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Ed ecco, il mio turno di lavoro è ricominciato. Peccato, la pausa pranzo è durata poco, non ho avuto nemmeno il tempo di finire il mio panino.
Ad ogni turno incontro persone nuove, alcune simpatiche, altre di meno. Scambio sempre qualche chiacchiera con loro: "Ciao, come ti chiami?", "Come stai?" o "Dove abiti?" sono le domande che mi fanno di più. Non capisco come possa fregargli del mio nome o della mia posizione, non ci siamo mai visti prima d'ora.
Tornando al turno di lavoro, questa volta incontro Jake, un ragazzino di 16 anni che non ha nient'altro da fare che rompermi le scatole.
"Ciao, qual è il tuo nome?" Mi chiede.
"William" rispondo.
"Ti piace questo lavoro?".
"Sì".
"Quanti anni hai?".
"23".
"Dove abiti?".
"New York".
"Sembri simpatico".
"Grazie".
"Ora devo andare, mi ha fatto piacere conoscerti. Arrivederci, spirito!".
Dannata tavola Ouija, anche lui si è ricordato di salutarmi. Ma un giorno, sono sicuro che un tonto se lo dimenticherà e mi farà uscire da questa maledetta trappola.
Edited by WDR - 5/12/2016, 07:35. -
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Ripulisco e smisto in Altri Racconti. . -
Pipinoilbreve04.
User deleted
Wow, bellissimo colpo di scena, non me l'aspettavo. Inviato dal mio Samsung Galaxy tramite ForumFree App
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Il tutto ha quasi una vena comica; mi è piaciuto :'D .
