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Idea interessante Zedef!
Ma per il momento... perché siete così seri?
JokerSPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Annatar - 26/2/2016, 18:14 -
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L'occhio? Ne ho uno a matita grafite (bianco e nero), lo pubblico?
Intanto ecco un Bilbo Baggins:SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Annatar - 26/2/2016, 18:12 -
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Vi pubblico una faccia allegra molto famosa:
La Bocca di SauronSPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Annatar - 26/2/2016, 18:11 -
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Il senso della creepy, per chi non l'avesse capito, é che SPOILER (clicca per visualizzare)le persone che noi chiamiamo schizofrenici in verità riescono a vedere i fantasmi e le presenze oscure, cercano di avvisarci ma per noi sono solo dei malati di mente...
Edited by RullOmbra - 9/1/2014, 14:55 -
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Ecco alcune mie creazioni: l'opera di una matita nelle mie mani o l'opera mia in mano ad una matita?
Antares, personificazione di una stella.SPOILER (clicca per visualizzare)
Questo invece è un disegno di Ombra :3SPOILER (clicca per visualizzare)
La Bocca di SauronSPOILER (clicca per visualizzare)
Bilbo BagginsSPOILER (clicca per visualizzare)
The Sorrow (Metal Gear Solid 3)SPOILER (clicca per visualizzare)
Aurora (Child of Light)SPOILER (clicca per visualizzare)
Psycho Mantis (Metal Gear Solid)SPOILER (clicca per visualizzare)
Eltanin (il mio PG di D&D)SPOILER (clicca per visualizzare)
Sempre il mio pg, EltaninSPOILER (clicca per visualizzare)
Disegno di ragazza stile "tatuaggio"SPOILER (clicca per visualizzare)
Psycho Mantis avvolto da fiammeSPOILER (clicca per visualizzare)
Loki (Marvel)SPOILER (clicca per visualizzare)
Tom Riddle (Voldemort)SPOILER (clicca per visualizzare)
Creepy BurlesqueSPOILER (clicca per visualizzare)
Cranio UmanoSPOILER (clicca per visualizzare)
Skull Face (Metal Gear Solid V)SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Annatar - 26/2/2016, 18:21 -
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Un giorno tu ci vedrai.
Cercherai di avvertire gli altri.
Ma per loro sarai solo un altro malato.SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by RullOmbra - 8/1/2014, 14:47 -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Questa storia vuole essere un piccolo omaggio al racconto "Ombra" di Edgar Allan Poe.
L'uomo che si scosta dalla via della saggezza, riposerà nell'assemblea delle ombre dei morti. (Pro 21,16 )
Non c’è voce, oltre alla mia, che sia capace di raccontarvi cosa accadde diverso tempo fa, in quell’anno così cupo, la cui data è stata cancellata e ottenebrata dal tempo e dagli uomini: molti, infatti, erano coloro che desideravano venisse dimenticata. Nemmeno io mi sento in grado di proferire quella data così funesta, durante la quale molti fatti inspiegabili si verificarono. I morti evadevano le proprie tombe e ombre indistinte, oltrepassato il muro della Notte, si mostravano ai vivi.
E voi che fate ancora parte del mondo della luce, quando leggerete le mie parole, io sarò già partito per la regione delle ombre. Pochi saranno coloro che presteranno attenzione a ciò che scrivo, molti dubiteranno, ma ci saranno coloro, tra quelli che daranno fede al mio racconto, che mediteranno su quanto segue.
In quell’anno terribile i segni si potevano osservare sul mare e sulla terra, e nel giorno più cupo anche i cieli presagivano sventura e disperazione. Quel giorno di eclissi lunare, infatti, il diabolico Marte, lucente di una fiamma infernale, entrava in congiunzione con l'enorme Saturno.
Noi ci trovavamo in sei, ridevamo ed eravamo allegri, se così si può dire, per scacciare l’ombra di una pestilenza che aveva colpito le nostre terre già malate. Camminavamo verso l’ignoto, in cerca di un luogo, lontano dalle case e dalle strade, dove goderci il frutto del nostro lavoro. Noi, briganti, ladri e tagliagole, avevamo teso un imboscata ad alcuni viaggiatori, ed ora ci dirigevamo lontano da occhi indiscreti.
Coloro che avevamo attaccato dovevano essere delle persone benestanti, a giudicar dall’oro che portavano e dalle provviste che tenevano nel carro. Fui io, Itys, ad uccidere l’uomo che guidava il carro. Silenzioso e veloce come l’oscurità che avanza al calar del sole, mi portai dietro le spalle del cocchiere. Avevo ucciso altre volte in passato, sapevo cosa fare, e nel farlo provavo sempre una sensazione di potere che mi gratificava. Estrassi dal fodero il mio pugnale, il ferro scuro come la notte. Ed ecco, con una mano coprii la bocca dell’uomo, con l’altra, velocemente, passai la fredda lama nel suo collo. Subito le mie mani, gelide per il ghiaccio invernale, furono investite dal caldo sangue, zampillava rosso dalla gola recisa.
Gli altri miei compagni, appena videro il carro fermarsi, come avevamo pianificato in precedenza, si avventarono contro le portine della carrozza, con la stessa furia dei lupi che si lanciano su un cervo ferito.
All’interno trovammo una donna e un bambino, e ciò può sembrare normale, ma non fu così. Con gran stupore infatti ci accorgemmo che i due erano stati colpiti dalla pestilenza. La madre teneva il bambino privo di forze tra le sue braccia, ci implorava di lasciarli proseguire, poiché doveva trovare delle cure mediche per il figlio. Non la ascoltammo.
Le fracassammo il cranio con una pietra.
Non potendoci portare dietro un bambino malato ora non sapevamo che fare. Dopo alcuni minuti di discussione, infine decidemmo che l’unica cosa da fare era uccidere anche lui, ma non eravamo tutti favorevoli e quando venne il momento di farlo nessuno di noi se la sentì.
Il ragazzo continuava a tossire e a piangere sul corpo freddo e irrigidito della madre. Irato, Eaco prese un grosso bastone e decise di mettere fine a quella situazione. Il bambino cadde dopo il primo colpo.
Lasciammo i corpi al fianco della strada, insepolti, e depredammo tutto quello che c’era di valore, ben attenti a non toccare con mano i cadaveri appestati.
Camminavamo così, felici per il bottino e gioiosi, cercando di esorcizzare l’omicidio brutale di una madre e un bambino malati. Giungemmo infine alle catacombe, unico posto riparato e sicuro nelle vicinanze. Se avessimo potuto scegliere il luogo dove accamparci, naturalmente non avremmo optato per un cimitero, specialmente per delle vecchie catacombe.
Per una buffa coincidenza trovammo un atrio con sei nicchie, così ci sedemmo tutti e sei, e nessuno dovette poggiarsi per terra. Il posto emanava un aura inquietante. Ma come eravamo soliti fare, mangiammo e bevemmo per dimenticare e riempire le nostre pance di buon cibo e i nostri cuori di allegra ubriachezza.
Ridevamo e scherzavamo, ma ci faceva ridere in particolare il fatto che anche le persone ricche, come quelle che avevamo assalito poco prima, non possono salvarsi dalla morte pur possedendo tutto il denaro del mondo.
Tra boccali di vino e canzoni la serata continuava, finché addormentati non cademmo tutti.
Ricordo che il sonno fu terribile, mi sembrava, se non erro, di trovarmi sospeso nel vuoto, in caduta libera. Nulla vedevo, nemmeno le mie mani riuscivo ad intravedere. Il vuoto e l’oscurità erano totali.
Poi mi svegliai: d’improvviso un urlo aveva rotto la parete nera del vuoto e mi aveva riportato alla realtà. Come aprii gli occhi e ripresi coscienza capii che era stato Eaco ad urlare. Subito il mio sguardo fu attirato da qualcosa che stava vicino a lui. Al suo fianco vidi un vecchio albero, era morto.
Non ricordavo di averlo visto prima, e l'unica spiegazione che mi diedi fu che fosse apparso magicamente. E tuttora non riesco ad arrivare ad una soluzione razionale.
Ma non era l'albero che aveva gettato terrore su Eaco, piuttosto, e me ne accorsi solo dopo alcuni secondi, era il corpo impiccato di un bambino: lo stesso bambino che egli aveva ucciso con un colpo di bastone.
Tutti ci levammo in piedi, terrorizzati da quella visione. Nel farlo notammo un altro particolare inquietante: avevamo tutti le mani sporche di sangue.
Subito prendemmo dell’acqua per lavarci. Ci domandammo a chi appartenesse quel sangue, nessuno di noi era stato ferito infatti. Purtroppo, nonostante tutti gli sfregamenti e gli sforzi che facevamo, il sangue non scompariva dalle nostre mani. Nulla sembrava poterlo cancellare: eravamo eternamente macchiati.
Il cadavere impiccato cominciava a esercitare uno strano effetto sulle nostre menti, sembrava che ci fissasse e che sussurrasse maledizioni. Eaco lo sentiva ridere, ci disse.
Ci allontanammo in fretta da quelle catacombe maledette. Prendemmo tutto ciò che ci serviva e lasciammo il corpo del bambino appeso all’albero. Correvamo nella notte, veloci, con i cuori in preda al terrore. Le sagome degli alberi erano curve e sinistre. L’oscurità avvolgeva ogni cosa. Non vedevamo dove stavamo andando. Talvolta qualcuno inciampava o si feriva con i rami di quegli alberi maledetti. Io, Itys, correvo dietro ad un mio compagno, non sapevo chi fosse, tale era il buio, ma continuavo ad andargli dietro, girandomi di tanto in tanto per paura che qualcosa strisciasse fuori dalle tenebre.
Ad un tratto sentii un forte rumore, guardai avanti e vidi che il compagno che stavo seguendo aveva sbattuto violentemente contro un ramo. Mi fermai ansimante e mi accostai al suo corpo inerte. Fu solo quando avvicinai la mia faccia alla sua che fui in grado di capire che il corpo, senza più polso del mio compagno, era quello di Eaco.
Stordito e terrorizzato non sapevo che fare. Provai a chiamare gli altri ma, prima che potessi aprire bocca, vidi, a cinque passi da me, il cadavere impiccato del bambino ucciso da Eaco. Quel ragazzo dannato sembrava sorridere, nonostante avesse una corda al collo.
Fuggii senza fermarmi. Mai corsi tanto in vita mia. Nemmeno i demoni che cavalcano i venti della Notte si spostano così velocemente.
Non so dire quando corsi prima di uscire dalla foresta. E fu li che trovai i miei compagni; e quando li vidi erano fermi. Sul momento mi domandai perché si fossero bloccati sul limite della foresta e non fossero usciti. Poi mi avvicinai e notai che, terrorizzati, fissavano un punto al centro della grande radura. Non riuscivo a vedere però ciò che li atterriva.
Fu solo quando in cielo la luna ricomparve tinta di rossa, che vidi, con grande orrore, che ad una decina di metri da noi giaceva il corpo della donna uccisa in precedenza. Sopra di essa stava un alta ombra, dalla forma oblunga e indistinta.
Lentamente avanzò.
In poco tempo si trovava in mezzo a noi.
Nessuno parlò tra i miei compagni, nessuno emise un suono. Il silenzio della Notte catturava ogni rumore.
Solo io, Itys, dopo diversi momenti d’interminabile attesa, scanditi solamente dal battito dei nostri cuori, presi la parola e domandai all’ombra, con voce tremante, cosa volesse.
E quella rispose: - Io sono un ombra, e sono condannata a vagare per queste terre finché non troverò la pace, e molto tempo mi occorrerà per trovarla. Ma molto più tempo ci impiegherete voi. O voi che vi siete macchiati le mani del sangue dei figli di Adamo, giorno dopo giorno. Anche adesso, lentamente, state entrando nel Mondo delle Ombre - .
Terrorizzati da quelle parole, non solo per il loro significato, che ci accompagnò per il resto della nostra vita, ma sopratutto perché non una sola, ma più voci parlavano assieme. Oltre a quella della donna uccisa, riconoscemmo gli accenti di Eaco e di mille amici scomparsi.
E così, atterriti, decidemmo che giunto il sole avremmo abbandonato quelle terre.
E ci separammo: mai ci rincontrammo di nuovo, se non occasionalmente.
E quando accadde non ci parlammo, nemmeno una parola, solo veloci e tristi sguardi.
In quanto a me, Itys, mi dedicai alla pesca, stanziandomi nelle isole dei mari di grecia. Sei volte cambiai residenza, sperando di fuggire dall'incubo terribile, cercando di scappare al mio triste destino. Ma ora sono vecchio e non servirà a niente spostarsi ancora, il fato non può essere cambiato.
Infatti, nonostante siano passati diversi anni da quegli avvenimenti, continuo a fare quell’orribile sogno di caduta nel vuoto. Sempre avvolto nelle tenebre e nel silenzio, ed ogni anno che passa mi sembra di cadere sempre più in profondità, prima di essere svegliato improvvisamente da una sgradevole sensazione, come una lama fredda che mi recide la gola.
Edited by RullOmbra - 14/8/2014, 00:37 -
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C'è un posto maledetto che non è parte di questo mondo: i dannati lo chiamano "Faded Rose", Rosa Sbiadita. L'unico modo per arrivarci è accedervi casualmente durante il sonno.
Il luogo si presenta come una vecchia abitazione dalle piccole dimensioni.
Una volta che si è dentro alla Rosa Sbiadita ci si ritrova dapprima in un normale salotto, illuminato da un antico lampadario. Sulle pareti sono disposti diversi quadri di paesaggi o soggetti umani. Vi sembrerà tutto normale.
Ciò che attirerà la vostra attenzione però saranno le stanze adiacenti al salotto. Nessuna luce proviene da quelle sale oscure. A separare la stanza dove vi trovate da quelle buie sono le soglie delle porte, ma non vi è nessuna porta da chiudere, solo dei neri varchi rettangolari.
Ad un tratto vi accorgerete di una scala a chiocciola posta ad un lato della stanza. Giurerete che prima non vi era nulla in quel posto. Ma vi dirigerete verso la scala. Come attratti da una forza innaturale.
Salita la scala a chiocciola vi troverete in una stanza piccolissima, le pareti troppo vicine.
Davanti a voi l'unica cosa che vedrete sarà un armadio. Purtroppo lo aprirete...
Il vostro grido di terrore sarà prolungato e si diffonderà per tutta la casa.
Dentro all'armadio vi sta un corpo mummificato. È di un uomo, senza capelli, la bocca deformata in un urlo.
Subito tornerete indietro. Correrete verso la scala e farete le scale di corsa. Tutti lo fanno.
Ma il salotto non sarà più come l'avete visto prima. La stanza è immersa nell'oscurità e il lampadario non c'è più. Al suo posto comparirà una debole luce di candela. E non ci vorrà molto perché i vostri occhi si abituino al buio.
Lentamente, minuto dopo minuto inizierete a capire in quale inferno siete capitati.
Le pareti ora sono nere, le macchie d'umidità disegnano strani volti sui muri. Sembrano urlare.
Anche i quadri sono cambiati. Nessun verde paesaggio, solo dipinti maledetti: figure scheletriche, sabba, corpi deformi, mani che emergono dall'oscurità e volti disumani.
Infine, quando ormai sarete abituati all'oscurità, riuscirete a vedere cosa c'è nelle stanze buie.
Dall'oscurità emergeranno diverse figure: corpi di uomini, di donne e bambini.
Tutti mummificati. La pelle marcia sembra quasi colare verso il basso...
Nell'aria si alzeranno varie voci, sussurri, quasi lamenti.
Li sentirai nella tua testa, sempre più forti li sentirai.
Le voci ti parlano, urlano a bassa voce "Rosa Sbiadita".
Così ti sveglierai dall'incubo e sul comodino vicino al letto troverai un fiore. Una rosa leggermente scolorita.
Non permettere che muoia, altrimenti il giorno stesso sognerai nuovamente la Rosa Sbiadita e questa volta non tornerai più indietro. Stavolta diverrai uno di loro...
Per l'eternità intrappolato nella dannazione, costretto a morire in un mondo di solitudine, con l'unica compagnia dei morti che sussurrano. La vita ti lascerà poco a poco, sarai come la rosa appassita, sbiadita... Un'altra mummia nella casa maledetta.
Edited by RullOmbra - 25/12/2013, 00:06 -
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Credi di sapere cosa succede veramente durante la notte.
Quando tutte le luci della casa sono spente.
Sei convinto che nulla di strano possa accadere.
Regna il silenzio, durante l'ora delle ombre.
L'oscurità copre ogni cosa.
E tu ti sforzi di sentirti al sicuro, quando sai che non è così.
Davvero credi che resterai sdraiato nel tuo letto, una volta addormentato?
No... ti alzerai.
Sonnambulismo?
La mente umana ha voluto dare spiegazione a qualcosa di irrazionale.
Ti alzerai e andrai al centro della stanza.
Sottovoce parlerai al contrario, dicendo cose irripetibili.
Rimarrai fermo...
Occhi aperti e il sorriso sulla faccia, avvolto nell'oscurità.
Intorno a te strisceranno creature senza nome.
Alla finestra apparirà un deforme volto bianco.
Ti dirigerai, poi, in un altra stanza.
Camminando nel buio, sarai spiato da scheletriche creature.
Chiuderai la porta dietro di te e rimarrai accovacciato sul pavimento.
Per ore resterai in quella posizione, ridendo o gemendo.
Oppure andrai nella camera dei tuoi genitori.
O dei tuoi figli.
Nemmeno loro stanno dormendo.
No... sono seduti sul letto con gli occhi aperti e la bocca spalancata.
Nell'aria strane voci, parlano una lingua sconosciuta.
Sussurrano...
Magari non ti alzerai dal tuo letto.
Non andrai da nessuna parte.
Ma qualcuno verrà da te.
Qualcuno starà fermo al centro della stanza.
Occhi aperti e sorriso raccapricciante.
Ti fisserà per ore...
Forse poi si avvicinerà a te.
Ti soffocherà dicendo parole rassicuranti.
Non sapendo nemmeno quello che sta facendo.
Mentre alla finestra urla il volto bianco.
E al mattino ognuno tornerà nel suo letto.
E nessuno si ricorderà di ciò che è accaduto.
Di aver dormito accovacciato, nel posto più oscuro della casa.
Insieme alle ombre, a quelle orribili presenze notturne.
Ma in fondo questo è solo sonnambulismo...
Edited by RullOmbra - 27/12/2013, 21:07 -
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Salve popolo del Mondo Paura, io sono Pietro, alias RullOmbra.
Vi intratterrò con storie horror completamente inventate o riscritte da me. Molto spesso troverete come immagini delle mie pagine alcuni disegni fatti da me e colorati col PC...
Perché RullOmbra? Visto che su Youtube mi chiamo Rulloxxxx (andiamo, hai mai visto asdfmovie doppiato in italiano? ecco si, sono io che gli do la voce) e la mia prima creatura horror inventata si chiama Ombra ho solo reso più facile ricordarmi l'avatar!