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velveteenidle.
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CITAZIONEQuesta è una poesia di Nazim Hikmet. E' narrata dalla voce di una bambina che ha perso la vita nella tragedia di Hiroshima.
"Apritemi sono io…
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perché i bambini morti nessuno riesce a vederli.
Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.
Ne avevo sette, allora: anche adesso ne ho sette perché i bambini morti non
diventano grandi.
Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.
Un pugno di cenere, quella sono io
poi il vento ha disperso anche la cenere.
Apritemi; vi prego non per me
perché a me non occorre né il pane né il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.
Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra
firmate, vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero.”. -
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Dovrebbe essere Horror d'Autore, ma non la trovo horror, semmai triste. . -
velveteenidle.
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Concordo, non è horror, ma trovo che il fatto che sia una bambina morta a parlare è abbastanza inquietante. E triste, ovviamente. . -
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Forse in Horror d'autore ci può stare, attendiamo gli altri. . -
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Sposto in Horror d'Autore . -
Yaniv.
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Già, è molto triste. . -
Phawk.
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Triste, non c'è che dire. . -
Riyuka.
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Molto triste . -
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Questa poesia è proprio quello che ci si aspetterebbe da Nazim Hikmet, appena avevo visto il titolo ero piuttosto perplesso perché non pensavo avesse fatto poesie horror, poi ho letto e reputerei la poesia drammatica piuttosto. .