in realtà, se l'avessimo subito conosciuta, ci avrebbe inorriditi.
Se però prendiamo in conto il comportamento dell'uomo, allora ritorna il dramma: esiste questa persona così meschina e malvagia da drogare una donna e catturarla in un loop, facendole credere di essere malata, per tenere la figlia che invece la moglie non voleva, una versione distorta di un padre premuroso. Prende piede una certa delusione per l'umanità e la pena per la bambina e la donna, una è una vita distrutta fin dall'origine, già marcia in tenera età mentre l'altra sta venendo fatta marcire lentamente.
Edited by Silent Shadow - 25/2/2017, 16:22. -
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Ripulisco e smisto! . . -
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Metto un +1 perché ho davvero apprezzato. Non sento nemmeno il bisogno di un finale più dettagliato, trovo sia una storia carica di tensione anche lasciata così, un po' sospesa. Mi è piaciuta molto. . -
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Grazie Kage! . -
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Il finale mi ha spiazzata perché credevo che il luogo fosse proprio l'ospedale 😮, e anche fatto infuriare 😠 .