Apocalypse: The Aftermath.

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    "Everyone wants to be Er Mortadella. Even I want to be Er Mortadella." ~ Cary Grant

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    Bravoooooooo! Bravooooooo! Posta il continuo che sono già in crisi di astinenza! :overdose:
     
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    ‘’Forza, aiutami ad aprire questa dannata porta.’’- disse Victor, tentando di trovare il meccanismo per aprirla, fallendo.

    Decisi di allontanarmi di qualche metro da dove mi trovavo per trovare una centralina elettrica, così una volta riattivata la porta si apriva e potevamo entrare. Con la coda dell’occhio intravidi qualcosa alla mia destra. Erano due Jugger che stava divorando la carcassa di un animale o di un uomo, era indefinito per me la cosa. Uno di loro alzò la testa e si girò verso di me, ma prontamente mi nascosi dietro una colonna.
    Pessimo piano.

    C’erano altri due Jugger li che cercavano qualcosa.

    ‘’Ah, Cristo, di ben in meglio.’’- dissi a bassa voce, non volevo che mi sentissero, altrimenti ero spacciato.

    Mi mossi piano, strisciando come una lumaca lungo la colonna ma, ironia della sorta, calpestai qualche foglia secca.

    ‘’Merda.’’- dissi mentre afferrai l’arco in fretta e furia. I due Jugger mi individuarono, i loro occhi vitrei e la loro bava che colava mi disgustavano.

    ‘’Crepate, schifose bestie.’’ Scoccai due dardi che si conficcarono nelle loro teste, uccidendoli sul colpo, ma mi ritrovai nuovamente circondato dai due Jugger precedenti.

    Rimasi immobile per svariati minuti per studiare le loro mosse, i loro movimenti circolari, finché uno di loro non decise di attaccarmi alle spalla.

    Lo afferrai e portandomi in avanti a mo’ di capriola lo gettai contro un muro e scoccai il dardo. Morì sul colpo.
    L’altro infetto invece mi osservava immobile, senza muovere un dito.

    ‘’Cosa c’è hai paura di attaccare?’’- dissi con sorriso beffardo.

    ‘’Non direi proprio. E tu? Hai paura?’’

    Rimasi paralizzato da quelle parole. Un Jugger che riusciva a comunicare senza difficoltà.

    ‘’N-no. No-non ho paura.’’
    Replicai.

    ‘’E allora perché stai tremando?’’.

    Con questa domanda, scappò nelle tenebre rapidamente.

    ‘’Hey,tutto bene? Ho sentito dei rumori e…Hey?!’’


    ‘’Si Victor, sto…sto bene.’’- dissi con voce tremante- ‘’Sono solo ferito moralmente.’’

    ‘’Perchè?’’- domandò lui con voce curiosa.

    ‘’Uno degli infetti…ha parlato. Mi ha definito un codardo, un fifone.’’

    ‘’Il primo infetto che riesce a comunicare e io me lo perdo, maledizione.’’

    ‘’Tu scherzi, ma la cosa è seria per me.’’

    ‘’Non farla tanto lunga e ora aiutami con questo cadavere.’’


    Sospirai contrariato dal suo atteggiamento ma decisi di aiutarlo lo stesso e trasportammo uno dei cadaveri sulla Dune Eater, lo legammo per evitare che cadesse lungo il tragitto e ripartimmo.

    Altre 2 ore di viaggio attraverso il deserto cocente e gli avvoltoi che danzavano sulle nostre teste.

    Durante il nostro percorso, Victor mi domandò:

    ‘’Come hai detto di chiamarti?’’

    ‘’Io sono Alexander Ivanov, ma puoi chiamarmi Alex.’’

    ‘’…Okay.’’


    Ci fu del silenzio per un breve tratto, finché Victor non notò qualcosa e fermò il veicolo.

    ‘’Guarda, sulla quella collina.’’


    Osservai il punto indicatomi e corsi verso quel punto per capire chi o cosa era.

    C’era uno strano tizio con un casco nero e visiera dello stesso colore, un giubbotto di pelle nera borchiato, pantaloni e stivali dello stesso colore. Portava con se una spada abbastanza rovinata.

    Afferrai il mio arco e dissi:

    ‘’Getta l’arma se non vuoi farti male. Posala a terra, adesso.’’

    Im misterioso tizio si girò di scatto e si avvicinò lentamente. In quel momento il mio battito cardiaco aumentava e l’adrenalina sgorgava nelle mie vene.

    Alla fine si fermò, mi guardò per un secondo e si tolse il casco, rivelando una folta chioma rosso scarlatto, riccioluta alle punte, un viso tondo e occhi azzurri.

    Rimasi paralizzato.

    ‘’Alexander? Sei proprio tu?’’

    ‘’A…Anastasia? Sorella?’’- dissi. Non potevo credere ai miei occhi. Erano anni che non vedevo mia sorella e d’un tratto eccola qui, nel bel mezzo del caos e del nulla. Ci abbracciammo con forza, quasi da farci male e i nostri volti furono solcati da lacrime di gioia.

    ‘’Mi sei mancato, ogni giorno.’’- disse a singhiozzi Anastasia.

    ‘’Anche tu, molto.’’- risposi.

    Passarono circa 3 minuti dal nostro abbraccio, finché Victor non ci interruppe, scusandoci e chiedendoci di venire con lui.
    Riprendemmo il viaggio. Ero felice. Dopo 3 anni ritrovo mia sorella Anastasia, sono troppo felice, ma il mio obiettivo era un altro.

    L’infetto che sapeva comunicare.

    La caccia è aperta.

    apocalypse-411

    Edited by Mørdekai The Summøner~ - 29/4/2013, 07:23
     
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    Aww... Non ho dormito la notte per questo... Ne voglio ancora!! :killer: :killer: :killer:
     
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    Entro stasera.
     
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    Uh. ci sono rimasta così O.O quando l'infetto ha parlato.
    Gran bel racconto, hai proprio la stoffa per fare lo scrittore.
    attento qui:
    CITAZIONE
    dissi mentre afferrai l’arco in fretta e furia.

    è corretto così:
    CITAZIONE
    dissi mentre afferravo l’arco in fretta e furia.

    voglio il continuooo C:
     
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    Erano le 6:33 del mattino. I miei occhi non volevano aprirsi, volevo dormire ancora con mia sorella, tenerla stretta fra le mie braccia ma quel rumore che sentivo mi innervosiva.

    Il rumore proveniva da una piccola baracca non molto lontano dalla nostra posizione, 10-20 metri massimo di distanza. Mi diressi li, aprii la porta e trovai Victor intento ad una autopsia sul cadavere dell’infetto.

    ‘’Non conosci la parola ‘’bussare’’?- disse togliendosi le cuffie dalle orecchie.

    ‘’Sai almeno che ore sono? Sono le 6 e mezza del mattino e vorrei dormire ancora se non ti dispiace.’’- risposi sbuffando e grattandomi il capo.

    ‘’Il Progresso non può attendere i pigri, diceva sempre mio padre. Brav’uomo lui. Comunque vieni, guarda cosa ho trovato.’’

    Mi avvicinai e feci una smorfia di disgusto quando notai tutti gli organi putrefatti dell’infetto.

    ‘’Questo dovevi farmi vedere?’’- domandai trattenendo un conato di vomito.

    ‘’Si…beh, la cosa che mi ha sconcertato è che il cuore di questo infetto è rosso, come il nostro. Suppongo che l’infezione causata dall’inquinamento dell’acqua e dei bacini idrici sia la causa di tutto questo, almeno credo, ma il cuore è quello che mi interessa di più. Se prelevo alcuni campioni di tessuto e sangue, forse riesco a creare un antidoto per i sopravvissuti e…Mi stai ascoltando?’’

    Sobbalzai alla sua domanda e risposi indugiando: ‘’Ah…s-si.’’

    ‘’Preparati Alex, abbiamo un nuovo viaggio da compiere. Dobbiamo raggiungere il Texas, mi servono alcuni oggetti dal mio ex-laboratorio.’’

    Accennai un si con la testa e ritornai indietro. Mia sorella si era appena svegliata. Mi abbracciò e io non riuscii a negarle l’abbraccio. La strinsi e le diedi un bacetto sulla nuca.

    ‘’Anastasia, preparati, dobbiamo partire per un lungo viaggio.’’

    ‘’Dove siamo diretti?’’- mi chiese con voce impastata.

    ‘’Texas.’’

    ‘’Oh, che bello. Non ci sono mai stata.’’


    Ci preparammo entrambi. Presi il mio arco e dardi, li caricai sulla Dune Eater e, insieme a Victor e Anastasia, partimmo verso il Texas.
    Erano le 7:20, il sole era appena sorto e si respirava un po’ di aria fresca. Decisi di pulire i miei dardi e sistemare l’arco, provando la resistenza della molla, ma qualcosa attirò le mie orecchie. Guardai verso l’alto e notai 5 elicotteri Black Hawk che ci seguivano.

    ‘’Non siamo soli’’- dissi ad alta voce, così che mi potessero sentire entrambi.

    ‘’Ah…Oh maledizione, Black Hawk Alpha, militari specializzati in questo tipo di occasione, ma perché dopo 9 anni mi domando. Dobbiamo muoverci e arrivare prima di loro, così otterremo dei chiarimenti.’’- disse Victor accelerando di colpo.

    8:15.

    Orario in cui giungemmo a destinazione, ma una squadra Black Hawk era già li. Erano in 5 posizionati lungo il perimetro dell’edificio. Due a guardia dell’entrata e tre che perlustravano la zona. Anastasia si occupò dei primi tre, mentre io mi occupai dei due all’ingresso. Il primo lo uccisi conficcandogli un dardo nel collo e al secondo nella gamba.

    ‘’Dimmi chi sei e chi ti ha mandato. Parla, se non vuoi finire come i tuoi compagni.’’- esclamai furioso.

    ‘’Siamo il 3° Squadrone Black Hawk Alpha. Dovevamo intervenire 9 anni fa su questo macello, ma ci sono stati degli imprevisti.’’

    ‘’Che tipo di imprevisti?’’- domandai.

    ‘’I Jugger, sono delle semplici cavie sfruttate per degli esperimenti che…che…’’

    Non terminò la frase a causa dello shock emorragico dovuta alla ferita alla gamba. Morì davanti ai miei occhi. Nessun rimpianto.

    Recuperai una chiave magnetica per aprire la porta ed entrammo. L’energia elettrica c’era, ma sapevamo che non poteva durare molto. Victor recuperò un microscopio, un set di fiale, un portatile e altre cianfrusaglie che solo un chimico conosce. Io e Anastasia, invece, girovagammo l’interno dell’edificio, curiosando e osservando qualsiasi cosa che potesse servire.
    Infatti recuperammo una cassa di provviste, un Dragunov e un arco da caccia, in fibra di carbonio e corda in nylon. Era stupendo.

    ‘’Ragazzi, muoversi, c’è stato un piccolo imprevisto.’’

    ‘’Ovvero Victor?’’

    ‘’L’edificio…sta per esplodere.’’


    Rapidi scappammo da quel luogo a bordo della Dune Eater e dopo 30 metri, un’onda d’urto ci investì, seguita una nube di fumo nero pece.
    L’edificio era un cumulo di macerie in fiamme.

    ‘’Appena in tempo’’- disse Anastasia tossendo.

    ‘’Sei buffa lo sai Anastasia.’’

    ‘’Perché Alex?’’

    ‘’Hai della fuliggine sul naso e sugli occhi, sembri un gatto.’’
    - dissi.

    Mi sorrise.

    Guardai in direzione dell’esplosione e potevo notare che il palazzo stava ancora cadendo e la nube continuava la sua avanzata verso il cielo.

    ‘’Dobbiamo scovare gli altri 4 Black Hawk e in fretta…

    …Non voglio altri imprevisti.’’


    4645_post_apocalyptic
     
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    Sì, è fantastico, ma dopo il terzo voglio più... epicità! :overdose: :overdose: Comunque scherzo, è bellissimo :zizi:
     
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    Ore 15:30. La ricerca dei 4 Black Hawk procede senza risultati positivi. Approfittammo di un piccolo momento per rifocillarci, pulirci dalla polvere e controllare l’equipaggiamento.

    Testai l’arco in fibra di carbonio contro un barile vuoto a pochi metri da noi. Era leggero e maneggevole. Scoccai un paio di dardi e rimasi sbalordito. I dardi ottenevano l’effetto spirale e trapassarono il barile.

    ‘’Oh cavoli.’’- esclamai ad alta voce.

    ‘’Alex, che succede?’’- chiese Victor con tono preoccupato.

    ‘’Nulla, è solo che quest’arco è magnifico.’’- risposi.

    Notai Victor che fissava un punto indefinito di quella terra rossastra, con la fronte madida di sudore e sospirava.

    Mi avvicinai e gli chiesi: ‘’Victor, ti senti bene?’’

    ‘’Voglio raccontarti una storia Alex…la mia storia. Come puoi vedere, sembro un comune scienziato di 60, famoso per i suoi studi e premi che ormai sono spazzatura per me, in realtà sono altro. Sembra che io non abbia sofferto…ma ti sbagli. Ho sofferto, molto. Tutto è iniziato 30 anni fa, lavoravo con un gruppo di ricerca speciale per malattie patogene e virus infettivi. Ero così felice del mio lavoro, della mia vita da chimico esperto che avrei potuto salvare vite umane, avrei potuto salvare il mondo intero… Ma un giorno, qualcosa andò storto. Il mio collega, Jeremy Filler, stava testando una sostanza altamente tossica, che avrebbe distrutto ogni cellula del suo corpo. Ricavammo la sostanza da un fungo che si sviluppava solo in presenza di materiale altamente nocivo e radioattivo, vicino le centrali nucleari se vogliamo dire così…’’


    Ci fu un lungo silenzio. Più passava il tempo, più mi sentivo vuoto, compassionevole, provavo tristezza mentre lo ascoltavo, tutte sensazioni strane.

    Riprese il discorso dopo un lungo e intenso respiro:

    ‘’Comunque, scoprimmo che il fungo era ricco di sostanze chimiche che potevamo sfruttare, se venivano trattate secondo gli ordini impartiti, ma lui ignorò completamente ciò che gli fu detto e testò la sostanza su un paziente, un certo Eric Lambert, soggetto #F-123. Io osservavo dal vetro protettivo e segnavo sulla tabella i vari effetti della sostanza.

    Per un minuto pensai che la sostanza non avesse fatto effetto, ma mi sbagliai. Fu orribile. Il corpo del paziente cambio colore, diventò di un grigio-verdastro, gli occhi nero pece, perdeva schiuma e sangue dalla bocca e non so come, riuscì a liberarsi dalla sedia dove era legato. Jeremy cercò di scappare, ma il ‘’paziente’’ con una forza straordinaria, trapassò la sua schiena e gli staccò la spina dorsale. Sangue e frammenti di ossa ovunque. L’infetto scappò. Corsi più in fretta che potevo per avvertire mia moglie ma…
    Arrivai tardi. Fu la sua seconda vittima. Volevo morire in quel momento. Volevo farla finita, il dolore era insopportabile. Hai presente quando qualcosa si rompe in mille frammenti? Così mi sentivo io quel giorno.

    Ed ora eccoci qui. Scusami per questa cosa ‘’tragica’’, ma era da tempo che volevo confidarmi. Mettiamoci in viaggio adesso. Abbiamo un lavoro da svolgere. Muoviamoci!’
    ’- terminò con queste parole la sua storia.

    Non riuscivo a pronunziar parola. Ero sconvolto.

    17:17.
    Strano orario vero? Non proprio, era fortunato, a parte il fatto che la Dune Eater era fuori uso. Trovammo finalmente 2 Black Hawk posizionati parallelamente a noi, c’erano 12 uomini con fucili M12, Desert Eagle e un MK132. Era un piccolo accampamento, con una torre radio e una recinzione dove era rinchiuso qualcuno.

    ‘’No, non è possibile. E’ lui. E’ Eric Lambert.’’- disse Victor.

    ‘’Un momento, è lo stesso infetto che mi ha definito un codardo, lo riconosco dalla cicatrice che ha sull’occhio.’’- esclamai con tono contrariato.

    Dovevamo avvicinarci a tutti i costi. Io mi posizionai a 10 metri da 3 militari che parlavano. In 3 secondi furono uccisi dai miei dardi. Recuperai da uno dei cadaveri le chiavi dell’elicottero.

    Anastasia uccise gli altri 6 con la sua spada.

    Victor fu rapido. Gli ultimi 3 avevano il collo completamente rivolto verso sud, ovvero spezzati.

    ‘’Eric Lambert. Da quanto tempo che non ci si vede, bastardo.’’

    ‘’Oh, Victor Wolfe, che onore. Vedo che c’è anche il codardo con lei…’’

    ‘’Non chiamarmi codardo, lurida bestiaccia.’’
    - esclamai sbattendo il mio arco contro la recinzione.

    ‘’Ahaha, volete dei chiarimenti da parte mia? Non credo sia possibile.’’- disse l’infetto.

    ‘’E perché?’’

    ‘’Perchè non potete fare domande ad un fuggitivo.’’


    Detto questo, lanciò una granata fumogena contro di noi e si dileguò nelle tenebre.
    Imprecai e lo insultai pesantemente.

    ‘’Alex, calmati. Avrai il momento per vendicarti. Ora pensiamo a raggiungere una nuova tappa.’’

    ‘’Quale?’’ chiese mia sorella.

    ‘’Washington.’’- rispose Victor.

    Raggiungemmo Washington a bordo del Black Hawk e, nonostante qualche piccolo problema tecnico, atterrammo senza problemi.
    Victor raggiunse un ufficio, probabilmente il suo e entrò. Accese il portatile, inserì un codice d’accesso e si aprì una botola sul soffitto.

    ‘’Signori, la nostra ricerca ha inizio ora. Controllerò ogni vostra azione da qui, compreso il mio ‘’esperimento’’ che è di vitale importanza. ‘’

    ‘’Ricerca?’’- domandai.

    In quel momento una scossa sismica ci investì. Era molto forte, distrusse tutti i vetri, fece cadere quadri, mobili, vasi e anche me.
    Quando terminò, notammo che ad 1 km, massimo 2km comparve una enorme struttura in metallo a tre punte e al centro un enorme sfera rossa.

    ‘’E quella che diavolo è?’’- domandai a Victor.

    ‘’La nostra ricerca.’’

    RufusZenoApocalypse
     
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  9. Sclere Verdi~
         
     
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    bello bello O.O
    Alex che si incacchia e sbatte l'arco LOL
    aspetto il continuo C:
     
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    CITAZIONE (Sclere Verdi~ @ 30/4/2013, 20:37) 
    bello bello O.O
    Alex che si incacchia e sbatte l'arco LOL
    aspetto il continuo C:

    Domani pomeriggio.
     
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    La storia è :overdose: Bravo! ^_^
     
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    "Everyone wants to be Er Mortadella. Even I want to be Er Mortadella." ~ Cary Grant

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    Bravissimo! :)
     
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    ‘’E quella che diavolo è?’’- domandai.

    ‘’La nostra ricerca.’’

    Guardai Victor negli occhi, ero leggermente impallidito e stringevo il mio arco.

    ‘’Stai scherzando, vero?’’- chiesi con tono allarmato.

    ‘’Alex, mi conosci bene e su queste cose io non scherzo, ci servono dei campioni da quella struttura.’’

    ‘’Va bene, ma sappi che è una missione suicida questa.’’

    ‘’Alex, la vita, alcune volte, nasconde rischi e pericoli che vanno affrontati. Adesso andate.’’
    - disse Victor con tono serio.

    Uscimmo dall’edificio e ci dirigemmo verso la struttura in metallo. Era una sorta di alveare a tre punte ricoperta di enormi bozzoli verdastri che trasudavano un liquido puzzolente. Non volevo crederci ma quei così erano come delle incubatrici per gli infetti, una sorta di grembo materno che una volta cresciuto, tanti Jugger sarebbero ‘’nati’’.
    Dovevo sgombrare il luogo infestato. Scoccai un paio di dardi e ne eliminai 5 o 8, non ricordo con precisione, l’adrenalina in quel momento era al limite.

    Una sensazione stupenda.

    Una volta entrati, un pugno dritto al mio stomaco. Cadaveri in putrefazione, bambini usati come cibo, le loro ossa come lettiera per gatti o come utensili. Era una visione orrende e nauseante, dovetti appoggiarmi alla parete perché le gambe stavano per cedere.

    ‘’Pss, ehi voi 2, venite qui.’’- disse una voce sconosciuta alla nostra destra. Ci avvicinammo meglio per vedere chi fosse e scoprimmo un giovane sulla 40ina, barba folta, viso ricoperto di lividi e ferite.

    ‘’Chi sei tu?’’- domandai.

    ‘’Mi chiamo…Jeremy Filler.’’- rispose lui.

    ‘’Un momento, Victor non aveva detto che era stato ucciso?’’- chiese mia sorella.

    ‘’Victor? Victor Wolfe è ancora vivo? Pensavo fosse morto. Comunque no, io sono il fratello, Jeremy Filler II. Liberatemi vi prego, sono settimane che non vedo la luce del sole e sono rinchiuso qui come un animale in cattività.’’

    Improvvisamente un Jugger ci individuò e ci attaccò, ma Jeremy lo afferrò da dentro la gabbia e con un movimento rapido, gli spezzò il collo. Notammo anche che afferrò qualcosa dalla sua mano, una specie di guanto artigliato.

    ‘’Questo è un guanto che serve a marchiare i prigionieri o ucciderli, se necessario. Ora cercate una chiave e aprite questa dannata gabbia.’’

    Obbedimmo e iniziammo la ricerca della chiave, avanti e indietro, destra e sinistra, ma era quasi impossibile trovarla.

    In lontananza notai un Jugger che indossava qualcosa sulla testa, una sorta di visiera o casco che inviava elettricità statica nel suo cervello.

    ‘’Suppongo che alcuni di questi Jugger sono comandati a distanza, è la prima volta che ne vedo qualcuno con quella roba sulla testa.’’ Pensai tra me e me. Sbarrai gli occhi e sorrisi, sul suo cinturone c’era la chiave.

    Afferrai l’arco e scoccai il dardo. Quest’ultimo si conficco sul suo casco, distruggendolo e uccidendo, con una scarica pari a 500 Watt, il Jugger. Balzai su di lui e afferrai la chiave. Tornammo indietro e liberammo il prigioniero.

    ‘’Non possiamo tornare indietro, dobbiamo recuperare un campione di un Jugger.’’-esclamai.

    ‘’Seguitemi, io posso condurvi dal Jugger Alpha.’’

    Ci nascondemmo nell’ombra e pian piano raggiungemmo un grossa sala. Li c’era un Jugger enorme, aveva la bocca aperta a petali di fiore, dalla schiena sbucavano delle braccia artigliate, mentre quelle normali erano piccole e scheletriche. La pelle era ricoperta di squame e aveva il collo lungo come quello di una giraffa, dalla quale fuoriuscivano le vertebre cervicali. Delle catene lo tenevano fermo. Dei Jugger normali gettarono un 27enne nella sala e l’Alpha non esitò ad infilzarlo con un tentacolo appuntito che sbucò dal petto. Fu smembrato dalle braccia artigliate e infine divorato. Uno spettacolo orribile e disgustoso:

    ‘’…Mi viene da vomitare.’’- dissi, portandomi la mano alla bocca.

    ‘’Questo non è nulla mio caro. Io ho visto cose peggiori: bambini usati come scudi durante combattimenti, anziani sfruttati come schiavi e se si rifiutavano, venivano sbranati da abbietti, vermi grossi come una carriola o una moto, o direttamente uccisi a sangue freddo. E le donne, brutalmente sventrate e strangolate con le loro interiora…Cristo, orribile. Come hai intenzione di recuperare un campione, il luogo pullula di questi…’’cosi’’.

    Pensai ad un piano strategico per recuperare un campione dell’Alpha e alla fine…Eureka.

    ‘’Hai un accendino e qualcosa di infiammabile o che possa esplodere? So come fare.’’- dissi con entusiasmo.

    Jeremy mi diede il suo accendino e un contenitore di deodorante. Erano perfetti. Con l’accendino riscaldai la punta del dardo che diventò incandescente. Lanciai il deodorante in direzione della sua bocca e scoccai il dardo.

    ‘’Pappati questo.’’- dissi sorridendo.

    Il colpo andò a segno. Per un po’ non successe niente, ma alla fine la bocca del Jugger si riempì di fiamme e fumo. In preda al dolore, muoveva la testa a destra e sinistra, perdendo sangue e altra materia squamosa e liquida. Ne recuperai una manciata co un paio di dardi, li misi in tasca e scappammo. Non eravamo soli, dietro di noi una dozzina di Jugger armati di ossa o altri oggetti che non vi elenco, dovuta alla corsa e alla vista concentrata sull’uscita.

    ‘’Fuoco.’’- disse una voce sconosciuta all’uscita.

    Notammo dei razzi sbucare dal nulla che andarono a colpire le pareti della struttura e smembrarono coloro che erano all’interno. Polvere, odore di morte e cadaveri carbonizzati riempivano l’aria, sfruttammo la poca visibilità per tornare da Victor.

    La situazione sta degenerando.

    Post_Apocalyptic_Capitol_by_CaWoDa

    Edited by Mørdekai The Summøner~ - 2/5/2013, 21:00
     
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    Aww, mi ci voleva un bell'episodio in prima serata. ^_^ Bella come sempre.
     
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  15. Sclere Verdi~
         
     
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    un episodio assai figo ** e anche splatteroso u.u
     
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71 replies since 26/4/2013, 14:08   786 views
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