Bambola di Corda

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  1. Marziano98
         
     
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    Oggi è un giorno che la piccola Dorothy non scorderà tanto facilmente. Nessuna bambina di dieci anni come lei lo farebbe. Dieci anni appena compiuti.
    Oggi.

    Li ha compiuti mentre fuori pioveva. All'inizio era una fina pioggerellina, che sembrava dovesse esaurirsi nel giro di qualche minuto, ma poi si trasformò in un vero e proprio temporale, con una pioggia incessante e tuoni occasionali. Sicuramente non la migliore delle giornate per trascorrere un compleanno.

    Ma non è stato solo quello a rovinare il compleanno della piccola. No. Ha dovuto anche indossare un vestitino completamente nero, invece di quello rosa e bianco che aveva comprato ieri, quello che finiva con una simpatica gonnella. Quando glielo hanno imposto, tuttavia, non si è lamentata.
    Anche se era una bambina, aveva intuito che il cambio di vestito era l'ultimo dei suoi problemi.

    Il posto in cui Dorothy trascorse il suo compleanno era carino, tutto sommato. Un ampio spazio verde, che presentava ad intervalli regolari delle pietre con l'estremità che fuoriusciva dal terreno ovale, talvolta con dei graziosi fiori come ornamento.

    Una volta sapeva il nome di quei fiori, glielo aveva detto una volta la mamma, in occasione della partenza della nonna, ma ora proprio non se lo
    ricordava.

    La mamma. È principalmente con lei che ha trascorso il suo compleanno. Ed era con lei che, il giorno prima, era andata a comprare il suo vestitino, quello rosa e bianco, come regalo di compleanno. L'avevano visto su internet, e subito se ne erano innamorate. Così la mamma aveva deciso portarla a comprare il vestitino, ma il negozio si trovava in un centro commerciale un po' fuori mano.

    Così ci andarono in macchina. In questo modo, non ci misero molto. A dirla tutta, finirono molto prima del previsto, tanto che le due decisero di farsi un giro per i negozi, trovandone alla fine uno davvero particolare.

    Dorothy non si ricordava il nome di quel negozio, era un nome molto strano, sicuramente esotico. Quel che si ricordava era l'odore che c'era lì dentro, che permeava le mura, gli oggetti, l'intera stanza. Era odore di corda, più precisamente di canapa.

    Quando si guardò intorno, si accorse della sorgente di quell'odore.

    Bambole. Il negozio era pieno di graziose bambole di corda.

    Tra le tante, Dorothy ne vide una in particolare. Era una bambolina dai capelli biondi, con i bottoni bianchi, bianchissimi e una cucitura sorridente al posto della bocca. Sul petto aveva cucito una scritta, "angelo custode". E, come un angelo, aveva sulla schiena due ali piumate, fatte con un materiale simile all'ovatta.

    Mentre Dorothy era assorta nell'osservare quella bambola, sentì sua madre che parlava con la commessa, un anziana donna che la vecchiaia aveva piegato a tal punto che oltre non le sembrava possibile. Sentì qualcosa come "prevedere il futuro" e "le bambole rimediano". La mamma sembrò trovare divertente quello che le disse la commessa, anche se le lasciò fare, Probabilmente voleva cogliere l'occasione per farsi due risate.

    Ma quelle due risate non se le fece mai. Più a lungo la vecchia parlava, più sulla faccia della mamma si fece strada un'espressione angosciata. Ad un certo punto sembrò non poter sopportare oltre e fece per andarsene, tirando per un braccio Dorothy, quando le parole della commessa la fermarono:

    Fossi in te, io qualche precauzione la prenderei.

    Disse questo, indicando la bambola che aveva catturato l'attenzione di Dorothy. La mamma allora si girò, guardando prima la bambola e poi Doroty, quest'ultima con uno sguardo più angosciato che mai.

    Dorothy vide negli occhi verdi della madre l'ombra di un dubbio così terribile, che ebbe paura persino di indovinare quello che avesse detto la vecchia.

    Poi la mamma sembrò prendere una decisione.

    Comprò la bambola e uscì dal negozio insieme alla figlia in fretta e furia, senza dire una parola. Non disse nulla neanche durante il viaggio di ritorno, fino a quando Dorothy non le chiese cosa stava succedendo. Allora la madre si girò verso di lei, che si era seduta sui sedili posteriori, e le gridò di smetterla, di stare zitta, che aveva altro a cui pensare, molto più importante.

    Pessima idea distrarsi alla guida. Così non ci si accorge di molte cose. Infatti, la mamma di Dorothy non si accorse di star passando con il rosso, e che un'altra macchina era spuntata alla sua sinistra, proprio all'altezza del conducente. L'impatto fu inevitabile.

    Dorothy pensava a tutte queste cose, mentre era seduta in macchina, di ritorno dopo aver assistito al funerale di sua madre. Guardava fuori dal finestrino la pioggia che cadeva fittissima, e si ricordò improvvisamente il nome di quei fiori che aveva notato al cimitero.

    Crisantemi. Si chiamavano Crisantemi.

    Ricordava la loro forma graziosa, la loro moltitudine di colori, ma non ne riusciva a ricordare l'odore. Si concentrò con tutte le sue forze, ma l'unico odore che le veniva in mentr non c'entrava nulla con i fiori.

    Era l'odore di corda. Più precisamente di canapa.

    Non ci mise molto a capire che l'odore era reale. Allora si guardò intorno per capire da dove provenisse, e quando si girò verso il sedile accanto ne individuò la sorgente.

    Era la bambola che aveva comprato il giorno prima con la madre. Era riversa a pancia in giù, e sulla schiena aveva un biglietto piegato. Dorothy, con un misto di paura e di tristezza, prese il biglietto, lo aprì e lo lesse:


    Dorothy
    In quel negozio, ieri, ascoltando le parole di quella megera, ho realizzato che, pur non volendomi mai separare da te, prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui avrei dovuto farlo, per sempre. Allora ti ho guardata, e ho pensato che non fosse giusto che la mia bambina, per quanto possa diventare grande, non avrebbe trovato sua madre nel momento del bisogno. Non mi importa che tu abbia dieci o cento anni, so che avrai sempre bisogno di me. Così ho deciso di comprarti questa bambola. Quando sarai in difficoltà, quando non saprai più a chi rivolgerti, prendila e guardala dritto negli occhi. Così io sarò là. Ti voglio Bene,
    La mamma



    Dorothy non si sentì mai così male prima d'ora. La tristezza rischiò di prendere il sopravvento, e la piccola sentì il bisogno disperato di piangere. Aveva una gran voglia di parlare alla mamma, di dirle quanto le mancasse.

    Così fece come le aveva detto. Prese la bambola e, tra un singhiozzo e l'altro, la guardò dritto negli occhi. O meglio, nei bottoni.

    Nei due bottoni verdi.

    spero di non avere sbagliato sezione, è più di un anno che non entro nel sito e sono cambiate così tante cose... *attacco nostalgico in corso*


    Edited by Shira™ - 13/1/2016, 15:58
     
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    Mi è piaciuta, molto dolce. Drammatico per me.
     
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    Drammatico anche per me. Mi piace molto lo stile e apprezzo l'atmosfera che si è creata. Un po' troppo lineare forse, non c'è un vero e proprio mistero, né un vero e proprio colpo di scena e/o evento sovrannaturale, ma va bene così, in fondo si tratta di una tipologia di racconto molto differente dalle CP.
     
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    Senza offesa, ma non mi ha trasmesso nulla, l'ho trovata abbastanza inconcludente
     
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