La città di specchio

Le favole di KungFuTzo

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  1. KungFuTzo
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    vvicinatevi tutti per ascoltare la storia della mitica città volante di specchio. Voi direte che è impossibile che esista una città volante, tantomeno se completamente fatta di specchi, ma questo posto era speciale, era un luogo in cui tutto era al contrario di quanto doveva essere. La città era una sorta di organismo senziente, la luce era oscurità, la felicità era tristezza, il bianco era nero, il sopra era sotto, l’impossibile era la cosa più probabile e l’amore era odio.
    Era meravigliosa. Immaginate una città che galleggia senza peso tra le nuvole con centinaia di canali che l’attraversa, palazzi altissimi e scintillanti che riflettono la luce del sole a migliaia di chilometri di distanza. L’acqua stessa che era nei canali non era vera acqua, ma acido fluorosolfonico iperpuro trasparente come l’aria. Le persone giravano per la città sopra a delle stupende barche fatte di uno speciale cristallo indistruttibile.


    Nonostante la straordinaria bellezza di questo posto, credete a me se vi dico che non avreste voluto viverci. Gli abitanti erano per la maggior parte cattivi, violenti, egoisti e scostanti. La maleducazione era la cosa migliore che potevano scambiarsi e non esistevano leggi o regole. Magari qualcuno di voi potrebbe pensare che nessuna restrizione sia divertente, ma fidatevi, alla lunga porta al caos.
    Gli anni passavano inesorabili con i più forti che prendevano quello che volevano e i più deboli che subivano finché un giorno, un terribile giorno, la città stessa si stancò di quella situazione.
    Molti dei pochi fertilissimi campi divennero sterili, quasi tutte le fonti d’acqua si prosciugarono e gli specchi iniziarono a diventare opachi.

    I migliori studiosi vennero chiamati dal re affinché trovassero un rimedio, ma nessuno fu in grado di capire da cosa dipendesse quella crisi. Inizialmente le persone non si preoccuparono troppo: la penuria di cibo e d’acqua aveva spazzato via tutti i poveracci e non c'era stato veramente timore di qualcosa, così la vita continuò più o meno come era sempre stata.
    L’indifferenza mostrata dai cittadini verso la morte di molti di loro disgustò la città che decise di fare un ultimo tentativo e lasciò solo un campo e una fonte d’acqua. A quel punto la paura iniziò a farsi strada nei cuori degli abitanti della città di specchio e la situazione cominciò a precipitare velocemente.
    Gli specchi erano molto opachi e in poche settimane anche i canali scomparvero rendendo difficili gli spostamenti, l’unico modo per sopravvivere sarebbe stato quello della collaborazione ed era ciò a cui aveva mirato la città, ma gli uomini possono essere veramente stupidi.
    Passarono quasi due mesi, le persone preferivano morire da sole piuttosto che vivere insieme e la città di specchio decise di arrendersi e privò i sopravvissuti di qualsiasi cosa, i vetri, una volta riflettenti e scintillanti, si crettarono e quasi tutti gli abitanti andarono incontro ad una lenta morte.
    Quando ormai in tutta la città erano rimaste solo dieci persone del mezzo milione che erano in origine, fu presa la decisione di abbandonare quel paradiso che si era trasformato in un inferno.
    Lavorando insieme riuscirono a costruire una barca di nuova generazione, capace di solcare non l’acqua o l’acido, ma l’aria e scapparono dalla città di specchio rifugiandosi sulla terra, fondando nuovi regni.

    Della città rimangono solo racconti e leggende, qualcuno dice che è scomparsa tanto tempo fa, ma per me è ancora da qualche parte tra le nuvole, una carcassa in rovina, un pallido riflesso di quello che era stata in origine.



    FINE

    Edited by KungFuTzo - 12/4/2015, 20:46
     
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