Alla cassa

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  1. Medea MacLeod
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    Bip, bip, bip.

    Non è difficile immaginare cos’ha in mente questo tipo, la sua ragazza dovrebbe mandarlo a farsi benedire il prima possibile, ma non condanno più nessuno. Lo lascio passare, senza fermarlo o chiedergli quanti anni abbia. Senz’altro mentirebbe e io farei la figura della vecchia megera. La signora che viene dopo è persino più facile da capire.

    Film strappalacrime, fazzoletti, vino e gelato al cioccolato.

    Bip, bip, bip, bip.

    Non giudico. Lascio che la loro spesa scivoli lungo la cassa, mentre in automatico snocciolo parole.

    Nessuna pausa quando si lavora. Nessuna pausa quando si parla.

    "Leservealtro?“ "CartaoPlastica?“ "ContantioCarte?“

    Quando accendi la cassa, al tempo stesso spegni il cervello, va così. E lo adoro. Ovviamente c’è un motivo anche del perché mi piace incontrare così tanti sconosciuti. È grazie alla mia peculiarità. È proprio così.

    “Christine, mi puoi passare le mie chiavi? Le ho lasciate sulla tua cassa.”, mi chiede Paula con la sua voce melliflua, mentre si getta i capelli all’indietro e si passa il rossetto sulle labbra. „Certo.“ le mormoro. A differenza sua, che è Miss Bombasexy, io sono solo una tavola piatta senza pregiudizi.

    La mia mano fa per sfiorare l’oggetto desiderato, ma un pensiero mi balena in mente. La guardo confusa

    “Non sei ancora di turno?”

    Non ho un’idea chiara sul perché gliel’abbia chiesto. Come voglio dire da un po’: ho delle visioni quando tocco gli oggetti appartenenti a qualcuno. Non appena i miei polpastrelli toccano le chiavi, la vedo in un hotel con Mitch Sandowski. Il nostro capo. Vestito poco o sarebbe meglio dire: nudo. Non è una bella immagine.

    "Già, non mi sento tanto bene.“ Dice Paula, mentre arriccia le labbra, guardandosi nello specchietto di un portacipria appena tirato fuori. “Emicrania”.

    Ce l’avrai dopo, penso tra me e me, mentre le consegno le chiavi, prima di vedere di più di quello che voglio. Non giudico. Sarebbe comunque inutile. Non importa quante volte io ci provi, non posso comunque cambiare il futuro.

    Quindi mi rivolgo di nuovo ad una donna nervosa, piccola e un po’ cicciotta, i cui occhi scrutano invidiosi Paula.

    Bip.

    “Fanno 14.38 euro”.

    “Con lo sconto famiglia?” chiede con la voce tremante, mentre mi mostra la sua carta.

    “Oh, mi scusi, non l’avevo notato.” lo sconto viene applicato in un attimo. Mette ogni centesimo, uno per uno, nel palmo della mia mano. Quindi gira i tacchi velocemente per raggiungere le porte, che si sono appena chiuse alle spalle della mia collega incompetente.

    “Ah, signora, la sua spesa?!” la chiamo. Si blocca subito, tornando indietro con un sorriso obliquo di scuse.

    “Oddio, un giorno o l’altro mi dimenticherò pure la testa!” mormora.

    Cerco di non tradirmi mentre pronuncia la parola "Testa“. In qualche modo riesco a sorridere mentre le passo il martello che le appartiene. Non giudico.



    “Arrivederci, signora Sandowski.”








    Edited by Medea MacLeod - 31/1/2017, 21:07
     
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