Posts written by Annatar

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    Bentornato dunque ^_^
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    Benvenuto naufrago in questo mare d'orrore :poe:
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    Posizione scelta

    Redattore

    Informazioni personali

    Nome: Pietro
    Età: 22
    Provenienza: Sardegna
    Contatti: www.facebook.com/rull.ombra
    Tempo da dedicare al forum: Quotidiano, e nel caso serva mi concentrerei dove occorre aiuto.

    Competenze personali

    Lingue conosciute: Italiano, Inglese.
    Competenze grafiche: Ho svolto alcuni lavori grafici per il forum in momenti di necessità.
    Competenze informatiche: Discrete, anche se non sono uno smanettone.
    Competenze digitali: Competenze basilari con applicazioni per video e audio editing.
    Conoscenza dei Social Network: Facebook, Instagram, Youtube, Telegram (un pochetto).

    Competenze nell'ambito dei contenuti

    Scrittura e Traduzione: Mi piace scrivere anche se di solito ho bisogno di un'ispirazione. Ho scritto diverse storie, la maggior parte collegate tra loro. Per quanto riguarda la traduzione, me la cavo discretamente.
    Esperienza con CAT-Tool: Non ne ho mai usati.
    Conoscenza Creepy Stuff: Una buona conoscenza della sezione, quella a cui mi sono sempre dedicato maggiormente.
    Conoscenza Creepy Series: Conoscenza discreta, anche se ho sempre preferito l'area Creepy Stuff.

    Esperienze professionali

    Conoscenza Deep Web: Solo informazioni ricavate da altri.
    Gestione e moderazione di forum e siti: Il CPF, qualche aiutino alla Wiki e in pagina Facebook.
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    CITAZIONE
    Si può conoscere la fonte di questo articolo?

    Well, of course I know it. It's me. ^_^

    CITAZIONE
    Ma è giusto mettere questa storia in questa sezione? Se non erro il libro è inventato di sana pianta, non dovrebbe stare in "Leggende e Misteri".

    In L&M ci sono davvero molte cose inventate di sana pianta :P
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    CITAZIONE (TheWanderer @ 11/6/2017, 19:10) 
    Coff coff necronomicon coff coff

    È innegabile che questa, come tutte le ultime mie creazioni, sia ispirata a Lovecraft (e non solo ^_^).
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    Grazie ^^
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    Grazie a tutti per gli apprezzamenti ^^

    CITAZIONE
    Più che altro accade tutto troppo in fretta in alcune parti, avrei preferito una narrazione più lenta seppur più lunga. Ma è solo una questione di gusti personali.

    Vedrò di sistemarla in modo tale che non vi siano sbalzi di velocità nel racconto.
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    CITAZIONE (Qush-Nath @ 7/6/2016, 10:19) 
    Inizialmente mi ha ricordato molto Nyarlatothep sopratutto la figura dell'uomo. Il racconto è molto bello, ma la narrazione in alcune parti non mi ha convinto molto. In ogni caso complimenti, mi è piaciuto parecchio.

    Hai ragione, in un certo senso, a vedere del Nyarlathotep in S'aghatoth. Ispirato proprio dal dio Lovecraftiano ho creato delle divinità per le storie che scrivo, prendendo spunto, tuttavia, anche dal pantheon greco e tolkieniano. Avrai notato che la figura di S'aghatoth si rende piú piacevole alla vista, piú seducente e, se posso, risulta di conseguenza piú subdola di un Nyarlathotep: grande fonte di ispirazione é stato difatti il personaggio di Sauron nel Silmarillion. Una delle differenze tra la cosmologia Lovecraftiana e quella dei miei racconti é l'attivo interesse degli dei nei confronti degli umani (questo lo devo al pantheon greco): a prima vista, infatti, ogni divinità che tratto potrebbe assomigliare a Nyarlathotep, per il suo vivo coinvolgimento nelle vicende umane.
    Ti ringrazio per i complimenti e sono curioso di sapere cosa non ti sia piaciuto: ciò mi aiuterà a migliorare il racconto e a scrivere meglio i prossimi ^^
    Grazie in anticipo!
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    Le ombre della notte sussurrarono fugacemente un empio nome.
    S'aghatoth ripeterono i demoni dei venti sotto l'occhio lunare




    "Per la città si era diffusa un’angoscia senza nome, le giornate si erano fatte più buie e vi era una forte inquietudine nell'aria, palpabile, pesante. Molti asserivano fosse dovuta alla terribile crisi del '29 ma nessuno ne era davvero convinto. La sera veniva continuamente scossa da terribili incubi, orrendi sogni mai apertamente raccontati ma solamente sussurrati da orecchio ad orecchio, e furono in tanti a cercare un conforto nelle attività notturne. In quanto a me, ricordo che in quei giorni oscuri ero tormentata da un sogno nebuloso, indefinito, che mi mostrava interminabili spazi di vuoto cosmico per i quali echeggiava una cantilena più profonda dei neri abissi."
    - Hannah Barnes, americana, 1932.


    Il Sole era già tramontato e la Luna scrutava un cielo non ancora avvolto dal velo notturno quando lo incontrai, all'uscita del teatro. Ed egli mi stregò, quella sera di primavera. Quale fosse la sua identità lo ignoravo, ma ora non posso fare a meno di immaginarlo.

    Era giovane, capelli folti con sfumature cerulee, due occhi di un blu pavone innaturale, seducenti e freddi; una bocca sottile, più larga del normale, dava un’impronta serpentesca al suo viso, già espressa dai lineamenti delicati e singolarmente oblunghi. Si sarebbe potuto confondere con una donna molto facilmente, non solo a causa dei suoi tratti androgini, ma pure per il suo modo di muoversi, sensuale, elegante.
    Ebbi la certezza che sarebbe stato capace di sedurre chiunque, uomini o donne, a prescindere dall'altrui orientamento sessuale. Ed egli mi stregò, sotto gli astri della sera.
    Mi prese per mano e mi guidò attraverso giardini gentili e viali solitari fino alla mia camera da letto; e sebbene fosse stato lui a condurmi, non opposi alcuna resistenza, poiché era ciò che più desideravo.

    Dalla finestra entrava il pallido chiarore lunare e una leggera brezza alleviava la fiamma erotica che mi consumava. Mi sdraiai sul letto, fremente per l’attesa. Lui si spogliava lentamente.
    Qualcosa di indefinito si muoveva sotto i suoi vestiti.

    Si avvicinò a me, strisciando sotto le fresche lenzuola. Finalmente mi raggiunse, i miei sensi s’offuscarono e caddi presto in uno stato di ebrezza terribilmente piacevole. Egli si insinuò in me.
    Dentro di me sentivo la sua voce sussurrare, era calda e sibilante, ripeteva un nome sconosciuto.

    Non ricordo cosa accadde durante la consumazione, né il numero di volte che raggiunsi l’apice del piacere.
    Avrei desiderato restare su quel letto per giorni, alla luce della bianca Luna primaverile.

    Fu un urlo stridulo a svegliarmi, dopo tre notti e due giorni di ininterrotto piacere.
    Quando ripresi coscienza ogni cosa si trasformò in un incubo: subito avvertii il dolore delle necessità trascurate; la voluttà aveva steso un velo rosa sulla mia mente, inibito i miei sensi. La gola mi bruciava terribilmente, la testa mi doleva per la mancanza di riposo e non sentivo più le gambe, delle quali avevo perso sensibilità.
    Alle sensazioni immediate seguì la percezione dell'ambiente esterno: ciò che subito notai fu la presenza di fluidi scuri su tutto il mio corpo: erano vischiosi, tiepidi ed emanavano un forte odore di sangue. Tuttavia non ero ferita e non capivo da dove fossero giunti.
    Mentre tentavo di mettermi seduta e di liberare il mio corpo da quanto più di quella sostanza potevo, mi accorsi che il giovane era scomparso. Fu lì che avvertii che vi era qualcosa di anomalo nel mio addome; esso era curiosamente gonfio e pesava più del normale. Appena feci pressione con una mano su di esso udii nuovamente quel verso agghiacciante che mi aveva ridestato dal sonno, simile allo strido di una lucertola.
    Poi, improvvisamente, avvertii una tremenda sensazione al ventre e notai, con orrore, che qualcosa si stava muovendo all'interno del mio sesso.

    Tra le mie gambe fece capolino qualcosa di viscido e cinereo, cosparso di neri umori. Era assimilabile ad un serpente, ma sul capo presentava diversi filamenti cerulei ed era attraversato da un sistema circolatorio ben visibile; esso si dilatava e restringeva esageratamente ad ogni pulsazione, potevo avvertire la sua pressione sulla mia pelle.

    Stordita, in preda a spasmi addominali e iperventilazione, rimasi paralizzata sul letto fino a che la bestia non fuoriuscì del tutto. Ho sempre cercato di cancellare ogni singolo momento di quella terribile esperienza, ma vi è una cosa impossibile da dimenticare, ed essa mi è rimasta impressa con orrenda chiarezza nella mente: poco prima di lasciare la stanza, passando per la finestra, il serpente mosse il capo nella mia direzione; quello che vidi mi fece perdere i sensi.

    Sul pallido corpo squamoso dell’ofide, trovava posto la testa, terribilmente allungata e rimpicciolita, così deformata in modo raccapricciante, dell’uomo - mai fui sicura del suo sesso - che aveva giaciuto con me. Un sorriso rivoltante si insinuò sul suo volto. Fui investita da una forte sensazione di nausea e caddi dal letto sul pavimento di legno. Egli sparì nella notte mentre i miei sensi venivano meno un'altra volta.

    Fui condotta in ospedale e circa due settimane dopo l’avvenimento, durante le ore notturne, incominciai ad udire un lieve sibilìo dentro me. Più volte controllai lo stato del mio addome e rinunciai a diverse ore di sonno pur di essere sicura che nulla vi fosse al suo interno. Pensai allora che la voce fosse solamente frutto della mia immaginazione, uno scherzo della mente ancora troppo suggestionata da ciò che era avvenuto. Dovetti però fare i conti con il manifestarsi della maledizione che mi aveva colpito: i medici, avendo notato un irregolarità nel ciclo mestruale, mi fecero un test di gravidanza. Quando mi fu comunicato che il risultato era positivo desiderai la morte, spesso da me invocata, sempre sognata ma, alla fine, mai raggiunta per mancanza di coraggio.

    Non oso ripetere ciò che la nera voce mi raccontò durante quelle fredde notti di primavera. Essa mi privò del sonno; sapevo che a parlare era quella disumana presenza che sviluppavo nel grembo e, per ogni secondo che passava, il mio odio cresceva sempre di più verso il mio stesso corpo, contaminato da una vita empia, demoniaca, mai desiderata. Il parassita mi mostrò in sogno le blasfeme dimensioni dello spazio: tra nebulose violacee e aurore di zaffiro opaco vidi una nera corte di anime vorticare malate nel mezzo di un cosmo putrescente; al suo centro un bianco ofide coronato da una moltitudine di occhi folli pulsava esageratamente al suono di una cantilena più profonda dei neri abissi.

    Abortii appena possibile e ringraziai cielo per essermi liberata dalla turpe presenza.
    Fu un periodo felice; anche se rimasi a casa per riprendermi, ricordo sprazzi di piacevole rilassatezza e benessere fisico oltre che mentale, nonostante la mia memoria fosse ancora debole in quel momento e lo sia tutt'ora.
    Ma la gioia durò poco. Un mese più tardi, dopo una notte agitata, ricominciai a sentire la voce; ero nuovamente incinta mi dissero i medici. Come era avvenuto? Com'era possibile che non me ne fossi resa conto? Cercai di ricordare cosa avessi fatto i giorni prima; scandagliai la mente ripetutamente, furiosamente fino a cadere esausta sul lettino medico. Scossa, nauseata, incapace di capire come fosse stato possibile tornare in gestazione chiesi nuovamente l'interruzione della gravidanza.

    Quella volta però pensai di prevenire il male e così, qualche giorno dopo, subii un'isterectomia. Una risata incontenibile scaturì dalla mia bocca, mentre maledicevo il demone che mi aveva lasciato marchiata col suo seme corrotto, poiché ero sicura che in quel modo non avrei mai più potuto concepire nel grembo oscure esistenze, né udire nuovamente sussurri notturni.

    Alcuni giorni dopo, al risveglio, sul comodino trovai un biglietto di teatro che risaliva ad un mese e tre settimane prima; si trattava dello spettacolo a cui avevo assistito il giorno in cui incontrai quell'uomo, l'abominio, il demone, con cui avevo giaciuto.

    Prendendolo tra le mani notai però che sotto di esso vi stava un altro biglietto.

    Sul secondo era riportata una data che risaliva al mese precedente e, stando a quanto scritto, si trattava di una replica del primo spettacolo. Non riuscivo a capire perché avessi quel biglietto, non ricordavo di essere andata a teatro in quel periodo, anzi, a dir la verità, non avrei proprio desiderato andarci, stavo così bene a casa mia, tra le dolci coperte del mio letto...

    Mentre strani pensieri e ricordi latenti incominciavano a farsi strada nella mia mente, mi accorsi che sotto a quel secondo biglietto in realtà ce n'era addirittura un terzo. Quello che vidi mi fece mancare il fiato; i miei sensi si offuscarono sotto il martellante eco del battito cardiaco.

    Sul foglietto di carta stampata, sotto all'indicazione "replica", vi era la data del giorno precedente a quello corrente.

    La nera voce sogghignò dentro di me...

    Edited by Annatar - 8/8/2019, 13:44
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    Due disegni molto "teschiosi":

    Cranio Umano


    Skull Face (Metal Gear Solid V)


    Edited by Annatar - 26/2/2016, 18:25
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    Grazie ^_^
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    Ah, non ti preoccupare, non cambia nulla se li leggi nell'ordine che vuoi :P
    Effettivamente ci stavo pensando, ma alla fine ho voluto sperimentare questo tipo di stile da diario per rifarmi un po' ad alcuni racconti di Lovecraft. Per quanto riguarda ciò che mi hai segnalato invece devo dire che in realtà Berger, quando scrive, è fuori dal teletrasporto, nel suo studio; riguardando il testo non si capisce bene, vedo di renderlo meglio.
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    Il Ciclo dei Dimenticati - di chiara ispirazione Lovecraftiana (e non solo ^^) - è una "raccolta" in fase di scrittura di diversi racconti autoconclusivi accomunati dalla stessa ambientazione: un universo popolato da divinità (ma anche demoni e vari cultisti annoverati tra umani o antichi popoli alieni) che vedono gli esseri viventi come semplici strumenti per guadagnare o mantenere il loro potere nel Cosmo.
    Questo racconto è il sesto che ho scritto, mentre dovrei apportare ormai delle modifiche al primo e al secondo ^^
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    “Ci sono molte cose al Mondo che la ragione umana non riesce a spiegare, ciononostante nulla vieta ad essa di addentrarsi in quei territori oscuri – anche al prezzo di uscire dai normali schemi – solamente per provare a formulare delle risposte che possano in un modo o nell’altro alleviare il nostro desiderio di comprendere la realtà. Tuttavia vi sono alcune zone d’ombra, lidi verso i quali la mente umana non dovrebbe spingersi, poiché non si perde semplicemente la propria stabilità mentale ma è sicuro che si possa smarrire anche un equilibrio spirituale.”
    - Itis, greco, 423 a.C.



    La psiche del signor Berger doveva essere stata marchiata da qualcosa di così orribile che nulla avrebbe potuto fare l’uomo per salvare la sua misera vita. Ciò che egli vide prima di "cadere nell’abisso della Valle delle Ombre" non venne identificato con alcuna creatura conosciuta. Da quanto si evince dai suoi ultimi scritti si tratterebbe della più grande empietà con cui mente umana sia mai entrata in contatto.
    La "Rivelazione Elettromagnetica" di cui il signor Berger parla si verificò la sera del 21 dicembre 1944, presumibilmente durante il solstizio invernale, ma gli appunti collegabili alla misteriosa faccenda incominciano già diversi mesi prima.

    Berger era tedesco, lavorava per il führer ad un progetto segreto e tutt’altro che convenzionale, il Die Glocke Projekt: una serie di esperimenti volti alla costruzione di un'arma teletrasportante che permettesse di risollevare le sorti della guerra. Con la sua realizzazione, la Germania sperava di poter invadere definitivamente l’Inghilterra e di far cadere l’Unione Sovietica; sarebbe stato il perfetto cavallo di Troia della guerra, il pezzo che avrebbe messo sotto scacco il Mondo a favore di Hitler.
    Era evidente comunque che in così poco tempo non si sarebbe potuto sviluppare qualcosa di tanto potente e sofisticato; la maggior parte degli esperimenti fu un completo fallimento. I tedeschi non riuscirono a testare una singola bomba atomica se non qualche “brutta copia” di quelle che lanciarono poi gli americani sul Giappone, figurarsi se sarebbero riusciti mai ad impiegare dei varchi di teletrasporto per spostare interi eserciti.
    Tuttavia, fra tanti esperimenti infruttuosi, forse i nazisti riuscirono ad attivare comunque un congegno di teletrasporto; purtroppo non abbiamo prove che possano dimostrare la veridicità di questa supposizione. L’unico a parlarne infatti è il signor Berger nel suo diario.

    Insieme agli appunti dello scienziato tedesco vennero ritrovate centinaia di pagine piene di illeggibili scritte e misteriose immagini scolorite. Sul momento non riuscimmo a capire cosa avessimo davanti; in seguito, con l’aiuto dei migliori filologi e archeologi scoprimmo, con terribile stupore, che quei documenti trovati nello studio del signor Berger erano estratti di una copia del perduto Libro di Ordon: un manufatto leggendario, più antico del popolo greco ed egizio, appartenente, secondo il mito, alla scomparsa civiltà di Atlantide.
    Da quanto leggemmo nel diario di Berger, e da quanto confermarono in seguito i nostri esperti, tra tutte quelle oscure formule rituali e le preghiere verso ignote divinità, vi erano schemi di progettazione di assurdi edifici, armi mai viste e sofisticati sistemi di difesa, nonché di avanzati mezzi anfibi e velivoli anti-gravità.
    Ma pressoché tutto quel ben di Dio era impossibile da ricreare, causa la frammentarietà degli schemi.

    In mezzo tutti quei progetti incompleti, riuscimmo, grazie all’aiuto degli appunti dello scienziato, a trovare quello che trattava la costruzione di un sistema di trasporto a velocità luminare, conosciuto come "Porte del Cielo".
    Anche ad esso mancavano alcune pagine per poter essere considerato completo, tuttavia gli schemi per la sua fabbricazione c’erano tutti e, piccolissime lacune a parte, sembrava di possibile realizzazione.
    Come il signor Berger fosse venuto in possesso di tali schemi non fu di immediata comprensione; tuttavia, dopo una breve lettura del diario, venimmo a conoscenza di una spedizione in Tibet alla quale lo scienziato tedesco avrebbe partecipato.
    Volendo sopperire alla mancanza di tempo e risorse utilizzabili in guerra, infatti, i tedeschi incominciarono ad effettuare varie spedizioni nei luoghi più antichi e remoti del pianeta, per recuperare i più strani artefatti, fiduciosi che delle vecchie reliquie avrebbero permesso di sbaragliare le armate nemiche.
    Il testo venne ritrovato incompleto e pressoché sbiadito all’interno di un vecchio tempio tibetano: tutte le pagine che lo componevano vennero spostate nel laboratorio del signor Berger. Come, inoltre, avevano già appurato i nostri esperti, i vari fogli non appartenevano al volume originale, bensì ad traduzione in antica lingua locale.
    Ciò che si racconta intorno al Libro di Ordon vuole infatti che sia andato perduto alla caduta di Atlantide. Ma il fatto più inquietante è che si dice sia stato scritto da antichi sacerdoti atlantidei, dopo essere venuti in contatto con “i popoli giunti dalle stelle”: strane razze devote ad incomprensibili ed empie divinità cosmiche la cui dimora si troverebbe al di fuori dello spazio conosciuto.

    Tornando allo stato di ritrovamento dei fogli, notammo che la maggior parte di essi aveva i bordi carbonizzati ed era coperto da curiose chiazze dorate. Osservando queste strane macchie scoprimmo che emanavano un insolito livello di radiazioni; nulla di dannoso ma, in ogni caso, bizzarro. Tutto ciò assume una sfumatura ancora più inquietante se volessimo prestare fede a ciò che il signor Berger appuntò tra le pagine del suo diario.
    Stando a quanto venne riportato, le “campane di teletrasporto” vennero costruite seguendo le impossibili istruzioni del Libro di Ordon sulle Porte del Cielo: passaggi nell’etere che collegavano le varie colonie di Atlantide alla loro madrepatria.
    Tuttavia il signor Berger e la sua equipe non erano a conoscenza del corretto funzionamento dei mezzi di teletrasporto; sapevano costruirli ma non utilizzarli e i documenti non ne parlavano, o meglio, mancavano proprio gli schemi di funzionamento.
    Ciononostante, dopo alcuni mesi di analisi e tentativi, i tedeschi, secondo i loro stessi appunti, riuscirono a instaurare il primo ponte di collegamento tra due campane di teletrasporto.
    Da quanto è riportato sul diario di Berger, il primo esperimento riuscito risale al 11 Dicembre 1944; prima di esso o i macchinari si erano spenti durante i test, o gli oggetti di prova non si erano mossi dal punto iniziale oppure la massa dell’oggetto teletrasportato era inferiore a quella di partenza.
    Alla fine, dieci giorni prima del solstizio invernale, sembrerebbe che gli scienziati tedeschi siano riusciti a teletrasportare una sferetta d’oro attraverso l’etere dal sito A al sito B, facendole percorrere cinquanta metri alla velocità di una qualsiasi onda elettromagnetica.

    Purtroppo non abbiamo prove effettive che possano dimostrare il riuscito tentativo di teletrasporto e neppure i seguenti esperimenti. Berger, comunque, annotò sul suo diario che tutte le prove successive, fino al 21 Dicembre 1944, risultarono positive. Inoltre, scrisse che tenne le sferetta d’oro per sé, come portafortuna.
    Curiosamente, mano a mano che il progetto cresceva, la salute psichica del signor Berger peggiorava. Lo confermavano i suoi appunti, dove ammise che talvolta avvertiva una strana sensazione, come se “il suo cervello elaborasse in ritardo ciò che i suoi sensi recepivano”. In quei momenti segnalava di essere meno reattivo del solito e di trovare difficoltoso anche svolgere semplici calcoli matematici.
    Per tutti i giorni che seguirono, inoltre, il Signor Berger raccontò di essere perseguitato da terribili sogni, che non gli permettevano di dormire correttamente e di essere al pieno delle facoltà mentali il giorno dopo. Per dieci notti, sognò ripetutamente la stessa scena.

    “Sono sempre bloccato sul letto e vedo la sferetta d’oro levitare a pochi centimetri dalla mia faccia, poi sul piccolo globo dorato si apre un occhio pulsante, innaturale, che incomincia a scrutarmi nella mente e a nulla valgono i miei sforzi di tenere quello sguardo così bruciante lontano dal mio cervello. Mentre mi fissa avverto flash di una qualche figura luminosa, assimilabile ad un’asteroidea irregolare dai lunghi arti ondeggianti; nella mia mente si fa strada un canto profondo come gli abissi.”

    Berger diceva che quando l’occhio lo guardava si sentiva trascinare fuori dal corpo e che la sensazione era così vivida da, nel momento in cui riprendeva coscienza, non essere sicuro di aver assistito ad un sogno. Secondo chi gli stava affianco, ciò che vedeva durante la notte non era altro che l’occhio di Dio, che simboleggiava il carico di responsabilità che egli si assumeva nel disporre del potere di piegare lo spazio al suo volere. Al mattino, poi, non faceva altro che giocherellare e rimirare la sferetta dorata e, se questa non era a portata di mano, provava uno strano impulso che attirava la sua mente in direzione di essa.

    “Spesso mi ritrovo a fissare una determinata direzione senza motivo apparente: mi hanno riferito che passo decine di minuti con lo sguardo perso nel vuoto. Credo che il punto del mio interesse possa essere identificabile col luogo in cui tengo conservata la sferetta dorata. Non ho la più pallida idea del perché il mio cervello sia così attratto da essa. Quando cado in questo stato di trance sento una lenta cantilena di voci nere; inneggiano qualcosa, un nome antico forse.”

    Secondo il diario, vennero eseguiti altri tre esperimenti prima del 21 Dicembre e risultarono tutti positivi. Su richiesta dello stesso Berger, come oggetto di prova fu usata sempre la solita sferetta dorata; essa venne spostata per distanze di, rispettivamente, ottanta, cento e centocinquanta metri, anche a differenti livelli sul piano verticale. Ogni volta che il piccolo globo dorato usciva dalla campana, lo scienziato tedesco, come egli stesso raccontava, veniva assalito dall’irrefrenabile desiderio di reimpossessarsene.
    Più restava in contatto con quel piccolo oggetto, più la sua situazione peggiorava: mangiava meno, dormiva meno e pensava meno di testa sua. Infatti, come scriverà egli stesso, sembrava quasi che una forza ignota si stesse impossessando della sua mente. Non si comportava più come era solito fare: talvolta riferiva di avere dei “momenti di buio” durante i quali perdeva completamente controllo di se stesso, e, quando riacquisiva conoscenza, si trovava in posti completamente diversi da quelli in cui sarebbe dovuto essere.
    Questa terribile discesa continuò fino alle 23:48 del 21 Dicembre 1944, momento in cui si verificò quella che Berger chiamerà Rivelazione Elettromagnetica.

    Non sappiamo con precisione cosa accadde quella sera, poiché tutti gli appunti che vennero giudicati “scritti da una mente ancora illuminata dalla ragione” precedono l’evento.
    L’ultima ragionevole testimonianza dello scienziato risale a due ore prima dell’incidente: il signor Berger affermava di essersi dovuto legare al letto la notte precedente, poiché, due notti prima, il suo sonnambulismo l’aveva spinto dentro alla campana del teletrasporto; non gli piaceva affatto che il suo corpo se ne andasse in giro senza controllo tra tutti quegli strumenti delicati. Così, aveva deciso di legarsi pure quella sera, anche se, dentro di lui, una forza misteriosa gli diceva che prendere quelle precauzioni non era necessario.
    Era assalito, come scrisse, dall’irresistibile impulso di entrare dentro una campana e azionare il congegno teletrasportante; tuttavia sapeva benissimo che sarebbe stata una pazzia, che si sarebbe dovuto procedere prima con delle cavie animali. Alla fine dell’appunto si augurava che la razionalità prevalesse sui molteplici inspiegabili istinti che gli stavano martellando la testa.

    Qui ha termine tutto il materiale che può essere preso in considerazione ai fine dell’indagine.
    Ciò che segue è semplicemente inconcepibile e sconvolgente; l’opinione diffusa è che si tratti delle ultime parole di un pazzo troppo suggestionato dai suoi esperimenti e dalla guerra.
    Tuttavia riportiamo l’ultimo messaggio di Berger, scritto nel suo diario prima della morte:

    “Credo di aver slegato le cinghie e di essere sceso dal letto, al ché mi devo essere diretto verso il laboratorio e devo aver azionato d’impulso il congegno. Ho preso coscienza dentro al teletrasporto; tutto era caldo, mi sentivo bruciare, non capivo nulla, c’erano solo lampi di luce e di buio… Ho visto la Terra allontanarsi sempre di più mentre viaggiavo a velocità luminare verso un punto non chiaro nel centro della costellazione del Cigno…
    Sto diventando cieco! Abbiamo sbagliato a costruire le campane senza schemi di funzionamento, non controlliamo i flussi. Dopo essere diventato un'onda elettromagnetica, io sono finito alla sua corte… Oh Rahyl, abbi pietà di me! Non potevo sapere che avrei visto Lui: il Signore del Cosmo e delle Forze Fondamentali, Sol'Pharazor, l’occhio folgorante dai nove arti...
    Poi tutto è diventato luce e mi sono sentito cadere... sono tornato nel nostro mondo ma Lui non se n'è andato...
    Io… io… lo vedo ancora! È davanti a me anche adesso … temo fotoimpressione nella retina… è sempre più vivido e la sua voce è nella mia testa… mi fissa… scruta… divora mia ragione… Ngh… Gli altri scienziati morti in accumulo energia… non ricreate le Porte del Cielo… tutto diventa buio… non vedo più il foglio, la penna, le mie mani… c’è solo Lui…
    Dentro al cassetto… pistola carica… salverò mio spirito prima che… la Valle delle Ombre… Rhäò… Akatoph, ti prego!”

    Da uomo dotato di Ragione, devo per forza aderire pubblicamente ad una versione razionale dell’incidente, ovvero che alle 23:48 del 21 Dicembre 1944, durante un ennesimo esperimento sul funzionamento di macchinari non classificabili, vi fu un accumulo di energia nel laboratorio che incenerì o/e irradiò l’ambiente circostante, uccidendo e ferendo i membri del Die Glocke Projekt. Tuttavia una parte di me vuole che Berger non mentisse e che sia veramente entrato in contatto con qualcosa aldilà della nostre paura più recondite, un’entità più vecchia delle stelle e dell’universo stesso, forse davvero un Dio Antico che scruta e brucia il Cosmo.
    Ciò che mi preoccupa maggiormente, però, è che questi pensieri irrazionali abbiano incominciato ad assalirmi da quando ho deciso di prendere in custodia le sferetta dorata di Berger. È strano, ogni giorno mi ritrovo a fissarla senza motivo…

    Edited by Annatar - 13/10/2016, 21:12
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    Si può organizzare ^^ Hai fatto richiesta di iscrizione?
209 replies since 5/11/2012
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