Absol

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  1. Candy Sniper
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    Odio Absol. Li odio con passione. Non per quello che sono, ma per quello che rappresentano. Per tutta la mia vita li ho visti. In realtà è solo uno. Ogni volta che lo vedo, qualcuno a cui tengo muore.
    Vidi per la prima volta Absol all'età di sei anni. Io e mia mamma stavamo facendo una passeggiata nei boschi vicino casa. Era una foresta enorme e in essa c’erano tutti i tipi di pokémon piccoli, tra i quale: Seedot, Oddish, Zigzagoon, Taillow, alcuni Poochyena e anche qualche Marill occasionale. Amavo camminare in quel bosco con mia madre e amavo vedere tutte quelle piccole creature che correvano nei dintorni.
    Mia mamma portava sempre con se il suo Linoone, Breeze, camminava al nostro fianco nel caso in cui fossimo stati attaccati, ma non è mai successo.

    Breeze era tranquilla, una creatura gentile, educata come me, mio fratello e mia sorella. Non si è mai agitata quando per errore versammo un po’ di succo su di lei, o quando per sbaglio capitava di tirargli qualche pelo, era sempre calma e rilassata. Quel giorno, quando attraversammo a piedi il bosco, era tutto calmo e silenzioso. Non avevamo visto nessuno dei soliti pokémon.
    Ad un tratto Breeze si arricciò in una palla molto piccola, iniziò a ringhiare e a piagnucolare, nei suoi occhi blu, brillava la paura.

    “Cosa c’è che non va, Breeze?” Chiese mia madre, cercando di tranquillizzare Linoone sconvolto.

    Seguii il punto dove gli occhi di Breeze puntavano e lo vidi. Arroncato su un tronco, dritto al centro di una radura soleggiata, era un Absol. A quei tempi non lo conoscevo. Sembrava più leggero dell’aria. Era sulle sue zampe, pronto a fuggire da un moneto all'altro.
    La mia bocca era aperta in soggezione di quella strana e bella creatura. Mia madre non la vide, era troppo occupata a cercare di tranquillizzare Breeze. Improvvisamente sobbalzai dal mio intorpidimento.

    “Mamma! Mamma! Un pokémon! Grande e bianco! Mamma!” Gridai.

    Mia madre si mise a sedere.

    “Proprio lì su… Ci … Dov'è andato?”

    La creatura se n’era andata. Breeze si alzò di nuovo, abbaiando nel punto in cui si trovava la creatura, prima di sparire nel bosco.

    “BREEZE! NO! ASPETTA!” Mia madre piangeva, prima di sospirare, Breeze sparì.

    “A cosa assomigliava il pokémon, Mickey?” “Era bianco grande e soffice, aveva coda e artigli neri, sulla testa aveva un corno sempre di colore nero.”

    Le mani di mia madre volarono sopra la sua bocca e i suoi occhi si spalancarono.

    “Tesoro, era un Absol. Dobbiamo andare subito a casa e chiamare tuo padre.”

    “Ma-Breeze”

    “Niente ma. Breeze è intelligente, troverà la strada di casa. Dobbiamo andare. Adesso!”

    Ero rimasto scioccato dalla rudezza di mia madre, umilmente mi lasciai trascinare a casa dal suo braccio. Non sapevo cosa stesse succedendo, ma se aveva a che fare con papà, doveva essere sicuramente importante. Mio padre per la maggior parte del tempo viaggiava, non era a casa molto spesso, ma quando trovava il tempo di tornare a casa dalla sua famiglia, ci portava sempre dei regali bellissimi.

    Presto arrivammo a casa. Mia madre corse al telefono, quando compose i numeri, le sue dita volavano sui pulsanti. Rimase in silenzio per dei lunghi minuti, l’orecchio appoggiato al telefono, emetteva solamente qualche grugnito e qualche parola qua e là. Improvvisamente cominciò a singhiozzare.

    Giovane com'ero, sapevo che qualcosa non andava, anche se riattaccò il telefono, cercando di contenersi.

    “Mamma? Che cosa è successo a papà?”

    Mia madre alzò lo sguardo, aveva gli occhi rossi, mi abbracciò e cominciò a singhiozzare. E’ stato allora, capì che mio padre non sarebbe mai tornato.

    Mio padre era andato a Porto Alghepoli, soggiornò nel hotel. Era stato lì per visitare Monte Pira ed indagare sui pokémon di quella zona e controllare la zona Safari. Tuttavia, una sera decise di andare per una crociera. Il capitano della barca era ubriaco e fece schiantare la nave sugli scogli. Non ci furono superstiti.

    Tutto quello che ci rimaneva di mio padre era la sua Mightyena, Grimm, che aveva lasciato nella sua camera d’albergo e un regalo che mi stava portando. Aveva catturato il mio primo pokémon. Una bella femmina Vulpix che aveva catturato sul Monte Pira. Ho chiamato Vulpix Foxfire.

    Era fantastico avere per la prima volta il mio pokémon. Mio fratello, Alex, che aveva tre anni più di me, aveva il suo Electrike, Jolt. Mia sorella. Eva, che era due anni più piccola di me, aveva il suo Skitty, Blush. Ed ora finalmente avevo il mio pokémon, ho sentito che in lei, nella mia preziosa Foxfire, viveva un piccolo pezzo di mio padre.

    La seconda volta che ho visto Absol, è stato due anni più tardi, avevo otto anni.

    Stavo giocando nel cortile di casa mia, con mia sorella e i nostri pokémon. Nostro fratello era in giardino con la sua Manectric, ci aveva chiesto di stare dal lato opposto della casa perché stava addestrando il suo pokémon e le scosse erano più forti di quelle dei nostri pokémon.

    Ricordo tutto molto chiaramente. Avevamo tutti un occhio bendato, delle bendane sulla testa e dei peglegs (gambe di legno) falsi, anche i nostri pokémon, fingevamo tutti di essere dei pirati alla ricerca dei tesori sepolti. Facevamo finta che le scosse che illuminavano il prato nella parte opposta della casa, fossero dei temporali in arrivo. Gioco tipico di un bambino.

    Stavo supervisionando con il mio fedele Foxfire “blocca il ponte” con la sua coda, mi capitò di guardare in alto. Dritto davanti a me, non più di una ventina di metri di distanza, c’era Absol. Era lo stesso di tanti anni fa. Il mio Vulpix, notando che avevo smesso di dare ordini, alzò lo sguardo per vedere che cosa stavo fissando. Vide fin troppo.

    L’animale fece un ringhio strano del suo nome e improvvisamente il sangue ci gelò per il forte urlo che sentimmo dal cortile anteriore, accompagnato da una scossa elettrica. Absol fuggì nel bosco. Senza battere ciglio, mi rivolsi a mia sorella.

    “EVA! Veloce, vai a chiamare mamma! Io vado a controllare Alex!”

    Lei annuì in silenzio e corse dentro casa. In pochi secondi mi ritrovai nel giardino, con Foxfire al mio fianco. Mio fratello era bloccato sotto un albero caduto, urlava e cercava di lottare. Jolt cercò invano di sollevare il colosso di legno fuori dal corpo straziato.

    “Foxfire! Va ad aiutare Jolt!” Piansi.

    Obbedì immediatamente e corse da mio fratello, per vedere se riusciva a farlo calmare. Mentre faceva così, gli sforzi del mio Vulpix, di Menectric si unirono a quelli di Breeze e Gimm. (Si, Breeze tornò a casa quella notte. Era ferita e traballava, quasi svenne, ma era viva).

    Mia madre e mia sorella ci seguirono immediatamente, si unirono a noi nel cortile. In pochi minuti spostarono l’albero da sopra il suo corpo, soprattutto grazie alla mossa di Grimm, forza. Chiamammo l’ospedale, ed Alex fu portato via. Non aveva un bell'aspetto. Otto costole rotte, una clavicola fratturata, la colonna vertebrale ed il collo erano incrinati e le gambe e i fianchi erano in frantumi.

    A quanto pare, mentre mio fratello si stava allenando, non notò che c’era un parafulmine incastonato in uno degli alberi. Uno degli attacchi di Jolt fu attirato da esso, il vecchio albero era troppo debole per reggersi in piedi e cadde su Alex.

    I medici non riuscirono a salvarlo. Una delle sue costole gli aveva perforato il polmone e non riuscirono a fermare l’emorragia. Quella notte morì in ospedale.

    Avevo perso mio padre e due anni dopo il mio adorato fratello maggiore era stato portato via da me. Ero lì quando è morto. Sono rimasto nel suo letto fino alla fine. Ricordo ancora le sue ultime parole.

    “Sai, è triste Mickey. Ho sempre pensato che sarei diventato un Capopalesrta.”

    Per molto tempo, mia madre, mia sorella ed il mio piccolo Vulpix sono stati il mio unico conforto. Mi capitava spesso di addormentarmi piangendo tenendo Foxfire tra le mie braccia.

    Ho deciso di chiamarlo Absol Reaper. Mi sembrava un nome appropriato per un messaggero di morte.

    Passò un altro anno prima che Reaper portasse la sua sgradita presenza nella mia vita. Mia sorella era appena salita nel bus della scuola. Quel giorno non andai a scuola, non mi sentivo bene, mi ricordo ancora il suo viso sorridente che saliva sopra il bus, il suo Skitty sbirciava fuori dal suo zaino.

    Guardavo il veicolo svanire in fondo alla strada, ondeggiò per tutto il percorso, ed improvvisamente vidi Reaper. Sedette sulla roccia di fronte, mi guardava. Battei le palpebre, il braccio si congelò a mezz’aria, mentre stringevo ancora sulle spalle la mia coperta blu-grigio. Improvvisamente la terra fu scossa da una forte esplosione. Girai la testa e fissai il bus.

    L’intero veicolo era in fiamme, una nuvola di fumo fluttuava vicino ad esso. Lasciai la mia coperta e cominciai a correre giù per la strada a controllare se mia sorella o chiunque altro stessero tutti bene, avrei voluto salvarli se avessi potuto. Avevo un pokémon di tipo fuoco, lo usai per una o due braciere.
    Ero ancora abbastanza lontano, quando ci fu una seconda esplosione. Quest’ultima mi fece cadere a terra, ero coperto di polvere, ero troppo scioccato per alzarmi in piedi. Anche se avevo solo nove anni, sapevo che nessuno sarebbe potuto sopravvivere a quell'esplosione. Guardai indietro verso casa, per vedere se mia madre era venuta, ma l’unica cosa che la mia mente riuscì a recepire era che Reaper era sparito nuovamente.
    Furono chiamati i vigili del fuoco, la strada fu bloccata per due ore. Tutti quelli che erano nel bus erano morti, come avevo previsto.

    Nel corso delle due o tre settimane successive, ottenemmo delle informazioni, passò quasi un mese prima che la città capisse cos'era successo.

    Uno dei fighetti della scuola superiore, che si voleva sentire importante, portò un Voltorb sul bus della scuola. Suo fratello lo aveva visto sgattaiolare dentro lo zaino, quando lasciò casa, ma passò parecchio tempo prima di riuscire a confessare tutto, era troppo spaventato.

    Dopo che il pokémon si intrufolò sul bus, lui ed i suoi amici iniziarono a deriderlo, pensando che fosse divertente. La creatura si arrabbiò e usò la sua mossa caratteristica, autodistruzione. Quella fu la prima esplosione, la seconda furono le fiamme che raggiunsero il serbatoio del gas.

    Mia sorella e molti dei miei amici rimasero uccisi, l’evento segnò per molto tempo tutta la città. Nessuno in realtà ne parlava, ma da mesi nell'aria aleggiava silenzio, ci accomunava il fatto che la maggior parte di noi aveva perso un amico o un parente in quella tragedia. Diventai un bambino molto solenne, triste, come mia madre.

    Ero in un grande dolore, ma non potevo immaginare che cosa potesse significare per lei, dato che perse il marito e quasi tutti i suoi figli. La mia cara Foxfire è stata la mia gioia sinistra. Era così dolce, cercava sempre un modo per rendermi felice e tirarmi su il morale. Non mi ha mai fatto ridere, il dolore faceva troppo male, ma ho fatto in modo che lei sapesse che in tutti i casi apprezzavo i suoi tentativi.

    Per tre anni rimasi un bambino solenne. Per tre anni Foxfire fece del suo meglio per portare la gioia. Per tre anni sentii la tranquillità. Un triste, vuoto senso di pace, completo di fine, quella sensazione che si ha quando hai appena avuto una vittoria, ma ad prezzo alto. Ciononostante rimasero pur sempre tre anni di pace. Per tre anni pensai che le morti finirono. Ma per tre anni mi sbagliai.

    La giornata era nuvolosa e cupa. Si adattava alla perfezione al mio stato d’animo. Avevo trovato una scatola, con dentro delle cose di mio fratello, così mi ritornò in mente la morte dei miei fratelli. Camminavo attraverso il cortile di casa, speravo che l’aria fresca mi avrebbe schiarito le idee per un po’.

    Foxfire come sempre cercava di tirarmi su. Stava facendo qualcosa di particolarmente divertente, aveva trovato un vecchio capello e una sciarpa di mia madre e andava in giro tutta impettita come se fosse una super modella. Era così carina, sembrava così divertente, per la prima volta dopo tanti anni mi sentivo quasi felice.

    Mentre camminavamo, saltò sul margine e iniziò a camminare su due zampe, fingendo che fosse su una passerella. Sembrava così divertente, che i bordi del mio viso sembravano rompersi un po’ e finalmente feci un sorriso addolorato. Mi lacrimavano gli occhi, ero al limite, ma è stato pur sempre un sorriso.
    E poi l’ho visto. Due occhi rossi ardenti con un picco di alberi che circondavano il prato.
    Era Reaper. Improvvisamente Foxfire cominciò ad inciampare. Scivolò su una chiazza umida di muschio sul bordo del pozzo, capii che cosa stava succedendo.

    “FOXFIRE, NO!”

    Arrivai mezzo secondo in ritardo, le mie dita erano bloccate sulla coda mentre lei scomparve giù nel pozzo, colpì l’acqua con un forte spruzzo. Immediatamente reagii, lasciai cadere il secchio verso il basso.

    “Foxfire, prendi il secchio! Entra!”

    Sentii la corda più pesante, mi scappò per una frazione di secondi, prima di riprenderla. Poi sparì di nuovo. Passò un minuto prima che nel secchio ci fosse un peso consistente, non appena ci fu, gli schizzi cessarono.
    Il panico prese il totale controllo su di me e tirai velocemente il secchio. In esso giaceva il mio Vulpix, impregnato d’acqua e respirava a malapena. Era un tipo fuoco. Non poteva stare in acqua a lungo, il pesante liquido riempì i suoi polmoni, uccidendolo. Il mio Foxfire, il mio prezioso pokémon stava morendo.
    La feci uscire fuori dal secchio, singhiozzando e la tenni stretta al mio petto.

    “Foxfire, per favore, no! Ti prego non lasciarmi! Ho bisogno di te! Tu sei tutto quello che ho!” Pregai.

    I suoi occhi si aprirono leggermente, mi guardarono.

    “Per favore, Foxfire, non puoi morire! Appena finisco la scuola, io e te andremo ovunque insieme… Ti prego… Non andare… Non è possibile… Io ti amo…”.

    Piangevo, tenendola stretta, come se la mia presa avrebbe potuto mantenerla in vita. Mi sorrise, debolmente e gli occhi le si chiusero di nuovo. Il suo piccolo petto si sollevò per un’ultima volta.

    Lei non c’era più.

    Crollai. Foxfire era tutto quello che avevo, ed ora se n’era andata. Attraverso il mio dolore e le lacrime senza fine che correvano sulle mie guance, notai una cosa. Gli occhi rossi che si erano presentati, tra gli alberi scomparvero.

    L’abbiamo sepolta nel giardino di casa. Gli abbiamo fatto un buon funerale, altrettanto buono come quello che avrebbe avuto qualsiasi altra persona. Gli portai i fiori, delle rose, per essere esatti. Tante. Erano le sue preferite. Io e mia madre accendemmo tante candele, mentre la scendemmo nella brezza del vento giù nella fossa che avevamo scavato.

    Dopo ciò mi persi completamente. Rubai centinaia di pacchetti di sigarette e persi il conto dei miei giorni. La mia vita si dissolse nelle catena di fumo delle sigarette. Sapevo che nella mia famiglia correvano i polmoni deboli, ma non mi importava che cosa mi sarebbe potuto accadere. Non avevo niente per cui vivere, non mi importava se sarei morto di vecchiaia o in una nuvola di fumo di sigarette, nella mia camera da letto.
    Ora ho tredici anni. Sono costretto a stare a letto con un grave cancro ai polmoni. Sapevo che sarebbe successo, ma non mi importava. Mia madre non si preoccupa neanche, lei non è più in se da quando mia sorella è morta. Probabilmente non si accorgerà nemmeno della mia assenza e se lo farà, posso solo sperare che rispetterà il mio desiderio di morire.

    Fa male pensare. Fa male parlare. Fa male respirare. Sono troppo debole per scrivere tutto ciò, ma scrivo, perché non credo che sarò qui ancora a lungo, voglio che qualcuno trovi quello che sto scrivendo, perché voglio che tutti sappiano. Ho rifiutato il trattamento, i medici non sanno quanto tempo mi rimarrà, ma so che ne ho poco.

    Perché?

    Reaper è appena apparso alla mia finestra.

    Ha lo sguardo fisso su di me.

    Absol

    Absol è in grado di predire l'arrivo di un disastro naturale tramite minime variazioni ambientali e cerca di avvertire la gente quando ne sta per accadere uno: questo comportamento ha spesso lo sfortunato risultato di far ritenere Absol stesso il responsabile.


    Edited by Candy Sniper - 27/10/2013, 13:36
     
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  2. OmegaDriver
         
     
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    Mhh... La storia non è male, ma dovresti rivedere alcuni errori (per fare un esempio, alla fine dovresti dire "Absol è appena apparso alla mia finestra", non "nella")
     
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  3. Candy Sniper
         
     
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    Ho ricontrollato nuovamente il tutto, ho corretto alcuni errori, ma la pasta è lunga, può essere che me ne sia sfuggito qualcuno. So che è un pò deprimente... nonostante tutto a me è piaciuto.
     
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  4. Candy Sniper
         
     
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    Ma... ma... Sono in ansia... allora? :gratt:
     
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  5. OmegaDriver
         
     
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    Scusaci, ma non sei l'unica che attende di smistare la propria storia, abbiamo anche altri lavori da controllare e correggere. Comunque, mi pare valida, la traduzione è ben fatta. Secondo me si potrebbe smistare in Drammatico, vediamo cosa ne pensano gli altri.
     
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  6. Candy Sniper
         
     
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    CITAZIONE (OmegaDriver @ 21/10/2013, 16:20) 
    ma non sei l'unica che attende di smistare la propria storia, abbiamo anche altri lavori da controllare e correggere.

    Giusto. :sisi: scusate la mia ansia.
     
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  7. BlackFear
         
     
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    Si non è malaccio dai. Perchè Drammatico? Pokèpasta is the way.
     
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  8. Candy Sniper
         
     
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    Infatti l'avevo trovata nella sezione poképasta :gratt: bo, poi non so.
     
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    Ex tita95

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    Mh, è vero che tratta di Pokemon, però é veramente triste; Drammatico anche per me.
     
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    Per me dovrebbe stare in Pokepasta

    2 Poke 2 Drammatico
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    Je suis une image dans l'ombre

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    Sono indecisissimo...
     
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    Absol, il pokemon catastrofe. E personalmente lo adoro lol
    Comunque vado anche io per Pokepasta, ne abbiamo anche altre su questo stampo, e di certo questa non merita di stargli lontano :D
     
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    Allora sì, smisto in Pokepasta ;)
     
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  14. Lucario27
         
     
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    Wow, bella poke-pasta, triste ma veramente bella :fifi:

    "La uscii fuori dal secchio" sarebbe meglio scrivere: la feci uscire fuori dal secchio :fifi:
     
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  15. Jackie Skeletron H.S. Skellinton
         
     
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    Bella. Solo questo. Ma però devi avere veramente una sfiga...
     
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26 replies since 15/10/2013, 12:12   2076 views
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