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Cavagar.
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...e la città, avvolta nel suo manto,
cade in oblio. Freddo ed ammaliato,
da la notte sovrana, un canto,
nasce, d'alme dormienti sincopato,
da corpi che si restano ritmato.
Spira lo vento, lugubre e sinuoso,
pur lieve, nel lamento lesto corre
e tesse due trame su l'altrui riposo.
Serpeggia, tra le guglie d'ogni torre,
ma alcuna campana vigile accorre.
In delicato innuendo autunnale,
sul freddo marmo la brezza risuona,
culla leggero in preludio invernale.
La petit mort ad ogni fiera dona
e su la notte v'adagia corona.
L'astro benevolo, le redargusice
con le sua pallida angusta luce,
come materna silente ammonisce
a dove melodia tosto conduce.
Ma ogni figlio, ecco, s'inasprisce
e poi calunnia, si volta, languisce.
Muto, quel pallido angusto raggio
splende al palazzo de la meraviglie
dove riposa la spada d'un saggio.
Il tenue fascio, la lama artiglia
come una madre ad insana figlia.
E tutte l'anime, le tormentate
che in sè per secoli tenne la lama,
vengono rese in sacra pietade
quan tenero astro a sè le chiama.
Il cupo monito a fiere che ama.
Spettri che ballano contorta danza,
stanno torcendosi senz'occhi nè bocca
d'una elegante, romantica stanza.
Oh, di qual gesta la lama trabocca,
d'una ogni spirto che d'essa vi sbocca,
ed ogni figlio li ascolterà a stento.
Danzano urlando, sgomente le prede
a tutta la razza un funesto lamento.
Mori Memento. L'indomita ha sete.
Alcuno più li piange, nè teme.
Poscia a la sua vittoria Caos giunge,
s'empie lo tempo di motti obliati
ed ogni statua le mani congiunge,
tra i sepolcri antichi e oscurati
angeli ignoti, angeli mutati.
Ben lieta strisca tra le cripte infette
la putretudine nera impaziente,
ancor cantata da viole maldette
da quel volere perverso e latente
che fa la Nota insana e demente.
Dai sotterranei d'ogni cattedrale
danzano l'ossi e la terra trema
pe'il tono rotto d'un gran madrigale.
Sì, la città non canta o si dimena.
Mentre il suolo pe'i morti si piega.
Il putre inghiotte, l'opere e i palazzi
par la visione d'un demone austero.
Ma tra le colonne, portici ed arazzi
(non più città, ma stanza d'un maniero)
trotta un sublime cavaliere nero.
Lento trascina la folla stremato,
ma in lui sussulta nè guanto nè manto
come statuario, arso ed affamato.
Il purosangue, qual invano vanto!,
non pesta strada, ma un camposanto.
E la folla di figli guarda il vuoto,
la spenta armata che ciberà i corvi.
La marcia è lunga, Signora del Vuoto!
Oh tu, signore, queste fiere assolvi
loro volere fu: Cupio Dissolvi.
Qui qualche nota di chiarimento.
Cupio Dissolvi - Locuzione latina, significa desiderio di disfacimento, di auto-distruzione.
Verso 8 - "Due trame" - Due è il numero della divisione, degli opposti, come le trame opposte che tesse la notte di questa poesia, una di oscuramento materiale ed una di disfacimento spirituale.
Verso 12-14 "Innuendo Autunnale... preludio Invernale" Nella simbologia comune del ciclo della vita e delle Stagioni, l'Autunno può significare disfacimento, immediatamente successivo gli è l'inverno, recante morte. Seguono poi Primavera (rinascita) ed Estate (Vita)
Verso 14 - "la petit mort" è l'orgasmo.
Verso 16 - "L'astro benevolo" è la Luna
Verso 23 - "Spada d'un saggio" è l'Altachiara di Carlo Magno
Verso 26-27 - "L'anime... ...tenne la lama" Gli uomini uccisi da quella spada
Verso 60 - "... Cavaliere Nero" Un fantoccio rappresentante antichi valori, persi e che potevano salvare le "fiere", viene portato alla berlina, sfinito, curvo e coperto dalla testa ai piedi in testa ad un corteo di succubi.
Edited by Cavagar - 6/1/2012, 16:59. -
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C'è poco da dire... mi piace moltissimo.
Dai una rilettura, però, perché ho notato qualche errore di battitura, ad esempio in "tra i speolcri antichi e oscurati" hai sbagliato a scrivere sepolcri. -
Cavagar.
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La mia fretta mi metterà in croce.
Ne ho modificati, grazie Kan, contento ti sia piaciuta!. -
MarioRossiXD.
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Che dire... Bellerrima come tutte le tue altre poesie davvero squisita, non mi stupirei di vederla in una raccolta di grandi poesie lol . -
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Sono.... fottuto... . -
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Lol?
Comunque, mi è piaciuta. Il linguaggio che hai utilizzato richiama i classici della poesia. Ottimo lavoro. -
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ho fatto anche io una poesia, ma questa è molto meglio . -
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Si, l'ho letta. Non è male, ma il contest non si concentra solo sulla poesia . -
Lelouch ~.
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Anche io lavorerò, tra le altre cose, ad una poesia.
Non sono il tipo che stabilisce rime né una metrica troppo definita, ma non è ovviamente per noia o svogliatezza che lo faccio: le mie poesie, quando le concepiscono, fluiscono dalla mia mente e, trascrivendole, tento di ricreare quel flusso inarrestabile e immediato che le ha generate.
L'ho scritto qui perché non vorrei che la mia opera che posterò prossimamente sembri una mancanza di rispetto verso il duro lavoro dietro la metrica e le rime dei miei due "rivali" in questo tema del contest.. -
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Lelouch, sappi che il mio giudizio sarà IMPARZIALE (anche se per me rimani un grande ) . -
Lelouch ~.
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Oh, Wind... una persona che ancora si ricorda di me come scrittore e continua a considerarmi... ah, tu sei una benedizione *piagnucola* . -
Dulaan.
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Capolavoro Max, capolavoro. . -
Cavagar.
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Grazie carissimi, lieto vi sia piaciuta! Anche io lavorerò, tra le altre cose, ad una poesia.
Non sono il tipo che stabilisce rime né una metrica troppo definita, ma non è ovviamente per noia o svogliatezza che lo faccio: le mie poesie, quando le concepiscono, fluiscono dalla mia mente e, trascrivendole, tento di ricreare quel flusso inarrestabile e immediato che le ha generate.
L'ho scritto qui perché non vorrei che la mia opera che posterò prossimamente sembri una mancanza di rispetto verso il duro lavoro dietro la metrica e le rime dei miei due "rivali" in questo tema del contest.
Non ti devi mica giustificare con qualcuno per come scrivi.. -
Lelouch ~.
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Mi sento in dovere di farlo, in questo caso specifico, dal momento che la concezione di "poesia" viene spesso fraintesa da molti e limitata a dei versi in rima con tot sillabe ciascuno.
Chiarivo solo il mio punto di vista. -
Cavagar.
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Luzi scriveva in metrica, Sanguineti anche, Pasolini pure, per citare grandi poeti recenti.
Penso che la loro concezione di poesia sia molto più alta della nostra.
Ed i grandi maestri scrittori in verso libero hanno sempre avuto una gran padronanza della metrica.
Walt Whitman aveva una precisa idea di cosa fosse la metrica, lui che diffuse il verso libero.
Prendiamo Ungaretti
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
Sono due senari (versi di sei sillabe accentati sulla seconda e sulla quinta) spaccati in due versi.
O La Pioggia nel Pineto, dove l'Endecasillabo (con grande abilità musicale) viene persino spaccato in più versi.
"E piove sui nostri volti
silvani"
La poesia deve avere una propria armonia.
Ho chiarito il mio punto di vista..