L'Uomo Rosso

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    Ser Procrastinazione

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    È il terzo anno che lavoro come specializzando in un ospedale in centro città, a New York. La mia specialità è stata psichiatria, per un po', ma poi ho mollato il programma per seguire chirurgia generale. Era un bel cambiamento, ma mi sentivo più al sicuro. La storia che sto per raccontarvi è accaduta tre anni fa quando avevo appena iniziato la mia specializzazione.

    Era la mia seconda settimana di lavoro. Il turno notturno è solitamente piuttosto lento, in base al giorno della settimana. In questo caso era un mercoledì abbastanza noioso per quanto avessi imparato.

    I medici curanti usavano questo tempo per farsi qualche oretta di sonno, lasciando in carica gli specializzandi per un minimo lasso di tempo. Il mio capo reparto era un tipo abbastanza tranquillo. Non tanto un coglione, ma comunque severo riguardo le regole. Disse che mi avrebbe lasciato il prossimo caso che sarebbe arrivato, e io accettai con gioia. Grosso errore.

    Il mio walkie talkie si accese. Noi ci portavamo appresso quegli aggeggi fastidiosi, con quel piccolo allarme che ci avvertiva dei casi in arrivo (in qualche modo simili ai cercapersone, ma non proprio).

    Una voce urlava attraverso il walkie talkie: "Ragazzina. Disidratata. Jane Doe. Trovata per strada. Richiesto psichiatra per un consulto." Iniziai immediatamente a correre, spingendo da parte chiunque si trovasse sulla mia strada, sentendo avvicinarsi il momento per me di mostrarmi come dottore. Raggiunsi la sala di esaminazione e mi sorpresi. Sul tavolo giaceva una ragazzina molto fragile. Forse di dodici anni, ma sembrava molto più giovane. Le sue costole e lo sterno erano chiaramente visibili da sotto la pelle spessa quanto un foglio di carta. Tagli e abrasioni coprivano il suo viso, i suoi capelli erano a chiazze per la denutrizione. Puzzava di feci e urina. Becky, una nuova infermiera dello staff, iniziò ad avere dei conati. La scortai fuori dalla stanza e andai dritto verso il corpo che si contorceva sul tavolo.

    "Sono il Dottor Benneth," dissi poggiando il mio stetoscopio sul suo petto. Toccai la sua clavicola. Le mie mani tremavano. Ero nervoso. Lei cominciò a calmarsi, guardandomi attraverso i suoi occhi color ghiaccio. Come un mare cristallino mi inseguivano per miglia. Delle lacrime caddero dalle sue guance. La affidai al reparto psichiatrico.

    I giorni passavano e Jane Doe rimaneva in uno stato comatoso. Si limitava a fissare le pareti con sguardo assente. Il capo mi diede la sua custodia esclusiva, perché pensava che fosse una causa persa. Entravo ogni giorno e la visitavo quando potevo. Accendevo la TV su Disney Channel perché pensavo che lei fosse dell'età adatta. Non sapevo cosa guardassero le ragazzine.

    Le settimane passarono. Continuavo ad andare da lei. Un giorno in particolare, mentre accendevo la televisione, sentii un lieve gracidio. Mi girai intorno e la ragazza si era alzata dal suo letto. Mi fissava. Ero inorridito. Sembrava uno spaventapasseri, fisso in quel modo.

    "Jane, sono io, il Dottor Bennett," la mia voce era piccola. Sapevo che lei aveva un nome diverso, ma avevo iniziato a chiamarla in quel modo in mancanza di alternative.

    Ma Jane non si muoveva. Tese la mano e un pezzo di carta cadde sul pavimento. Lei mi fissava, con quei suoi penetranti occhi blu che mi scioglievano. Sapevo che voleva lo raccogliessi. Così lo feci. Lentamente, lo stesi. Una fitta scrittura lo attraversava da entrambi i lati.

    Lessi.

    "Io sono un'ombra.

    Mi hanno tenuta sottoterra. L'Uomo era vestito di bianco. Sono stata presa quando avevo quattro anni. Loro sono tutto ciò che conosco. Quando l'Uomo venne nella stanza, mi bendò. Tagliò i miei polsi e li tenne sul suo petto. Diceva che non si sarebbe fermato finché non l'avessi fatto diventare Rosso.

    Lui è l'Uomo Rosso. Ho sanguinato per lui. Diceva che gli avevo dato la vita attraverso il mio sangue. Prese la vita da diverse parti del mio corpo. Non c'era niente. Lui aveva preso tutto.

    C'erano delle altre. Tutte ragazze. Erano morte prima di me. Una ragazza ingoiò del vetro e morì dissanguata. L'uomo urlò: "Che spreco."

    Le mangiai. Le mangiai tutte. Erano tutto ciò che lui mi dava. Ero la Prescelta, diceva. Sono durata tredici anni, mentre le altre duravano soltanto delle settimane. Diceva che io ero la sua Regina. La sua dea.

    Ma io non sono più una persona. L'Uomo Rosso mi ha preso tutto. Il mio sangue, il mio corpo. Sono un'ombra.

    E. C."

    Dopo aver finito di leggere la lettera, Jane cadde sul letto, ritornando nel suo stato comatoso. La fissai, in una trance sbalordita e inorridita. La mano che teneva il foglio tremava. Scappai dalla stanza e chiamai immediatamente la polizia.

    Ma questo è solo l'inizio. C'è molto altro che ho da dire, ma sono davvero occupato.

    Ho le cartelle cliniche e quelle dei pazienti da compilare. Volevo soltanto tenermene fuori. Ha cambiato la mia vita.

    Parte 2 >


    Edited by & . - 24/6/2020, 16:02
     
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    non sono una che va matta per gli horror negli ospedali ma questo mi ha incuriosita
     
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