Creep - In Fiction

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  1. Yaniv
         
     
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    La notte del 2 agosto 2015 un singolare evento colpì gli abitanti della città di Roma. Che fossero a lavoro, ballando in una discoteca sotterranea, cenando con i parenti o semplicemente in giro per le sue borgate, a tutti questi romani il cellulare squillò contemporaneamente. Un gigantesco ronzio fece capolino in quella notte afosa . Un innaturale silenzio calò nella capitale. Le persone si guardavano a vicenda, stupite dell’avvenimento. Tutti i cellulari di Roma avevano ricevuto un messaggio da un numero che i telefoni riconoscevano come “Sconosciuto”.
    Alcuni lo cancellarono, pensando fosse della semplice spam. Altri non potettero vedere il messaggio, perché nelle braccia del sonno. Ma chiunque lo lesse sicuramente avrà avuto un brivido lungo la schiena. Il messaggio era semplice, ma il suo contenuto decisamente inquietante.

    CITAZIONE
    Devo fare veloce. Non ho molto tempo. Nessuno di noi lo ha
    Ometterò alcuni dettagli ne modificherò altri. Non ho modo di sapere chi di voi che sta leggendo questo messaggio in realtà sta già lavorando per loro.
    In realtà, non sai neanche se stai effettivamente lavorando per loro.
    Ural-76. Quel posto era un buco nero. Nessuna informazione è uscita di lì. Puntualmente aspetti il sonno inutilmente, mentre fuori la città è avvolta nell'ombra. Il buio parla sapendo che sei in ascolto, il buio ha un volto stavolta il buio ti ha scelto cerchi di evitarlo ma farlo sarà impossibile.
    Credo che avremo bisogno di un paio di minuti. Dormiremo nei letti, prosciugati dei fiumi surrogati di sogni.
    Chiudi tutti i cancelli, le tue porte blindate, le tue braccia magre, le tue celle frigorifere. Chiudi ermeticamente le tue gambe, i mari rossi, le finestre, ti lascio le tue basi aeree. In Ural-76 ci sono zero regole, è inutile fuggire. La notte ti raggiunge sempre.
    Non ho niente da insegnare. Come te ieri sera alle 11. Non è un problema, prenditi il tuo tempo.
    Sono schierati, come i soldati israeliani a Gaza. Come i tuoi desideri infetti di fronte al buio sterile.
    Il buio ti prenderà.
    Il buio è intorno a te.
    Ora.
    Intorno a te.

    Roma non fu più la stessa da quella notte. I centralini delle forze dell'ordine impazzirono per le centinaia di chiamate da parte delle persone spaventate. Le luci dei palazzi governativi si spensero senza apparente motivo. Strani elicotteri sorvolarono la città nelle ore immediatamente successive all'invio del messaggio. Tutto ciò era strano, ma poi qualcos'altro cambio. I bambini iniziarono a piangere. Da soli, senza motivo piangevano. I genitori cercavano di consolari, cercando di capire cosa stesse succedendo, ma la loro unica risposta era indicare il vuoto. Un vuoto dove qualcosa strisciava. Senza che nessuno lo vedesse. Quella notte il buio iniziò ad avvolgere Roma.





    Lista giocatori


    Elenco dei turni

    Yaniv (io)
    zedef
    KungFuTzo
    Batgirl
    Caibred
    DarknessAwaits
    Mordecai the Summoner


    Edited by Yaniv - 17/7/2015, 18:36
     
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  2. zedef181
         
     
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    Quando arriva il messaggio sono coi miei amici, Roscio e Fierro, come al solito a girare per bar e cazzeggiare
    Solo il Roscio c'ha il telefono acceso
    mentre lo legge Fierro gli chiede
    "Che è?"
    "Boh cazzoneso, sarà un coglione con una qualche catena, non ce l'ho manco salvato in rubrica chi sa chi è"
    Risponde il Roscio
    "fa vedè" gli chiedo
    "ah però, non sembra una cazzata come le solite altre catene, prova a richiamarlo vedi chi cazzo è 'sto qua"
    "C'ho già provato non me lo fa fare, me l'ha mandato col privato" mi risponde
    "Vabbè regà avete intenzione di continuare a farvi seghe mentali su 'sto tipo tutta la sera o andiamo a fare qualcosa" replica Fierro
    "C'hai ragione anche te, annamo va"

    Dopodichè andiamo a farci quattro passi e a farci una siga, ignari di quello che succede in tutta la città
     
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    Ero appena uscita dalla casa della mia vittima, e mi ero messa a correre per non farmi vedere dalla polizia.
    Mentre correvo mi squillò il cellulare, quindi lo presi e vidi che era un messaggio alquanto strano.
    "Che scherzi telefonici idioti" sussurai mentre spegnevo il cellulare.
    All'ora lo consideravo solo uno stupido scherzo da parte di qualche scemo.
    Ma poi mi accorsi che in realtà non era così...
     
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    Roma, la città eterna, l'Urbe. Sono ormai secoli che non percorro le strade della capitale dell'antico impero romano che contribuii a fondare. Quanto è cambiata...
    Ricordo ancora tutto. Nel pomeriggio sono passato dal colosseo e delle immagini vividissime mi sono apparse davanti agli occhi: memorie di quando l'imperatore faceva combattere i gladiatori. Ancora posso sentire le voci del pubblico e sentire l'odore dei farcimen venduti all'interno. Tutto è cambiato, ma quando vivi tanto a lungo come me, impari che alla fine i cambiamenti sono solo apparenti. Prima di entrare in Italia sono passato da Lucerna e ho preso possesso delle mie vecchie cassette di sicurezza, non è stato semplice, ma alla fine sono riuscito ad avere un conto bancario e lì ho riversato circa dodici milioni di euro. Mi basteranno tranquillamente per arrivare fino a ventun anni quando potrò riprendere pieno possesso di tutti i miei vecchi beni. Ho mangiato al MacDonald perché se fossi andato in un vero ristorante non avrei nemmeno potuto varcare la soglia senza attirare troppa attenzione. Com'è brutto essere bambini se non puoi avere l'infanzia ad essi associata. Sono seduto su un muretto in una zona chiusa dei fori, sto mangiando un mac lobster, il nuovo panino all'aragosta del fast food. Mmm, più che aragosta credo che sia al massimo impasto di artropodi simili al krill a cui è stato dato il sapore di aragosta, una sorta di surimi. Comunque non è malaccio.
    Sorseggio una coca fredda guardando il cielo e sento vibrare il lumia che ho comprato in Svizzera pochi giorni fa.
    Appena leggo il messaggio un campanello d'allarme mi suona e ricontrollo meglio. Ural... Qualcosa mi ricordo di questa faccenda, dei ricordi lontani appartenuti a Giselle, quando danzavo al Cremlino in attesa di partire per il mondo per rubare informazioni per la madre Russia.
    Mi alzo dallo scalino guardando l'oscurità che sta coprendo Venere. Chiudo il sacchetto di carta e lo porto con me per buttarlo nel primo cestino che incontro e mi incammino verso l'albergo in cui sono riuscito ad avere una stanza facendomi prenotare da un estraneo a cui ho allungato treceto euro.
     
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    Sto camminando per le strade buie e deserte di Roma, prostitute che litigano, barboni che si bucano. Lo scenario ideale, come ogni sera. Ho appena parlato con uno dei miei, la merce si vende in fretta. Ottimo. "Come finiranno queste povere anime?" mi domando tra me e me, in uno sporco marciapiede. Tiro su il cappuccio nero, che circonda il mio viso di oscurità. Lego bene i guanti in pelle che riflettono quella luna vuota e sono in procinto di scappare verso casa quando nelle tasche dei miei jeans scuri sento quel vecchio aggeggio suonare. Lo prendo, stando attenta a non rompere quel poco che è rimasto di quel telefono e leggo il messaggio.
    "Imbecilli", penso. Richiudo il telefono, lo rimetto in tasca e mi faccio inghiottire nella notte.

    Con il presentimento che qualcosa di grosso stia per succedere.
     
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    Sono da poco arrivato a Roma durante il mio viaggio senza meta; ho deciso che mi fermerò qua stanotte, ripartirò domani.
    Prima di tutto ho bisogno di mangiare qualcosa poi andrò a cercare un posto in cui dormire un po'.
    Dopo qualche minuto di cammino trovo un ristorante ed entro, mi intrufolo nella cucina senza essere visto e rubo un po' di carne, dopodiché esco dalla porta sul retro.
    Questa sera carne cruda ma non è un problema, ormai ci ho fatto l'abitudine.
    Dopo aver mangiato, visito un po' la città ma, ad un certo punto, sento il classico ronzio di quando ti arriva un messaggio sul cellulare, ma decisamente amplificato.
    Subito non ci do peso e continuo con il mio giro turistico, poi inizio a vedere dipingersi sul volto di molti un'espressione preoccupata, in alcuni di terrore.
    Non avendo un cellulare, chiedo cosa stia succedendo ad un paio di persone che passavano di lì, le quali mi mostrano il messaggio che hanno ricevuto tutti pochi minuti prima.
    Ural-76 non mi dice niente, ma ho il presentimento che stia per accadere qualcosa di importante.
    Sono molto curioso di sapere cosa.
     
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    Qui ci starebbe bene una citazione seria e professionale ~AChineseAteMyDog

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    Quando ho ricevuto il messaggio ero nella mia casa, a pensare...come al solito...
    <<un messaggio davvero curioso>> dissi tra me e me <<così su due piedi, riscontro molte analogie con quello che è successo a me...e forse anche a molti altri...ormai ogni via è possibile, anche che sia considerata "impossibile" per gli umani. Forse questo ragazzo o ragazza ha una sorta di potere, come il mio, forse è capace di controllare apparecchiature elettroniche? In questo caso perché è spaventato? Insomma, ha un grande potere...che abbia visto qualcosa? O forse qualcuno? Se fosse così, la stessa sorte potrebbe toccare a me...>> Quella notte non riuscì a dormire, passai tutta la notte a pensare al messaggio e successivamente alla morte dei bambini...provai a cercare qualcosa su internet, ma trovai solo balle e servizi di merda fa parte di qualche giornalista raccomandato...
    <<ural-76...e forse il nostro pianeta?>>
     
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  8. Yaniv
         
     
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    Questo è il turno di Captain Soyuz

    Il rione Borgo era un rione molto caratteristico vicino al Vaticano. Elsa si trovava lì per scambiare degli appunti con un ragazzo del suo corso. Non serviva usare la telepatia per percepire la cotta che il giovane aveva preso per lei, ma non fu molto insistente. Questo la aiutò molto nel liquidarlo con un semplice grazie, ed avviarsi verso la stazione Ottaviano. Fu mentre si stava dirigendo lì che il suo cellulare trillò. Controllò rapidamente il contenuto del messaggio e rabbrividì. Possibile che il sogno di ieri fosse riferito a ciò?
    Non aveva ancora finito di leggere il messaggio quando sentì delle urla provenire da una strada lì vicina. Attraversò un incrocio e assistette ad una scena alquanto deprimente: un branco di giovani stava imbrattando un muro con delle scritte. Avrebbe potuto essere un semplice atto vandalico, ma quando Elsa si avvicinò di più per vedere cosa stavano scrivendo rabbrividì ancora. Sopra un antico muro ottocentesco, a caratteri cubitali, sorgeva la scritta Ural-76.

    L’eco lontano di una gazzella della polizia distolse l’attenzione dei teppisti dal muro. La volante si stava avvicinando velocemente al luogo dove si trovano. Troppo velocemente. Provò a capire il perché: usò la sua telepatia, ma non rilevò nessuno. Istintivamente si buttò di lato, andandosi a rifugiare dietro alcune colonnine di pietra, ma un ragazzo fu meno fortunato. Mentre i suoi compari si davano alla fuga, la gazzella lo centrò in pieno, facendo sbalzare il corpo del malcapitato all’indietro. La folle corsa si concluse all’angolo di un palazzo. L’auto si schiantò contro il muro, occupando l’incrocio. Il ragazzo era riverso a terra, senza dare segni di vita. Ciò che era assurdo era che nemmeno dall’auto provenivano lamenti.
    Elsa si avvicinò spaventa alla macchina, o almeno a quello che ne restava, e si affacciò al finestrino. La vista dell’abitacolo vuoto la fece trasalire. Chi aveva guidato quell’affare fino a lì? Solo poco dopo notò una altro inquietante particolare: la radio di servizio era settata su uno strano canale. Ural-76.
     
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    Alexander stava camminando per le strade di Roma, ascoltando il suo mp3 ed andando a prendere il bus, di ritorno da casa di un suo amico.

    Mentre stava salendo, pensando al fatto che il giorno dopo sarebbe dovuto andare al lavoro (part-time, si, ma doveva in un qualche modo mantenersi), il suo smartphone vibró nella tasca. Lo tirò fuori, solo per vedere una notifica di un messaggio bello lungo.

    Lo lesse... Concludendo poi che lo scrittore, chiunque fosse, avesse molto tempo da perdere ma un buon talento di scrittore. Aveva giá ricevuto messaggi, solitamente dai suoi amici, che cercavano di spaventarlo, ed a tutti era riservata la stessa sorte: un biglietto di sola andata verso il cestino.

    Salendo sull'autobus, notó peró che tutti stavano guardando il loro telefono sconcertati.

    Una singolare coincidenza? ...Alexander decise di si. Non voleva avere niente a che fare con cose sovrannaturali, non dopo... A ripensarci, gli vennero i brividi. Ma ormai, era finito. Non era più successo nulla di particolarmente strano dopo quello. E non doveva piú succedere.
     
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    Mary sapeva che quella notte sarebbe successo qualcosa. La luna, per qualche strano principio scientifico, era color rosso sangue, così vivida che le mise i brividi. Quando ricevette il messaggio capì immediatamente che non era uno stupido scherzo o una boiata mediatica, ma qualcosa di tangibilmente spaventoso.

    Si appoggiò la felpa sulle spalle e uscì di fretta dal locale vuoto, lasciando i piatti sporchi nel lavandino. Le strade erano desolate ma una strana aria aleggiava tra i vicoli e i borghi romani, così pittoreschi. I lampioni si spensero e si riaccesero contemporaneamente più volte; un urlo agghiacciante si levò da un appartamento lì vicino verso il cielo e da lì iniziò il caos. Le luci si spensero e il buio era così tangibile che avrebbe potuto quasi staccarne un pezzetto.
    Non era un semplice black out, ma qualcosa di macabro. Qualcosa che le fece gelare il sangue. La luna era nascosta tra le nuvole, ma era meno luminosa del solito; Mary si sentì male e si accasciò sul marciapiede, aspettando che qualcosa, qualunque cosa, desse un segno di vita.
     
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  11. Yaniv
         
     
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    Uno strano silenzio aleggiava nell’aria, interrotto solamente dal rumore delle sirene della polizia che squarciavano la notte, e i passi veloci di chi correva spaventato. Mezzora dopo l’invio del messaggio le troupe televisive di Rai News 24 erano in giro per la città, come segugi a caccia della propria preda.

    CITAZIONE
    Sei in onda Ilaria.

    Buonasera. Vi diamo conto di un inquietante notizia che sta accadendo in questo momento nella capitale. Alle ore 21:35 tutti i dispositivi elettronici capaci di ricevere o inviare messaggi hanno contemporaneamente ricevuto un messaggio da un mittente sconosciuto. Il messaggio è breve, ma le frasi al suo interno sono deliranti. Il problema però non è solo il contenuto del messaggio ma il fatto che è stato inviato in contemporanea a più di un milione di dispositivi. La Polizia Postale ha attivato una task force di emergenza che sta cercando di triangolare il dispositivo che ha emesso il messaggio, ma non sta dando risultati. Intanto giungono notizie di strani incidenti in tutti i quartieri di Roma.


    Che tipo di incidenti?

    Non abbiamo i dettagli chiari, ma sembra che la città sia in preda ad un’ondata di atti vandalici. Su molti muri è stata rinvenuta la scritta “Ural-76”, scritta sia con spray che con vernice. Vengono anche riportati strani incidenti con volanti di polizia e altri veicoli senza guidatore....non credo....dei....delle zone....denuclearizzate.....ci sono.....Ural......76

    Ilaria, mi senti? Qualcuno si è intromesso nella nostra linea....

    Non......linea disturbata.........dentro la vostra testa.......agli dei delle zone......infette.....mi senti? Mauro, mi senti......no......non sente....non più.

    Mentre tutte le emittenti avevano gli stessi problemi, un altro messaggio si diffuse. Un messaggio riservato a pochi. Il telefono di Alessia, Corrado, Dimitri, Nephalia, Alexander e Mary suono. Un televisore esposto in una vetrina fu il veicolo per Andrea.

    CITAZIONE
    Volete dormire, ma il vostro cervello non smette di parlare a se stesso. Figli dell’ottobre rosso, reagite. Cataste di maiali sacrificati agli dei delle zone infette, agli dei delle zone controllate, agli dei delle zone protette, agli dei delle zone denuclearizzate. Ural-76 è la chiave. La porta si trova alla Stazione Termini. Dirigiti là. Non agitarti o ti amerò solo di più.
     
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  12. zedef181
         
     
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    Era mezzanotte passata da poco quando mi suonò il telefono, l'avevo riacceso dopo essermi separato dai miei amici vicino a casa
    Quando lessi rimasi non tanto terrorizzato, quanto arrabbiato, questo messaggio era diretto a me, a me personalmente, che cazzo voleva questo stronzo da me?
    Mi ficco un coltello a scatto in tasca e salgo sulla moto, diretto alla stazione Termini
     
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    Ero stesa sul divano, con l'intenzione di dormire... All'improvviso mi squillò nuovamente il cellulare.
    Molto arrabbiata lo presi e vidi che era un altro messaggio con il mittente sconosciuto... Il messaggio era rivolto a me.
    La cosa mi terrorizzava molto ma allo stesso tempo ero curiosa...
    Quindi presi il mio coltello e mi diressi velocemente alla stazione.
     
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    Sono nella mia stanza nell'hotel Camere Segrete in via dei Sabelli vicino al Cimitero monumentale del Verano.
    Rimango seduto sul letto con la mente ritornata al 1870 quando ero Giselle, ma non riesco ad afferrare il ricordo giusto. Com'è frustrante.
    Dalla finestra aperta sento il suono di numerose sirene e molte voci, improvvisamente avverto il rumore di vetri rotti seguito da risate e mi affaccio: nella strada un gruppo di giovani ha appena lanciato un sasso contro la vetrina del negozio di elettronica. Le cose stanno degenerando, ma so benissimo che è solo l'inizio, che brutto momento per essere un bambino.
    Accendo il televisore della stanza sul canale ventisette, su SKY tg24 e c'è un servizio proprio su quello che sta accadendo; l'inviata, Ilaria Rossi stava parlando degli atti vandalici quando delle interferenze frammentano il suo report. La sua immagine salta e oltre alla neve si intravede un viso, dura meno di un fotogrammo, ma c'è stato.
    Improvvisamente un altro messaggio mi arriva al cellulare e lo prendo sapendo già cosa aspettarmi.
    Ottobre rosso.
    Appena leggo la mia mente viene snebbiata. Ottobre 1917, inizio rivoluzione Russa che portò alla caduta dello Zar, purtroppo quello era anche l'anno in cui Giselle era morta, quindi non ho tutte le informazioni che vorrei, ma sono abbastanza sicuro che si stia parlando di armi di distruzioni di massa e di un'operazione segreta che i predecessori del KGB avevano iniziato nelle zone più remote di Mosca dopo alcuni ritrovamenti nella Siberia del Nord.
    "Cataste di maiali sacrificati agli dei delle zone infette, agli dei delle zone controllate, agli dei delle zone protette, agli dei delle zone denuclearizzate.", appena leggo queste parole mi viene in mente una canzone e uso Google trovando il testo di Rozzemilia del gruppo punk filo sovietico CCCP Fedeli alla linea. Chi potrebbe mai mandare un messaggio del genere? Potrebbe essere uno scherzo? Comunque, visto il testo della canzone mi preoccupo un poco per il "piano padano".
    Credo di dover andare alla stazione, ma viste le strade non mi sembra una buona idea andare senza un modo per proteggermi, purtroppo non posso avere un'arma buona: se provassi a comprare un'arma non potrei usare canali ufficiali perché sono un bambino e non me la venderebbero, e se provassi a prenderla in strada rischierei di farmi derubare e uccidere da qualche malvivente. No, afferro il coltello del pranzo in camera del giorno consapevole del fatto che sia ben misera protezione e decido di far visita allo stanzino delle pulizie dell'albergo prima di andare; sicuramente le mie conoscenze nella chimica potranno essermi molto più utili del coltello seghettato che ho messo in tasca. Prendo il mio zaino e mi muovo furtivo avvicinandomi allo stanzino su cui c'è la scritta "staff only", apro e guardo tutto ciò che c'è. Trovo una tanica di benzina per il taglia erba, tanti prodotti chimici come vim, vetrix e amuchina, fogli di alluminio, bottiglie di acido solforico per stasare i sanitari, polisterolo da imballaggio, carta da cucina, stracci e tante altre cose inutili. Inizio veloce a lavorare con quello che ho e mi produco tre bombe artigianali che con la detonazione spruzzano acido e tre bottiglie di gel infiammabile affine al napalm. Non sono cosa che si gestiscono con semplicità, ma ora sono pronto a partire, fortunatamente sono molto vicino alla stazione, così chiudo lo zainetto e esco dall'albergo ignorando le domande del portiere di notte incuriosito di veder uscire da solo un bambino di dieci anni a notte fonda durante atti vandalici.
     
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    Quando mi arriva il secondo messaggio sono sul tetto di un palazzo nei quartieri poveri, guardando dall'alto tutti quei pazzi che corrono ed urlano disperati. Prendo il telefono, leggo il secondo messaggio."É iniziata", penso e correndo mi precipito a casa mia. Arrivata, saluto mia mamma, assicurandomi che abbia tutto quello di cui ha bisogno e mi dirigo in camera dove prendo tre coltelli. Uno lo infilo in un cinturino nella caviglia, uno nell'interno coscia ed uno nel polso. Bacio mia mamma sulla fronte ed esco di casa, chiudendo tutto con la massima sicurezza in modo che nessuno possa entrare e farle del male. Corro nella notte, verso la Stazione di Termini, pronta a trovarmi di fronte al peggio.
     
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