Apocalypse: The Aftermath.

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    CITAZIONE (Nickname Banale @ 6/5/2013, 20:24) 
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    Coincidenza davvero. Comunque, altri 2 ed è finita.

    Peccato, i tuoi racconti mi stavano davvero appassionando, inizierai un altra "serie" o ti fermerai?
    (prima di rispondere: sai che succede se smetti di scrivere vero? :killer: )

    Mi dedicherò alla copiatura del mio romanzo.
     
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    "Everyone wants to be Er Mortadella. Even I want to be Er Mortadella." ~ Cary Grant

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    Hai scritto un romanzo? Se non sono indiscreto posso chiedere di cosa parla?
     
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    Mentre Artyn e i compagni staccavano le placche dell’esoscheletro del Jugger, io e Victor intercettammo un segnale provenire dal sottosuolo. Onde sonore di 100Hz che si udivano provenire dal trasmettitore.

    ‘’Victor, queste onde ad alta frequenza evidenziate in rosso, secondo te da dove provengono?’’- domandai.

    ‘’Credo che queste onde evidenziate provengano dal nucleo dell’infezione, quindi dobbiamo scendere per circa 5-6 km di profondità. Ci servirà qualcuno se vogliamo scendere e ci serviranno anche un bel po’ di armi, non si mai.’’- rispose Victor appuntando sul suo pc i dati rilevati dal trasmettitore.

    ‘’Se dovete cercare un bel set di armi, dovete dirigervi a Nord, superando le rovine di quel ponte. Continuate per 100 metri, svoltate il secondo vicolo e dovreste trovare una recinzione abbattuta, superatela e dovreste trovarvi qualche cassa sparsa li intorno, sempre se Nocturne vi conceda il permesso.’’- disse Artyn. Incuriosito da quel nome, domandai chi fosse.

    ‘’Sappiamo che si chiama Nocturne perché agisce solo nelle tenebre, indossa un cappuccio come il tuo e si copre il volto con una bandana blu scuro con una sorta di mascella disegnata, come quella di uno scheletro, ha una cicatrice sull’occhio destro e si difende usando un arco e una spada. Mai fronteggiarlo da solo, può ucciderti subito se vuole, o mutilarti un dito o la mano. Io ho perso l’anulare scontrandomi con lui. Quindi…fate attenzione.’’

    Volevo proprio incontrare questo Nocturne, almeno un degno avversario che non sia infetto. Non vedevo l’ora e così partimmo.
    Arrivati a destinazione, scoprimmo che la zona in questione era un parcheggio a lunga sosta trasformato in un campo di contenimento, c’erano cadaveri ovunque, decomposti o addirittura scheletri. Non trovammo nessuna cassa di munizioni o armi, solo cadaveri.

    ‘’Alex, sei sicuro di quel che ha detto Artyn?’’ domandò Anastasia.

    ‘’Spero di si, altrimenti…’’

    ‘’Altrimenti cosa, mio caro Alex?’’- disse una voce sconosciuta nelle tenebre, molto roca e profonda.

    Si udirono dei passi provenire da destra del campo. Un ragazzo, o meglio, adulto, incappucciato, con un arco sulle spalle, una cintola di dardi e una Schiavona che impugnava nella mano sinistra si avvicinò a noi.

    ‘’Come fai a conoscere il mio nome? Sei Nocturne?’’- domandai, posizionandomi per attaccare.

    Lui si inchinò rispondendo: ‘’Esattamente. Che siete venuti a fare qui? Vi manda Artyn?’’

    ‘’Hmm, si, ci servirebbero contro i Jugger. Stiamo per scendere nel cuore dell’infezione e ci…Un momento, hai un viso familiare…’’

    Nocturne alzò il sopracciglio e sorrise. Si tolse il cappuccio e la benda e disse: ‘’Si, figliolo.’’

    ‘’Padre?’’

    Non era possibile, mio padre era vivo e dopo tanti anni me lo ritrovo con il mio stesso stile di combattimento.

    ‘’Perchè? Perché ci hai abbandonato?’’- domandai con rabbia.

    ‘’Dovevo farlo, non avevo scelta…’’

    ‘’Non parlarmi di scelte, bastardo.’’- dissi mentre sferrai un gancio destro. Mio padre lo fermò e con forza, mi fece cedere sulle ginocchia. Piansi lacrime di rabbia, delusione miste a tristezza e rancore.

    ‘’Alex, ascoltami figliolo. Io amavo tua madre, ma la sua malattia mi stava distruggendo, non potevo vederla in quello stato, era troppo per me. Per questo me ne sono andato, e lei lo sapeva.’’

    ‘’Ma perché, questo non capisco.’’

    ‘’Non…non avevo scelta…’’

    Attimi di silenzio tombale attanagliavano l’aria, interrotto solo dai singhiozzi del mio pianto e da quello di Anastasia che abbracciava mio padre e me. Dopo il lungo sfogo, senza dire nulla, nostro padre ci aiutò a portare le casse a bordo di un furgone. Tornati indietro, notammo una grossa trivella pronta a forare il terreno.

    ‘’Heilà siete tornati. Allora, che vi ha detto Nocturne?’’- chiese Artyn.

    ‘’Artyn, Nocturne in realtà è mio padre.’’ Risposi.

    ‘’C…cosa? Stai scherzando?’’ domandò Artyn agitato.

    In quel momento, mio padre scese dal furgone e disse:

    ‘’Non credo Artyn e ti chiedo umilmente perdono per averti tranciato l’anulare.’’

    Artyn non disse nulla, rimase solo confuso e a bocca aperta per la sorpresa. Ripresosi, ci disse che la trivella serviva a spedirci in pochi secondi dritti al cuore dell’infezione, ovvero a 15 km dall’infezione, vicinissimi. Ci consegno dei walkie-talkie per rimanere in contatto e ci preparammo.

    La Discesa negli Inferi era appena iniziata.

    ‘’Ho una cosa da dirvi ed molto importante.’’- disse nostro padre ‘’Durante i miei giorni di solitudine, ho intercettato una trasmissione radio militare che annunciava il lancio di 5 missili termo-nucleari nel cielo, per poi piombare dritto nel sottosuolo ed esplodere, rilasciando onde di calore pari ad 500 C°.’’

    ‘’E questo quando dovrebbe accadere?’’- chiesi nervoso.

    D’un tratto, 5 fasci di luce provenire da Nord-Sud-Est-Ovest e centro città, si scagliarono contro il cielo, lasciando dietro di se una scia arancione.

    ‘’Oggi.’’- disse mio padre scuotendo la testa e guardando nel cielo.

    ‘’Sbrighiamoci, non avremmo molto tempo da sfruttare. Apriamo il culo a qualche Jugger e anche a Eric Lambert.’’

    ‘’Eric Lambert? Quel bastardo è ancora vivo?’’- disse mio padre.

    ‘’Lo conosci?’’- domandò Victor.

    ‘’Ho una questione personale con lui. So che è l’infetto Primario. Un degno avversario per Isabella, la mia Schiavona.’’ Rispose mio padre facendo volteggiare la spada in aria.

    Ci fecero entrare in delle capsule di ferro, con una capienza di 4 persone ognuna.
    La capsula per un breve periodo cominciò a tremare, per poi essere sparata alla velocità di 50km orari nel sottosuolo. In 30 secondi raggiungemmo il punto prestabilito.

    Lo scenario era maestoso e cupo allo stesso tempo.

    ‘’Victor, quanto tempo ci rimane?’’

    ‘’48 ore a partire da…Adesso.’’



    E’ una corsa contro il tempo.

    gears-of-war-2-20081103055905238_640w
     
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    Stai scrivendo a raffica... E fai bene! :la: Bravo Morde :3
     
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    Per mio gusto personale, avresti potuto lasciare come ultima frase : ‘’48 ore a partire da…Adesso.’’ L'ultima secondo me, rovina la tensione precedentemente creata :/ Però la storia è bella ^_^
     
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    Bel episodio, bravo!
     
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    Lo scenario era molto cupo, se vogliamo dire spettrale, c’erano costruzioni in pietra, lunghi sentieri o ponti sospesi nel vuoto, con scheletri appesi ai bordi, o usati come decorazione per il ponte.

    ‘’Bene signori, la missione ha inizio. Abbiamo solo 48 ore di tempo prima che i missili ci raggiungano e ci brucino come carne sulla griglia. Muoversi, muoversi.’’- disse mio padre.

    Ci dividemmo in tre squadre da 4 persone e ci separammo, imboccando sentieri diversi. Noi ci dirigemmo a Nord-est dal punto in cui scendemmo e arrivammo ad un ponte in marmo, con scheletri usati per mantenere delle torce che illuminavano il percorso.
    Improvvisamente il walkie-talkie emise uno stridio, qualcuno ci stava contattando.

    ‘’Strr…Alex, sono Artyn, mi senti?’’

    ‘’Si Artyn, ti ricevo. Dimmi pure.’’

    ‘’Se avete imboccato un ponte, fate attenzione, i nostri sensori rivelano che sotto i ponti si celano dei Jugger enormi, come la Chimera, solo che non sono insetti. State attenti.’’


    Con queste parole, la tensione in me aumentò a dismisura. Non bastavano Jugger normali, ora dovevamo fronteggiare anche Jugger di dimensioni superiori alla Chimera, più forti e anche orribili.
    Attraversammo metà del ponte con calma, ma sentivo una sorta di ticchettii provenire dal basso, scrutai oltre il bordo del ponte e notai dei Jugger con il dorso in fiamme e che avanzavano rapidi.

    ‘’Merda, sparate. Stanno salendo dalle colonne, fatelo prima che esplodano.’’ Erano un misto tra ragno e verme, schifosi e viscidi come quelli normali. Mio padre aspettava che saltassero per tagliarli in due con Isabella, io e Anastasia li colpivamo con i dardi e la katana, Victor con i pugni.

    ‘’Victor, quanto ci rimane?’’

    ‘’…47 ore e 35 minuti. Se continuiamo così, rischiamo di morire bruciati.’’


    Improvvisamente mi venne un’idea, seppur pericolosa e fatale. Correre in fretta e furia dall’altro lato del ponte e farlo saltare. Come? Semplice, colpendo un Jugger sulla schiena.

    ‘’Forza, seguitemi.’’- dissi mentre correvo verso la salvezza.

    Mi seguirono, così come i Jugger, erano numerosi. Mi girai di scatto e scoccai il dardo sulla schiena di una di quelle bestiacce. Un fragore solcò l’aria e distrusse il ponte e i ‘’ragni’’.

    Davanti a un altro ponte, protetto da due guardie corazzate. Le eliminai facilmente colpendole alla testa. Attraversammo anche quello, ingaggiando uno scontro contro un Berseker, Jugger cieco ma molo robusto.
    Dato che caricava come un toro, non sapeva la direzione in cui dirigeva la carica e finì con lo sfondare una parte del ponte e cadere nel baratro, sbattendo contro le rocce. Raggiungemmo il 3° ponte e li la situazione divenne complessa. Il ponte era senza torce, rovinato e distrutto in più punti.

    Con molta attenzione, attraversammo il ponte, ma a metà strada, una scossa sismica ci sorprese improvvisamente. Davanti a noi comparve un enorme Jugger, con la testa simile ad un pesce degli abissi, quattro occhi posti su entrambi i lati della testa, denti affilati ed enormi braccia poggiate sulle colonne del ponte. Urlava e colava saliva dalla bocca. Annusava per capire dove eravamo. Afferrai il mio arco e scoccai un dardo contro una delle sue narici.

    ‘’Alex, sei pazzo? Vuoi farci scoprire?’’- disse Victor.

    ‘’Non preoccuparti, guarda e poi corri.’’- risposi.

    Il dardo scoppiò nella sua narice, creando una perdita copiosa di sangue, sparai anche un altro dardo contro la sua fronte ed esplose anche li, squarciando la sua fronte e facendo schizzare materia cerebrale e pezzi di cervello in ogni direzione.

    ‘’Adesso…correre.’’- urlai.

    Il ponte stava cedendo, così come il Jugger che sbatteva in continuazione il muso contro le rocce. Raggiungemmo l’altra sponda, appena in tempo per vedere la bestia cadere nell’abisso oscuro del sottosuolo.
    Raggiungemmo l’ultimo ponte che, a dir la verità, erano rocce sospese nel vuoto. Bisognava saltare su ogni roccia per raggiungere la sponda opposta, ma qualcosa ci ostacolava. Il peso dell’equipaggiamento. Togliemmo ciò che non serviva e iniziammo a saltare. Respiri profondi e salti precisi. Un passo più avanti e la morte era assicurata, perciò la precisione era tutto.

    Salto.

    Respiro.

    Salto.

    Respiro.

    Ripetuto varie volte questo, arrivammo a destinazione. Stanchi, stressati per le prove superate e per le lancette che giravano, rimanemmo per 5 lunghissimi minuti sul terreno umido, sporco e lercio.

    ‘’Alla fine siete arrivati. Che piacevole sorpresa vedervi qui. Oh, ma chi abbiamo qui. Felix Ivanov, padre del codardo Alexander Ivanov. Bene signori. Il test finale ha inizio.
    Gladiatori, preparatevi alla lotta per la vita.’’


    Eric Lambert ci lanciò una sfida che non avremmo rifiutato.

    Lo scontro finale…

    …Ha inizio.

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    Edited by Mørdekai The Summøner~ - 9/5/2013, 09:50
     
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    Ora mi resta una sola cosa da dire... COSA FARO' DOPO AVER LETTO L'ULTIMO EPISODIO
    Seriamente, mi è piaciuto da matti ^_^
     
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    Lo scontro finale…

    …Ha inizio.

    Yeaaah!!! :la:
    Ok mi aspetto qualcosa di tremendamente epico! :)
     
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    CITAZIONE (Nickname Banale @ 9/5/2013, 19:24) 
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    Lo scontro finale…

    …Ha inizio.

    Yeaaah!!! :la:
    Ok mi aspetto qualcosa di tremendamente epico! :)

    10 minuti, massimo 20 ed è pronto.
     
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    ‘’Alla fine, Teseo, sei riuscito a scovare il Minotauro, congratulazioni. Ma dimmi, sarai in grado di fronteggiarlo?’’

    Con quelle parole, uno stridio di lama contro la roccia trapassò i miei timpani, un dolore insopportabile. Osservammo un imponente bestia con un corpo lungo e snello, braccia robuste, 4 braccia in totale, una gobba sul retro, il collo era lungo come quello di una giraffa e presentava caratteristiche simili a quelle di una murena, la testa presentava leggeri tic nervosi. Una volta che la bestia emise il suo grido da battaglia, dal suolo emerse una recinzione fatta con femori, urne o teschi. Toccava a me adesso.

    ‘’Victor, quanto manca?’’

    ’36…Cosa diavolo?! Non è possibile, hai solo 60 minuti adesso!’’

    ‘’Cosa? Stai scherzando?’’

    ‘’No, suppongo che hanno anticipato l’attacco. Sbrigati!’’


    Afferrai il mio arco e iniziai a scagliare qualche dardo, ma il Jugger li contrastava o li divorava, letteralmente. Iniziai a correre intorno l’arena per farlo stancare e mentre lui non riusciva a vedermi, scoccai qualche dardo contro la sua testa. Dopo 5 minuti di corsa e nausea per aver corso in un unico senso, la creatura sembrava anche lei stanca e fu allora che feci esplodere i dardi.

    ‘’No, non ci credo!’’- esclamai osservando che dalla ferita emergeva una sorta verme munito di fauci e sacche piene di acido sul dorso. Sputò contro di me alcuni getti di acido che distrusse parte della mia faretra e alcuni dardi.

    ‘’Figliolo tieni questo. E’ uno strumento che può mantenere il tuo ed il mio di arco, permettendoti una doppia potenza di fuoco.’’ -disse lanciandomi lo strumento. In fretta e furia lo montai e posizionai i due archi. Non so quanti dardi furono sparati o quanti colpirono il bersaglio, era una cosa ‘’epica.’’

    Colpivo sia il verme che sbucava dalla sua nuca che il volto ‘’normale.’’ Distrussi una delle sacche d’acido e il verme iniziò a muoversi come un pazzo, perdeva sangue, pezzi di pelle, urlava agonizzante. Nuovamente feci esplodere i miei dardi. La creatura si paralizzò di colpo, il verme si staccò dalla nuca spaccata in due parti.

    ‘’Non è ancora finita mio caro. Devi vedertela con me’’- disse Eric Lambert.

    Con un balzo si piantò nella bestia e quella si rimise in piedi, la gobba che aveva sulla schiena si squarciò, facendo uscire delle zampe lunghe e sottili, come quelle di un ragno, il bacino della bestia si staccò e divenne polvere.
    Era come un incubo.

    ‘’Ah, dimenticavo qualcuno.’’

    Una delle zampe della bestia infilzò Victor nello stomaco e lo portò nell’arena.

    ‘’Vedi, fin dall’inizio Victor è stato un traditore e voi non ve ne siete accorti. Vi ha usato per i suoi scopi ed ora…Eccolo qui, impotente, indifeso, solo… Di loro la verità.’’

    ‘’Gah…pur…purtroppo ha ragione. Vi ho usato per i miei studi scientifici…Agh…’’

    ‘’Perché Victor? Perché lo hai fatto anche tu? Noi ci fidavamo di te…’’

    ‘’L’ho fatto per la cura Alex. Per la cura... che ho trovato prima di questo caotico evento…’’

    ‘’E perché non lo hai detto subito?’’

    ‘’Tu diresti dove si trovano i tuoi…aah..i tuoi soldi ad un ladro? Non credo…proprio…’’


    Victor emise il suo ultimo respiro e lanciato al suolo. Mi voltai per non vedere il suo corpo martoriato da quella creatura.

    ‘’La verità è come un pugnale che si pianta dritto nel cuore di una persona. Fa male, fa soffrire, ma alla fine ti fa sentire libero, non è così? Perché non cessi questa guerra e ti arrendi alla nostra supremazia? Non riuscirete tu e l’umanità intera a sconfiggerci, siamo invincibili.’’

    Mi inginocchiai e piansi.

    ‘’Alex, figliolo…perché piangi?’’

    ‘’M-mamma? Sei tornata? Questo è un sogno?’’

    ‘’Alex, quante domande. Guarda come sei cresciuto, bello, forte e sano. Ho un figlio stupendo.’’

    ‘’Perchè ci hai lasciato mamma? Mi manchi ogni giorno.’’

    ‘’Figliolo, io ci sono sempre con voi. Non vi abbandono mai. Sono nel vostro cuore…’’


    ‘’Ahahah, ora parla da solo. Ingenuo essere umano.’’

    ‘’Devi essere forte principe mio. Abbracciami e riprendi lo scontro…’’

    ‘’Non mi lasciare mamma, non farlo…’’


    ‘’NO!’’

    ‘’No?! No cosa?!’’

    ‘’Non ho intenzione di arrendermi.’’

    Ero carico di energia, sapevo di potercela fare. Sparai alle zampe della bestia i dardi esplosivi e successivamente li feci esplodere; sangue, lembi di pelle e ossa sparsi ovunque, staccai l’arco di mio padre e lo riconsegnai nelle sue mani, mentre la recinzione si abbassava. Mi diressi contro Eric Lambert, seguito da mio padre. Quel bastardo doveva pagare per il male che aveva commesso a Victor, alla mia famiglia e a me.

    ‘’No, non può finire così! Non deve!’’- disse l’infetto mentre si scagliò con una lama contro di me, ma mio padre lo parò con Isabella.

    ‘’A noi due fellone.’’ Disse mio padre sorridendo.

    Sembrava di essere tornati nel medioevo, lame che stridevano, colpi che riecheggiavano nell’aria e due cavalieri che si scontravano per vincere.

    ‘’Alex, Anastasia, voi andate, fuggite da questo buco infernale e tornate a casa. Io terrò impegnato Eric fino all’arrivo dei missili.’’

    ‘’Ma…papà sei impazzito? Non ti lascio qui.’’

    ‘’E’ un ordine figliolo. Ora vai!’’


    Non potendo fare altro, corremmo veloci. Anche Artyn ci stava seguendo: ‘’Presto, imboccate quella galleria, ci porterà al fiume più vicino.
    ‘’30 secondi all’impatto dei missili Eric, io e te terminiamo qui il nostro conto in sospeso.’’


    ‘’Di cosa diamine stai parlando?’’

    ‘’Ricordi questo piccolo gioiello? Bene, riprenditelo!’’


    Da lontano notai una piccola luce e del fumo, ma non c’era più tempo, i missili avevano penetrato le rocce ed esplosero, generando una luce accecante. L’onda d’urto ci travolse all’esterno. La luce del sole era finalmente visibile, calda ed accogliente. Atterrammo sulla sabbia di una spiaggia lì vicina al centro di Seattle.

    Dal sottosuolo emersero delle enormi colonne di fumo nero pece.

    ‘’A-Alex…è finita? Abbiamo vinto?’’- domandò Anastasia.

    ‘’Si…si sorellina. E’ finita, abbiamo vinto.’’

    L’invasione dei Jugger era terminata, la cura per gli infetti fu distribuita e tutto tornò alla normalità. Ogni città fu ricostruita centimetro dopo centimetro, mattone dopo mattone.
    Io e mia sorella ci trasferimmo in Canada, dove l’infezione non arrivò, per fortuna.
    La mia vita è da considerarsi serena e tranquilla, adesso.





    ‘’…Ex, Alex, riesci a sentirmi. Sono Felix, tuo padre. Sono vivo. Rispondi Alex.’’

    apocalypse-x-more-324474

    La serie è terminata. Grazie a tutti.


    Edited by Mørdekai The Summøner~ - 9/5/2013, 21:53
     
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    Ma non potevano prendere i tre jugger che avevano ucciso nel primo episodio?
     
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