Fonti: Vari siti internet Museo della Tortura di San Gimignano Museo della Tortura di Volterra Museo della Tortura di San Marino
Si ringrazia Mordekai per la collaborazione
Estratto dalle carceri Carlo Verdano
Trascrizione dell'interrogatorio a Carlo Verdano, accusato di essere un untore
Interrogato: Che dica che si è risolto a dir meglio la verità di quello che ha sin qui fatto, circa le cose che è stato interrogato e gli sono state mantenute in faccia da Gio Stefano Baruello. Risponde: Illustrissimo signore, non so niente Interrogato: Che dica la causa perché interrogato se aveva mangiato in casa di Gerolamo cuoco, che fa l'osteria là a S. Siato, di compagnia del Baruello, non contento di dire una volta no, rispose “Signor no, signor no, signor no”. Risponde: Perché non è la verità. Interrogato: Che per negare una cosa basta dire una volta di no e che quel replicare “Signor no, signor no, signor no” mostra il calore che lo nega e che per maggior causa lo neghi perché non sia vero. Risponde: Perché non vi sono stato. Interrogato: Che occasione aveva di scaldarsi così? Risponde: Perché non vi sono stato, illustrissimo signore. Interrogato: Perché interrogato se aveva mai mangiato col detto Baruello all'osteria sopra la piazza del castello, rispose “Signor no. Mai, mai, mai”. Risponde: Ma, signore, vi ho mangiato una volta, ma non solo, ma in compagnia di Francesco barbiere, figliuolo d'Alfonso, e quando ho risposto “Signor no, mai, mai, mai” mi sono inteso di avervi mangiato col Baruello solamente. Interrogato: Prima che esso non era interrogato se avesse mangiato là col Baruello solo o in compagnia d'altri, ma semplicemente se aveva mangiato con lui alle dette osterie, e però se gli dice che in questo si mostra bugiardo, poiché allora ha negato e adesso confessa; di più se gli dice che si ricerca di sapere da lui, perché con tanta esagerazione negò di avervi mangiato; né gli bastò di dire no, che anco vi aggiunse quelle parole “Mai, mai, mai”. Risponde: Ma, signore, perché, io non vi ho mai mangiato, altro che quella volta ed intesi l'interrogazione di Vossignoria se aveva mangiato con lui solo: e quanto al secondo, dico che mi sfogavo così, perché non vi ho mai mangiato. Interrogato: Perché interrogato se ha mai trattato col Baruello, di far servizio al signor D. Giovanni, rispose con parole interrotte: sarà, uh, uh, uh! Risponde: Perché non ho mai parlato con lui. Interrogato: Chi è questo lui? Risponde: E' il figliolo del signor castellano. Interrogato: Perché questa mattina interrogato se si è risoluto a dire la verità meglio di quanto fece ieri sera, ha prodotto in queste parole: “Perché io ne sono innocente di quella cosa che mi imputano” le quali parole, oltreché sono fuori di proposito, non essendo mai stato interrogato sopra imputazione che gli sia data, mostrano ancora che esso sappia d'essere imputato di qualche cosa; e pure interrogato che imputazione sia questa, ha detto di non saperlo: onde se gli dice che, oltreché si vuol sapere da lui perché ha detto quella risposta fuori di proposito, si vuol anche sapere che imputazione è quella che gli vien data. Rispose: Io ho detto così perché non ho fallato. Interrogato: Perché, interrogato se, quando passò sopra la piazza del castello col detto Brunello, videro alcuno, ha risposto prima di no, poi ha soggiunto: “Ma, signore, vi erano della gente, che andavano innanzi e indietro” e dettogli perché dunque aveva detto “Signor no” ha risposto: “Io m'ero inteso se aveva veduto dei compagni” soggiungendo “No, signore, siano per la Vergine Santissima, che non ho fallato”; le quali parole ultime, come sono state fuori di proposito, non essendo egli finora stato interrogato di alcun delitto specificatamente, così mettono in necessità il giudice di voler sapere perché le ha dette, e però s'interroga ora perché dica perché ha detto quelle parole fuori di proposito con tanta esagerazione. Risponde: Perché non ho fallato. Interrogato: Che sopra tutte le cose che è stato interrogato adesso si vuole più opportuna risposta, altrimenti si verrà ai tormenti per averla. Risponde: Torno a dire che non ho fallato ed ho tanta fede nella Vergine Santissima che mi aiuterà, perché non ho fallato, non ho fallato.
Allora fu comandato di condurlo al luogo dell'eculeo e ivi sottoporlo a tortura, usando anche la legatura con la canapa affinché rispondesse in modo opportuno alle interrogazioni fattegli, come sopra, e non altrimenti, ecc.; e sempre senza pregiudizio del diritto del reo confesso e convinto e degli altri diritti, ecc.; fu pertanto ivi condotto e, ripetutogli il giuramento di dire la verità, egli giurò ecc. e fu quindi...
Interrogato: A risolversi a rispondere a proposito delle interrogazioni già fattegli, come sopra, altrimenti si farà legare e tormentare. Risponde: Perché non ho fallato, illustrissimo signore.
Allora, sempre senza pregiudizio, come sopra, agli effetti di quanto sopra, e dopo avergli fatto indossare abiti talari, si comandò che fosse legato, quindi venne sospeso a una fune per il braccio sinistro, dopo che anche al braccio destro fu adattata una legatura di canapa. Indi fu nuovamente interrogato...
Interrogato: A risolversi a rispondere a proposito alle interrogazioni dategli, come sopra, che altrimenti si farà stringere. Risponde: Non ho fallato, sono Cristiano, faccia V.S. Quello che vuole.
Allora sempre senza pregiudizio, come sopra, fu ordinato che si stringesse e quando fu stretto, fu nuovamente interrogato:
Interrogato: Di risolversi a rispondere a proposito alle interrogazioni dategli. Risponde: Ah, Vergine Santissima, non so niente. Di nuovo sollecitato a dire la verità come sopra; Risponde gridando: Ah, Vergine Santissima di San Celso, non so niente. Dettogli: Che dica la verità, se no si farà stringere più forte! Cioè risponda a proposito. Risponde: Ah, signore, non ho fatto niente.
Allora fu ordinato di stringere più forte e mentre lo si stringeva gli fu chiesto ancora:
Interrogato: A risolversi a dire la verità a proposito. Risponde, gridando: Ah, signore illustrissimo, non so niente. Invitato a rispondere opportunamente, come sopra: Risponde: Sono qui a torto, non ho fallato, misericordia, Vergine Santissima. Interrogato: Di nuovo invitato a rispondere opportunamente come sopra, che altrimenti si farà stringere più forte. Risponde, gridando: Non lo so, illustrissimo signore, non lo so, illustrissimo signore.
Allora fu ordinato di stringere più forte e mentre lo si stringeva fu di nuovo interrogato:
Interrogato: che risponda opportunamente, come sopra. Risponde, gridando: Ah, Vergine Santissima, non so niente.
Allora, postegli le mani dietro il dorso e legato, fu sollevato col cavalletto:
Interrogato: A risolversi a rispondere opportunamente alle interrogazioni già dategli. Risponde, gridando: Ah, illustrissimo signor, non so niente. Interrogato: Che risponda opportunamente, come sopra. Risponde: Non so niente, non so niente. Che martirii sono questi che si danno a un Cristiano! Non so niente. Gli fu di nuovo domandato come sopra. Risponde: Non ho fallato.
Allora, ad ogni buon fine, fu ordinato che fosse messo a terra e che gli fosse rasato il capo; fu quindi deposto e, mentre lo si radeva, fu di nuovo interrogato.
Interrogato: A rispondere opportunamente come sopra. Risponde: Non so niente, non so niente.
E, come fu rasato, lo fecero nuovamente salire sul cavalletto, indi...
Interrogato: A risolversi ormai a rispondere a proposito. Risponde, gridando: lasciatemi giù che dico la verità. Dettogli: che cominci a dirla, che poi lo si farà lasciar giù. Risponde, gridando: lasciatemi giù che la dico.
Ottenuta questa promessa, fu deposto a terra e indi...
Interrogato: A dire questa verità che ha promesso di dire. Risponde: Illustrissimo signore, fatemi spiegare un pochettino, che dico la verità. Dettogli: Che cominci a dirla. Risponde: Fu il Baruello che mi venne a trovare in Porta Ticinese, e mi domandò che andassi con lui per certo fenomeno che era stato rubato, e disse che avessimo chiappato un villano che aveva lui una cosa da dargli per farlo dormire, ma non vi andassimo. Indi disse: Mio signore, Vossignoria mi faccia slegare un poco, che dico ciò che Vossignoria ha gusto. Dettogli: Che cominci a dire, poi si farà slegare. Risponde: Ah, signore, fatemi slegare che sicuramente vi darò gusto, vi darò gusto.
Ottenuta tale promessa, fu ordinato così, e fu sciolto, indi gli fu detto:
Interrogato: A dire la verità che ha promesso di dire. Risponde: Illustrissimo signore, non so che dire, non so che dire, non si troverà mai che Carlo Vedano abbia fatto veruna infamità.
Sollecitato a dire la verità che ha promesso di dire, che altrimenti si farà di nuovo legare e tormentare, senza remissione alcuna.
Risponde: Se io non ho fatto niente!
Nuovamente sollecitato, come sopra.
Risponde: Signor senatore, vi sono stato a casa di messer Gerolamo a mangiare col Baruello, ma non mi ricordo della sera precisa.
E, poiché non voleva dire altro, fu comandato di legarlo per il braccio sinistro alla fune, e per il braccio destro al canape e, così legato, prima che si stringesse:
Interrogato: Che risponda opportunamente, come sopra. Risponde: Fermatevi, vossignoria aspetti, signor senatore, che voglio dire ogni cosa. Dettogli: Che dunque dica. Risponde: Se non so che dire.
Allora fu comandato di stringere, e mentre lo si stringeva esclamò:
Aspettate che voglio dire la verità. Dettogli: Che cominci a dirla. Risponde: Ah, signore, se sapessi che cosa dirle, direi: Ed urlò: Ah, signor senatore! Dettogli: Che si vuole che dica la verità. Risponde: Ah, signore, se sapessi che cosa dire la direi. E fu ancora sollecitato a dire la verità, come sopra. Risponde gridando: Ah, signore, signore, non so niente.
E fu allora comandato di stringere di più, e mentre lo si stringeva, gli fu sollecitato di risolversi a dire la verità promessa, e di rispondere a proposito.
Risponde, gridando: Non so niente, signore; signore non so niente. E, poiché era stato alla tortura per un tempo sufficiente ed era evidente che soffriva molto, e che d'altra parte non vi era altro da sperare da lui, fu comandato di scioglierlo e di ricondurlo in prigione, ciò che fu fatto.
Processo verbale della tortura e del supplizio del signore de La Môle
Innanzi a noi Pierre Hennequin, presidente del Parlamento di Parigi, camera criminale, si è fatto condusse il signor Joseph de Boniface, signore de La Môle. Avvertito e premurato di dire la verità sulla congiura. Ha risposto: “Iddio mi è testimone se io ne so altro di quanto dissi”. Osservatogli che non entrerà giammai in Paradiso se non sgrava la coscienza. Risponde: “Non so nulla, imploro la grazia di parlare col mio signore, il duca di Alençon”. Fattogli rimarcare che il duca ha tutto confessato come poteva leggere nella confessione da lui sottoscritta. Risponde: “Ove avete trovato un solo testimone che mi accusi?”. Fu preso dai manigoldi che assistevano il carnefice e spogliato nudo. Scongiurato di rendere l'anima netta a Dio e di non più sperare dagli uomini. Avvertito di purgare l'anima sua e dichiarare quali furono i discorsi tenuti nella Settimana Santa in casa di La Môle. Risponde: “Non so nulla”. Persistendo nelle sue negative ed essendo spogliato gli trovarono un “Agnus dei” al collo, fu poi legato alla fibbia ed ebbe il primo tratto di corda. Dimandato se avesse preso la Pasqua. Risponde: “La presi”. Dopo il secondo tratto di corda fu scongiurato a dire la verità. Risponde: “Non so nulla”. Gli fu messo il borzacchino e si fece entrare la prima zeppa di ferro, premurato di parlare e dire il vero. Non rispose! Si fece entrare la seconda zeppa di ferro. Risponde: “Toglietemi dalla tortura e dirò la verità”. Fu sciolto e condotto presso il fuoco. Alle premure fatte di parlare. Risponde: “Io non so altro. Oh povero La Môle, io domando di andare in un convento e di pregare Iddio fino alla fine dei miei giorni”. Avvertito di dire la verità. Risponde: “Non so altro”. Interrogato di dire la verità sul significato di talune cifre di corrispondenza, di una statuetta di cera trovata in casa sua. Per quale uso servisse la statuetta. Risponde: “Le cifre servivano per corrispondere col Conte e parlare di talune dame della corte. La statuetta è l'immagine di una donna che amo”. Esclamando: “Signore, fatemi morire all'istante”. Fu di nuovo messo alla tortura, gli legarono i borzacchini, si ricominciò al maglio a spingere le zeppe di ferro. Alle premure di parlare grida: “Io non so altro, per la mia anima dannata. Lo giuro sul Dio vivente. - Oh, vero Dio eterno – Mio Dio, io non so altro – Soffro troppo – Fatemi morire. Oh povero La Môle, che dolore”. Si cominciò l'altra tortura dell'acqua. Prega di cessare e parlerebbe. Fu sciolto e portato vicino al fuoco. Risponde: “Non mi torturate più. Sulla dannazione dell'anima mia io non so niente”. Fu rivestito, disse molte orazioni e venne consegnato al carnefice. Oggi 30 Aprile 1574. Firmato Hennequin, Conclusione: “La corte del Parlamento, visto il processo criminale istruito per la congiura tramata contro il Re, il reame e lo stato, contro Joseph de Boniface, signore di La Môle e il conte Annibal De Coconnas – dichiara entrambi colpevoli e convinti del delitto di lesa maestà e li condanna a essere decapitati su un paco eretto in piazza de Grêve. I loro corpi squartati in quattro pezzi verranno inchiodati sulle quattro porte principali di Parigi e le teste messe su due pali piantati in piazza de Grêve. Sentenza pronunciata ed eseguita il trentesimo giorno d'Aprile del 1574”.
Fonti utilizzate: Museo della Tortura di Volterra Museo della Tortura di San Gimignano Museo della Tortura di San Marino Wikipedia (per la voce sull'abbacinamento)
So quanto lavoro c'è dietro a questo topic, da parte tua e anche di Kai. Bellissimo, sono sempre stata affascinata dalle torture, anche se con la tortura dell'acqua mi sono sentita un po' male.
Non sono affatto cose belle ma sono interessanti. Però la cosa più brutta sinceramente non sono le torture in sè, ma il pensiero che molte di queste torture furono applicate su donne accusate di stregoneria e comunque persone sospette. Ingiusto.
Ah che oggetti carinucci, Ne vorrei avere uno! A parte gli scherzi, devo dire che mi ha interessato moltissimo, e ho letto tutto senza vomitare o smettere neanche una volta!
So quanto lavoro c'è dietro a questo topic, da parte tua e anche di Kai. Bellissimo, sono sempre stata affascinata dalle torture, anche se con la tortura dell'acqua mi sono sentita un po' male.
Bravissimi a entrambi, un topic degno di essere letto per intero. Complimenti, ragazzi!
Complimenti per l'elenco! È incredibile che l'uomo sia stato tanto perfido da creare strumenti del genere... Credo che non andrò mai in America Latina visto che usano ancora la Garrotta