Le voci

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    Io sono diventato la morte, il distruttore di mondi.

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    – Non restare lì impalato, – Gli diceva Matt. – vai al bancone. –
    Harry si diede una mossa.
    – Chi posso servire? – Chiese la barista.
    – Io, potrei avere…
    – Due birre, una vodka e cola e uno shot di tequila. – Un bellimbusto interruppe Harry.
    – Non preoccuparti di lui, – Lo confortò Matt tramite l’auricolare, – prendi una delle bottiglie di birra vuote dal bancone mentre il coglione ordina la sua merda: ti servirà solo per fare scena. Ora guardati in giro, – proseguì. – c’è qualcuna che ti piace? –
    Harry guardò un gruppo di due ragazze e un ragazzo e, come d’accordo, picchiettò alcuni colpi con l’indice sul collo della bottiglia.
    – Chi? La bionda? – Gli chiese Matt.
    Harry picchiò due colpi.
    – La ragazza mora. – Disse Matt con tono sorpreso. – Scelta interessante. Vai da lei, ma guardando la bionda. –
    Sulle prime Harry non se la sentì, ma Matt con tono severo lo spronò ad andare. La ragazza aveva uno stile dark, i capelli neri le coprivano la fronte, e sembrava vagamente annoiata.
    – Fammi prima capire chi sono. – Matt cercò qualcosa sulle due ragazze. – Uhm… di’ due stronzate, racconta la storia del cavallo. –
    – Ehi, scusa – Harry si decise a parlare. – Per caso qualcuna di voi ha visto quel tizio a cavallo che c’è fuori? – Guardò la ragazza bionda e disse – Tu l’hai visto? –
    – Chi? – Chiese confusa la biondina. – Un tipo a cavallo? –
    – Sì! Una ventina di minuti fa un tizio senza maglietta stava cavalcando un cavallo in mezzo alla strada –
    – Davvero? –
    – Sì giuro, e sai, la parte più strana è che aveva arco e freccia! –
    – Cioè aveva un arco e una freccia veri? –
    – Te lo giuro sulla mia testa. Avrà perso una scommessa o qualcosa del genere…
    – Scusami, tu chi sei? – Si intromise il ragazzo.
    Harry perse tempo mentre Matt cercò qualcosa sul ragazzo.
    – Chi conosci dell’ufficio? – Chiese.
    – Intanto conosco te. – Suggerì Matt ad Harry.
    – Intanto conosco te. – Disse Harry.
    – Dawson. –
    – Dawson, giusto? –
    – Vi siete conosciuti al Kath’s Barbecue –
    – Ci siamo conosciuti al Kath’s Barbecue, mi sembra in… –
    – Giugno – Gli suggerì Matt.
    – In giugno, vero? –
    – Aveva una paglietta. –
    – Avevi una polpetta. –
    – Ho detto una paglietta. – Lo corresse Matt.
    – Ho detto una paglietta, che indossavi. In testa. –
    – Fingerà di ricordarsi. – Lo tranquillizzò Matt. – Anche se non è sicuro del tutto. –
    – Hai ragione, si. Scusa. – Disse Dawson.
    Seguendo il consiglio di Matt, Harry si fece presentare Emy: la ragazza bionda, e Jennifer, la mora. Poi si concentrò sulla biondina e attaccò a parlare con lei.
    “La tattica, di solito è quella di lasciare in disparte quella che ti interessa di più: intanto non fai la figura del morto di fame, e poi spesso sono loro a farsi avanti, in modo naturale. Le persone vogliono essere notate, non vogliono essere escluse, le fa sentire invisibili, ma quella ragazza sembrava che volesse essere ignorata di proposito. Lei era una nuova scoperta. Un’attraente nuova scoperta. E non c’è niente di più stimolante.” Pensava Matt.
    Intanto la ragazza mora se n’era andata.
    – Va bene, sfida accettata – Dichiarò Matt. – Non ti arrendere. Lascia parlare per un altro po’ la nostra amica Emy e poi trova una scusa per defilarti.
    Harry andò al bagno. Trovò un po’ di imbarazzo a farla con il leader e tutti gli altri che guardavano, ma una volta finito, uscito dal bagno, la vide. Era seduta in disparte, con aria annoiata, come prima.
    – Harry, la cosa migliore è che tu vada da lei e le parli. – Spiegava Mattew, – Stabilisci un contatto, ok? Non avere paura di lei. – poi chiese consiglio ai ragazzi.
    – La cosa interessante è che è carina, ma vedo che non ha nessuno intorno – Disse uno di loro.
    – Probabilmente li scarica sempre. – Intervenne un altro.
    – Loro sono tipi comuni, lei è una speciale: non hanno niente in comune. –
    – Ok, può essere un inizio. Harry avvia una conversazione, ma sii cinico ok? Tagliente. Alla Bonnie & Clyde. – Suggerì Matt.
    Harry si avvicinò alla ragazza.
    – Io le feste non le capisco: – Disse Harry, – ti presenti, e c’è il divertimento forzato per tutta la sera. Devi parlare di quali programmi segui in TV, devi sforzarti di essere felice. Non so, o forse sono solo io che non mi diverto. –
    – Tranquillo non sei solo tu. – Gli disse la ragazza.
    – Vai bene, bell’inizio. Continua a dire qualcosa da outsider. – Gli suggerì Matt. – E continua a guardarla, devo valutare le sue reazioni. –
    – Ti ho vista seduta qui in disparte, e così ho pensato “Ehi, uno spirito affine”, – Disse Harry, poi si ricordò che doveva restare cinico e si corresse. – Odio quelli che dicono “Spirito affine”. –
    – Anch’io – disse sorridendo la ragazza.
    – Mi sa che neanche a te piacciono molto le feste. –
    – È il rumore che mi dà fastidio. Tutto quel parlare e parlare, cazzo, che non finisce mai. – disse la ragazza, poi continuò. – Non posso pensare con la confusione, una volta sono sopravvissuta solo perché ero fatta. –
    – Cosa avevi preso? – Le chiese Harry.
    – Solo le mie medicine – Disse la ragazza. – Ma dovevano essere abbastanza forti perché mi sono divertita. –
    – Fico. – Disse Harry.
    – No, non lo è – Lo corresse Matt.
    – Ora vorrei avere qualche pasticca con me. – Continuò Harry.
    – No, non vuoi. – Quasi lo rimproverò, Matt.
    – Io… io sto solo scherzando. – Disse Harry.
    – Non ne prendo più, di quella roba. – Confessò la ragazza.
    – Bene, non ne vale la pena. – Le disse Harry, seguendo il consiglio di Matt.
    – Fa male avere quella roba in circolo. –
    – Per me è solo una rocchettara di basso livello. – Intervenne uno dei ragazzi. – Si è disintossicata e si trova bene a fare conversazioni spiritose. –
    Matt non fece caso ai loro commenti e suggerì a Harry di chiederle di parlare in un luogo più isolato. I due si spostarono in una saletta appartata.
    – Be’, immagino che di là tutti abbiano già provato a entrare nella tua… –
    – Testa. – Gli suggerì Matt.
    – Testa. –
    La ragazza sorrise.
    – Ok, uhm, chiedile da quanto lavora lì. – Suggerì Matt.
    – Da quanto tempo lavori per… –
    – Mackson Frank. –
    – Mackson Frank? –
    – Tre anni. –
    – Oh allora hai fatto tre feste di natale. – Osservò Harry.
    – Questa sarà l’ultima. –
    – Davvero? Ti licenzierai? – Chiese Harry.
    – Ci sto pensando da tanto ma, sai com’è, sei convinto di volerlo fare ma quando sei sul punto di farlo non hai il coraggio. –
    – Sii solidale con lei. – Gli suggerì Matt.
    – Già, – Prese a parlare Harry. – è come quando sei sull’orlo di una piscina e stai per tuffarti, ma temi che l’acqua sia fredda, ma sai che quando ti sarai tuffato andrà tutto bene: è soltanto la paura dello shock che ti trattiene perché in sostanza è solo un passaggio da uno stato all’altro. –
    La ragazza annuì e lo guardò sorridendo.
    – Ma non può farti male perché è soltanto un cambiamento di stato – Continuò Harry.
    – È esattamente questo. Solo un cambiamento di stato. – Disse la ragazza, compiaciuta.
    – Ed è frustrante, – Disse Harry. – perché hai una decina di voci in testa che ti dicono di non farlo e altre dieci che ti dicono “Invece fallo!” –
    – Quali sono quelle che ascolti? – Gli chiese la ragazza.
    – Le seconde. –
    – Davvero? –
    – Sì, ma se non ti piace puoi sempre dartela a gambe. Fallo e non pensarci. –
    – Hai ragione, lo farò. –
    – Be’ ai cambiamenti di stato. – Propose Harry, alzando la bottiglia.
    – Ai cambiamenti di stato. –
    La ragazza andò in bagno. Harry si girò di spalle e cominciò a parlare con Mattew tramite il microfono dell’auricolare. Diceva che era un imbroglio e che da solo non avrebbe mai avuto il coraggio di parlarle.
    – È come un incubo avervi tutti in testa a dirmi cosa fare, voglio essere io a parlarle. Ormai ho la testa nel pallone, vorrei che spariste tutti. –
    Proprio mentre Harry parlava, la ragazza rientrò nella stanza e lo vide.
    – Vieni da me. – Propose ad Harry la ragazza.
    – Cosa? – Disse Harry confuso.
    – Ho pensato di chiedertelo, una vocina mi ha detto fallo quindi lo faccio. –
    – Dille di sì. – Gli suggerì Matt.
    – Ho voglia di farlo. –
    – Avanti! Che aspetti dille di sì! –
    Jennifer baciò Harry sulle labbra.
    Harry accettò l’invito.
    La casa era illuminata con una luce fredda e non aveva finestre, sulle mensole c’erano alcune pietre nere e altri oggetti strani. Matt osservò questo dettaglio mentre gli altri ragazzi non pensavano ad altro meno che al momento in cui l’avrebbero fatto.
    La ragazza invitò Harry ad andare nella camera da letto.
    Harry andò nella camera da letto e riprese a parlare con Matt. Era molto teso. Non si aspettava di arrivare così in fondo già al primo appuntamento.
    – Non voglio che vediate tutto ok? – Disse Harry a Matt e agli altri.
    – Ma tu sei stato ben felice di guardare gli altri mentre lo facevano. –
    – Ascolta, – Disse Harry. – lei è reale, è troppo reale –
    – Niente è troppo reale. – Disse Matt.
    La ragazza entrò. Lo fece sedere sul letto e poi gli diede da bere. Harry tossì.
    – Wow è forte, che cos’è? – Le chiese Harry.
    – Che si fottano, ecco cos’è. – Rispose Jennifer. – Un bel bicchiere di che si fottano.

    – Che si fotta chi? – Chiese Harry.
    – Ti dicono cosa fare, metà dice una cosa metà un’altra. Parlano, non fanno che parlare. Ho smesso di prendere le medicine perché… attutivano un rumore. Mi hanno sempre parlato. Sono sempre lì, e io ne ho abbastanza! –
    – Ok Harry, vediamo come chiudere la faccenda. – Disse Matt, con tono preoccupato
    – Volevo bere questo stasera ma stavo esitando. Codarda! –
    Harry tossì.
    – Poi, ho incontrato te. Era destino. Tu sapevi come ci si sente e hai detto “fallo!” quindi ora diciamo “fottetevi!” –
    Harry era diventato pallido e continuava a tossire.
    – So che anche tu li senti. Ti ho visto mentre gli parlavi. –
    – No – Disse Harry, ormai gli usciva sangue dalla bocca – Sono persone vere! Sono persone vere! –
    – Non esistono persone vere! – Disse Jennifer.
    – Harry, vattene da lì e subito. – Gli disse Matt.
    – È come un gruppo, in cui incontriamo delle ragazze e ci dicono come fare, è tutta sera che ci guardano, e uno di questi è il leader, che ci dà dei consigli e ci dice come fare. –
    – Nessuno capisce cosa vuol dire! – Diceva la ragazza. – Ce ne sono centinaia! Mi controllano seduti ai loro posti di comando, che mi gridano che cosa fare! –
    La ragazza bevve un sorso di quella bevanda.
    – Devi farlo anche tu! – Disse ad Harry.
    – No, non voglio! –
    – È solo un cambiamento di stato! –
    Poi prese un imbuto, lo mise in bocca ad Harry e gliela fece bere tutta.
    Harry gridava agonizzante sul letto, mentre del sangue gli usciva dalla bocca.

    Storia presa dall'episodio speciale di Black Mirror "White Christmas" lo trovate qui


    Edited by Shira™ - 24/9/2016, 14:02
     
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    Edited by Shira™ - 24/9/2016, 14:01
     
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    Happy Urepi Yoropiku ne~

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    Sinceramente la vedrei più Crime, come ha detto Shintaka è più thriller che horror
     
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    Nessun commento qui? Ci pensa Pasta ;)
    Premetto che Black Mirror mi piace davvero molto.
    Anche la storia è davvero interessante, l'eccessivo dialogo non aiuta, secondo me.
    Forse dovevi soffermarti di più a descrivere le azioni più che inserire una serie di dialoghi che, se da una parte danno un senso di dinamicità veramente interessante, dall'altra tendono a stancare il lettore.
    Essendo una serie tv (o una serie di corti), Black Mirror gioca molto sulle immagini, ispirandoti ad essa sarebbe stato meglio dar vita a queste immagini, piuttosto che ai dialoghi :)
    Detto questo, hai fatto in ogni caso, un lavoro eccellente. Vorrei leggere altri tuoi scritti, vedo se me li sono persi sul forum ;)
     
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4 replies since 8/8/2016, 16:28   225 views
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