Insanity please come here…
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Come ci siamo ridotti? Vacue anime spente strascinanti, trainate da una speranza effimera, ma miracolosamente esaudita.
C'è da essere fieri. Fieri di come abbiamo digrignato i denti e affondato le unghie per restare in equilibrio sull' ormai sottile filo della vita. Hanno raso al suolo le nostre abitazioni, distrutto le nostre vite, polverizzato i nostri futuri.
Noi però riuscimmo a sopravvivere, non lo considero un atto di vigliaccheria. Quando il fiato caldo della nera figura vi sarà ormai sul collo allora potrete capire che tutte le vie della salvezza sono lecite. Onore ai nostri compagni caduti nel nostro villaggio. Riuscimmo a scappare, eravamo un gruppo di un centinaio di persone. Un centinaio di persone senza una casa, senza cibo, senza nulla. Se non la costosa ricerca della salvezza; da tre settimane in viaggio siamo ormai in punta di piedi nel bordo dell'oblio. Giù, ad attenderci, pazzia, dolore e morte.
Ci reggiamo a malapena sulle gambe, riesco a intravedere le ossa stampate sulla sottile pelle dei miei compagni. Pochi logori stracci cercano di coprire quei magri corpi esili. I visi pallidi, la pelle verdastra e violacea, la bava nell'angolo della bocca e la disperazione in testa. Occhi infossati, vitrei. Ti fissano, non hanno nulla su cui posarsi, stanchi dell' amara monotonia. Malattia e morte hanno banchettato su di noi, sventure e avversità ci hanno più volte reso ostica la via, ma la nostra determinazione ci ha portato alla giunta salvezza. Avanziamo con le quasi nulle forze che ci rimangono, uno spettacolo mediocre, ridicolo. Chi mi circonda, come me, ha il respiro affannato per l'eccitazione. Si respira aria di vittoria.
Le mura della città mi sembrano la visione più bella della mia vita. La salvezza è finalmente giunta a noi, come un faro nella notte. I miei compagni tendono le mani verso di lei. Impazienti di saziare quel che resta dei loro corpi.
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L' aria era immobile, il vento non donava la sua solita presenza. Tutto taceva. Ormai mancava poco tempo al cambio, i pensieri di una taverna calda e di un buon boccale di birra si facevano strada tra la sua mente. Un ultimo sguardo all'orizzonte e poi la sentinella sarebbe diventata un uomo qualunque ed un uomo qualunque sarebbe divento una sentinella. Niente sul fronte ovest. Nemmeno sul fronte nord.
Un brivido percosse la schiena dello scrutatore. Erano lì veramente o la sua mente lo stava ingannando? Come poteva non essersene accorto prima? Non ci poteva credere, ma erano troppo vicini alle mura per non poter fare qualcosa. Doveva agire subito.
La porta si spalancò bruscamente, la sentinella entrò correndo, farneticando parole sconnesse e senza un apparente senso.
"Diamine! Cosa state facendo? Vi sembra il modo di presentarvi a corte? Un po' i rispetto per il nostro sovrano!"
"Di grazia, me la sbrigo io. Sentinella, cosa dovete riferirmi? Avete visto forse qualcosa?"
Le parole normalmente autoritarie del sovrano furono scosse da un velo di preoccupazione. Tutti sapevano il motivo. Nessuno ne voleva parlare, ma una guerra incombeva ed il nemico era ormai alle porte.
"Mio signore, mio signore! Stiamo per essere invasi! Ormai sono a qualche minuto dalle mura, dobbiamo organizzare la nostra resistenza, non c'è tempo!"
"E così le armate del nord sono giunte. Siamo in guerra ordunque"
"Signore, mio signore non si tratta delle armate del nord. Arrivano da sud. Sono..."
La sentinella racimoló il coraggio necessario. Non poteva credere lui stesso alle parole che pronunciò, ma doveva adempiere al suo compito.
"Sono morti. Morti che camminano."
Il titolo sta per nascita intesa come nascita del mito degli zombie. Si basa sul fatto che la sentinella scambi i sopravvissuti del primo capitolo in 'morti che camminano'. Essi sono stati posti infatti in uno stato che li ricordi ma senza compromettere il loro stato vitale.
Edited by InsanityInside - 5/12/2015, 18:55
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