In parte è corretto, Syn. Non è una distopia; è quello che realmente si vede dalla finestra di una qualsiasi grande città. L'inquinamento luminoso non fa vedere nient'altro che la luna e le nuvole, mentre le stelle non sono visibili, almeno dal balcone del narratore.
Se un autore piace particolarmente, c'è la soluzione esposta da Shin. Ma in realtà basterebbe leggere anche due-tre storie al giorno; la produzione non arriva a questi livelli giornalieri, e nel giro di qualche mese si può arrivare tranquillamente all'attivo con racconti letti-racconti scritti. Ma è utopia.
Una dettagliata ricostruzione di un gesto che vale più di un migliaio di parole; è così ingiusto che per le colpe di qualcuno debbano soffrire altri. Nonostante il gesto d'immenso coraggio, c'è sempre un'altra soluzione, qualcosa che possa far riuscire nell'intento e al tempo stesso non far pagare pene di un'azione che andava commessa, necessariamente. Dall'autocontrollo deriva la lucidità capace di creare questa soluzione. Non una vittoria ed una sconfitta, ma bensì un dominio totale sulla situazione.
Un racconto realmente interessante e appassionante.
In verità in verità vi dico: la falsariga del "cormorani" era un omaggio; sostituendo il volatile sarebbe stato fin troppo chiaro che si parlava dell'essere umano, mentre in questo modo unicamente chi conosce il libro qui sotto, avrebbe compreso fin da subito.
In ogni caso se vi piacciono i monologhi (teatrali e non), lo troverete affascinante.