Libri maledetti

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    dal cuore dell'oscurità

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    Nella storia della letteratura e della filologia si è assistito nei secoli al verificarsi di un fenomeno molto particolare che ha affascinato non poco gli amanti del mistero.

    Si tratta della costante presenza, presso diversi gruppi culturali anche eterogenei tra loro e dislocati in parti diverse del mondo, di una certa diffidenza e paura nei confronti di testi ritenuti scomodi e proibiti.

    Il tutto è ovviamente sfociato in una censura che non ha avuto pietà del patrimonio culturale che tali testi avrebbero potuto lasciare ai posteri.

    Certi contenuti andavano infatti distrutti e dimenticati per sempre.

    L'immagine ricorrente associata alla censura è quella di un rogo di libri dati alle fiamme affinché quanto vi era scritto si perdesse nell'oblio del tempo.

    Questo perché, non appena le idee hanno iniziato a circolare in forma scritta, c'è stato chi ha sentito la necessità, per vari motivi che potevano essere sia politici che religiosi, di controllare la diffusione e veicolare il sapere secondo i propri interessi.

    Nel rapporto conflittuale tra poteri organizzanti e voci dissidenti la censura ha sempre avuto un ruolo di rilievo.

    Guardando indietro nel tempo, se prendiamo in considerazione le tesi di alcuni storici, molti libri proibiti sarebbero stati conservati nella Biblioteca di Alessandria d'Egitto, costruita intorno al III secolo a.C. durante il regno di Tolomeo II Filadelfo.

    Questa biblioteca costituiva la più grande e ricca raccolta di testi del mondo antico. Le tesi della sua distruzione sono diverse.

    Alcuni collocano la sua fine a causa di un incendio nel 48 a.C. Altri attribuiscono la sua distruzione alla conquista araba per mano del conquistatore musulmano Amr ibn al-As.

    Fa riflettere la risposta del Califfo Omar I alla domanda sul destino di tutti quei libri:

    "Se i libri non riportano quanto è scritto nel Corano, allora vanno distrutti, poiché non dicono il vero. Se i libri riportano quanto scritto nel Corano, vanno distrutti ugualmente perché sono inutili"

    In molti oggi sono propensi a credere che quella biblioteca racchiudesse testi pericolosi per la diffusione di una conoscenza scomoda. Tra questi si dice ci fosse l'intera opera del Beroso, un sacerdote babilonese vissuto ai tempi di Alessandro Magno.

    Il suo testo era una sorta di cosmogonia, una storia sull'origine del mondo e dell'uomo in cui l'autore parlava di un incontro avvenuto con alcune civiltà mesopotamiche e una razza spaziale anfibia: gli Apkalluss. Inoltre, vi erano conservati testi di alchimia, ovvero l'antica arte di trasmutare i metalli in oro, testi egizi scritti in geroglifico su papiro, tavolette incise di argilla e pietra. Tutto distrutto.

    La censura si intensificò con l'istituzione nel 1233 del Tribunale della Santa Inquisizione che, oltre ad accendere migliaia di roghi di eretici in tutta Europa, prendeva di mira i libri considerati maledetti dando fuoco nelle piazze esterne alle chiese.

    Nel 1557 il papato inaugurava l'index librorum prohibitorum (l'indice dei libri proibiti), dove si elencavano i volumi la cui lettura avrebbe dannato l'anima dei fedeli. In seguito, nel 1575, papa Pio V organizzava la Congregazione dell'indice, un comitato di censura esistito fino al 1917.


    I MANUALI DELLE ARTI OSCURE

    libri_maledetti_8

    C'è un particolare capitolo nella storia della censura che riguarda i libri di magia. Si tratta di manoscritti redatti dai maestri dell'occulto vissuti nei secoli scorsi, libri contenenti evocazioni diaboliche, riti proibiti, istruzioni su come scendere a patti con i demoni e farsi servire dalle entità infernali.

    Questi testi erano solitamente conosciuti come grimoires (una corruzione del francese grammaires, grammatiche). È difficile al giorno d'oggi capire a chi erano rivolti questi testi.

    La tradizione vuole fossero dei veri e propri diari nei quali i maghi concretizzavano i loro esperimenti e che costituissero una forma culturale e una conoscenza che sarebbe dovuta rimanere segreta e riservata a pochi eletti.

    In realtà, in alcuni casi, i grimori erano dei veri e propri esperimenti nati dalla fantasiosa inventiva di piccoli editori, o autori anonimi, che volevano creare scompiglio e meraviglia tra i collezionisti, attribuendo a personaggi storici, o addirittura biblici, libri nei quali venivano minuziosamente descritti i segreti più inviolabili delle arti oscure.

    Alcuni di questi libri, in termini filologici, prendono il nome di pseudobiblia, ovvero testi citati più volte da autori ma che in realtà non sono mai esistiti (un esempio significativo lo abbiamo con il Necronomicon,

    il terribile libro contenente le evocazioni per risvegliare Gli Antichi, citato molte volte nei racconti dello scrittore H.P. Lovecraft e che scatenò una vera e propria caccia al tesoro tra gli appassionati di occultismo), oppure testi la cui conoscenza parziale è dovuta a una ricostruzione apocrifa posteriore o a citazioni che permettono un ripristino, parziale o completo, del testo originale perduto.

    Analizziamo di seguito i grimori più popolari e, ovviamente più proibiti.


    CLAVICULA SALOMONIS E GRIMORIUM VERUM



    La chiave di Salomone è il testo di magia rituale per eccellenza. Risale al tardo Medioevo italiano e, come altri scritti come ad esempio il Lemegeton, è attribuito al biblico re che secondo la tradizione aveva il potere di piegare i demoni al suo volere.

    Gli autori, molto probabilmente, si sono ispirati a scritti più antichi di cabalisti arabi. Esistono diverse versioni della Clavicula Salomonis che differiscono tra loro in dettagli di copiatura e traduzione.

    Sono conservate nelle grandi biblioteche di Parigi e Londra. Tutto il testo si basa sulle istruzioni per invocare i demoni tenendo presente le influenze planetarie utili all'operazioni, gli strumenti e, soprattutto, il circolo magico nel quale l'operatore deve effettuare il rito.

    Il testo è stato ampliato da un domenicano dell'ordine dei gesuiti di nome Plangière, che tradusse dall'ebraico un testo poi denominato come Grimorium Verum sempre attribuito a Salomone.

    Nel manoscritto sono contenute varie disposizioni di caratteri o sigilli mediante il cui potere sugli spiriti, o meglio diavoli, sono invocati e fatti apparire a proprio piacimento, ciascuno secondo il suo potere. Seguono poi le istruzioni su come stipulare il patto con il demonio e invocare Lucifuge Rofocal, diretto ministro di Lucifero.


    IL GRIMORIO DI PAPA ONORIO III: LE EVOCAZIONI DIABOLICHE



    Pubblicato per la prima volta in latino a Roma nel 1629, il grimorio attribuito a papa Onorio fu probabilmente scritto da un mago vissuto nella seconda metà del Cinquecento.

    La bolla che introduce il libro lo presenta come un manuale di esorcismo per scacciare il demonio in nome di Cristo. Ciò che si legge nel testo in realtà è molto diverso, in quanto lo scritto contiene formule e descrizioni rituali per evocare gli spiriti e comandare i demoni, suddivisi per giorni della settimana.


    PICATRIX

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    Tradotto dall'arabo in lingua latina nella spagna dell'undicesimo secolo, il Picatrix si può considerare un testo di fondamentale importanza per l'occultismo astrologico del Rinascimento.

    Una copia di questo libro era presente nelle biblioteche di tre grandi occultisti del passato: il mago Enrico Cornelio Agrippa, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Il libro propone istruzioni su come costruire talismani, descrive le corrispondenze di piante e animali con i segni dello zodiaco e, infine, analizza l'anatomia umana rapportata all'astrologia.

    Il testo termina con una serie di preghiere e invocazioni rivolte agli spiriti planetari.


    ENCHIRIDION DI PAPA LEONE III

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    Attribuito a papa Leone III, che svolse il suo pontificato dal 795 all'816, L'enchiridion, secondo la tradizione, è stato donato dal papa a Carlo Magno come il più prezioso dei doni che un regnante poteva ricevere.

    La sua prima pubblicazione risale al 1523. Il testo mostra una raccolta di formule magiche sotto forma di orazioni aventi lo scopo di dominare le cose materiali e spirituali. Sono presenti una notevole quantità di pentacoli (talismani protettivi) che attingono dalla tradizione cabalistica consacrazioni ed esorcismi.

    Nella seconda parte vengono invece riportati degli incantesimi di protezione contro ogni tipo di avversità e per combattere il male sotto ogni forma con l'aiuto degli spiriti celesti.

    Fa sicuramente riflettere che per l'abolizione definitiva dell'indice dei libri proibiti si sia dovuta aspettare il 1966. A tal proposito sono molto significative le parole di Flaubert: "La censura, qualunque essa sia, è una mostruosità, una cosa peggiore dell'omicidio: l'attentato al pensiero è un crimine di lesa anima. La morte di Socrate pesa ancora sul genere umano".


    FONTE
    Mistero magazine novembre 2016


    Edited by Silent Shadow - 5/11/2016, 18:28
     
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    ripulisco e smisto
     
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    SaS

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    Interessante. Dite che li trovo in biblioteca?
     
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    Tutto ciò che è tuo spetta a me di diritto, e mio dovrà essere.

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    CITAZIONE (Shark Peddis @ 5/11/2016, 21:50) 
    Interessante. Dite che li trovo in biblioteca?

    Sarebbe interessante avere il libro che ti permette di comandare sui demoni.
     
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  5. archi83
         
     
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    Questi libri esistono realmente... io li ho visti!!! Proprio in biblioteca!!!

    In particolare me ne ricordo uno con tanti Sigilli protettivi, che potevano essere copiati e diventare
    dei veri e propri Amuleti.
     
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    Interessante, anche se credo che i libri più "pericolosi" (almeno tra quelli teoricamente "proibiti" e all'indice) fossero quelli di stampo illuminista-razionalista (Tipo L'uomo macchina di La Mettrie, che era effettivamente nell'indice) che non quelli "magici".
     
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5 replies since 2/11/2016, 18:38   640 views
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