La vostra prima CreepyPasta

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  1. drak 45
         
     
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    sono anche la mia droga. Però il fatto strano e che ascoltandole o leggendole non provo nessun senso di angoscia o Shock .
     
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  2. Yunoo
         
     
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    PDV con la sua rubrica sulle gamepasta.
    La prima che ho visto è stata A Mind Joke.
    Ma con Shazzcar è stato amore a prima vista :3
    Grazie a lui ho letto tutta la Wiki facendo "Una pagina a caso" per circa 2 settimane e guardato una marea di video creepy (la parte delle creepypasta che mi entusiasmano/coinvolgono di più in assoluto).
     
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  3. drak 45
         
     
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    video hmmmmmmmmmmmm

    me li devo segnare
     
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    Jedi lumberjack from Dagobah

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    Io personalmente mi sono imbattuto per la prima volta in Creepypasta Wikia cercando la traduzione di un video della serie di Marble Hornets, e l'ambiente mi ha subito coinvolto come spettatore, ma è trascorso almeno un anno prima che mi decidessi ad iscrivermi.
    Nel frattempo, grazie ai racconti correlati, avevo già letto un mare di roba. :asd:
     
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  5. CreepyTizio42
         
     
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    BEN/Ben Drowned/Majorsa's Mask haunted cartdridge (conosciuta con Creepy Games di Parliamodivideogiochi).
     
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  6. Phantom Girl
         
     
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    Mi era stata raccontata ad un pigiama party molti anni fa. Era quella di Mary e la bambola assassina. L'ho cercata più volte sul forum ma non l'ho mai ritrovata
     
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  7. LucriMalikYT
         
     
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    La mia prima creepypasta fu Herobrine... :piango: che ricordi...
     
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    Niente dei, niente padroni

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    CITAZIONE (LucriMalikYT @ 29/9/2015, 18:35) 
    La mia prima creepypasta fu Herobrine... :piango: che ricordi...

    Non me ne parlare, evitai Minecraft per un lungo periodo.
     
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  9. CalmWolf
         
     
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    La prima che lessi, anche se non sapevo minimamente che era una pasta, riguardava i Pokèmon, la mia memoria si ferma qui, purtroppo. Quella che invece lessi, consapevole di ciò che stavo leggendo, era Ted The Caver.
     
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    La prima pasta che lessi fu quella di Jeff the killer, ironicamente però fu slenderman a spingermi tra le braccia delle creepypasta
     
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  11. Kingor Melkor
         
     
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    o.O.o è severamente vietato effettuare spam all'infuori della sezione apposita, secondo Regolamento. Non desideriamo che accada nuovamente.
     
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  12. Torton Black Hat
         
     
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    The Theater, conosciuta grazie a PDV. Il Ticket-Taker/Uomo Girandola non mi fece dormire quella notte :piango:
    E anche Fraws ed Ellino non furono d'aiuto
     
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    Non ricordo se fosse la prima, ma sicuramente era una delle prime che ho letto qui: Hypno's Lullaby
    Leggerla con la canzone in sottofondo mi fece perdere il sonno per un paio di giorni
     
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    CITAZIONE (Kingor Melkor @ 29/9/2015, 22:22) 
    o.O.o è severamente vietato effettuare spam all'infuori della sezione apposita, secondo Regolamento. Non desideriamo che accada nuovamente.

    Non era mia intenzione fare spam. Il racconto a cui mi riferivo non c'è sulla wiki (perché, come spiegavo nel post, non è esattamente una creepypasta anche se ne ha tutti gli elementi) per cui ho googlato il titolo e ho linkato il primo risultato.
    Copio-incollo la creepy e la metto sotto spoiler, come avrei dovuto fare fin dall'inizio.
    L'ultima sera d'Ottobre

    Era atroce, e al tempo stesso sublime, ammirare l'infernale paradiso inscenato dall'autunno al di là del vetro un po' sporco. Martino fissava, immobile, nel silenzio senza fine che stagnava nella sua stanza, seduto davanti alla finestra.
    E pensava. In fondo non gli restava altro, da fare, e pensare gli procurava un misto di angoscia ed esaltazione. Le foglie secche frustate dal vento planavano come grigi pipistrelli ubriachi, cozzando le une contro le altre nell'imboccare improvvisi mulinelli d'aria. Il cielo era di un meraviglioso color cenere, verso ovest, una cenere sotto la quale andava morendo una brace sanguigna e tremolante. Spostando lo sguardo verso est, gradualmente, si poteva contemplare invece l'ineluttabile, strisciante avanzare della notte, pronta già ad inghiottire il mondo. Le luci accese, nelle case, erano minuscoli rettangoli intrisi di una serenità struggente, brillanti focolai di redenzione, di pace, di calore...
    Martino aveva solo la candela, con la sua fiammella malata che saettava e si dimenava, scossa da convulsioni ardenti. Per il resto, la casa era preda dell'ombra, come sempre. L'ombra che impregnava le pareti, che si respirava, che stringeva il cuore. L'ombra di sua madre, persa in qualche stanza. L'ombra della sedia a rotelle, dalla quale Martino non si sarebbe alzato più.

    Fuori, intanto, i primi fantasmi presero a sfrecciare, in lontananza, come usciti da un sogno ad occhi aperti. E c'erano anche scheletri, streghe, smunti cadaveri ambulanti dalle braccia tese ed il passo incerto. A piccoli gruppi, comparivano e sparivano fra viuzze e cortili, e di quando in quando si fermavano a suonare ad una porta in attesa di ricevere qualche golosità. Martino avrebbe dato chissà cosa, almeno in passato, per essere con loro, per essere uno di loro. A raccogliere caramelle, o cioccolata, o canditi, per poi ritornarsene a casa ed assaporare l'euforia che segue la fruttuosa scorribanda della vigilia di Ognissanti. Ma lui non si era mai travestito, né truccato da mostro; né mai del resto lo avevano invitato, o cercato... Sua madre non glielo avrebbe permesso, comunque. Sua madre...

    Entrò nella stanza proprio nel momento in cui stava pensando a lei. Martino rimase immobile ascoltando il cigolio della porta, alle sue spalle, che si apriva piano per poi richiudersi con quello scatto pigro che avrebbe saputo riconoscere fra mille. I passi leggeri, un po' strascicati, attraversarono la penombra polverosa, stantia, per avvicinarsi a lui, accanto alla finestra. La donna non disse una parola. Solo, posò una mano sulla spalla del figlio e rimase imbambolata a contemplare l'agonia del giorno rifulgere oltre il proprio volto riflesso nel vetro. Che occhi terribili, aveva... Martino aveva sempre pensato che quelli fossero gli occhi più cattivi del mondo. Ma con il trascorrere degli anni aveva capito che erano solo occhi dolenti, lontani. Il suo era lo sguardo di una persona estranea, di una persona sbagliata. Era malata, nella testa. Come lui lo era nel corpo. E l'esistenza di entrambi era da sempre stata un sonnolento stillicidio di ansie, di solitudini, e soprattutto di silenzi. Sua madre... Non aveva mai accettato l'aiuto di nessuno. sarebbe stato un affronto. Si bastavano a vicenda, loro due. Nella sua testa ovattata di disperazione non c'era mai stato spazio per altro che per sé stessa e per il povero figlio incapace da tenere sempre accanto, sempre protetto, sempre prigioniero. Tutto per amore, naturalmente. Povera mamma...

    Uno stormo di risatine stridule, infantili, si levò da qualche parte, veleggiando nel vento tiepido. La fiamma della candela si contorse, piegandosi sotto il gravame di pensieri di cui la stanza di Martino era ormai satura. Era l'ultima sera di ottobre. Ed anche la prima di una nuova vita, per lui. Era stato più facile del previsto, tutto sommato. Temeva che sua madre non lo avrebbe accontentato. Invece, tra lacrime e sospiri e preghiere biascicate ad invocare il perdono di chissà quale dio nascosto fra le pieghe della sua misera mente, aveva fatto tutto quanto lui le aveva chiesto.

    "Vedrai, mamma", le aveva detto. "Mi darai la soddisfazione più grande del mondo. E tutti quelli là fuori, tutti quelli che ci vogliono male, non rideranno più di noi..." E così il giorno si era accartocciato, a poco a poco, su sé stesso, come una pagina ricoperta di folli scarabocchi rossi accanto al fuoco. Piano, ora dopo ora, le ombre si erano insinuate, timorose, all'interno della casa, a contemplare l'opera di madre e figlio, entrambi smarriti senza speranza tra le ragnatele di un lamentoso silenzio. Ti ringrazio, mamma, pensò Martino.

    Era una strana rivincita, quella, nei confronti di tutti gli amici che non aveva mai avuto, nei confronti di una vita che non aveva proprio più senso, se mai ne aveva avuto uno. Forse le ombre che gozzovigliavano senza rispetto nel cervello di sua madre avevano contagiato pure lui, col tempo. Non ci sarebbe stato da meravigliarsene. E del resto, non gli importava affatto. Sentiva che era stata una scelta giusta. I piccoli mostri arrivarono schiamazzando in un gruppetto sparuto; ma non appena si trovarono sotto la casa di Martino d'istinto abbassarono la voce, scrutando la porta d'ingresso con occhietti cerchiati di nero o infossati dietro mascheroni di cartapesta. Martino sapeva che avrebbero voluto suonare il campanello, ma erano combattuti dalla paura. Paura di sua madre. L'avevano sempre chiamata "la matta", senza mezzi termini. Ma lui aveva smesso di prendersela per quello. Probabilmente si sarebbe comportato allo stesso modo, se fosse stato uno di loro. Però non lo era mai stato, uno di loro, né mai lo sarebbe diventato. Non c'era più modo di tornare indietro. Ora lui si trovava, e per sempre, dalla parte della notte.

    Osservò quei ragazzini con disprezzo, stemperato appena da una punta di compassione. Sua madre si ritirò nell'ombra, muta, un istante prima che i mostriciattoli sollevassero gli sguardi verso quella finestra. Martino la sentì portarsi le mani al volto, sforzandosi per soffocare i singulti. Non ti preoccupare, mamma, avrebbe voluto dirle. Io sto bene, adesso. Non sono mai stato più felice di così. Ma non poteva ormai più dire una parola. I piedi di sua madre urtarono, indietreggiando, il grosso cucchiaio lordo che giaceva sul pavimento, semicoperto dalla poltiglia rossa e grigiastra sparsa sulla polvere. Il rumore, viscido e metallico, rimbalzò da una parete all'altra, come il rintocco di un campanaccio arrugginito. Anche la seghetta, persa nel buio, non doveva essere lontana. Non ti preoccupare, mamma. Ho voluto io che tu lo facessi. E te ne sono grato. E quando i ragazzini lo videro, finalmente, cominciarono ad urlare. La fiammella, dentro la testa svuotata di Martino, si dimenò all'improvviso, quasi gli strilli l'avessero raggiunta dalla strada. Attraverso le orbite cave la luce ondeggiò ancora un poco, generando due flebili fasci inquieti lanciati a scandagliare la notte. Martino si sentì scuotere da un brivido di esultanza. Sua madre, adesso, rideva e piangeva.

    Presto sarebbe arrivata gente, certo, ed avrebbero portato via entrambi. Non importava. Martino sarebbe rimasto comunque in quella casa, per sempre, inevitabilmente. Nelle coscienze di quei ragazzini in fuga lui era ormai entrato a forza come il più terribile degli incubi, quelli che non si possono dimenticare. La sua immagine, seduta a quella finestra, il cranio scoperchiato e la candela accesa immersa nella testa scavata come una zucca, con la sua pazzesca luce a baluginare là dove avrebbero dovuto esserci gli occhi, non si sarebbe mai più cancellata dalle loro anime. Sua madre era stata perfetta. mai avrebbe avuto occasione di compiere un gesto più grandioso, memorabile e pietoso in tutta la sua esistenza. Qualunque cosa le fosse accaduta, poi, non avrebbe avuto alcun significato. Alcune foglie morte, simili a mani tronche ed avvizzite, schiaffeggiarono il vetro, quasi a voler scacciare quella follia annidata nella stanza, affacciata malignamente alla finestra. E Martino seppe di appartenere già alla notte, a quella notte, spauracchio eterno e maledetto, per sempre vivente, fulgido e tremendo. Tre, quattro, cinque porte si spalancarono lungo la via, e persone dall'aria confusa ed allarmata risposero agli strilli dei bambini. Tutti guardarono in direzione della "casa dei matti", come era conosciuta, e presero ad avvicinarsi correndo, pronti ad invitare l'Orrore ad avvelenare per tutta la vita i loro sogni.
     
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    Ser Procrastinazione

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    Beh...
    Verso la fine del 2014, visto che non avevo nulla da fare, mi misi a cercare cose di Pokémon, tanto per, e quindi, mi imbattei nella Sindrome di Lavandonia. (Grazie alla quale ho conosciuto il forum)
    Poi, grazie allo YTBer DaniBlueFox/RedFlameFox/RedVGFox e ad un post di Saske su un altro forum conobbi la mia seconda Creepypasta (O meglio, Shitpasta): Dragon Ball Z: La fine dei guerrieri Z.
    Poi, lessi CreepyBlack e Lost Silver, poi Sonic.exe, poi L.Jack e Cupcakes su una pagina di cui non ricordo il nome, e poi tutto il resto!

    Edited by WDR - 2/9/2016, 00:58
     
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