Una mancanza di empatia

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    Da piccolo non ero come gli altri bambini. Non mi piaceva parlare a quei cosetti puzzolenti all'asilo e non ho mai partecipato ai loro giochi scemi. Ma avevo i miei personali giochi da fare e oh! Com'erano divertenti! Per esempio, una volta una bambina mi ha chiesto di prestarle i miei pastelli. Io le ho detto che poteva averli se avesse detto al nostro maestro di "andare a fare in culo". Venne mandata a casa per questo. Ricordo di aver sentito sua madre urlarle di quante sculacciate avrebbe preso più tardi. Divertente, vero?

    Non ci volle molto perché gli insegnanti notassero che gli altri bambini mi evitavano e di come sembrava non mostrassi mai emozioni di alcun tipo. Non sanno che li ho sentiti bisbigliare su di me, ma l'ho fatto. Ho un udito particolarmente buono. "Piccolo mostro" aveva detto la signora Guthrie. "Sociopatico" aveva sussurrato il signor DePascal. Persino alla mia giovane età ero dotato di un ricco vocabolario. Non avevo mai sentito prima la parola sociopatico ed ero curioso. Quando tornai a casa quella sera la cercai nell'enciclopedia di mia madre. Sociopatico; un disordine della personalità che consiste in una mancanza di empatia verso gli altri. Devo concordare con lei, signor DePascal.

    Le elementari e le medie passarono rapidamente. Imparai a fingere emozioni e sentimenti per poter ingannare i miei insegnanti e i miei genitori. Tuttavia, non potei fare altrettanto con i miei coetanei. Non importa quanto fossero convincenti le mie azioni, ogni volta sembravano sapere instintivamente che ero diverso e mi stavano alla larga. Ogni tanto uno di loro cercava di fare amicizia ed era allora che riuscivo veramente a divertirmi un po'! Ma malgrado il trattamento che riservavo a chi mi circondava, non odiavo nessuno di loro. Fu solo alle superiori che qualcuno finalmente riuscì a farmi incazzare. Quel qualcuno fu Travis Murphy.

    La famiglia Murphy si trasferì nel mio quartiere prima dell'inizio del mio secondo anno di liceo. Avevano due figli, un maschio, Travis, e una femmina, Marion. Non vedevo l'ora che arrivasse l'inevitabile momento in cui i miei genitori li avrebbero invitati in casa nostra. Non avevo mai incontrato né Travis né Marion e quindi non potevano sapere delle mie tendenze sociopatiche. Mi ci sarei divertito per un bel po'. Ma questa volta fui io a essere preso alla sprovvista. Con Marion le cose iniziarono piuttosto facilmente, mostrava la normale curiosità e gentilezza di coloro che ancora non mi conoscevano. Tuttavia, dopo un po' di tempo realizzai che pensava fossi un tipo attraente e stava persino iniziando ad avere un'infatuazione per me. Nessuna ragazza prima di allora aveva mai provato queste cose nei miei confronti ed era un'esperienza completamente nuova. Intrigato, decisi di risparmiare Marion dai miei giochi ancora per un po' e tenermela vicino. Così continuai a farle dei falsi sorrisi e fingere interesse per quello che aveva da dire. Con Travis fu del tutto diverso. Sembrava avere poco interesse per me, come io l'avevo per chiunque altro. Non potevo fare i miei giochi con lui. Era del tutto indifferente. Ciò mi fece arrabbiare per la prima volta nella mia vita. Nel corso degli anni ero arrivato a pensare che io fossi speciale, molto più importante di quegli insetti che mi circondavano. Per quale altra ragione dovrebbero essere attratti da me, anche se sanno quanto alieno io sia per loro? E uno di loro osava ignorarmi…! Per la prima volta in vita mia, feci la prima mossa. Provai a fare quattro chiacchere con Travis, finsi emozioni e interesse per la sua vita e feci ogni cosa possibile per far sì che si interessasse a me. Niente.

    All'inizio ero furioso per la sua mancanza di interesse, ma col passare degli anni realizzai che era come me: un sociopatico. Completamente privo di interesse per gli altri. Invece di alleviare la mia frustrazione, questo la fece solo aumentare. Io ero speciale, unico! Ma adesso c'era un altro uguale a me. Se non ero unico, ero ancora speciale? O ero un tipo ordinario? Solo un altro insetto? No! Rifiutai di essere un individuo comune. Tanto varrebbe essere morto. Ed è questo quello che tentai di fare da quel giorno in avanti. Avrei reso Travis ordinario. Lo avrei ucciso.

    Pieno di entusiasmo com'ero, aspettai. Le superiori passarono e iniziò il college. Inezie. Trovai nuovi modi per esprimere me stesso facendo sesso con Marion. Imparai il valore del dolore e come fare perché lei implorasse d'averlo. Inizialmente era tutto molto accattivante ma, come ogni altra cosa, alla fine perse il suo fascino. La mia attenzione scivolò via da Marion e ritornò su Travis. Mi sentivo pronto per ucciderlo, ma con cautela. Non ero così tanto sprovveduto da pensare che gli insetti me l'avrebbero fatta passare liscia se avessero saputo che l'avevo ucciso e io volevo evitare la prigione a ogni costo. Non ho paura di nulla eccetto la noia ed è questo quello che è la prigione. Noia infinita. Non potevo agire d'impulso. Dovevo essere calcolatore e astuto. Fintanto che dovevo prendere tempo, pensai che tanto valeva divertirmi un po'!

    La mia prima chance di giocare con la mia preda giunse circa al mio secondo semestre al college. Travis e la sua famiglia sarebbero andati fuori città per una settimana per andare a trovare un parente o qualche stronzata del genere e avevano lasciato a casa il cane. Pagarono un vicino perché si prendesse cura di lui tre volte al giorno, dandogli da mangiare e portandolo a spasso. Lo tenni sott'occhio per due giorni, imparando in quali orari lo facesse prima di mettere in atto il piano. La notte prima che i Murphy ritornarono, mi intrufolai in casa dopo che il vicino sfamò il cane per l'ultima volta. Marion mi aveva dato il codice di sicurezza per disattivare l'allarme così che potessi entrare di nascosto per fare sesso. Indossando dei guanti e una maschera, entrai nell'abitazione senza essere visto dai vicini che dormivano. Il cane mi riconobbe dall'odore e non mi abbaiò contro. Venne verso di me, scuotendo la coda e facendo penzolare stupidamente la lingua fuori dalla bocca. Agii rapidamente, afferrandogli la testa tra le mie mani e frantumandola, spingendo i pollici nelle sue orbite e sentendo il teschio dell'animale rompersi tra le mie mani. Emise solo un breve piagnucolio prima di zittirsi per sempre. Che bravo cane.

    Portai insieme a me un kit fatto in casa, un bisturi e vari altri strumenti rubati dal laboratorio di scienze. Sviscerai l'animale, avvolgendo i suoi intestini attorno al lampadario del salotto, assicurandomi che quella sarebbe stata la prima cosa che i Murphy avrebbero visto una volta entrati in casa. Il pensiero di loro che accendevano la ventola sul soffitto e venivano bombardati da gocce di sangue mi divertì. Usai quasi tutto il sangue del cane per scrivere il messaggio intimidatorio "SEI IL PROSSIMO" su una parete della camera di Travis. Lasciai la carcassa sul suo letto. Come scherzo segreto, misi il cuore sul cuscino di Marion. Soddisfatto della mia opera, tornai al mio dormitorio, dove dormii profondamente.

    Ci fu un gran subbuglio la settimana seguente il ritorno della famiglia Murphy. Le storie e le immagini della carneficina nella loro casa erano sui telegiornali locali ogni sera. C'erano voci secondo cui i Murphy si sarebbero presto trasferiti. Presumibilmente la signora Murphy non riusciva più a vivere in quella casa. Dovevo agire in fretta. Non potevo permettere alla mia preda di scappare da me. Sdraiato nel mio dormitorio, sognai tutti i modi per distruggere il mio nemico. Ci fu un fascio di luce sulla parete, dei fari di un'auto all'esterno. Questo era strano. Era quasi la mezzanotte di sabato. Se n'erano già andati quasi tutti. Fui vinto dalla curiosità, andai alla finestra per vedere chi stesse arrivando al dormitorio a quell'ora durante il weekend e fui sorpreso (una delle poche volte in cui sia mai stato veramente sorpreso) nel vedere la macchina di Travis sul vialetto d'accesso. La fortuna mi aveva sorriso. L'edificio era quasi del tutto vuoto nel fine settimana e quello era il momento giusto per colpire. La mia preda era ignara e da sola. Dopo averlo ucciso, avrei preso il suo corpo e l'avrei lasciato da qualche altra parte del campus. Teoricamente non c'era alcuna possibilità di venire beccati. Nessuno voleva rimanere per il weekend e l'energia elettrica sarebbe stata assente nel campus per altre sei ore. Nessuna telecamera di sicurezza. Con un umore decisamente allegro, presi la torcia e il bisturi e mi avviai per seguire la mia preda.

    L'oscurità non mi aveva mai dato problemi. Avendo pochissime emozioni, la parte razionale della mia mente tendeva a prevalere e la parte razionale degli esseri umani sa che non c'è nulla che ci aspetta nel buio. O almeno, è questo quello che pensiamo. Dopo diversi minuti di caccia mi venne in mente di spegnere la torcia. Non volevo allertare la mia preda. La spensi e aspettai che la mia vista si abituasse. Mi premetti contro la parete e giocherellai con il bisturi per passare il tempo. Una persona normale probabilmente non avrebbe sentito il leggero scricchiolio nel corridoio, ma io ho sempre avuto un ottimo udito. Mi voltai nella direzione da cui proveniva il suono. I miei occhi non si erano ancora abituati al buio, ma fui in grado di scorgere una figura allontanarsi e potei sentire i suoi passi insolitamente leggeri. Chiunque fosse questa persona, stava facendo attenzione che io non mi accorgessi della sua presenza. Corsi verso il punto in cui si trovava e inspirai profondamente. C'era solo un accenno di cannella appena percettibile. Travis teneva un deodorante all'odore di cannella nella sua auto. Feci un largo sorriso. Ero sulle tracce della preda. Lo inseguì lungo il corridoio e rimasi deluso nello scoprire che si ramificava in due direzioni. Provai ancora a usare l'olfatto in ogni corridoio per capire quale aveva preso Travis, quando sentii un leggero movimento alla mia destra. Esitai. Travis avrebbe fatto così tanto rumore se stesse cercando di fuggire da me? Un attimo dopo, tentai la fortuna e mi diressi verso il rumore. Dopo circa un minuto, mi fermai. Davanti a me c'era qualcuno sdraiato sul pavimento. Avvicinandomi con cautela, realizzai che il corpo giaceva in una pozza di sangue. Lo toccai. Era ancora caldo. Girai il corpo per vedere chi fosse. Era il signor Chauncey, il custode notturno. Non avevo realizzato che Travis fosse capace di uccidere qualcuno. Nel mio odio per lui, avevo dimenticato che era proprio come me. Freddo e indifferente allo stesso modo. Era più che in grado di fare qualsiasi cosa potessi fare io. Mi bloccai. Ci fu di nuovo un leggero respiro di fronte a me, ma non riuscivo a scorgere da dove provenisse. Per la prima volta nella mia vita, avevo paura. Non mi sentivo più un cacciatore che inseguiva la preda. Mi sentivo braccato. La mia mente razionale fu travolta dall'emotività e scappai terrorizzato ritornando nella stanza del mio dormitorio. Barricai la porta e aspettai, bisturi in mano, che Travis arrivasse.

    Dopo alcune ore, iniziai ad avercela con me stesso per essermi sentito in quel modo. Era solo un uomo, anche se straordinario. Il fatto che mi avesse fatto spaventare alimentò il mio odio per lui e uscii per cercarlo. Il corpo del signor Chauncey era scomparso, la pozza di sangue ripulita. Il sentore di cannella nell'aria era del tutto scomparso. Lasciai l'edificio per aspettare Travis dentro la sua macchina solo per scoprire che anch'essa non c'era più. La furia si impossessò di me, mi avviai in direzione della sua casa. Tenni stretto il mio bisturi, assaporando con la fantasia quello che gli avrei fatto. Avrei dovuto fare più attenzione perché non l'ho neanche sentito mentre si avvicinò di soppiatto e fui troppo lento per evitare la mazza da baseball. Venni colpito al polso e sentii le ossa spezzarsi. Lasciai cadere il bisturi e scattai per prenderlo con la mano ancora sana, ma uno stivale lo calciò via. Alzando lo sguardo, vidi Travis ghignare verso di me. Calò la mazza su di me ancora e ancora. Pensai che non si sarebbe mai fermato, ma lo fece. Sdraiato lì sul marciapiede, con le ossa rotte e sanguinante, aspettai di morire. Invece del teschio della mietitrice, c'era la faccia sorridente di Travis. Malgrado fossi inerme davanti a lui, bruciavo ancora dalla rabbia. Si chinò per annusare il mio volto sanguinante e mi sussurrò nell'orecchio "Ci divertiremo un sacco insieme!"

    Spesi due settimane in ospedale prima di andarmene contro il volere dei medici. Travis chiaramente si era trattenuto con il pestaggio. Avevo solo un polso rotto e qualche costola incrinata, anche se la maggior parte del mio corpo era ricoperta di lividi. Provavo dolore a ogni passo, ma lo ignorai. Avevo uno scopo. Non sarei mai più stato una vittima. Travis aveva un vantaggio su di me in quanto sapeva che sarei arrivato e non era conciato così male come me. Così conclusi di fare in modo di giocarcela alla pari. Rubai la pistola di mio padre e aspettai che si fosse fatta notte per ritentare.

    Erano quasi le tre di mattina quando mi intrufolai un'altra volta nella casa dei Murphy. La macchina dei genitori non c'era, ma la mustang di Travis era ancora lì. Bene. Non saremmo stati interrotti. Avrei potuto prendermela comoda. Spensi l'allarme, meravigliandomi di quanto fossero stati stupidi i Murphy a non averlo cambiato. Aprii la porta scorrevole ed entrai con facilità dentro casa. Tutte le luci erano spente, ma i miei occhi si erano ben adattati al buio. Mi avvicinai silenziosamente alla stanza di Travis ed estrassi la pistola. Dopo un attimo per farmi coraggio, feci irruzione. Non ero preparato a ciò che vidi.

    Travis giaceva nel letto, sul suo volto c'era un'espressione di leggera sorpresa. La sua gola era squarciata da un orecchio all'altro. C'era sangue dappertutto, inclusa una scritta sulle pareti che diceva "BIMBO CATTIVO". Nel mio stato di shock non sentii quei passi leggeri arrivarmi alle spalle e non ricordo quasi nulla di quello che accade in seguito, eccetto un colpo secco sopra la nuca.

    Mi risvegliai in una cantina, legato a una sedia. Assurdamente, il mio primo pensiero fu di quanto quella situazione sembrasse un cliché. Mi ci volle qualche secondo perché mi si schiarisse la vista e vidi una figura nuda in piedi di fronte a me. Il suo corpo era ricoperto di sangue, il quale presumei fosse di Travis. Nonostante la botta in testa, sentii la figura parlare. "Non volevo che andasse così. Perché voi ragazzi non potete fare i bravi?" La figura venne verso di me. "Ognuno ha fatto ciò che non avrebbe dovuto. Tu non avresti dovuto scoprirmi. Il signor Chauncey non si sarebbe dovuto mettete sulla mia strada." La figura si bloccò davanti a me. "Travis non avrebbe dovuto farti del male. Gli ho detto di non farlo, ma dopo che ha realizzato cosa avevi intenzione di fare, non è riuscito più a trattenersi. È per questo che anche tu gli hai dato la caccia?" La figura accarezzò teneramente la mia faccia. "Ti ho guardato mentre uccidevi il nostro cane. Non hai mai saputo che ero lì. Sono molto brava a nascondermi. Sei stato così dolce a lasciarmi il cuore. Lo conservo ancora." Marion sorrise. Riuscii a vedere qualcosa nei suoi occhi. Qualcosa che io non avevo. Una parte assurda del mio cervello iniziò a notare la differenza tra un sociopatico e uno psicopatico. Abbiamo i pensieri più stupidi nei momenti più stupidi, vero?

    "Non volevo che le cose andassero in questa maniera, ma fa lo stesso. La faremo funzionare. Ucciderò i miei genitori quando torneranno a casa e ce ne andremo via lontano, in un luogo stupendo da qualche parte dove potremo stare insieme per sempre." Pensai di fingere dei sentimenti e manipolarla per farmi lasciare andare, ma quando vidi il suo volto seppi che era inutile. Non le importava delle mie condizioni, solo delle sue. Una totale mancanza di empatia.



    Edited by o.O.o - 21/12/2016, 17:39
     
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    people who think oikawa should've gone to shiratorizawa are banned.

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    HS. Bellissima.

    Ripulisco e smisto.

    Edited by ´ kagerou. - 21/12/2016, 21:20
     
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    Ma è fantastica!!!!!
     
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    Alla fine il cattivo è sempre la ragazza :asd:
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    CITAZIONE (Shark Peddis @ 22/12/2016, 12:15) 
    Alla fine il cattivo è sempre la ragazza :asd:
    Nazi-feminists tra 3... 2... 1...

    Come osi, sessista marrano! Le donne sono il genere superiore, i maschi sono semplici e stupidi, amano solo il calcio e la birra! "Il cattivo è sempre la ragazza", sempre le donne ad essere vittime, eh? MA ADESSO BASTA! Siamo pari ma se ci tocchi e ci contesti sei un maschilista porco, usciamo le tetteh, gli uomini sono la vergogna dell'umanità! MORTE AI PENI!

    Eccoti accontentato
     
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    Oessido hai in parte torto oltre a dire cose insensate come morte ai peni.Le donne sono in generale più intelligenti e mentalmente più dotate ma non puoi ridurre il sesso maschile in stereotipi generici .io sono maschio ma odio il calcio e non mi piace molto l'alcool tranne il vino .io appoggio parzialmente le tue idee e non perché sono maschio ma perché in parte hai ragione ma in parte no
     
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    CITAZIONE (Radio nel cuore @ 22/12/2016, 15:05) 
    Oessido hai in parte torto oltre a dire cose insensate come morte ai peni.Le donne sono in generale più intelligenti e mentalmente più dotate ma non puoi ridurre il sesso maschile in stereotipi generici .io sono maschio ma odio il calcio e non mi piace molto l'alcool tranne il vino .io appoggio parzialmente le tue idee e non perché sono maschio ma perché in parte hai ragione ma in parte no

    Ma lei (la finta ragazza TUMBRL)stava scherzando...
     
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    "Il solo immaginare che ti sto uccidendo mi ha fatto venire un sorriso in volto "

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    In un mondo di orrore e oscurità

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    Morale della favola:chi l'ha fa l'aspetti😆😈
     
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