Il sabba nero del Circeo

Ghira, Guido, Izzo: tre bravi ragazzi fascisti assetati di sangue

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    ANNO: 1975, 30 settembre
    DOVE: Circeo, una villa a Punta Rossa
    VITTIMA:Rosaria Lopez, 20 anni, studentessa. Viene picchiata, stuprata, infine annegata in una vasca da bagno. Anche Donatella Colasanti viene torturata, ma sopravvive.

    Gianni Guido, Andrea Ghira, Angelo Izzo, giovani neofascisti, volevano divertirsi: erano già stati coinvolti in altri casi di stupro.

    Roma, mercoledì 1° ottobre 1975, tra le auto in sosta in Via Pola c'è una Fiat 127 bianca: da quell'auto, da qualche ora, si alzano dei lamenti. Dei lamenti di donna.
    L'allarme viene raccolto dal capitano dei carabinieri Prospero Prosperi, che si precipita sul posto richiamato da un giovanotto del luogo, e quando forza la serratura del portabagagli e lo spalanca, la scena davanti ai loro occhi è terrificante: all'interno, avvolta malamente in un plaid e alcuni teli di nylon c'è una ragazza, nuda, il cui volto è una maschera di sangue, tumefatta e dall'espressione atterrita, che grida frasi sconnesse, parla di un sequestro, di una ragazzina.
    Accanto a lei c'è il corpo massacrato della sua amica del cuore, Rosaria: le due ragazze erano scomparse da casa 36 ore prima, ai genitori avevano detto che sarebbero andate ad una festa con alcuni amici.

    Donatella aveva conosciuto uno degli aguzzini tre giorni prima, davanti al cinema Empire, e racconterà ai magistrati "Erano le 18.30, eravamo uscite dal cinema Empire, quando incontrammo un certo Carlo. Facevamo l'autostop e Carlo, che era a bordo di un'auto bianca, si fermò. Ci accompagnò fino alla stazione e durante il tragitto ci propose di rivederci, insieme con un altro amico. Io gli diedi il mio numero telefonico." la prima impressione di Donatella è buona, il ragazzo è ricco, molto educato e di buona famiglia.
    All' appuntamento con lui porta la sua amica del cuore Rosaria, mentre lui i suo amici Gianni ed Angelo.
    Stanno a chiacchierare, e a fine giornata si danno appuntamento per il lunedì, ad una festa. La trappola è scattata.

    I ragazzi portano Donatella e Rosaria in una villa a tre piani di San Felice Circeo, la casa di Carlo, e le lasciano lì ad aspettare un "loro amico", ma la situazione di colpo cambia: i tre si fanno violenti, uno di loro tira fuori una pistola e dicono che loro ora appartengono al loro capo Jacques.
    Le due ragazze li supplicano, ma ormai è troppo tardi: vengono chiuse in un bagno, e sottoposte a violenze a turno, per assecondare i loro desideri, per tutta la prima notte. Mentre Donatella, dopo il festino, risulterà ancora vergine, Rosaria non lo sarà più.
    Dopo, viene data loro una coperta e, disperate, sperano che con il mattino tutto finisca.
    Ma i rapitori aspettano ancora il loro capo, Jacques Berenguer, e nel frattempo il calvario continua.
    L'uomo arriva (egli si chiama in realtà andrea Ghira) e si dimostra stranamente gentile con Donatella, mentre a Rosaria tocca la sorte peggiore: mentre l'altra ragazza viene sedata, lei viene portata in bagno, picchiata ed affogata nella vasca.

    I quattro ragazzi cercano di uccidere più volte Donatella, strangolandola, prendendola a calci e pugni e picchiandola con una spranga, ma non riuscendoci decidono di chiuderla nel baule con il cadavere, portarla altrove e finirla con la pistola: è lì che la ragazza si salva, dato che, con disumana calma, la lasciano viva per andare a mangiare qualcosa, e il finale è risaputo.

    Il 29 luglio 1976 arrivò la sentenza in primo grado, ergastolo per Gianni Guido e Angelo Izzo, ergastolo in contumacia per Andrea Ghira. I giudici non concessero alcuna attenuante.
    Ghira fuggì in Spagna e si arruolò nel Tercio (Legione spagnola, da cui venne espulso per abuso di stupefacenti nel 1994) con il falso nome di Massimo Testa de Andres. Ghira sarebbe morto di overdose nel 1994.
    Gianni Guido riuscì in seguito ad evadere dal carcere di San Gimignano nel gennaio del 1981. Fuggì a Buenos Aires dove però venne riconosciuto ed arrestato, poco più di due anni dopo. In attesa dell'estradizione, nell'aprile del 1985 riuscì ancora a fuggire, ma nel giugno del 1994, fu di nuovo catturato a Panamá, dove si era rifatto una vita come commerciante di autovetture, ed estradato in Italia.
    Izzo, dopo aver avuto la libertà vigilata nel 2004, soffocherà uccidendole, due donne e nel 2007 verrà condannato all'ergastolo definitivamente.

    Qui potete trovare un articolo su "The Mob", il romanzo mai pubblicato che Izzo scrisse in carcere.

    Fonti: Wikipedia, Leuropeo- I veri "gialli" della nera, articolo di Riva & Viganò


    Edited by DamaXion - 21/3/2018, 10:21
     
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    Posso dirla una parolaccia? Perché 'sti zebedei se le meritano tutte.

    In ogni caso, bella RC :sese:
     
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    Ma perchè esiste gente del genere mi chiedo..
     
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    Il bello è che lo Stato italiano è riuscito anche a liberare Angelo Izzo, e a farlo uccidere ancora! Tra qualche anno lo faranno uscire nuovamente?
     
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  5. TheExplorer
         
     
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    Onestamente non capisco cosa c'entri il fatto che erano fascisti.
     
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    CITAZIONE (TheExplorer @ 5/3/2016, 00:04) 
    Onestamente non capisco cosa c'entri il fatto che erano fascisti.

    Non è che voglia implicare che dato che lo erano erano cattivi, ma a parte essere il sottotitolo dell'articolo da cui ho preso spunto, all'epoca del delitto era vista come una cosa gravissima
     
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  7. TheExplorer
         
     
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    CITAZIONE (DamaXion @ 5/3/2016, 10:09) 
    Non è che voglia implicare che dato che lo erano erano cattivi, ma a parte essere il sottotitolo dell'articolo da cui ho preso spunto, all'epoca del delitto era vista come una cosa gravissima

    Non all'epoca... Ma dal giornale da cui è tratto l'articolo.
     
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    Ultimamente mi sono andato a rivedere i filmati del processo di Angelo Izzo (quello appunto per l'omicidio delle due donne dopo la semilibertà) e devo dire che ne sono rimasto parecchio colpito. Non solo non sembra affatto il mostro per il quale viene solitamente descritto, ma parla e ammette i fatti accaduti con estrema naturalezza. Parla tranquillamente di come uccide le due donne, di come si fa aiutare dal suo compagno (un ragazzino che aveva voluto portare con se per "fargli sporcare le mani"), ride e scherza con i giudici e addirittura prende in giro il giudice che lo interroga e il marito e padre delle donne morte definendolo un omicida di poco conto con cui non valeva la pena fare affari. Da un lato lo trovo spaventoso mentre dall'altro estremamente affascinante come soggetto (sia chiaro, non in modo positivo). Ho letto anche che in carcere avrebbe scritto parecchi testi, di cui due libri mai pubblicati che sinceramente troverei interessantissimi da leggere anche solo per cercare di capire un po' di più della psicologia di questo soggetto.
     
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7 replies since 5/2/2016, 00:12   726 views
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