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  1. Dulaan
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    Diario del capitano, primo giorno:
    oggi finalmente abbiamo levato l'ancora, il progetto di esplorazione dei fondali marini ha ottenuto la sovvenzione tanto sperata, il mio sogno si è avverato.
    Io e il mio equipaggio scandaglieremo ogni angolo dei sette mari alla ricerca di eventuali nuove razze animali o vegetali e di quant'altro è stato per troppo tempo nascosto all'occhio umano.
    Grazie alle nuove tecnologie questo sottomarino, il MIO sottomarino, sarà in grado di scendere per migliaia di chilometri sotto il livello del mare, senza per ciò mettere in pericolo la vita di chi vi si trovi all'interno.
    In onore di ciò che mi fece da ispirazione ho battezzato questo mio fidato amico “Nautilus”.

    Giorno 2:
    abbiamo appena passato le colonne d'Ercole, attuale stretto di Gibilterra, un tempo considerate il limite del mondo conoscibile.
    Sebbene abbia navigato per queste acque parecchi anni è stato come la prima volta, ho provato un brivido completamente nuovo.
    Fremo al solo pensiero di tutte le cose fantastiche che vedremo nei prossimi mesi, e a tal proposito ho deciso di rendere questo diario meno oggettivo possibile, perché chiunque lo legga al nostro ritorno possa immaginare al meglio ciò che stiamo vivendo.

    Giorno 3:
    a spasso nell'oceano Atlantico.
    Purtroppo ancora niente di nuovo, ma d'altronde siamo partiti da soli tre giorni, non c'è da stupirsi.
    A bordo siamo tutti impressionati dall'agilità di questa meraviglia moderna. Riesce a districarsi nella Dorsale Medio Atlantica come nulla fosse, è davvero incredibile.
    Spero che si comporti così anche a temperature molto più basse. Dove siamo diretti noi non farà decisamente così caldo.
    Purtroppo ho accettato una “missione secondaria” e ora non posso tirarmi indietro.

    Giorno 6:
    siamo già a metà strada!
    Il Nautilus è incredibilmente veloce. Imprevisti a parte dovremmo arrivare nella zona un tempo nota come Mare di Hoces in non più di 3 giorni. Uno dei mari più pericolosi del pianeta, certo, ma non per un sottomarino che ha la possibilità di viaggiare quasi radente al fondale.
    In ogni caso sarà meglio rallentare in zona, potremmo trovare delle carcasse di velieri abbattuti dalle tempeste.

    Giorno 9:
    puntuale come un orologio svizzero, eccoci quasi al canale di Drake.
    Persino in profondità si risentono gli effetti della corrente Antartica, abbiamo dovuto rallentare più del previsto, nessuno qui vuole tornare a casa così presto a causa di uno squarcio nello scafo.
    Abbiamo annotato la posizione di diverse navi, barche, pescherecci e chi più ne ha più ne metta affondati in zona. Sarebbe stato impossibile per noi fermarci in quello stato, sfortunatamente eravamo nel bel mezzo della peggiore tempesta che io abbia mai visto.
    Ammetto di essermi sentito un po' come i protagonisti di “Una discesa nel Maelstrom” di Poe, solo con la certezza di essere al sicuro dentro il fedele Nautilus.

    Giorno 10:
    attraversiamo il canale finalmente.
    Qualche marinaio si era preoccupato alla vista di quei vortici e i più superstiziosi hanno creduto che il nome dato al sottomarino segnasse anche il suo inevitabile destino.
    Il fatto che io sia qui a scrivere dovrebbe bastare a far capire che le preoccupazioni erano infondate.
    Le acque si sono fatte più tranquille, solo un altro giorno e saremo finalmente in Antartide, dove spero di poter finalmente osservare flora e fauna, piuttosto che vortici e marinai spaventati.

    Giorno 11:
    i computer ci hanno rassicurato sulla nostra posizione, siamo arrivati nel quinto territorio più esteso del pianeta.
    La mia fame di conoscenza non è ancora stata saziata, tuttavia.
    Abbiamo solo potuto osservare diversi tipi di plancton, krill e varie alghe.
    Ora dobbiamo mettere da parte le osservazioni, abbiamo altro da fare, purtroppo.

    Giorno 12:
    siamo alla ricerca dei giacimenti di uranio.
    Benché i nostri scopi qui non siano dei più nobili non posso fare a meno di sentirmi come un fanciullino in un mondo tutto nuovo. La mia fama di scienziato mi ha permesso di viaggiare in lungo e in largo, mi spinsi perfino qui in Antartide qualche volta, ma l'esplorazione dei fondali oceanici di questo continente mi lascia intontito.
    Qui sotto è TOTALMENTE vuoto, non c'è assolutamente nulla. L'atmosfera è quasi surreale, sembra che il ghiaccio abbia congelato perfino il tempo. Se non ci fossero gli iceberg dubiterei perfino che il sottomarino si stia muovendo.

    Giorno 14:
    mi sento uno stupido a dirlo, ma non vedo l'ora di andare via da questo posto.
    Mi inquieta, e anche alcuni marinai la pensano come me, finiamo in fretta questo lavoro e andiamo via.

    Giorno 15:
    un altro giorno è passato.
    Dovremmo già aver trovato dei giacimenti, la cosa è molto strana.
    Siamo risaliti in superficie per fare scorta d'ossigeno. Abbiamo incontrato dei pinguini e altra flora e fauna locale, quell'atmosfera surreale è svanita.
    Credo fossimo tutti in preda a una stupida suggestione.

    Giorno 16:
    rinfrancati dal nuovo ossigeno abbiamo scandagliato i fondali più attivamente.
    Abbiamo segnato la posizione di qualche giacimento di ferro e carbone, ma nulla di considerevole, e il nostro obbiettivo era tutt'altro.
    La sera ci siamo imbattuti in una caverna sottomarina, sembrava abbastanza grande per poterci entrare col Nautilus, domani la esploreremo.

    Giorno 17:
    appena entrati nella caverna i computer hanno segnalato presenza di uranio in dosi massicce.
    Teoricamente avremmo dovuto solo appuntare longitudine e latitudine per poi lasciar fare agli uomini d'affari, ma ho notato qualcosa di strano nella caverna.
    Domani io e dei volontari indosseremo degli speciali scafandri per evitare di essere intossicati dall'uranio presente ed esploreremo la caverna.
    Magari troveremo qualcosa di significativo per le mie ricerche.

    Giorno 18:
    è incredibile, ancora stento a crederci!
    Non avevo visto male ieri, le rocce sono state levigate da esseri senzienti!
    Inoltre, andando avanti abbiamo incontrato una bolla d'aria che si estende per chissà quanto nelle profondità della caverna! Non sto più nella pelle! Non appena avremo fatto scorte di viveri torneremo ad esplorare fino in fondo questo luogo fantastico!

    Giorno 25:
    dannazione!
    Una settimana! Una settimana ci è voluta, un guasto alle centraline hanno detto, ma che diamine!
    Bah, ormai è inutile lamentarsi, domani mi aspetta una scoperta sensazionale, me lo sento.
    So già che non riuscirò a dormire stanotte.

    Giorno 27:
    WOW! Davvero... Chi leggerà questo diario... Non so proprio come spiegare, sono ancora sotto shock... Era tutto incredibile, un luogo incredibile, fantastico...
    Dovrei calmarmi.
    Domani porteremo delle tende e delle provviste, staremo qualche giorno in quella caverna, l'ossigeno sembra non mancare, al mio ritorno racconterò tutto con calma.

    Giorno 31:
    è passato solo un mese e ciò che ho scoperto mi farebbe guadagnare l'invidia di buona parte di scienziati tra i più famosi. Ma avevo promesso di raccontare i dettagli con calma.
    Non so se riuscirò a rendere ciò che io e i miei fortunati accompagnatori abbiamo potuto osservare, ma spero che un giorno questo luogo sia accessibile a tutti.

    L'entrata della caverna, la vera entrata, quella contenuta nella bolla d'aria, è costituita interamente di corallo rosa con delle venature rosse. Nel corallo vivo è scavata una scalinata che conduce al livello superiore.
    Qui le cose si fanno ancora più stupefacenti.

    Ci si è presentata un'enorme sala ovale, risplendente di un debole verde/giallo, probabilmente dovuto alla presenza di sali di uranio nelle rocce, con quattro colonne a sorreggere il soffitto ancora una volta fatto di corallo rosa.

    Nelle pareti della sala erano incastonati un'infinità di tipi diversi di conchiglie, tra le quali si insinuavano dei filamenti di minerali lucenti formando una fitta rete che ci ha lasciati impietriti a osservarla per diversi minuti.

    Le colonne erano avvolte da uno strano tipo di alga “rampicante” con la capacità a vivere all'aria aperta e alla presenza delle tossine emesse dall'uranio. Abbiamo raccolto qualche campione e siamo passati oltre.

    Avevamo molti cunicoli di fronte a noi. Ovviamente ho insistito per esplorarli tutti.

    E' stata l'esperienza più incredibile di tutta la mia vita, sarebbe riduttivo stare qui a descriverla a parole; video e foto si fanno capire molto meglio, perciò trascriverò qui solo le parti salienti.

    Tirando a sorte per scegliere l'ordine con cui esplorare i cunicoli, quello centrale capitò per ultimo. Sembra che anche per il destino valga la massima “Dulcis in fundo”

    Vi entrammo convinti che null'altro potesse ormai stupirci; perle color nero pece delle dimensioni di una testa umana, squame dorate di un qualche animale vissuto millenni or sono fossilizzate in un composto simile all'ambra, alghe inclassificabili per le attuali conoscenze umane, il tutto coronato da colonne, mura, scalinate e perfino archi di una così fine arte da fare invidia agli antichi greci; tutto ciò avevamo potuto contemplare.
    Ma il vero tesoro, il vero segreto di quel luogo doveva ancora essere svelato.

    Una ragazza, giovane, dai lunghi capelli biondo chiaro e dai penetranti occhi di ghiaccio giaceva su una strana piattaforma al centro di una piccola sala quadrata.
    Ci guardammo attoniti per qualche attimo, poi la nostra attenzione tornò su quell'esile creatura.

    Si girò verso di noi e rimase in silenzio.
    Solo dopo che mi avvicinai a lei mi rivolse la parola.

    E' così bella... La sua carnagione è talmente chiara da farla sembrare un essere etereo.
    Non ho ancora avuto l'onore di parlarle, ma ora è qui a bordo, subito dopo cena andrò da lei.

    Giorno 33:
    ho conversato con Bianca tutta la giornata di ieri.
    Lei dice di non avere un nome, perciò abbiamo deciso di dargliene uno noi, e il più appropriato sembrava essere proprio Bianca.
    Ha abilmente sviato tutte le domande sulla sua identità, sembra che non si fidi di me. Non vedo come dagli torto, d'altronde.
    Mi ha, però, cordialmente raccontato la storia del luogo dove l'abbiamo ritrovata. Sono ogni giorno più stupito di ciò che questo viaggio mi permette di apprendere.

    Millenni fa, questo pianeta era popolato da esseri anfibi, quelli che poi si sarebbero evoluti diventando mammiferi, scimmie e infine uomini.
    Quegli esseri non erano privi di ragione, come si è soliti credere, tutt'altro, erano molto più progrediti di noi. Tuttavia le condizioni ambientali continentali erano troppo ostili perfino per loro, che furono quindi costretti a vivere sotto il livello del mare.
    Qui svilupparono una cultura e una tecnologia incredibile, talmente avanzata da riuscire a intrappolare la vera essenza degli oggetti estraendoli da essi. In tal modo potevano rendere un vaso d'argilla duro come il diamante o una lastra di piombo malleabile come una manciata di sabbia.

    Bianca non ha voluto spiegarmi il procedimento esatto, e io non ho insistito. La nostra società non sarebbe in grado di usare queste tecnologie a fin di bene.

    Ovviamente, a questo punto le ho chiesto come facesse a conoscere tutte queste cose. Non ha voluto rispondere neanche a questo.

    Le ho, allora, chiesto se mi stesse prendendo in giro, dato che è molto difficile credere a qualcosa capace di estrarre l'essenza dai materiali. A questo ha risposto facendomi un regalo.

    Una bellissima collana con appesa una conchiglia di Nautilius, davvero stupenda. Mi ha chiesto di portare un martello e provare a rompere la conchiglia. Ero un po' titubante, una simile meraviglia è molto rara e probabilmente antichissima, ma alla fine ho accettato. Il risultato è stato... nulla, assolutamente nulla, la conchiglia non ha neanche un graffio, la porto al collo in questo momento. Per sicurezza l'ho fatta analizzare in laboratorio, ma è proprio una conchiglia di Nautilius, come immaginavo.

    Dopo aver testato la veridicità del racconto, Bianca sembrava stanca, perciò ho deciso di farle un'ultima domanda che mi frullava in testa da un po'. Volevo sapere cosa accadeva agli oggetti privati della loro essenza.
    La sua faccia era diventata scura e aveva abbassato lo sguardo, credevo non volesse rispondermi.
    Tuttavia, dopo aver alzato gli occhi mi ha dato una risposta.

    In genere i trasferimenti venivano fatti a doppio senso, ovvero che se, ad esempio, un vaso d'argilla veniva fatto diventare duro come il diamante, contemporaneamente il diamante diveniva fragile come l'argilla. Ma in altri casi poteva avvenire il prelievo a senso unico, rendendo l'oggetto completamente vuoto, senza significato. Lentamente svaniva nel nulla, scomponendosi in particelle elementari senza caratteristiche specifiche.

    Ho insistito per farle un'altra domanda a questo punto, le ho chiesto se questa pratica era efficace anche sugli esseri viventi.

    Non ho ricevuto risposta. Bianca si è semplicemente alzata e si è diretta nei suoi alloggi.
    Credo di averla offesa. Domani cercherò di rimediare.

    Giorno 34:
    Bianca non ha voluto vedermi.
    É riuscita comunque a non essere scortese, anzi è così fragile alla vista e talmente angelica da avermi fatto sentire in colpa per averla disturbata.
    Domani tornerò alla carica.

    Giorno 35:
    oggi ho parlato con Bianca.
    Nessun riferimento agli argomenti dell'altro giorno, comunque, ho preferito non turbarla di nuovo.
    Le ho chiesto scusa per ciò che avevo chiesto e abbiamo parlato di frivolezze tutto il dì. La sua compagnia è insostituibile, è una compagna di chiacchierate come poche.

    Giorno 36:
    i viveri cominciano a scarseggiare, ci dirigiamo a fare scorte.
    Bianca non sembra contentissima, ha detto che non le piace la terraferma. Mi chiedo da quanto tempo giaceva in quel luogo.
    Le ho dato il permesso di rimanere a bordo del sottomarino, e io rimarrò a farle compagnia.
    Leviamo l'ancora proprio ora.

    Giorno 37:
    Bianca comincia a fidarsi di me.
    Mi ha promesso che mi avrebbe parlato di cosa accade a succhiare l'essenza dalle persone, e inoltre ha una cosa da farmi vedere. Sono davvero curioso.

    Giorno 39:
    Bianca ha tenuto fede alla promessa.
    Ora capisco perché non voleva parlarmene. Sembra che succhiare via l'anima da un uomo abbia lo stesso effetto che ha sugli altri oggetti. Inoltre questa pratica veniva usata come pena di morte o tortura. Quest'ultima mi ha davvero sconcertato.
    Estraendo l'anima da un essere umano questo comincia a disintegrarsi, non provando dolore fortunatamente. Tuttavia, il dolore lo si sente tutto addensato in un attimo se l'anima viene rimessa dentro il corpo. A ciò va aggiunta la sofferenza psicologica di perdere da un momento all'altro una parte di mano, di gamba, un orecchio o addirittura un occhio.
    Infine mi ha domandato se domani potremo fermarci nelle vicinanze di qualche isolotto, ha una cosa da farmi vedere.

    Giorno 40:
    Bianca mi ha lasciato di stucco.
    Mi ha chiesto di non rendere noto il suo segreto, ma ho deciso di scriverlo qui comunque, spero di farle cambiare idea e di farla uscire allo scoperto.
    Siamo approdati in mezzo a un atollo nell'Atlantico, dopodiché io e Bianca abbiamo fatto una passeggiata lungo la spiaggia di un isola deserta.
    Temevo per la sua salute, sembra così fragile, e la sua carnagione così chiara non deve andare d'accordo con i raggi ultravioletti emanati dal sole.
    Invece non le è accaduto nulla, non si è neppure scottata.
    Ad un tratto si è fermata, dicendomi che voleva fare il bagno e chiedendomi di farlo con lei. Ero un po' stupito, ma ho accettato.
    Mi ha fatto vedere una cosa fantastica. Mi ha trascinato lontano dalla riva e poi sott'acqua. Oltre ad essere agile come un pesce... dalla sua bocca uscivano bolle d'aria!

    Son dovuto risalire in superficie, avevo finito l'ossigeno a disposizione, e lei mi ha seguito. L'ho guardata con la faccia di chi ha appena visto un fantasma e lei sembrava spaventata da questa mia reazione. Beh, a mia discolpa c'è da dire che non è cosa di tutti i giorni avere a che fare con un essere dalle sembianze umane capace di respirare sott'acqua.
    Non ho spiccicato una parola per tutto il viaggio di ritorno fino al Nautilus.
    Le ho solo detto di non preoccuparsi, che non cambiava la mia opinione di lei, e lei mi ha pregato di non farne parola con nessuno. Poi sono corso nella mia cabina a riordinare i pensieri.
    Credo proprio che dovrei andare a scusarmi e parlarle.

    Giorno 41:
    le ho chiesto scusa e abbiamo chiarito.
    La mia reazione era esagerata, in fondo non ha fatto nulla di male, anzi, potrebbe determinare una svolta secolare nello sviluppo dell'uomo!
    Ha confermato le mie ipotesi: appartiene a quella razza vissuta ere fa e ha aggiunto che è uno dei due esseri ad aver raggiunto il nostro tempo.
    A questo punto ha aperto un'altra parentesi storica.

    C'è stata una grande guerra che distrusse completamente la vita sulla Terra molto tempo fa. Lo sviluppo tecnologico di quegli antichi esseri era troppo avanzato, e il nostro pianeta ne pagò le conseguenze. Degli assetati di potere rubarono i progetti della macchina per estrarre l'essenza dalle cose e ne crearono un'altra. Un potere simile nelle mani sbagliate può creare delle catastrofi inimmaginabili, non è difficile crederlo.

    Cominciò così quella guerra, la più aspra e sanguinosa guerra che il mondo abbia mai visto e mai vedrà. Alla fine non rimase nulla, a parte due esseri ancora in vita, Bianca e sua sorella.

    Non ha voluto dirmi altro. Non capisco, sembrava si fidasse. Domani proverò ad insistere.

    Giorno 42:
    non son riuscito a tirarle fuori nulla su sua sorella.
    Ha ripetuto più volte che non è per mancanza di fiducia, ma perché prova ancora dolore a pensarci. Sono davvero curioso di sapere cosa nasconde questa fanciulla.
    Comunque mi ha domandato il piacere di riportarla dove l'abbiamo trovata, lì mi spiegherà più a fondo la questione.
    Non sono particolarmente contento di dover di nuovo attraversare tempeste e iceberg, ma la curiosità è troppo forte.
    Siamo già partiti.

    Giorno 44:
    fortunatamente il canale di Drake era più calmo dell'ultima volta.
    Tuttavia ora dobbiamo affrontare parecchi iceberg.
    Non ho neppure tempo di scrivere, la mia presenza è richiesta in cabina di pilotaggio.

    Giorno 45:
    siamo salvi per un pelo, e tutto grazie a Bianca.
    Ha messo in pericolo la sua vita per salvare la nostra, non le sarò mai abbastanza riconoscente.
    Ieri notte abbiamo navigato tutto il tempo in cerca di un luogo sicuro dove riposarci, ma i nostri sforzi sono stati vani. A peggiorare la situazione ci siamo ritrovati improvvisamente bloccati da due iceberg lateralmente. Erano di dimensioni di gran lunga superiori al Nautilus, non siamo riusciti in nessun modo a distruggerli. Inoltre una spessa lastra di ghiaccio bloccava la risalita, e il fondale impediva la discesa.

    Non sapevo proprio che fare, tutti i marinai erano nel panico, credevamo fosse la fine. E quando i due mostri di ghiaccio hanno cominciato a stritolarci nella loro morsa ne ero ormai certo.
    D'un tratto Bianca si è precipitata nella stanza di decompressione e subito dopo fuori dal sottomarino, nell'oceano.
    Pensavo volesse mettersi in salvo, come biasimarla? Almeno lei poteva farlo.
    Ma non è scappata via, anzi, ha nuotato velocemente fino al luogo di incontro dei due iceberg e semplicemente vi ha poggiato le mani sopra.
    Io e i miei compagni di viaggio eravamo alquanto stupiti, non avevamo idea di cosa stesse facendo.

    Sono sempre stato un tipo sveglio, e questo mi ha fatto meritare una fama internazionale non poco considerevole. Perciò quando gli iceberg hanno cominciato a dissolversi nel nulla non mi ci è voluto molto a intuirne il motivo.
    Bianca ha chiaramente parlato di “macchina” per riferirsi al procedimento di estrazione dell'essenza, perciò le probabilità sono solo due.
    E' lei la macchina, il che la renderebbe una specie di cyborg fantascientifico, ma questa opzione non è molto plausibile. Ho goduto della sua compagnia per molte ore, sono sicuro che sia un essere vivente.
    La seconda possibilità è la conseguenza a una domanda che non ho mai avuto il tempo di porre a Bianca.
    Dentro quell'eterea creatura è stata inserita a forza l'essenza dell'antico macchinario.

    Di ritorno dal salvataggio non ha detto nemmeno una parola, tranne “Abbi pazienza...”.

    Immagino voglia parlarmi direttamente nella sala dove riposava originariamente.
    Beh, domani lo scopriremo, iceberg permettendo.

    Giorno 46:
    scrivo poche righe prima di uscire dal sottomarino.
    Bianca ha voluto che fossi presente solo io, si fida solo di me, dice.
    Sono pronto, qualsiasi cosa lei abbia da dirmi.
    Al mio ritorno scriverò tutto, come al solito.

    Giorno 48:
    io e Bianca abbiamo avuto una lunga, lunga chiacchierata.
    Mi ha raccontato ogni cosa, dicendo che anche se mi conosce da così poco sa di potersi fidare. Non so cosa le abbia fatto credere ciò, ma ne sono davvero felice.
    Come prima cosa, ha dato conferma della mia teoria: dentro di lei risiedeva l'essenza della macchina succhia-essenza.
    A questo punto ho provato ad immaginare il motivo di una simile scelta. Avidità, potere personale e altri fini ignobili erano da escludere. Anche se non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina, Bianca è troppo gentile e altruista per essere una persona malvagia.
    Passati in rassegna altri probabili motivi, l'unico sensato rimaneva uno solo. Ho pensato che probabilmente questo potere usato da una persona viene amplificato e reso, quindi, più potente.
    Mi sbagliavo.

    O meglio, la mia deduzione era corretta, ma il motivo principale era un altro.
    La guerra.

    Quando questa scoppiò le due controparti cercarono di sfruttare il più a fondo possibile il potere delle varie essenze, finché non si ipotizzò che il potere di privare un oggetto della sua essenza poteva essere donato ad un essere vivente.
    Fecero diversi esperimenti, ma nessuno sembrava sopportare un simile potere, per cui l'essenza del macchinario veniva espulsa e la povera cavia moriva.

    Tuttavia si scoprirono abbastanza in fretta le specifiche caratteristiche che un corpo doveva avere per essere in grado di ricevere un tale dono. Quindi si passarono in rassegna tutti gli esseri appartenenti alla fazione “dei buoni” (mi scuso per la grammatica alla meno peggio, ma sono ancora sotto shock).
    Non potevano sperare di meglio, nell'arco di una settimana scoprirono non solo che un essere con quelle caratteristiche poteva esistere, ma addirittura ne trovarono due. Due sorelle gemelle per la precisione, la cui unica differenza stava nel colore degli occhi.
    Una li aveva color ghiaccio, l'altra color giada.

    Credettero che con due di questi esseri speciali al loro servizio la guerra sarebbe terminata in poco tempo, ma accadde un evento impensabile.
    Proprio mentre la bimba dagli occhi di ghiaccio veniva sottoposta all'intervento, la sua sorellina venne rapita da un traditore.

    Le due fazioni avevano quindi le stesse armi. Non rimaneva che far combattere le due sorelle l'una contro l'altra.

    Non tennero presente un fatto molto importante, però.
    Le due armi erano delle bambine, non degli adulti. E l'averle educate a un comportamento militare non cambiava il loro stato mentale.

    A prima vista, quando scesero in battaglia, non sembrava neanche fossero delle semplici bambine. Nel loro sguardo si poteva riconoscere la rassegnazione di chi ha vissuto troppo a lungo.
    Le prove cui vennero sottoposte per diventare delle armi da guerra le distrussero internamente. Un'inutile e spietata crudeltà.

    Ci fu un'unica battaglia, e la cosa non mi ha stupito affatto. La potenza di quelle due bambine era insuperabile e incontrollabile, neppure il pianeta le resistette, e la vita fu spazzata via da esso in un singolo giorno.
    Non era un potere che delle ingenue bambine potevano usare.

    Quando le ceneri e il pulviscolo si posarono al suolo, quando i vulcani smisero di eruttare e la terra di muoversi, quando il Sole poté di nuovo irraggiare di speranza la Terra e quando le acque inondarono le aride distese desolate formando mari e oceani, allora si incontrarono di nuovo le due sorelle.

    Non avevano alcuna intenzione di combattere, avevano avuto parecchio tempo per pensare ai loro vili gesti, non volevano più causare sofferenza.
    O almeno questo era quello che la ragazza dagli occhi di giada voleva far credere.

    Approfittò della natura pacifica della sorella per attaccarla quando lei non se l'aspettava più. Ricominciarono a combattere. Questa volta la ragazza di ghiaccio adottò una tecnica diversa, però.
    Imprigionò la gemella in una speciale gabbia creata usando l'essenza del campo magnetico terrestre, che si sarebbe comunque riassestato da solo nell'arco di qualche anno.
    Poi la esiliò in un luogo remoto, nelle profondità abissali del Polo Nord, in una caverna sommersa, dove ancora oggi è sepolta.

    La sorella rimasta da sola sulla superficie terrestre fece del suo meglio per ripristinare le condizioni ideali allo sviluppo della vita. E alla fine si ritrovò senza forze.
    Decise quindi di riposarsi in un luogo sicuro e solitario.
    Scelse il Polo Sud come sua dimora, dove riposò indisturbata fino a circa 18 giorni fa.

    Dopo questo racconto siamo tornati al Nautilus, ma Bianca era ancora turbata, mi ha detto che deve ancora parlarmi di una cosa, ma che vuole farlo con calma e tra qualche giorno.
    Credo che per una o due settimana ci dedicheremo al nostro obiettivo originario: l'esplorazione di fondali marini.

    Giorno 50:
    abbiamo attraversato per l'ennesima volta lo stretto di Drake, ci troviamo nel Pacifico.
    Ho pensato che cambiare località potesse far bene un po' a tutti, e inoltre potremo esplorare la fossa delle Marianne, la più profonda al mondo.

    Giorno 51:
    siamo quasi arrivati alla fossa.
    Lungo il tragitto abbiamo incontrato solo carcasse di aerei e barche da pesca. Nulla di significativo.
    Nessuna novità con Bianca.

    Giorno 53:
    l'esplorazione della fossa delle Marianne mi ha ridato quel brivido che avevo quasi dimenticato.
    Purtroppo non abbiamo scoperto nulla di nuovo, e abbiamo bisogno di fare scorte. Ma torneremo più assetati di conoscenza e più vogliosi di arrivare fino in fondo.

    Giorno 56:
    siamo di nuovo nelle vicinanze della fossa.
    In superficie ho parlato con gli uomini che mi avevano incaricato della ricerca dell'uranio. Dicono che ne hanno un incredibile bisogno per far funzionare il loro esperimento il prima possibile. Sembra che le oscillazioni del campo magnetico terrestre stiano aumentando. Qualche giorno fa ha perfino avuto luogo il primo blackout mondiale dai tempi dell'invenzione dell'elettricità, sebbene della durata di qualche secondo.
    Ho dato loro le coordinate della caverna contenente l'uranio. In fondo dovranno solo trivellare dalla superficie, e il giacimento si trova in posizione parallela rispetto alla dimora di Bianca. Non dovrebbero esserci pericoli.
    Sono ancora dubbioso sull'argomento, comunque. Spero che quei tipi abbiano davvero intenzione di stabilizzare il campo magnetico, piuttosto che scatenare un'ennesima corsa agli armamenti.
    In quest'ultimo caso, non sopporterei i sensi di colpa per averli aiutati.

    Giorno 57:
    stavo per ordinare l'immersione, quando Bianca mi ha chiesto di non farlo; voleva parlarmi.
    Finalmente si è decisa a parlarmi di quell'ultima cosa. Ammetto, comunque, di essere rimasto un po' deluso. L'esplorazione mi stava davvero prendendo.
    Bianca mi ha detto che sa cosa sta accadendo al campo magnetico, e che conosce la ragione di quelle oscillazioni.
    Le ho detto immediatamente di dirmelo, il destino dell'umanità dipendeva da quella risposta.

    Un lungo sospiro, seguito da interminabili attimi di silenzio.

    Infine si è decisa.

    La causa di quest'imminente pericolo è sua sorella (che da ora chiamerò semplicemente Giada), sta riprendendo vigore e forza, cercando di liberarsi dalla sua prigione.
    Gli enormi sforzi di distruggere l'essenza magnetica in cui è intrappolata interferiscono con l'attuale campo magnetico, e nel caso in cui dovesse riuscire nel suo intento la nostra potente protezione dai venti e radiazioni solari verrebbe meno, ponendo fine un'altra volta alla vita del pianeta Terra.

    La soluzione datami da Bianca è stata semplice: andare al Polo Nord, liberare Giada dalla sua prigione, e infine combatterla di nuovo, questa volta uccidendola per sempre.
    Le ho detto che dovevo pensarci e son venuto subito qui a mettere per iscritto i miei pensieri.
    Credo che accetterò. Le mie paure e i miei timori non valgono la vita di miliardi di persone.
    Domani ne parlerò con l'equipaggio.

    Giorno 58:
    neppure un marinaio si è tirato indietro.
    Non saprei dire se per la loro fedeltà al capitano o la loro voglia di salvare l'umanità, ma non importa.
    Abbiamo scorte sufficienti e siamo riposati. Ci dirigiamo verso il mare di Bering.

    Giorno 59:
    mare di Bering.
    Domani attraverseremo lo stretto di Bering dopo il quale ci troveremo nel mare polare artico.
    Non è molta la strada a separare noi da Giada.

    Giorno 60:
    siamo in Artide.
    Bianca ci sta guidando velocemente verso la nostra destinazione.
    Entro domani saremo arrivati.

    Giorno 61:
    pensavo che il nostro viaggio stesse per finire qui. Un guasto alle centraline ci ha quasi fatto scontrare con un iceberg. Per fortuna Bianca ha sistemato il problema velocemente.
    Domattina entreremo nella caverna dove è relegata Giada. Solo io e Bianca. Non voglio che altri corrano dei rischi.
    E comunque la prima cosa da fare è portare la prigioniera in un luogo dove le sorelle avranno libertà di combattersi, perciò non correremo alcun pericolo.
    Almeno spero.

    Giorno 62:
    Bianca sta portando sua sorella alla fossa delle Marianne, dove si deciderà il destino dell'umanità.
    Devo dire che la somiglianza tra le due è incredibile. Non fosse stato per gli occhi non avrei saputo riconoscere l'una o l'altra.
    Appena entrati nella caverna ci si è presentata davanti Giada, assopita in un tormentato sonno millenario all'interno di una tremolante gabbia scarlatta.
    Il fatto che riesca a disturbare il nostro mondo nonostante stia dormendo mi terrorizza.
    Dio solo sa che diavolo faranno quelle due quando si affronteranno.

    Bianca mi ha avvertito di fare attenzione, perché una delle due muoia c'è bisogno di un attacco talmente potente da non far rimanere neppure un alito di vita dentro essa. Mi ha spiegato che finché rimangono in vita possono richiamare a loro ogni essenza che hanno estratto lungo la loro vita, permettendogli, così, di rigenerarsi molto più velocemente del normale e, conseguentemente, di
    essere quasi immortali.

    Ma ora non c'è tempo da perdere, dobbiamo raggiungerle.

    Giorno 65:
    siamo arrivati alla fossa quasi contemporaneamente alle due sorelle.
    Pare che Bianca voglia arrivare fino in fondo. Non è un problema per il Nautilus, ma tutto l'equipaggio (me compreso) è spaventato per ciò che accadrà. A dir la verità non so neppure perché continuo a scrivere questo diario. Probabilmente fra qualche ora non ci sarà più nessuno al mondo in grado di leggerlo.
    ________________
    Bianca è in procinto di liberare la sorella. Stiamo tutti tremando. Forse non è stata una buona idea seguirli, ma vogliamo aiutare Bianca, nel caso in cui se ne presenti l'occasione.
    ________________
    Diamine... Che... potenza...
    Il Nautilus è stato scaraventato diverse centinaia di metri lontano dal campo di battaglia.
    Abbiamo subito diversi danni allo scafo e alle pompe dell'aria.
    Bianca e Giada stanno creando delle onde d'urto di dimensioni incredibili.
    Sono spuntati dei vulcani sottomarini.
    Ho avuto un'idea. La stiamo mettendo in atto proprio ora. Lanceremo il Nautilus a tutta velocità verso Giada, per distrarla, regalando un attimo di tempo a Bianca per darle il corpo di grazia.
    Spero che funzioni. Se questo scontro dovesse continuare l'umanità ne uscirebbe sconfitta.
    Le nostre speranze di sopravvivenza sono quasi nulle, ma salveremo il mondo intero.
    Addio.



























    Diario del capitano, giorno 0.
    Giada è morta. L'ho vista dissolversi con i miei stessi occhi.
    L'eroico atto dell'equipaggio del Nautilus ha permesso a Bianca di eliminare definitivamente la sorella.
    Tuttavia, era necessario un sacrificio incredibile. La potenza sprigionata dal fatale attacco di Bianca doveva essere immenso.
    Avrebbe ucciso anche me, e Bianca non lo avrebbe sopportato, perciò si è assicurata di mettermi in salvo in una prigione magnetica simile a quella che un tempo intrappolava Giada.
    Per i miei compagni di viaggio, invece, non ha potuto fare nulla. E io non posso fare altro che onorare la loro memoria scrivendo quest'ultimo capitolo.

    Mentre bianca lanciava l'ultimo attacco, io ero lì.

    Ho visto da vicino l'immane sforzo cui si è sottoposta per il bene dell'umanità.
    Ho visto che non era sufficiente.
    Ho visto Bianca tirare un sospiro e incupirsi come avevo avuto modo di notare altre volte.
    Ho, infine, visto Bianca, rassegnata, alzare il viso e sferrare un ulteriore attacco, immensamente potente, ponendo fine alla vita di Giada.

    Quando l'onda d'urto si è fermata, quando i vulcani si sono ritirati, quando la terra ha smesso di tremare e quando ho potuto riosservare la luce solare, la protezione datami da Bianca è scomparsa, permettendomi di camminare liberamente.

    Ora sono qui a scrivere queste ultime righe, camminando sul fondale del Pacifico.

    Mi guardo intorno e vedo solo desolazione.
    In una mano ho il diario, nell'altra la collana donatami da Bianca.



    Davanti a me il corpo senza vita di un'esile ragazza dai capelli biondo chiaro e dai penetranti occhi di ghiaccio.




    Stringo forte la conchiglia di Nautilius, non trattenendo le lacrime.







    - Crack -







    Vorrei precisare alcune cose riguardanti lo stile.
    Avrete notato che è essenziale e semplice, niente labor limae e niente inutili abbellimenti Marineschi. Questo stile è voluto, dato che lo scrittore del diario non è un letterato, ma uno scienziato il cui unico obbiettivo è ampliare le conoscenze dell'umanità, scrivere in uno stile più alto sarebbe stato assolutamente inutile dal suo punto di vista.

    Noterete anche la ripetizione di diverse parole quali "incredibile", "stupefatto", "stupito" e altre appartenenti allo stesso campo semantico. Anche questo è voluto, sia per sottolineare lo stato d'animo del capitano e sia per sottolineare che il diario è scritto giorno dopo giorno.

    Ho voluto precisare queste cose perché mi rendo conto che questa storia è enorme e rende difficile mantenere la concentrazione per tutto il tempo, e ad una lettura superficiale si sarebbe potuto pensare che quelle due cose sopraelencate fossero degli errori.


    EDIT.
    Mi è stato detto che capire il finale non è così facile come mi sembrava, perciò voglio almeno avvertirvi che non finisce come sembra, sforzatevi di capire quel "crack".
    Se vedrò che ancora non lo si capisce lo spiegherò io.


    Edited by Dulaan - 5/1/2012, 22:25
     
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  2. MarioRossiXD
        +1    
     
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    Davvero epico :zizi: secondo me lo stile è adatto al personaggio, la storia è molto carina e congegnata perfettamente :sese: il finale è al solito tutto da intuire e questo mi piace un altro +1 da aggiungere alla tua collezione :asd:
     
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    Perfetta al dettaglio ma non mi pareva molto fluente..nemmeno io riuscivo a prestare attenzione alle parti centrali meno rilevanti ma immagino possa esser spiegato dal fatto che sono appunto poco importanti
    Niente da aggiungere +1
     
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  4. Dulaan
         
     
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    CITAZIONE (Gauss ~ @ 6/1/2012, 02:00) 
    Perfetta al dettaglio ma non mi pareva molto fluente..nemmeno io riuscivo a prestare attenzione alle parti centrali meno rilevanti ma immagino possa esser spiegato dal fatto che sono appunto poco importanti
    Niente da aggiungere +1

    Grazie :sese:

    E' normale che non risulti molto fluido il racconto. Il capitano lo scriveva giorno dopo giorno, e scrvendo così saltuariamente si rischia di perdere il filo del discorso, è normale :sese:


    Ps: tu l'hai capito il finale? Non vorrei che fosse troppo difficile
     
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    Ho intuito che la collana di nautilus si sia spezzata ma non ne centro il motivo: succede perchè Bianca è morta o ilcapitano ha avuto in dono il potere?o cosa?
     
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  6. MarioRossiXD
         
     
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    È tutto spiegato in questa citazione :ahse:

    CITAZIONE
    Mi ha spiegato che finché rimangono in vita possono richiamare a loro ogni essenza che hanno estratto lungo la loro vita, permettendogli, così, di rigenerarsi molto più velocemente del normale e, conseguentemente, di
    essere quasi immortali.

    In pratica, Bianca richiama a sé l'essenza della conchiglia per rigenerarsi e, conseguentemente, la conchiglia si spezza nelle mani del Capitano.
     
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    Bingo! ero troppo stanco ieri per intuirlo
     
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