Il dio della giungla

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    L' americano si asciugò il sudore dalla fronte con la mano e mostrò nuovamente le immagini.
    Gorilla, Bai.
    Elefante, Mbielu
    Poi si arrivò nuovamente al bivio: due immagini, una di rinoceronte e una rappresentante un Brachiosaurus.
    Elmek Nokuta, disse riferendosi al mammifero cornuto, ma in riferimento al dinosauro rispose ancora: Mokele Mbembe.

    L' americano piegò la testa di lato, sbuffando ed imprecando a bassa voce in inglese.
    Com'era possibile? Lui, il debunker, come lo chiamavano i suoi numerosi fan, lui che aveva risolto moltissimi casi apparentemente "misteriosi", lui che ogni suo libro era un best-seller, lui che conduceva un noto programma TV per cui proprio in quel momento stavano girando l'episodio conclusivo? Lui, messo nel sacco dal primo pigmeo che incontravano dall'inizio del viaggio?
    Erano partiti poche ore fa dal loro campo base, il villaggio di Embresa, lui, la sua assistente Amy, il cameraman e François, il loro traduttore, per visitare l’isola che si trovava sul lago, dove si diceva avvenissero molti avvistamenti di quell’inesistente creatura che era il Mokele Mbembe, il “dio” della giungla africana, ma dove avevano invece trovato quel vecchio pazzo, una sorta di eremita che non voleva stare al gioco.
    Il suo gioco.
    Era così chiaro.
    Il Mokele Mbembe, non esisteva: non era che una favola causata da avvistamenti di rinoceronti, che gli abitanti del luogo non conoscevano.
    Ma ora quel dannato autoctono non voleva dargli retta. Insisteva nel voler tener separati il Mokele Mbembe dall’ Elmek Nokuta, quando invece erano la stessa cosa.
    Quel dannato viaggio si stava rivelando più difficile del previsto, e il guaio era che se l’indigeno continuava ad insistere, la sua fama di debunker poteva andare a farsi fottere.
    “Signore, forse è il caso di non insistere.” S’intromise François.
    “Tu sta zitto e traduci”, lo zittì l’americano.
    “Va bene, riproviamo ancora una volta. Dimmi i nomi di questi animali”
    Gorilla, Bai.
    Elefante, Mbielu
    “Bene, bravo, vai avanti così”
    Ma poi rispuntarono le due dannatissime parole: Elmek Nokuta per il rinoceronte, Mokele Mbembe per il dinosauro.

    Questa volta la sua reazione fu più brutale: l’americano si lanciò sull’indigeno, buttandolo a terra e serrandogli la gola con la mano destra.
    “Va bene lurida testolina del cazzo, non capisci eh? Allora te lo spiego io: Mokele Mbembe=Elmek Nokuta, chiaro il concetto?”
    L’indigeno non parve per nulla sorpreso o spaventato. Sul suo volto segnato dalle rughe si delineò un sorriso e pacatamente disse: “Mokele Mbembe, il dio della giungla può assumere molte forme.
    Egli ti punirà per quello che hai fatto”
    Accanto a loro, François guardava sconvolto la scena, ovviamente senza tradurre quello che i due si stavano dicendo.
    Pochi minuti dopo, i quattro stavano camminando nella giungla lasciandosi alle spalle l’indigeno e la sua capanna. Poi l’americano si fermò e chiamò a sé François: “Ecco la tua paga, puoi tornare a Embresa se vuoi, noi stiamo qui per fare un po’ di riprese. Ci sentiamo domani per i tuoi prossimi incarichi”.
    E così facendo si separarono.

    François, bevve un altro po’ di birra e guardò l’orologio: erano le 21: 37. “A quest’ora dovrebbero essere già arrivati, pensò”. Poi si girò e riprese a discutere con Seline, la figlia del calzolaio: era davvero carina.
    Era una vera fortuna che l’avesse incontrata a quell’ora al bar del villaggio. Parlando del più e del meno, al ragazzo venne in mente l’eremita che stava sull’isola, e decise di chiedere a Seline se ne sapeva qualcosa di più.
    “Mais François, tu m’etonne! Sur cette ile il n’y a personne!”
    François si sentì raggelare il sangue. Eppure quella mattina qualcuno c’era!
    I suoi pensieri furono interrotti da delle grida.
    Provenivano dai moli. François lasciò ragazza e birra e si precipitò verso i moli. Una folla era riunita attorno ad una barca. Facendosi strada tra la gente li vide. Tre corpi: l’americano, la sua aiutante e il cameraman.
    Erano stati trovati alla deriva, la barca distrutta, i corpi in acqua, decapitati.
    François si ricordò delle parole del vecchio pigmeo: “il dio della giungla può assumere molte forme”.
    Era stato lui. Era il Mokele Mbembe.

    Edited by Glypto - 17/6/2012, 08:52
     
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    Direi Hs, mi piace come storia :sisi:
     
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  3. TTFlusion
         
     
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    Buona!
     
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2 replies since 16/6/2012, 18:22   174 views
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