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    Fin dalla tenera età, Sarah era terrorizzata dai clown, anche se, fortunatamente per il suo orgoglio personale, molte altre persone nascondevano la sua stessa paura. L’idea di una persona con un atteggiamento perennemente felice e strampalato, vestita con un buffo costume, era spesso fonte di disagio per molte persone, perciò Sarah non era l’unica a provare inquietudine.
    Crescendo, raramente aveva dovuto incontrare uno di quegli uomini o donne dal viso truccato e dai capelli colorati e stravaganti, ma, quando succedeva, per lei era davvero brutto. Tanto brutto, infatti, che era finita per andare in terapia durante la maggior parte delle medie e del liceo per via degli incubi provocati dalla sua fobia. Tuttavia quest’ultima, col passare degli anni e delle sedute di terapia, stava cominciando a svanire. Sarah non avrebbe più chiuso gli occhi vedendo un clown sorridente in televisione o trovando accidentalmente un’immagine di Pennywise (dal libro di Stephen King, It) durante la navigazione in internet.
    Sarah aveva imparato a controllare la sua paura in maniera tale da non farsi controllare da essa. Il suo primo anno di college era stato perfetto grazie alla sua abilità, appena scoperta, di interrompere le grida dei suoi demoni interiori, frutto dei suoi brutti ricordi. Ad ogni modo, questa situazione di tranquillità non sarebbe durata a lungo, perché le grandi paure possono tornare e lo fanno nella maniera più sinistra possibile…


    Era metà Marzo e Sarah era impegnata, come al solito, a gestire il carico di lavoro di una tipica studentessa nel pieno del college. Precisamente era martedì e Sarah aveva appena concluso l’ultima lezione del giorno: un’importante conferenza di psicologia tenuta da un relatore, durata circa due ore.
    Mentre la ragazza stava tornando al suo appartamento del campus, un giovane uomo, evidentemente di fretta, si scontrò con lei, facendo cadere entrambi a terra. Lei era caduta di schiena e la borsa le era cascata dalla spalla. Irritata dalla stupidità dell’uomo, Sarah lentamente si alzò semplicemente per chiedergli come diamine facesse ad essere così sbadato, ma rimase scioccata quando si rese conto che l’uomo era sparito. Guardandosi intorno, non trovò traccia di lui. Scuotendo la testa, si rimise in piedi, e, mentre raccoglieva la sua borsa, notò un volantino a terra, a faccia in giù. "Deve averlo fatto cadere quello scimmione dopo avermi travolto" pensò. Lo prese da terra, lo girò ed ebbe un sussulto: il volantino pubblicizzava un evento speciale chiamato “La notte dei Clown!”. Posto nella parte inferiore, nel mezzo dell’inserzione, c’era l’immagine di un clown raccapricciante, con occhi color blu scuro e un grosso sorriso arancione dipinto sulla sua faccia, colorata di bianco. Al di sotto dell’immagine, c’era una breve descrizione dell’evento:


    Siete pronti per il gran divertimento?! Per buffoni imbranati che farebbero sorridere anche quella tua nonna sempre ingrugnata?! Allora non perdete tempo, ragazze e ragazzi, perché la Notte dei Clown è in città!! Preparatevi per una serata di cibo, divertimento e giochi, condotta da noi strampalati clown, e assolutamente GRATUITA! Venite soli o con la famiglia, chiunque è benvenuto!!


    Ancora al di sotto della descrizione, c’erano le indicazioni per raggiungere il luogo e l’orario d’inizio dell’evento. Confusa, Sarah rilesse le informazioni, accorgendosi che l’evento si sarebbe svolto al Luna Park MacArthur, ma lei sapeva che i Luna Park erano stati chiusi più di due mesi prima perché il paese voleva utilizzare il territorio per costruire zone commerciali e residenziali. Non ci sarebbe mai più stato alcun tipo di festival o carnevale. Scuotendo ancora la testa, continuò a leggere il volantino, che diceva che l’evento sarebbe iniziato alle 20:00 di quella sera e che sarebbe durato fino alla mattina successiva.
    Sarah non riusciva a capire perché qualcuno potesse voler trascorrere un’intera serata con qualche clown squilibrato. Guardò ancora il clown sul volantino, con i suoi occhi che la fissavano a loro volta. Osservò attentamente il volantino, cercando di ricordare se, per caso, avesse mai sentito di un evento chiamato La notte dei Clown!, ma non le venne nulla in mente, le sembrava solo troppo strano. Fece no con la testa e gettò il volantino nella spazzatura. "No, grazie" pensò "Niente clown per me".


    Alle sette di sera circa, Sarah era sul divano del salotto e guardava la televisione, mentre cenava con del cibo cinese da asporto, consapevole che sarebbe rimasta da sola per un po’ visto che la sua coinquilina Dawn era fuori col suo fidanzato. Mentre era seduta, pensò che poteva fare uno squillo al suo fidanzato Jesse per chiedergli di venire a trovarla, se non aveva impegni, ma poi le venne in mente che non era nei paraggi perché avrebbe lavorato fino a mezzanotte. Realizzando definitivamente di non poter avere compagnia, tirò un sospiro e prese un boccone di chow-mein (piatto cinese a base di noodles), mentre girava i canali della TV.
    Passò diversi programmi come Lavori sporchi e Criminal Minds, senza trovare nulla che le interessasse, finché non arrivò al film L’uomo d’acciaio su HBO. Mentre guardava il film, notò che le immagini della TV stavano iniziando a sfocarsi. Improvvisamente, lo schermo passò dal raffigurare la scena in Superman combatteva il generale Zod all’inquietante viso di un clown triste con un trucco scuro, che fece saltare Sarah dal divano. Il clown la fissava e le faceva cenno di avvicinarsi. Impaurita, Sarah cercò goffamente il telecomando e spense la TV.
    Scosse la testa. Dannati clown. Non sapeva assolutamente come diavolo si fosse passati da Superman a uno stupido pagliaccio, ma non le interessava. Aveva visto abbastanza TV per quella sera. Guardò il suo cellulare e vide che erano le 20:00 e ebbe un sussulto quando il telefono suonò all’improvviso. Non riconobbe il numero del mittente e rispose.


    “Pronto?” disse e, dopo qualche istante di silenzio, rispose una voce simile a quella di Pippo della Disney: “Ti stiamo aspettando, Sarah. Il divertimento sta per cominciare, e abbiamo bisogno di te!”.
    Sarah tentò di capire chi, con quella stupida voce, potesse essere al telefono e rise: “Ok, chi parla? Jesse, smettila!” rispose, ridendo ancora di più e, dopo dei momenti di silenzio, la voce sogghignò: “No, no, no, no, no. Non Jesse” Sarah, sorridendo ancora, scosse la testa: “Ok, beh, chiunque tu sia, devo andare”. Prima ancora che Sarah potesse riattaccare, l’interlocutore iniziò a ridere istericamente e all’improvviso la TV si riaccese. C’era ancora lo stesso clown raccapricciante di prima che la fissava, stavolta era in piedi accanto a un uomo legato a una sedia. Il clown gli stava tenendo un coltello appoggiato alla gola. Quando Sarah lentamente si rese conto chi fosse la vittima, gridò col pianto in gola e si coprì la bocca con la mano.


    “Aspetterei a riagganciare se fossi in te, Sarah, o il povero piccolo Jesse sarà costretto ad andarsene.” Sarah guardò il telefono, tremando per il terrore.
    “Chi… chi sei? Che diavolo sta succedendo?!” Sarah aveva gli occhi incollati alla TV e riuscì a sentire l’uomo al telefono scoppiare in una risata gutturale.
    “Sono solo un clown, Sarah. Non hai più paura dei clown, vero?” le lacrime iniziarono a scenderle lungo le guance mentre guardava l’espressione terrorizzata di Jesse. Trattenendo il pianto, rispose: “No… non ho paura… ma per favore, lasciatelo andare…” sentì ancora l’uomo ridere.
    “Certo, ma devi prima venire qui, a La Notte dei Clown . Ti aspettiamo, Sarah, ti aspettiamo…”. L’uomo riattaccò e la TV si spense. Sarah rimase seduta lì, scioccata, col telefono ancora all’orecchio. Posò il telefono lentamente e pensò di chiamare la polizia. Mentre componeva “911”, si rese conto che non si trattava di un tizio qualsiasi che giocava a manomettere la sua TV o di qualche rapitore improvvisato. Era qualcosa di paranormale, fuori da qualsiasi logica. Capì cosa doveva fare per salvare il suo fidanzato: recarsi a La Notte dei Clown .


    Sarah guidò più velocemente possibile per raggiungere il Luna Park MacArthur, fuori città. A mano a mano che si avvicinava alla zona, una fitta e densa nebbia avvolgeva la sua auto. Ancor prima di rendersene conto, arrivò al grosso cancello chiuso di ferro che si trovava all’entrata.
    Rimase sconvolta vedendo il parco illuminato come un tendone da circo, con brillanti luci stroboscopiche di diversi colori, in contrasto con il buio della notte. C’erano giostre di ogni tipo e chioschi con diversi giochi, risonava nell’aria una forte musica carnevalesca, che si mischiava alle risate distinte dei bambini. Ciò che mancava, invece, erano le persone: sembrava che l’intero luogo fosse abitato da fantasmi. Lentamente, Sarah scese dall’auto e, quasi immediatamente, il cancello si iniziò ad aprire e lei si avvicinò con cautela, guardandosi ansiosamente intorno. All’improvviso, un gruppo di clown apparve davanti a lei, ridendo e incoraggiandola ad entrare. C’erano sia maschi sia femmine, con diversi costumi, cappelli e parrucche e mostravano i loro inquietanti sorrisi. Sarah si avvicinò, sudando per la paura.
    “Ok… sono qui. Lui dov’è?” uno dei clown, che indossava un cappello a cilindro e impugnava un bastone dall’aspetto divertente, guardò gli altri e sghignazzò, poi guardò Sarah e le mise una mano su una spalla
    “Ti porteremo dritta da lui, mia cara, e ci divertiremo moltissimo!”
    Il clown poi le avvolse il collo con un braccio scherzosamente e gli altri esplosero in una risata. Con la paura di dire o fare qualsiasi cosa, Sarah consentì ai clown di accompagnarla da Jesse.

    Passando per le varie giostre e i vari chioschi vedeva sempre più clown accordarsi a quelli che già la circondavano. Si accorse anche che i loro visi diventavano sempre più disturbanti, le loro forme mostruose, a mano a mano che si addentravano in quel contorto carnevale. C’erano anche clown di altezza inumana sporgersi verso di lei. Ma non era tutto: uno di loro era curvo, dall’aspetto animalesco, con una lingua simile a quella di una lucertola, che entrava e usciva tra delle labbra cremisi, e sibilava in sua direzione. Un altro ancora indossava una maschera fatta completamente di carne umana, che gocciolava di sangue, i cui occhi rossi sembravano brillare come due sinistre sfere di luce.
    Finalmente il gruppo di clown che la scortava si fermò di fronte a una grossa tenda a pois.
    Il pagliaccio con il cilindro prese Sarah di forza per le spalle in modo da guardarla negli occhi
    Sarah tremava come una foglia mentre fissava i suoi occhi maligni, che trasudavano follia.
    “Dove… dov’è lui?” il clown indicò con la testa la tenda.
    “Proprio lì, mia cara. Entra e potremo cominciare” la lasciò andare e Sarah entrò lentamente nella tenda.


    Fu accolta da luci splendenti e grandi applausi e, quasi accecata dalla forte luce, portò la mano sulla fronte a mo’ di visiera. Dopo aver sbattuto più volte gli occhi, vide che era circondata da clown seduti sugli spalti, come in uno spettacolo, che la guardavano ridacchiando. Di fronte a lei trovò Jesse, ancora legato sulla sedia, in compagnia di quello spaventoso clown triste che gli teneva il coltello pericolosamente vicino alla gola. Sarah emise un grido di rabbia e corse verso il fidanzato. Era a pochi passi quando il clown aumentò la pressione del coltello sulla gola del ragazzo. Sarah lo guardò e capì che era svenuto, poi si girò verso il sinistro clown che lo teneva in ostaggio, con gli occhi accecati dall’ira. “Lascialo andare!” urlò. Il buffone la guardò minaccioso, prima lei, poi Jesse, scosse la testa tristemente e, senza preavviso, gli tagliò completamente la gola. Il sangue schizzò ovunque mentre il ragazzo si contorceva sulla sedia. Sarah, impulsivamente, corse verso l’aguzzino e gli tirò un pugno in faccia, facendolo cadere all’indietro e scivolare il coltello di mano. Il clown guardava Sarah mentre teneva Jesse tra le braccia, con le lacrime che le sgorgavano dagli occhi e, quando tentò di rialzarsi, la ragazza raccolse il coltello da terra e si lanciò su di lui.


    Alla stregua di un animale infuriato e distrutto dal dolore, pugnalò più e più volte al torace il clown triste, che gridò invano. Sarah continuava a trafiggerlo più forte che poteva, ridendo istericamente mentre lo guardava soffocare nel suo stesso sangue con gli occhi girati all’indietro. Non smise neanche quando vide che aveva chiuso gli occhi e esalato l’ultimo respiro: continuava a colpirlo senza pietà. Dopo qualche minuto, finalmente si fermò e si alzò in piedi, ricoperta di sangue, e guardò la folla, che restava in silenzio e immobile. Piangendo, gettò il coltello per terra.
    “Siete contenti ora?! Vedete cosa mi avete fatto?!” gridò. Il pubblico di clown continuava a guardarla senza fiatare.
    Finalmente, il clown col cilindro e il bastone entrò nella tenda e sgranò gli occhi quando vide il clown triste in una pozza di sangue.
    “Signore e signori, ce l’ha fatta! La nostra Sarah ha finalmente sconfitto la sua paura!” gli spettatori esplosero in risate e applausi, saltando su e giù sui posti a sedere. Le tiravano fiori e stelle filanti, lanciavano coriandoli in aria.
    Il clown si avvicinò a Sarah, allargando sempre più il suo sorriso, mentre lei lo fissava con odio estremo nei suoi occhi.


    “Lasciatemi solo andar via! Vi prego!” urlò con le lacrime agli occhi. Il clown scosse la testa mentre aizzava la folla: “Andare via? Perché mai, mia cara? Non potrai mai andare via”.
    Sarah lo guardò, scuotendo confusa la testa: “Ma perché? Cosa vi ho fatto?!” il clown rise, avvolgendole il collo con il braccio ancora una volta, indicando la folla.
    “Nulla, Sarah, non hai fatto nulla a nessuno di noi. Non si tratta di vendetta, no, no. È qualcosa di ancora migliore: un test”
    Sarah, con le lacrime agli occhi, lo guardò e rispose: “Un test…?” lui annuì con eccitazione: “Sì, un test! E sei passata a pieni voti! Dovevamo verificare se fossi pronta a unirti a noi!”.
    Sarah sentì un brivido percorrerle la schiena, facendole sentire le gambe come due spaghetti: “U-Unirmi a voi?” il clown annuì ancora una volta e rise: “Sì, unirti a noi! Noi cerchiamo coloro che hanno paura di noi e li aiutiamo a capire che non devono temerci! E, alla fine, quando finalmente hanno capito, diventano parte della nostra grande, folle famiglia! Per sempre!”.


    Sarah, inorridita, cercò di fuggire, ma il clown la teneva saldamente.
    “Per favore, lasciatemi andare!” lo supplicò “ho perso il mio fidanzato! Non è abbastanza per voi?!” l’interlocutore fece no con la testa: “Era solo una parte del nostro test, lui non ha importanza: quel che importa è che tu sia passata, ora sei una di noi! Ecco, da’ un’occhiata!” il clown tirò fuori un grosso specchio rosso da una tasca dei suoi pantaloni a strisce e lo porse a Sarah. Lei lo girò e, vedendo la sua immagine riflessa, strepitò a pieni polmoni: la pelle del suo viso era di un bianco cadaverico, con rombi neri attorno agli occhi, entrambe le guance dipinte con cerchi neri e le labbra circondate da un grosso, innaturale sorriso del colore dell’ebano.


    Tentò di cancellare la pittura, graffiando e tirando la pelle del suo viso per liberarsi di quel macabro trucco. Si rese poi conto che non si trattava assolutamente di pittura…ma della sua stessa pelle. Tremando, si accorse dal riflesso che anche i suoi occhi avevano cambiato colore, da castano a un misto tra verde e rosso. Sentiva anche qualcosa di strano in bocca, così la aprì e urlò ancora una volta quando si rese conto che i suoi denti erano ora dei lunghi canini, che sporgevano da delle labbra scure.
    Tremando ancora di più, stava quasi per collassare tra le braccia del clown, che ridacchiò e la sostenne. Si rivolse poi a lui.


    “Cosa… cosa mi avete fatto?” chiese flebilmente, lui la guardò con sguardo contrito, e aizzò ancora la folla: “Nulla, cara Sarah. Ti abbiamo solo accolto nella famiglia!” il pubblico di clown rise fragorosamente ancora una volta e la ragazza osservò attentamente ogni spettatore.
    Studiò per lungo tempo ogni singolo viso, compreso quello del clown che la teneva. Erano dementi, squilibrati… ma felici, pensò. Felici. Il suono delle loro risate divenne presto, per qualche strano motivo, rassicurante, come una melodia rilassante da ascoltare prima di dormire. Lentamente, sul volto di Sarah spuntò un sorriso, poi un ghigno che si trasformò in una risata isterica.
    Da quel momento non si sentì altro che le risate dei clown, che si propagavano fuori dalla tenda, nell’aria di quella fredda, tenebrosa notte.



    Edited by DamaXion - 6/8/2016, 10:49
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    Gamepasta a dir poco spettacolare, sono rimasto attaccato tutto il tempo allo schermo a leggere. Quando poi è intervenuto Acacius mi sono messo a esultare come un idiota :asd: .
    L'idea che il gioco sia ancora in circolazione e teoricamente reperibile è dopotutto carina, ma come finale mi aspettavo qualcosa di meglio... per il resto la storia è impeccabile. Una delle migliori paste che abbia mai letto!
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    Tradotta dalla Wiki, anche se a tratti ho aggiunto alcune parole e cambiato alcune frasi per rendere la traduzione migliore.


    Nota: Questa è una pagina che si trovava in una mediocre wiki collegata alla Disney. Come potrete immaginare, questa wiki è stata cancellata perché la maggior parte del suo contenuto apparteneva alla Disney. Le pagine di questa particolare wiki sono attualmente sparite da tempo, fatta eccezione per una che salvai la prima volta che la visitai.


    Ho sentito dire quanto la Disney ami cercare di mettere a tacere cose che non vuole che si sappiano da nessuno e dopo aver letto questa storia, non posso interamente incolparli della loro decisione. Spero solo che questa pagina continui a esistere.
    Mickey’s Best Friend è un controverso cartone della durata di 10 minuti andato in onda nel 1939 (*) che fu bandito senza possibilità di tornare a essere trasmesso per via della sua storia e degli effetti subiti dai bambini dopo la visione (vedi paragrafi successivi). Non è disponibile neanche per chi volesse completare la propria collezione di classici di Topolino. Fu originariamente pensato per essere uno speciale di Halloween la cui storia ruotava intorno ai personaggi di Topolino e Eustace, un cane antropomorfo (simile a Pippo). Walt Disney a quel tempo credeva che i bambini venissero rimbambiti da tutti gli altri cartoni e che fossero abbastanza maturi da comprendere quello che voleva mostrar loro.

    (*) La pasta originale dice “1929”. Nel 1929 i cartoni di Topolino venivano mostrati solo in teatro. È impossibile che si parli di TV nel 1929, visto che solo un anno prima era uscito il primo corto teatrale di Topolino, Steamboat Willie. Per coerenza ho voluto ambientarla dieci anni dopo, all’apice del successo del cartone.

    Riassunto

    Topolino sta guidando per andare a lavorare nella sua automobile. Quest’ultima va in panne lungo la strada per via di un problema al motore e Topolino scende dalla macchina per controllare. Quando scopre che non può essere riparata viene preso da grande sconforto finché Eustace non arriva e lo aiuta risolvendo il problema. Topolino, sollevato, si presenta e, dopo aver saputo il nome di Eustace, lo invita ad andare da qualche parte con lui. Eustace chiede a Topolino se aveva impegni, ma Topolino gli mente decidendo di saltare il lavoro.
    I due arrivano in un bar dove la proprietaria riconosce Topolino e gli lancia un’occhiataccia, per poi chiedergli cosa voglia. Dopo aver ordinato, lo sceriffo (Pietro Gambadilegno) entra e si avvicina a Topolino con aria di affronto, ordinandogli una volta per tutte di pagare il suo ritardato affitto. Topolino, sul punto di scoppiare a piangere, viene compatito da Eustace che decide di pagare il suo intero debito. Lo sceriffo ride e avverte Eustace dicendogli che il suo nuovo amico gli causerà solo problemi, per poi abbandonare la scena. Topolino, liberato da quel peso, abbraccia Eustace con gioia.
    I due escono dal bar e Topolino, attraverso una serie di scene diverse, inizia a presentare il suo nuovo amico agli abitanti del luogo, che mostrano indifferenza e vanno via. L’ultimo abitante con cui parlano inizia a ridacchiare per un po’ e raccomanda a Eustace di fare attenzione a quel topo. Eustace tenta di farsi spiegare da questa persona il perché del suo astio, ma egli sparisce dopo l’avvertimento.
    Eustace chiede a Topolino perché stia sorridendo dopo l’accoglienza ricevuta, egli confessa ad Eustace che lui è il suo primo amico, non avendone mai avuto uno prima di quel momento. Eustace si sente in colpa e sembra star nascondendo qualcosa con un’espressione di rimorso. In varie scene rapide, Topolino e Eustace si fermano a teatro, giocano insieme e scalano una montagna fino alla cima osservando il panorama. Successivamente Topolino mostra all’amico casa sua, nella speranza che egli viva assieme a lui. È qui che Eustace si sente in colpa per il topo, ma infine ammette di dover andar via.
    Topolino, sotto shock, immagina che il suo sia un tradimento come in tutte le altre relazioni che aveva avuto. Eustace spiega a Topolino di non essere soddisfatto della città e soprattutto dei suoi abitanti e di voler cercare un altro luogo. Si scusa con lui e lo incoraggia prima di uscire dalla porta di casa. Topolino stramazza e afferra Eustace per la gamba, implorandogli di restare, ma il cane scuote la testa. Non potendo perdere il suo unico amico, Topolino lo colpisce con una roccia che si trovava a terra facendogli perdere conoscenza.
    Nella scena successiva si vede Topolino scendere le scale per il suo seminterrato per poi accendere la luce, mentre Eustace, ancora incosciente, è legato a un tavolo operatorio. Topolino inizia singhiozzare e a rammaricarsi, parlando con Eustace, sempre privo di conoscenza, e dicendogli che è la cosa giusta da fare. Urla costantemente che non può più restare solo e infine tira fuori un coltello da sotto al tavolo e inizia a operare fuori campo.
    Quando Eustace finalmente si risveglia, si scopre che non è più antropomorfo, ma è diventato un cane vero. Inizia a dare di matto, ma può solo abbaiare. Durante il suo attacco di panico, la telecamera passa in prima persona e si vede Topolino entrare nella stanza. Eustace sembra non essere più spaventato nel momento in cui posa il suo sguardo su Topolino, sente di aver bisogno di lui e infine gli salta addosso leccandolo.
    Topolino gli dice che nessuno saprà mai quel che è successo, che sarà per sempre un segreto e che il suo nuovo nome sarà Pluto finché non si separeranno.
    La scena si sposta alla casa di Topolino dall’alto, la visuale si allontana e come sottofondo si sentono le risate dello sceriffo e la voce del residente che aveva avvertito Eustace riguardo Topolino.

    Background

    Walt Disney era ispirato a creare un episodio di Halloween con l’amato topo. I personaggi che diverranno quelli ufficiali furono creati nello stesso episodio. La proprietaria del bar diventerà Paperina e il residente che cercava di avvertire Eustace sarà in seguito Pippo, che apparentemente somiglia molto a Eustace. Anche Pluto diverrà un personaggio ricorrente, ma non è menzionata nessuna connessione con Eustace. I disegnatori provarono disgusto durante la parte finale del cartone e chiesero che la scena dell’operazione venisse censurata e Walt non poté far altro che accontentarli.

    Produzione

    La produzione del cartone fu ritardata per via degli animatori che si sentirono a disagio per Eustace dopo aver letto la sceneggiatura. Fu anche molto lenta, a causa dell’indisposizione da parte dei lavoratori a finire il cartone. Fu utilizzato un budget imprecisato, cosa che potrebbe essere stata causata dai suddetti animatori che chiesero un pagamento più alto per il loro lavoro sgradevole. Ci volle qualche mese per concludere la produzione.

    Accoglienza

    Quando il cartone andò in onda furono sollevate polemiche e controversie, l’esatto contrario di ciò che Walt avrebbe voluto. Molte persone dichiararono che i loro figli non riuscivano a dormire la notte e che erano in preda a incubi in cui venivano operati da Topolino, come accadeva nel cartone. Il cartone, inoltre, fece sì che molti giovani ragazzi chiedessero costante attenzione perché non volevano restare da soli, soprattutto di notte. Per via di queste reazioni, i genitori di tutti questi ragazzini decisero di denunciare il contenuto, cosa che spinse Walt a distruggere tutte le copie del cartone che gli capitassero tra le mani, nel tentativo di nascondere il suo fallimento

    Teorie

    Alcune persone hanno fatto notare la somiglianza fra Eustace e Pippo. Dopo diverse analisi, si è parlato dei personaggi antropomorfi, considerati perfettamente normali, a differenza degli animali “selvatici”, considerati inferiori mentalmente e quindi tenuti come animali domestici, il più delle volte trattenuti per la loro potenziale pericolosità.
    Nonostante non ci sia nessun riferimento a Eustace nei cartoni futuri, Topolino si mostra sempre estremamente preoccupato ogni qualvolta Pluto fugge via o si perde, mostrandosi disposto anche a rischiare la vita per salvare il suo migliore amico. Questo è l’unico riferimento a “Mickey’s Best Friend” che viene mostrato in altri cartoni.


    Molti degli scrittori di questo episodio sono oggi deceduti soprattutto per vecchiaia. Quando erano ancora in vita, non volevano che venisse menzionato il cartone, alcuni hanno detto per colpa di forte rimorso.

    Edited by Axel ~ - 6/8/2014, 20:04
  4. .
    Credo che il finale significhi che la storia si ripete anche per quella ragazza. Comunque mi è piaciuta.
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    Il finale lasciò un po' deluso anche me, poi ho fatto diverse ipotesi.

    - Freddy uccide tutti i genitori, come ho detto prima
    - Questo episodio si può collegare alla "teoria del purgatorio", secondo cui il vicolo è il purgatorio, e i personaggi sono tutti morti. In questo caso è stato Freddy l'assassino, che scompare dopo aver fatto il suo lavoro. Nel purgatorio arriva Eddy, che si può definire come l'elemento che rompe l'armonia (infatti nel cartone dà sempre fastidio a tutti), perciò i ragazzi non vivranno più in tranquillità come prima, ma con Eddy, che è una sorta di "pena". (Okay, è veramente inverosimile, ma l'ho scritta ugualmente :asd:)
    - Semplicemente, Freddy è presente solo nella prima puntata, e deve essere sostituito da Eddy, visto che quest ultimo sarebbe più simpatico di lui. In questo episodio Freddy fa in modo che gli amici lo dimentichino seppellendo tutti gli oggetti che rimandano a lui, per poi essere sostituito. Infatti l'episodio di chiama "Addio"
  6. .
    L'utente sopra di me verrà bannato presto.
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    Chi non conosce The Sims? Il gioco simulatore di vita creato da Will Wright che ebbe un successo clamoroso al momento dell’uscita, vendendo più di 100 milioni di copie.
    Il gioco è basato sul controllo di persone virtuali, i Sims, nelle loro attività quotidiane, facendo attenzione a tutti i loro bisogni.
    In tutti e tre i The Sims sono presenti molti glitch (errori) grafici di diverso tipo, alcuni divertenti, altri strani ed inquietanti.
    Ecco alcuni memorabili errori che hanno spaventato milioni e milioni di giocatori.

    Upside-down Face Syndrome/Upside-down Face Plague (The Sims)

    Questo glitch è presente in “The Sims Cuccioli, che passione!” quando un bebè, dopo i normali 3 giorni, diventa un bambino. Può capitare che, nel pannello di controllo, al posto della normale miniatura con la fotografia del Sim bambino , appaia una faccia rovesciata sottosopra. Le facce che possono presentarsi nella miniatura sono due. La prima non è altro che la normale miniatura di un Sim con gli occhiali e capelli biondi, girata al contrario. La seconda, rappresentante una donna, presenta delle particolarità. Normalmente le miniature rappresentano il viso del Sim frontale e con un’espressione seria. In questo caso, invece, notiamo che la donna in questione porta degli orecchini pendenti e sfoggia uno strano sorrisetto, quasi malvagio. Inoltre, invece del normale sfondo blu, vi è uno sfondo nero. Si può anche osservare che il volto, rigorosamente capovolto, è leggermente girato verso sinistra.
    Non si sa chi sia la donna, né tantomeno da dove provenga quella miniatura, visto che, nella modalità “Crea un Sim”, non è possibile scegliere quel tipo di viso.
    Pare che quest errore sia dovuto alla corruzione di alcuni files del gioco.

    La prima miniatura (uomo con occhiali)

    qqv2xj

    TheSims_UnknownThumbnail

    La seconda miniatura (donna sorridente)

    mqdefault

    TheSims_UnknownFace


    Demon Baby (The Sims 3)

    Probabilmente il glitch più spaventoso del terzo capitolo di The Sims. Due Sims che si amano potrebbero dar vita a qualcosa di spaventoso, definito Demon Baby.
    Esso è un neonato con braccia estremamente lunghe e dita sottili come stecchini, gambe solitamente piegate di dimensioni quasi normali e un deformato corpo da adulto apparentemente senza testa. In realtà, la testa, l’unica parte del corpo con le sembianze di quella di un neonato, non si trova attaccata al collo, ma alla parte più bassa dell’addome.
    Altre volte, invece, può succedere che il bebè, avvolto in fasce, abbia il collo più lungo del normale e una faccia orribilmente deformata.
    Questo tipo di errore può capitare anche ad animali, come cani, gatti o cavalli. Non si possono definire caratteri in linea generale per gli animali, l’unica caratteristica comune sono gli occhi fuori dalle orbite.



    Vicinato rosso sangue (The Sims 3)

    Per via del malfunzionamento di un file nel percorso di The Sims 3, esiste un glitch grafico che rende il colore del vicinato di un acceso rosso sangue. Inutile descrivere lo sconforto dei giocatori dopo aver aperto The Sims 3 per giocare e divertirsi con le loro famiglie, per poi trovare un vicinato dall’aspetto infernale.




    Oltre a questi spaventosi glitch grafici vi sono alcuni elementi del gioco che sono in sé abbastanza inquietanti.

    Prank Calls

    Le Prank Calls non sono altro che delle telefonate che i nostri Sim ricevono. Esse sono annunciate da una finestra di dialogo che appare dopo che il Sim ha riagganciato la cornetta.
    Alcune sono scherzose, come: “Wrong number. Sorry” (“Scusi, ho sbagliato numero”), altre sono chiamate del proprio medium, come: “Your psychic advisor suggests that you plan your meetings very carefully this month because you may have some unexpected news.” (“ Il tuo medium ti consiglia di programmare i tuoi incontri con attenzione questo mese perché potresti avere notizie inaspettate”). Altre ancora, invece, sono misteriose e abbastanza angoscianti, come ad esempio: “You have been chosen. They will come soon.” (“Sei stato scelto. Arriveranno presto”); “The end is near. Make preparations.” (“La fine è vicina. Preparati”); “Your energy use has just spiked. You'd better be careful.” (“Sei allo stremo. Faresti meglio a stare attento”) e infine: “Your psychic advisor's head has just exploded. Be forewarned.” (“La testa del tuo medium è appena esplosa. Sei stato avvisato.”).
    Pare che questi strani messaggi siano stati deliberatamente aggiunte dagli sviluppatori per scherzo (appunto, “prank” significa “scherzo”).

    Le Danger Themes

    Le Danger Themes (musiche di pericolo) sono delle musiche di breve durata che si sentono durante il gioco quando, appunto, c’è un potenziale pericolo. Queste musiche fanno parte del gioco, quindi non si tratta di errori o cose simili. Esse sono particolarmente spaventose, soprattutto perché, di solito, si sentono all’improvviso. Quelle che fanno più sgomento sono senz’altro quella del ladro e del procione (solo in “Cuccioli, che passione!”). Quest’ultima è leggermente più acuta rispetto alla precendete. La particolarità è che si tratta di eventi casuali, quindi non prevedibili, cosa che rende il tutto più spaventoso. Lo stesso discorso vale per i fantasmi: la musica in sé non fa molta paura (a differenza di quella del ladro), ma il fatto che si senta improvvisamente durante il gioco fa, come si suol dire, “saltare dalla sedia”. Infine troviamo la theme dell’incendio, terrificante anche se sentita singolarmente e la musica della morte, molto deprimente e triste.



    Il mistero del Clown Tragico

    Questo mistero riguarda tutti e tre i capitoli di The Sims. Bisogna innanzitutto dire che il Clown Tragico è un NPC introdotto con “The Sims: Vivere alla grande” il quale sostanzialmente è un pagliaccio perennemente depresso che appare in casa del nostro Sim nel caso in cui quest'ultimo sia particolarmente giù di morale. Potremmo ricevere la visita di questo personaggio soltanto se il suo quadro è appeso alla parete di casa. Infatti, il Clown Tragico, quando visita la casa, salta fuori dal dipinto. Il suo arrivo peggiora solo l’umore del Sim, dato che egli non lo farà dormire e impedirà in tutti i modi di farlo divertire. L’unico modo per sbarazzarsi di lui è bruciare il suo quadro oppure chiamare “gli acchiappa-clown”.
    In The Sims 2 il Clown Tragico non è presente, né tantomeno il suo quadro. Se, però, si zooma sul cartoccio di latte quando un Sim prepara la colazione, si può vedere una sua foto, come se fosse sparito.
    In The Sims 3 il Clown Tragico è presente in Sunset Valley (un quartiere), ma solo come fantasma. Infatti egli è morto annegando (il suo fantasma non a caso è blu) ed è seppellito nel cimitero “Piacevole Riposo”.
    La particolarità è che le vicende di Sunset Valley sono precedenti sia a The Sims, sia a The Sims 2. Ciò fa capire che il Clown Tragico era già morto nel primo The Sims e che quindi potrebbe essere uno zombie o comunque un fantasma, cosa che spiegherebbe la sua abilità di saltar fuori dal quadro e di creare buche per teletrasportarsi.
    Ci sono varie teorie su come esattamente sia affogato. Una delle ipotesi è che egli è stato lasciato dalla fidanzata e l’unico lavoro che riesce a trovare è quello di clown. Però, pur sentendosi in dovere di far felici le persone, egli non ci riesce per via della sua depressione. Una volta, il suo arrivo in una casa spaventa una donna, che inizia a scappare via; nell’inseguirla egli scivola e sta per cadere in una piscina. Pur salvandosi, l’acqua lo terrorizza a tal punto da farlo affogare nelle sue stesse lacrime dopo aver pianto a dirotto. Altre ipotesi dicono che egli si è suicidato, affogandosi in una piscina.

    Mrs. Crumplebottom

    La signora Crumplebottom è un NPC che appare in tutti i tre capitoli di The Sims, ma è ricordata soprattutto per la sua apparizione in The Sims 2, che richiede l’espansione Nightlife. È una donna vestita in maniera antiquata e dal carattere molto scontroso e austero. La si può trovare nei centri di vita notturna che sono aggiunti con la sopracitata espansione, come ristoranti o piste da bowling, oppure, se si ha anche l’espansione Seasons installata, c’è il 50% di probabilità che esca fuori dal pozzo dei desideri, acquistabile nel negozio, dopo che il nostro Sim ha lanciato una monetina. In entrambi i casi, la sua principale attività è quella di malmenare e rimproverare i nostri Sims. In particolare, se parliamo delle sue apparizioni nei lotti comunitari, ella è molto odiata dai giocatori di The Sims 2 perché rappresenta un vero e proprio ostacolo a ogni genere di appuntamento. La signora Crumplebottom segue un codice morale molto rigido: picchia con la sua borsa e rimprovera non solo i Sim che girano per il lotto in costume, presumibilmente ritenendoli scabrosi, ma anche e soprattutto ogni Sim che compie una qualsiasi interazione amorosa, rendendo ogni appuntamento un vero inferno.
    Ci sono diverse teorie sulla provenienza di questo Sim (addirittura il suo genere è incerto, visto che nel gioco appare come Sim femmina, ma nei file è riportata come maschio): come detto in precedenza, appare in tutti e tre i The Sims, ma la signora Crumplebottom di The Sims e The Sims 3 non è la stessa di quella del 2. La prima è la zia di Mortimer Goth (in italiano Maurizio Alberghini) e sorella di Cornelia Goth, mentre la seconda è probabilmente la moglie del burattinaio Robert Crumplebottom, morto durante uno spettacolo di beneficenza a causa della caduta di un lampadario sulla sua testa (il lampadario in questione è presente nel negozio del primo The Sims), cosa che spiegherebbe l’odio da parte della donna nei confronti dell’amore.
    È particolarmente curioso il fatto che cercare di eliminare o modificare (come ad esempio far entrare in una famiglia o cambiare il suo carattere) con i trucchi la Signora Crumplebottom causerà la corruzione del gioco, risolvibile solo con la re-installazione.

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    La signora Crumplebottom che esce da un pozzo

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    La signora mentre picchia un ragazzo

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    The Sims ha riscontrato un enorme successo, fra persone di tutte le età e di tutte le nazionalità, ma lo hanno fatto anche i suoi misteri, che da anni affascinano molti appassionati e ne spaventano altri. E tu, hai mai trovato qualcosa di strano nel tuo The Sims?

    FONTI:
    modthesims.info - sims.wikia.com - cracked.com - tcrf.net/


    Edited by & . - 4/6/2020, 19:18
  8. .
    Ho combinato e tradotto pezzi di due articoli su questa stessa creepypasta presi dalla Wiki


    Il “Gameboy Camera” è un accessorio per il Gameboy Color che, quando uscì nel 1998, fu considerato un apparecchio rivoluzionario ed estremamente all’avanguardia. Infatti, permetteva di scattare foto, seppur di bassa qualità, e di stamparle direttamente dalla propria console tramite il “Gameboy Printer”, cosa impensabile all’epoca. Nel 1999 entrò addirittura nel Guinness World Records come la fotocamera più piccola mai creata.
    L’apparecchio aggiunse anche la possibilità di giocare a una sorta di Space Invaders con una propria foto come boss finale.

    Il Gameboy Camera, però, è famoso soprattutto per le sue immagini disturbanti.
    Il menù principale era formato dalle opzioni “Shoot”, “View” e “Play”. Le ultime due opzioni servivano rispettivamente per vedere album di foto scattate e per giocare a diversi minigiochi. Se si sceglieva “Shoot”, invece, si entrava in una sorta di JRPG (gioco di ruolo giapponese) e apparivano altre opzioni: “Shoot”, “Items”, “Magic”, “Check” e “Run”. Qualunque ragazzino che conoscesse bene il Gameboy Camera era terrorizzato all’idea di premere accidentalmente il tasto “Run”.

    Infatti, dopo aver scelto quell’opzione, sarebbe apparsa una foto rappresentante la faccia di un ragazzo con capelli, labbra, sopracciglia e occhi rudemente disegnati; sulla fronte, invece, era disegnata una stella nera. Il soggetto aveva l’indice posizionato sulla bocca, come per dire di fare silenzio e nella parte inferiore della foto vi era scritto “Who are you running from?” (“Da chi stai scappando?”). Il tutto era accompagnato da una inquietante e fastidiosa musica a 8-bit.
    Anche se, magari, si faceva attenzione a non premere il tasto “Run”, c’era comunque il rischio di imbattersi in altre immagini strane e orribilmente ritoccate, quindi, anche giocando semplicemente al Gameboy, non si era fuori pericolo.

    Nella versione americana, queste immagini apparivano o come messaggi d’errore, ad esempio quando il GBA non riusciva a connettersi alla stampante, oppure casualmente mentre si giocava.
    La prima rappresentava un uomo sorridente a cui erano stati disegnati capelli femminili, piccoli baffi, lentiggini e delle “onde” sulla fronte, come a voler rappresentare delle rughe. Nella seconda, invece, vi era il viso di una donna nell’atto di fare una smorfia, con occhi ricalcati male, due codini disegnati ai capelli e altre rughe sulla fronte. Le foto erano accompagnate da messaggi come “Print Error #01”, “Print Error #02” (due errori di stampa) oppure, ancora una volta, “Who are you running from?”.

    Nella versione giapponese, invece, vi erano altre due immagini, non presenti nella versione americana, che potevano apparire soltanto a intervalli occasionali durante il gioco.
    Erano entrambi visi maschili. Il primo aveva le solite rughe sulla fronte, occhi ritoccati in modo da sembrare femminili, due spirali sulle guance e uno snervante sorrisetto. Al secondo erano stati disegnati contorni ricalcati agli occhi, peli fuori dalle orecchie, strani capelli, baffi rivolti verso l’alto e un’espressione seria. A differenza delle altre quattro immagini, qui vi era uno sfondo ben definito e non bianco.

    Si pensa che questi ritratti siano il risultato di rapimenti effettuati da uno strano culto. L’uomo con la stella nera disegnata sulla fronte dovrebbe essere il capo, mentre gli altri i seguaci. L’ultima immagine, quella senza rughe e con lo sfondo, dovrebbe essere una sfortunata vittima, cosa che spiegherebbe la sua espressione. Non si capisce quale sia la condizione della vittima per via della bassa qualità della foto, e per quale motivo queste strane immagini siano state incluse nel gioco. È sconosciuto anche l’intento e l’oggetto del culto, anche perché non è mai stato ritrovato un corpo simile a quello del prigioniero.

    Il successo del Gameboy Camera fu discontinuo e non così grande come ci si aspettava, ma il suo lascito di terrore vive ancora negli incubi di migliaia di bambini, giocatori o fotografi improvvisati che fossero.



    Immagine che appare se si preme "Run"
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    Le due immagini della versione americana
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    Edited by Axel ~ - 27/8/2014, 14:48
  9. .
    Era un freddo pomeriggio invernale e fuori pioveva. I miei erano usciti e non sarebbero tornati prima della sera e io me ne stavo annoiato davanti al computer. Il mio pc era un vecchio HP, avevo anche dei giochi che mi aveva regalato mio fratello (a cui lui non giocava più), ma richiedevano più RAM di quanto il computer avesse, così decisi di cercare qualcosa su internet. Che idea stupida…

    Aprii eMule e digitai nel motore di ricerca “games”, apparvero milioni di risultati; il primo si chiamava “tsurtd.exe” e, nonostante il nome strano, ci cliccai e iniziò il download, che terminò in pochi secondi. Ora, ogni persona che si intenda un minimo di internet sa benissimo che se un download di eMule è troppo rapido molto probabilmente sarà un virus o qualcosa di malevolo, ma ai tempi non ne capivo nulla e, invece di insospettirmi, fui contento che il file fosse già pronto.
    Nella cartella dei download notai che il file appena scaricato era un setup, ci cliccai sopra e partì un installazione velocissima, che al termine si chiuse subito. Non riuscii a capire cosa effettivamente avesse installato, visto che non c’erano nuovi collegamenti o cose simili, quindi pensai: «La solita fregatura» e spensi il computer. Forse quello fu l’unico momento in cui ebbi un po’ di buon senso.

    La mattina del giorno dopo, visto che non avevo scuola, decisi di accendere il computer per svagarmi un po’. Qualche minuto dopo l’avvio, notai che era apparsa una finestra del blocco note con su scritto “Play me”. Mi meravigliai, dato che ovviamente non ero stato io a scriverlo, e chiusi la finestra. Ne apparve un’altra con scritto “Play me, I said.” «Ma cosa diavolo…» pensai «Avrò installato qualcosa accidentalmente» (e in effetti non mi sbagliavo…) e chiusi ancora, ma dopo qualche secondo il computer si spense davanti a me.
    Non poco infastidito, riaccesi il computer mentre pensavo a cosa potesse essere stato a scrivere quelle cose. Quando il sistema si riavviò vidi che sul desktop era apparsa un’icona, che non era altro che un quadratino nero, che si chiamava “tsurtd.exe”; solo in quel momento mi ricordai di quel file scaricato la sera precedente e così, senza nemmeno fare una scansione con l’antivirus, aprii il programma.
    Dopo aver cliccato sull’eseguibile apparve il logo del primo The Sims, con risoluzione 800x600. Fui sollevato vedendo che ciò che avevo scaricato era effettivamente un gioco, che fra l’altro avevo sempre desiderato provare. Qualche secondo dopo mi accorsi che sotto il logo c’era scritto “You Are The D── Edition”, non sapevo cosa potesse significare quella parola barrata, ma non mi interessava particolarmente, tutto ciò che volevo era iniziare a giocare.

    Dato che avevo già giocato molte volte a The Sims a casa di amici sapevo che, dopo il logo, sarebbe dovuto apparire il vicinato con le varie case, ma non fu così. Il gioco caricò automaticamente una partita in cui era in atto un incendio e i componenti della famiglia si trovavano intorno al fuoco, quindi rischiavano di morire. Inizialmente fui sorpreso, da dove poteva sbucare quella partita, visto che era la prima volta che giocavo? Ma, nonostante ciò, presi in mano la situazione facendo allontanare i bambini dal fuoco e ordinando agli adulti di prendere l’estintore. Non ebbi il tempo di pensare a cosa fare dopo che si sentii la musica del ladro (chi ha giocato a The Sims può capire quanto sia spaventosa) seguita da una finestrella. Saltai sulla sedia dallo spavento e, dopo essermi in parte calmato, lessi cosa vi era scritto: “So, you think you can escape from me, don’t you?” ovvero “E così pensi di potermi sfuggire, vero?”. Sgranai gli occhi dallo stupore. Che razza di messaggio era? E soprattutto chi l’aveva scritto? Non appena chiusi la finestra di dialogo il gioco andò in crash senza nessun messaggio di errore e fui riportato al desktop.

    Quello strano comportamento del gioco più che spaventarmi mi intrigava, ero curioso di sapere cosa sarebbe potuto succedere se avessi continuato a giocare, infatti cliccai nuovamente sull’eseguibile. Stavolta non apparve il logo del gioco, ma mi ritrovai nel vicinato, che però aveva qualcosa di strano: tutte le case erano scomparse e l’unico lotto disponibile era indicato da una freccia (in maniera simile alla casa del tutorial nel gioco normale); non avendo scelta, quindi, lo cliccai. Il terreno, invece di essere verde per via dell’erba, era di un acceso rosso sangue ed era abitato da un solo sim (se vogliamo chiamarlo così): il Tristo Mietitore. Per quanto ne sapevo era impossibile giocarci anche usando i trucchi e in aggiunta il cursore era sempre grigio, stando a indicare che non c’erano azioni disponibili, nemmeno il classico “Vai qui”, quindi stetti ad aspettare incuriosito.

    Dopo qualche secondo il cursore divenne una clessidra e improvvisamente mi ritrovai nella stessa casa in fiamme di poco prima, solo che, oltre a non poter far nulla come qualche minuto prima, non potevo nemmeno muovere il puntatore. Davanti ai miei occhi il mietitore bandì tutti i sims della casa, uno a uno, il che non è disturbante perché accade anche nel gioco normale quando un sim muore; la cosa in assoluto peggiore era la spaventosa cacofonia di sottofondo: un insieme fra la musica del ladro a rallentatore e una serie di urla straziate, davvero terribile… in quel momento mi pentii di aver riavviato il gioco e maledii la mia curiosità, che pian piano si stava trasformando in paura.

    Dopo che il Tristo Mietitore ebbe terminato la sua opera lo schermo divenne ancora una volta nero e la terrificante musica iniziò a diventare sempre più lenta e tetra. Qualche interminabile minuto dopo apparve una scritta bianca: “It’s your turn” (“È il tuo turno”) e il computer si spense davanti a me. In quel momento mi resi conto che quel “D──” stava per “Dead”. Fui preso da grandissimo panico e tentai di riaccendere il computer, ma fu inutile, così mi lasciai andare sullo schienale della sedia e stetti per un po’ a fissare allibito il monitor spento.
    Mi sembrò quasi di vedere il riflesso del Tristo Mietitore dietro di me…
  10. .
    Grazie! Per "racconto del genere" intendi sempre una pasta su The Sims?
10 replies since 23/11/2008
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