White Man

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  1. Non Aprite Quel Bagno
         
     
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    Sento la superficie fredda a contatto con la pelle. Provo un brivido inebriante, una sensazione bellissima che aspettavo da tanto. Dio, se la aspettavo! Finalmente sono qui.

    Mi sento in pace con me stesso, un tutt'uno con il bianco che mi circonda. Prendo un bel respiro e lascio che l'aria fresca mi riempia le narici. Assaporo ogni istante di questo momento mentre li aspetto di fronte alla casa. E' molto grande, direi gigantesca. In confronto mi sento una piccola formica. La guardo mentre un'improvvisa ondata di tristezza mi investe. Sarebbe così bello poter vedere quelle luci illuminarla tutte le notti! E sarebbe così bello passarne una sola assieme a loro, dentro quelle mura, a festeggiare questo magico momento. Sento una stretta da qualche parte nel mio corpo. Purtroppo non è possibile. Mi hanno relegato qui fuori, sotto allo sferzare del vento che rischia di portarmi via il cappello e la sciarpa. Mentre sono intento ad ammirare l'enorme edificio un fiocco di neve si scioglie sul mio braccio. Lo guardo con la coda dell'occhio e cerco di ricordare quando e come abbia perso le braccia. Mi sforzo invano, sentendo soltanto il vuoto dentro la testa. Tutto ciò che so è che me le hanno amputate entrambe. Non sono nemmeno sicuro di averle mai avute...non sono sicuro di niente, in realtà. Nemmeno della mia provenienza o di avere dei genitori. Il solo pensiero fa tornare quella stretta, ancor più forte di prima. Torno a guardare la casa, ansioso di vederli uscire e far sparire il senso d'inquietudine che inizia a mangiarmi. E finalmente vedo la porta aprirsi, tante piccole figure saltellare fuori e correre verso di me. Qualcuno rischia addirittura di farmi cadere. Rimango in piedi a stento e li guardo circondarmi. Mi toccano le braccia, il naso, qualcuno sistema il cappello. Sono così affettuosi!

    Giochiamo per ore sotto ai fiocchi di neve. Ridono e rido anch'io. Non faccio caso ai due che mi guardano dalla porta. Mi indicano, come se fossi diverso. Parlottano, poi puntano lo sguardo in alto. Sono talmente preso che non mi accorgo nemmeno del suo improvviso arrivo. Vengo investito da una fitta dolorosa alla schiena e per poco non casco a terra. Nessuno sembra essersi accorto del mio malore. Sono così maledettamente intenti a divertirsi!

    Cerco di richiamare la loro attenzione, emetto versi strozzati. Il dolore si propaga per tutto il corpo facendomi cadere di poco. Il cappello scivola via colpendo in pieno il braccio. Non mi metto ad urlare solo per miracolo. Lacrime fredde come il ghiaccio iniziano a bagnarmi il corpo mentre un calore terribile si propaga al mio interno.

    La verità mi colpisce come un pugno in faccia quando li vedo abbandonarmi e dirigersi verso l'enorme abitazione. Provo di nuovo a richiamarli e piango silenziosamente quando non si voltano. Singhiozzo mentre la porta viene chiusa e guardo supplicante il mio assassino. Non sembra provare il minimo rimorso, nemmeno un po' di pena. E proprio in quel momento, quando meno me lo aspetto, vedo la porta riaprirsi. Sono di nuovo loro, sono venuti ad aiutarmi! Li chiamo, grido i loro nomi. Mi lanciano degli sguardi divertiti, qualcuno inizia ad indicarmi.

    “Guardate”. Tutti gli occhi si posano su di me.

    “Guardate! Si sta sciogliendo”.

    Nessuno si muove. Mi guardano, ridacchiano, una piccola figura applaude e qualcuno mi punta contro un aggeggio rettangolare.

    Provo di nuovo quella stretta, ancor più forte di prima. Sento la superficie fredda inghiottire ogni pezzo del mio corpo.

    “Facciamone un altro” dice qualcuno. La luce accecante inizia ad affievolirsi, così come il dolore.

    Chiudo gli occhi e...





    Sento la superficie fredda a contatto con la pelle. Provo un brivido inebriante, una sensazione bellissima che aspettavo da tanto. Dio, se la aspettavo! Finalmente sono qui.

    Mi sento in pace con me stesso, un tutt'uno con il bianco che mi circonda.

    Prendo un bel respiro e lascio che l'aria fresca mi riempia le narici. Assaporo ogni istante del momento mentre li aspetto di fronte alla casa. Non vedo l'ora che arrivino!





    Edited by & . - 30/8/2020, 09:20
     
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  2. Bark
         
     
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    È facilmente intuibile chi sia il narratore, ma è comunque scritta bene e la ciclicità dei suoi pensieri lascia uno strano effetto, a metà tra il triste e il vagamente inquietante.
    Per me è AR.
     
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  3. Kingor N&A
         
     
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    Scritta bene, mi è piaciuta. Questo racconto è malinconico, gli artifici linguistici rendono però l'aspetto sovrannaturale calcante e inquietante... un racconto strano, davvero.
    Per me è AR.
     
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  4.      
     
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    Bellissima.
     
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