| Fin dagli albori di questo forum vi abbiamo abituato a storie cruente e terribili sul cannibalismo.
Nelle creepypasta così come nelle opere horror di qualsiasi genere è ormai un cliché, così stra abusato che ormai ne abbiamo quasi la nausea.
Eppure il cannibalismo, il tabù per eccellenza condannato da secoli da ogni civiltà civilizzata, in certi casi è ancora capace di accendere una scintilla nella parte più controversa e curiosa della nostra mente, magari anche solo per un istante.
Potrebbe essere semplice fascino per l'ignoto e il proibito, semplice e innocente curiosità verso qualcosa che (si spera) non proveremo mai nella nostra vita.
O magari è qualcosa di più naturale; una voce antica quanto l'umanità stessa, eco di un passato che abbiamo ripudiato da millenni ma che ogni tanto si ripresenta. Secondo gli antropologi il cannibalismo non era diffuso solo tra le popolazioni incivilizzate dell'Africa, del Sudamerica o dell'Oceania, bensì anche in Europa e negli Stati Uniti del Sud, e che forse è stato proprio il passato antropofago dei nostri antenati a permetterci di sopravvivere fino ad oggi. E ogni tanto, come ben sappiamo, qualcuno decide di "tornare alle origini".
In ogni caso, sono sicuro che anche voi, per un motivo o per l'altro, vi sarete chiesti LA grande domanda.
"Che sapore ha la carne umana?"
Per ora, nonostante il famoso chef Jamie Oliver sostenga di conoscere già il sapore della carne umana (SPOILER ALERT: dice che sa di maiale), non ci sono ancora opinioni "autorevoli" o ufficiali; ma devo dire che la quantità di testimonianze che ho trovato mi ha sorpreso e, udite udite, sembra che non si tratti solo di killer buongustai.
Ho quindi selezionato, prendendole da internet, una serie di testimonianze cercando, per quanto possibile considerato il tema molto particolare, di riportarvi le più attendibili:
Armin Meiwes, Il famoso cannibale tedesco che pubblicò nel 2001 un annuncio per "uomini in salute tra i 18 e i 30 anni" interessati ad essere "macellati e in seguito consumati". L'annuncio funzionò e la testimonianza di Armin è incredibilmente obiettiva:
"Ho saltato la bistecca di Bernd (la vittima ndr) con sale, pepe, aglio e noce moscata. L'ho mangiata con delle crocchette di patate, dei cavoletti di Bruxelles e salsa di peperoni verdi. La carne sapeva di maiale, un po' più amarognola, più forte. Ha un buon sapore."
William Seabrook, un reporter del New York Times e scrittore. Nel suo libro "Jungle Ways", pubblicato nel 1931, racconta del suo incontro con la tribù dei Guere, nell'ovest dell'Africa, famosi per il consumo di carne umana durante i loro rituali. Seabrook stesso scrive che, incuriosito, decise di cogliere al volo l'occasione e di provarne un po':
"Era come un buon vitello ben sviluppato, ma non abbastanza per essere manzo. Era senza dubbio così ed era diversa da qualsiasi tipo di carne abbia mai assaggiato. Una buona carne dal sapore leggero, senza sapori particolari o caratteristici come ad esempio la capra, la selvaggina o il maiale".
Jorge Beltrao Negromonte da Silveira, sua moglie, Isabel Cristina Pires e Bruna Cristina Oliveira da Silva vengono arrestati in Brasile nell'aprile del 2014, accusati dell'omicidio di un senzatetto. In seguito confesseranno l'omicidio di altre due ragazze. In tutto il trio è accusato di aver ucciso e mangiato tre esseri umani.
In un interrogatorio da Silviera comparò la carne umana con quella di manzo per sapore e consistenza. Proprio per questo il trio avrebbe deciso di usarla per cucinare dei piatti tipici sudamericani, tra cui dells empadas che sarebbero state poi vendute ai vicini.
Alexander Selvik Wengshoel è un ragazzo norvegese, studente d’arte che nel 2010 è stato sottoposto ad un intervento chirurgico all’anca per colpa di un difetto fisico che lo ha costretto sulla sedia a rotelle fin dall’infanzia. In qualche modo Wengshoel è riuscito a convincere il suo dottore a lasciargli il pezzo di anca rimosso per usarlo in un suo progetto artistico. Dopo averlo portato a casa ed averlo bollito, Wengshoel decise di assaggiare i rimasugli di carne attaccati all’osso.
Secondo l’artista la carne "aveva il sapore di pecora selvatica, una pecora che va per le montagne e si nutre di funghi. Sapeva come di capra."
Tobias Schneebaum è stato un artista americano. Nel 1955, durante uno dei suoi viaggi, sentì parlare degli Arakmbut, una tribù peruviana dalle usanze primitive. Interessato, decise di mettersi alla ricerca degli Arakmbut. Nonostante la reputazione selvaggia e violenta, la tribù accettò Schneebaum ed egli decise di stabilirsi con loro.
Poco tempo dopo, durante quella che inizialmente sembrava una semplice battuta di caccia, Schneebaum divenne lo sfortunato testimone dell’uccisione di sei componenti di una tribù rivale.
Dopo il massacro, gli Arakmbut arrostirono i cadaveri, festeggiando e danzando intorno al fuoco; Schneebaum era sconvolto, ma venne spronato ad unirsi ai festeggiamenti.
Quando gli Arakmbut cominciano a passarsi pezzi di carne e a mangiare, l’artista ne assaggiò un po’.
Subito dopo l’incidente fuggì di nascosto nella foresta.
Il libro autobiografico dove è raccontata la sfortunata avventura, “Keep the river on your right”, diventò un classico, ma Schneebaum si rifiutò sempre di descrivere il sapore della carne, sostenendo che era "troppo preso dal momento" per ricordare il sapore e che non voleva essere considerato un cannibale dalla gente.
Tuttavia una volta, discutendo dell’avvenimento, accennò che il sapore era simile a quello della carne di maiale.
Edited by Hero - 18/1/2018, 18:27 |
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