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Faceva molto, troppo caldo quella notte. Mi ero risvegliato dal mio flebile sonno circa ogni quarto d'ora, massimo quaranta minuti. Certo, non che sia così strano per me, visto che ho sempre sofferto di insonnia, ma soprattutto d'estate, diventa ancora più difficile riposare. Ci sono notti in cui non chiudo occhio.
Mia madre mi dice che dovrei prendere degli ansiolitici, dormire così poco mi fa male. Addirittura, quando l'altro giorno telefonò al medico per parlare del mio vagabondare tra il letto e la cucina ogni sera per prepararmi una camomilla, il dottore disse che avrebbe dovuto a breve visitarmi. Dormire poco e nulla, poteva portare addirittura a soffrire di allucinazioni, disse.
Beh, non l'avevo scampata. Avevo davvero bisogno di un dottore.
C'erano notti in cui ero convinto che mia madre mi chiamasse dall'altra stanza, in piena notte. L'episodio non si ripeteva troppo spesso, ma era piuttosto frequente: sentivo una voce, quella di mia madre, dirmi qualcosa del tipo "Kevin, vieni qui! Vieni da me!". Così mi alzavo, scendevo dal letto e, una volta arrivato nella sua stanza, mi accorgevo di come in realtà dormisse profondamente. Non mi aveva chiamato.
Capitava almeno una volta alla settimana, soprattutto quando ero molto stressato e dormivo una, due ore per notte. Iniziai a farci l'abitudine. "Di nuovo il mio cervello si prende gioco di me", pensavo, tutte le volte in cui accadeva. "Sono allucinazioni."
Ma quella sera faceva davvero troppo caldo, e rigirarmi nel letto non mi aiutava. Il silenzio assordante di casa era quasi più fastidioso delle allucinazioni, perché potevo chiaramente ascoltare ogni scricchiolio delle mura e dell'arredamento in legno, vecchio di almeno vent'anni.
D'un tratto, il silenzio venne spezzato dall'ansimo pesante del nostro cane, Spike. Doveva essere nel corridoio appena fuori la mia stanza, perché lo sentivo piuttosto vicino, chiaro e forte. Essendo anche un cane di grossa taglia, dotato di un pelo molto fitto, non doveva essere facile per lui sopportare la temperatura elevata della casa.
L'affanno si fece più vicino e Spike spuntò con la testa sullo stipite della porta della mia stanza. Lo guardai dal letto e quasi non sembrò lui. Il buio non mi permetteva di distinguere chiaramente il suo muso. Pensai dunque di star avendo un'altra delle mie allucinazioni, questa volta anche visiva. Dovevo star peggiorando.
Cercai di chiudere gli occhi, ma più sentivo il cane ansimare, meno mi rilassavo. E poi, ci si aggiunse la voce di mia madre.
"Kevin, sto arrivando, sono qui per te", ripeteva.
Mi sollevai dal letto, ebbi un'intuizione: se quella di Spike non era veramente un'allucinazione, farlo avvicinare mi avrebbe rasserenato e forse sarei riuscito a dormire. Mi chinai sul pavimento e mi colpii la coscia un paio di volte, battendo dolcemente con la mano su di essa. "Cucciolo, vieni", sussurrai. E l'affanno si fece più pesante, più veloce, man mano che Spike s'avvicinava, scoordinato nei movimenti. Non era uno scherzo della mia mente. Era davvero Spike. Ed era ad un passo da me.
"Eccomi, Kevin", sentii. La voce diventò più grave, spaventosa, non assomigliava per nulla a quella di mia madre. Un brivido di terrore mi percosse la schiena. Il cane era davanti a me, il buio ancora mi impediva di distinguerne i contorni.
Poi, abbaiò. Avevo la finestra aperta.
Mi ricordai che di notte lo lasciavamo sempre ben legato in giardino.
Edited by Emily Elise Brown - 8/3/2019, 20:39. -
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Ripulisco e smisto . -
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Plot twist: in realtà era il dottore travestito! CITAZIONEil dottore disse che avrebbe dovuto a breve visitarmi.
Il dottore non manca mai una visita, che tu lo voglia o no.... -
Indigo..
User deleted
Fica, molto old school. Ben fatto. . -
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Davvero bella, complimenti 👍🏽 . -
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Grazie amichetti! 
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non so, mi aspettavo un colpo di scena diverso 
non che sia brutto
Edited by Girl Killer - 20/3/2019, 14:12.
