Wanna hear something obvious?

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    Titolo: "Wanna hear something obvious?"
    Fandom: Haikyuu!!
    Personaggi: Oikawa Tooru, Iwaizumi Hajime, Kuroo Tetsurou
    Genere: Sentimentale - Slice of life
    Avvertimenti: Yaoi (boyxboy), Alternate Universe, Lime
    Rating: Giallo, 13+ (storia con lieve presenza di tematiche sessuali)

    Wanna hear something obvious?


    "Otto!" trillò Kuroo, asciugandosi la fronte e lanciando uno sguardo di sfida a Oikawa. "Tetsurou, sei un bugiardo!" Accusò il compare, modello più gettonato dell'Aoba Johsai, agenzia rinomata nel campo della moda.
    "Inutile che arruffi le penne, mio caro pavone, il risultato non cambierà" lo apostrofò Kuroo, lasciando passare un imbarazzatissimo ragazzetto, il quale cercava inutilmente di uscire inosservato dal bagno. Oikawa incrociò le braccia sul petto. "Il barista col tatuaggio non conta. Stava guardando me, non te, sai? Ti sei solo approfittato della mia momentanea assenza per portarti in vantaggio con quello che sarebbe stato un MIO punto sulla classifica".
    "Sento già sulla lingua il sapore del sex on the beach che mi devi" sorrise Tetsurou, pregustando la vittoria. "Mh, beh, oltre a quello che mi devi per aver rimorchiato il buttafuori".
    Oikawa sospirò. Perché avesse proposto questo stupido gioco, lo sapeva solo il remoto scomparto del suo cervello etichettato "per-l'amor-di-Dio-non-lo-fare". Se gli era sembrato divertente l'inizio di tutta quella storia, in quel momento avrebbe venduto l'anima al diavolo, per concludere la maratona di porcate a cui aveva dato il via. Ripensandoci, però, era sicuro che nemmeno lo stesso Satana avrebbe accettato lo scambio.
    Il buonsenso gli suggeriva di deporre le armi e arrendersi davanti all'ovvietà: non avrebbe vinto quella guerra, non quando il suo acerrimo avversario era Tetsurou Kuroo, modello, idol, pallavolista e attore (e icona dell'ambiguità sessuale).
    "Ok, ok, hai vinto" farfugliò Oikawa volgendo lo sguardo altezzoso altrove.
    Kuroo scoppiò in una risata cristallina, avvicinandosi al suo collega sconfitto. "Allora, dov'è il mio drink?" Domandò, inclinando leggermente la testa, in modo da poterlo guardare direttamente negli occhi. Oikawa rimaneva stizzito a braccia conserte, rifiutandosi di ricambiare il suo sguardo. Tetsurou si issò sulle punte dei piedi e fece scivolare le braccia intorno al suo collo.
    "Avanti, non fare l'offeso. Non è certo colpa mia se sono più sexy di te", ma Oikawa lo ghiacciò con uno sguardo affilato.

    Tetsurou Kuroo era bello, nessuno poteva negarlo. Pelle di porcellana, ciglia folte, capelli fini e morbidi al tatto. E quei dannati occhi ambra, l'icona universale della sua nemesi.
    Certo, Oikawa rimaneva il primo in classifica, per popolarità e carisma, ma per quanto ancora? Era una questione che il "Re della moda" si poneva spesso, osservando il sorriso di Kuroo illuminare le copertine delle riviste.

    "AH, credevi veramente che mi sarei abbassato ai tuoi livelli con questo stupido gioco?" Domandò Oikawa al ragazzo, labbra pericolosamente vicine alle sue.

    "I miei livelli?" Il moro scoppiò in una risata rumorosa. "Non sono io quello che ha proposto di farsi l'intero locale. E poi non sembravi esattamente schifato un'ora fa, quando ti ho visto uscire con quel ragazzo... Quello lì coi capelli scuri... Credo sia il fotografo di Vogue, se non erro. Com'è? Tobio Kageyama...? Pensavo lo odiassi" gli fece notare Tetsurou con voce melliflua, le dita che giocavano con i capelli color cioccolato di Tooru, dietro alla sua nuca.

    "Quel novellino mi scodinzola dietro, ma non sa fare una foto decente. È tutto un 'senpai' qua, senpai' là, mi fa venire il nervoso. Per non parlare del suo assistente, il piccolino..."
    Testurou scosse la testa, un ghigno ancora stampato sulle labbra. Il povero fotografo doveva essere un masochista di prim'ordine, per decidere di uscire con un antipatico com'era esattamente Tooru Oikawa. "Ok, mettila come vuoi, ma resta il fatto che ho vinto la sfida. Non vorrai rimangiarti la parola, spero" Esordì il moro.
    Oikawa si morse il labbro inferiore, lasciando trasparire per un attimo la sua invidia. "Ok" sospirò alla fine.

    Kuroo si leccò le labbra, occhi fissi in quelli nocciola del suo avversario.
    A Kuroo, il Sex on the Beach era sempre piaciuto. Mescolare il fuoco di un superalcolico potente come la vodka alla freschezza e leggerezza della frutta lo rendeva un drink facile da buttare giù. Inoffensivo all'apparenza, come lui stesso. Oikawa ordinò un mojito per se stesso e cedette al brindisi proposto da Kuroo. Seguirono innumerevoli shot di tequila sale e limone e B-52 infuocati. Kuroo non ricordava quando la stanza avesse preso a girare così tanto, ma andava bene così. Era la SUA vittoria e aveva intenzione di godersela, pavimento sotto ai piedi o no.



    "Ahi" si lagnò Kuroo, andando a collidere per la centesima volta contro il muro di quel corridoio. Tooru cercava di sostenerlo, tenendolo per la vita. Non che Tooru fosse più sobrio (ad attestarlo furono i cinque minuti buoni in cui cercò di infilare la chiave nella toppa, mancandola tre volte, facendola cadere altrettante volte e sbattendo la testa contro la porta ad ogni tentativo di rialzarsi), ovviamente, ma forse si reggeva meglio in piedi.
    Quando finalmente riuscì ad infilare quel dannatissimo aggeggio nel buco ci fu un grido di vittoria da parte del modello dai capelli corvini, grido che fu interrotto da un sonoro "Shhhhh!!!".
    "Stanno dormendo tutti, fa' silenzio" lo rimbrottò Oikawa, artigliando la maniglia per non cadere una quarta volta.
    Tooru aveva acconsentito ad ospitarlo, visto che il suo appartamento distava un paio di minuti dal locale dove avevano passato la serata.
    Kuroo cercò di accendere la luce, ma un repentino schiaffo sulla mano lo ammonì. "Non vedo nulla, così!" si lamentò subito dopo, azzardando due passi cauti in avanti.
    Quando i suoi occhi si abituarono al buio, ed Oikawa lo raggiunse nel corridoio (dopo un fallimentare tentativo di togliersi le scarpe), il modello favorito dalla Nekoma si imbatté in una porta aperta, dalla quale si diffondeva un lieve ronzio. Incuriosito, si affacciò nella stanza, nonostante il buio.
    "Eeeeehi, Tooru, qua c'è un orso" biascicò, richiamando a sé l'attenzione dell'altro giovane, ma Oikawa lo afferrò repentino per la t-shirt che portava e lo allontanò dalla porta, tirandolo violentemente a sè.
    "E' solo il mio coinquilino, Iwaizumi Hajime! E dovresti fare silenzio, se non vuoi che si svegli" sibilò, a titolo informativo.
    Kuroo rilasciò un lungo fischio, e Tooru stava per perdere la pazienza. "E dimmi un po', per quale sponda batte?" Indagò il moro, con le sopracciglia inarcate e un sorriso malizioso sulle labbra. Il compagno si morse il labbro inferiore. La realtà era che non lo sapeva. Non parlava molto spesso, Iwaizumi Hajime. Era un tipo taciturno che ascoltava malvolentieri il suo loquace coinquilino, preferendo di gran lunga fare esercizio fisico in religioso silenzio in camera sua.
    Come poteva saperlo, Oikawa Tooru?
    La risposta era semplice: lo spiava.
    E perché lo spiava? Perché aveva un'immensa, gigantesca, smisurata stracotta per quel ragazzo.
    Era scortese, brusco e a volte anche genuinamente cattivo, Hajime. Ma dio santo se Oikawa non voleva le sue mani dappertutto. Tooru non, e ripeto, NON aveva MAI rubato le sue t-shirt, facendole sparire per settimane. O almeno questo era quello che lasciava credere ad Hajime. Ad essere onesti non si era saputo fermare, non aveva saputo dire di no alla tentazione di cacciarle sotto il cuscino ed avvolgercisi dentro quando non era in casa. Per non parlare dei muscoli delle sue braccia. Era arrivato letteralmente a nascondere le sue felpe, o macchiarle di proposito durante il caffè mattutino, per godere di una migliore visuale dei suoi bicipiti. La sua cotta per lui era così evidente che, Oikawa, si era più volte chiesto come facesse l'oggetto stesso dei suoi desideri a non essersene ancora accorto. Forse, impietosito dai suoi tutt'altro che discreti tentativi d'abbordaggio, lo lasciava nell'illusione che un giorno avrebbe potuto sfilargliele proprio lui quelle t-shirt che tanto venerava.

    "Non lo so" balbettò Tooru, leggermente imbarazzato.

    "Ti piace" ridacchiò Testurou, tono di voce fin troppo alto per i gusti dell'altro. Il modello dai capelli castani sospirò. Non disse nulla, ma in quel silenzio, il moro, riconobbe una conferma alle sue supposizioni. Kuroo approfittò di un momento di distrazione del suo ospite per sgusciare oltre la porta. Oikawa inorridì nell'accorgersi che egli non era più davanti a lui. Quando lo vide chino sul dormiente coinquilino, scattò istintivamente verso il collega, per ricordarsi in seguito di non poter trascinarlo fuori violentemente. La faccenda richiedeva il massimo tatto, o Hajime si sarebbe svegliato. Tentò di afferrarlo per un braccio, ma ancora una volta quel dannato sfuggì alla sua presa, e si accucciò accanto al ragazzo disteso sul futon. Oikawa ricacciò indietro un singhiozzo, terrorizzato dalla vicinanza dei due. Kuroo sorrise, scrutando attentamente il profilo dell'ignaro Iwaizumi. Le coperte erano state tirate solo fino alla vita e il petto rimaneva scoperto. Indossava dei boxer ed una canottiera, come pigiama, e teneva un braccio sopra la sua testa, infilato sotto il cuscino. Dormendo a pancia in su, Kuroo ebbe modo di scrutare il suo volto, illuminato flebilmente dalla luce delle insegne fluorescenti che filtrava nella camera. Mascella scolpita, capelli mori arruffati sul cuscino, labbra non troppo sottili né troppo carnose. Una bellezza un po' grezza, una statua sbozzata e mai levigata. Kuroo poteva capire perché Oikawa lo trovasse attraente. A giudicare dai muscoli del braccio che riposava libero sul suo addome e dalle spalle ampie, avrebbe detto trattarsi di un nuotatore, ma Oikawa non aveva menzionato uno sport preciso, solo allenamenti in solitudine in camera. Forse il suo lavoro richiedeva un corpo ben allenato...? Kuroo non aveva nessuna voglia di analizzare ulteriori futili ipotesi: voleva perpetrare il misfatto. Oikawa si era inginocchiato dall'altra parte del futon, mani giunte in una tacita preghiera di essere ascoltato. Testurou alzò lo sguardo e rivolse un ghigno che fece sudare freddo il collega modello.
    "E' bello, ottimi gusti" sussurrò, con un filo di voce.
    Oikawa lo guardò, occhi che correvano rapidamente dal coinquilino a Kuroo, incapace di formulare un piano migliore per convincerlo ad uscire. Oikawa NON voleva tutto quello. Cioè, lo voleva, voleva Iwaizumi Hajime, ma, nonostante l'alcol stesse offuscando la sua coscienza mano a mano che la faccenda si faceva sempre più scottante, una parte di sé comprendeva la gravità che un'azione del genere avrebbe portato con sé. Oikawa rabbrividì al solo pensiero. "Kuroo", sibilò, con la voce che tremava, preoccupato per cosa il moro avesse in mente di fare.
    Ma, inaspettatamente, Testurou si rimise in piedi in tutta la sua imponenza e, senza aspettare un secondo di più, sgattaiolò velocemente via nel cesso più vicino. L'alcool stava già presentandogli i suoi aspetti negativi, quella sera. Tooru ringraziò il cielo in un sospiro.


    Si distese sul futon e si accoccolò ad Hajime, cercando di non fare troppo casino, per non svegliarlo.
    Hajime probabilmente sentì forte tutto il calore di quel corpo avvinghiato a sé, e si svegliò nel cuore della notte. Stava morendo dal caldo, la stanza era diventata improvvisamente bollente. Si sentì soffocare, ancora immerso nel dormiveglia. Quando socchiuse gli occhi e abbassò lo sguardo sul suo petto, distinse un'ombra ad abbracciarlo.
    L'unica ipotesi, era che il suo coinquilino avesse sbagliato stanza e si fosse addormentato sul suo futon. Già, il suo coinquilino...
    Iwaizumi aveva opinioni contrastanti sul suo conto. Oikawa Tooru era un modello, aveva un anno più di lui ed era più irritante delle risate finte nei telefilm americani. Era petulante, vanitoso, occupava il bagno per ore e lo lasciava in disordine, prodotti per capelli sparsi dappertutto. Eppure, da quando era arrivato lì, tale molesto essere umano aveva popolato le sue più recondite fantasie.
    Proprio così, Iwaizumi Hajime era infatuato di un pomposo damerino logorroico. Cosa gli piaceva di lui? Il modo sinuoso in cui si muoveva, come scivolava le dita fra i capelli cioccolato, come accarezzava distrattamente la superficie liscia della tazza di caffé durante la colazione. Hajime rimuginò su come fosse sbagliato sentirsi eccitato al solo pensiero di poter sfiorare quelle labbra, di scorrere le dita lungo la pelle candida della sua schiena, di...
    "Oikawa..." sussurrò, avvicinandosi ai suoi capelli per inspirarne profondamente il profumo. Tooru sorrise, un sorriso timido e imbarazzato. Non era cosa da tutti i giorni farsi scoprire abbracciato a qualcuno in piena notte. "Scusa, ti ho svegliato?"
    Hajime si sentì immediatamente disorientato, confuso, impanicato. Non capiva se si trattasse di un sogno o della realtà. Oikawa Tooru nel suo letto, avvinghiato completamente a sé? "Sono appena tornato a casa", disse, vedendo che il moro si era limitato a borbottare qualcosa di indecifrabile, ancora rincoglionito dal suo sonno profondo.
    Iwaizumi aveva chiuso gli occhi, sopraffatto dalle attenzioni che il suo coinquilino (o il suo sosia onirico) stava dedicando al suo corpo inerme. "Mngh, Iwa-chan", sussurrò Tooru, impegnato ai piedi del futon.



    Quando Kuroo tornò nella stanza, sentendosi un po' meglio, li trovò stretti, abbracciati e nudi, appena coperti dal lenzuolo del letto di Iwaizumi. Non dormivano, semplicemente Oikawa era ubriaco marcio e Hajime ci stava pomiciando. Rise, Kuroo, appoggiandosi allo stipite della porta "Prima che le cose diventino terribilmente imbarazzanti...", esordì, "Ho chiamato un taxi, a momenti vado via". Fece l'occhiolino a un Iwaizumi rimasto pietrificato, (il quale non s'era accorto di un terzo individuo in casa loro), e prese la porta. "Sai, Iwaizumi Hajime, Oikawa si è preso proprio una bella cotta per te. Ne sono quasi geloso!". La porta dell'ingresso si chiuse.

    Nessuno dei due inquilini parlò.
    Silenzio totale.

    Dannato Kuroo Tetsurou.

    Edited by Rory - 18/10/2016, 14:32
     
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    Perché AR? Anche se qui l'amore non è il tema principale, si tratta di una storia dai tratti "rosa". È un racconto sensuale nella sua genuinità. Mi piacciono le allusioni, che rendono il racconto sexy ma non volgare. Si vede che la mano che lo ha scritto è giovane, probabilmente avrei apprezzato se in alcune scene tu avessi ampliato un pochino in più, in modo da farmi entrare un pochino in più nella vicenda (cosa che si vede molto nella seconda parte e ciò lascia intravedere un animo passionale e deciso). Ma il racconto in sé è godibilissimo così.

    Unico errore che più spesso ho trovato: scrivi sè anziché sé. Ctrl + t e cerca tutti i sè da correggere.

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    CITAZIONE (Rory @ 17/10/2016, 12:25) 
    Perché AR? Anche se qui l'amore non è il tema principale, si tratta di una storia dai tratti "rosa". È un racconto sensuale nella sua genuinità. Mi piacciono le allusioni, che rendono il racconto sexy ma non volgare. Si vede che la mano che lo ha scritto è giovane, probabilmente avrei apprezzato se in alcune scene tu avessi ampliato un pochino in più, in modo da farmi entrare un pochino in più nella vicenda (cosa che si vede molto nella seconda parte e ciò lascia intravedere un animo passionale e deciso). Ma il racconto in sé è godibilissimo così.

    Unico errore che più spesso ho trovato: scrivi sè anziché sé. Ctrl + t e cerca tutti i sè da correggere.

    Rosa.

    Grazie mille per i complimenti, Ro!~
    Ho corretto i "sè", ce n'erano un paio, hai ragione.
    Grazie anche per i consigli, apprezzo molto. So di aver tanto da migliorare, non mi accontento mai, né mi fossilizzo su un unico stile. :nono: Mi impegnerò per una prossima storia.
     
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