Votes given by VampyrQueen

  1. .
    Amici,
    è giunto il momento di condividere con voi il nuovo episodio della serie:
    CITAZIONE


    Ragazzi,
    mi raccomando...
    questo è l'ultimo episodio in cui verrà presentata solo una creepypasta!



    Dal prossimo mese sarete anche voi a scegliere una delle due storie! Quindi forza...dateci una mano a farvi divertire e rilassare un pò con noi!

    Attendete, così, il sondaggio e non fate altro che parteciparvi in numerosi!



    Concludo, ripetendovi le parole del buon Liutern:
    CITAZIONE
    Sentitevi liberi di scrivere consigli, proporre idee o avanzare critiche.

    Vi auguro il meglio.
    Buonasera.

    S.
  2. .
    Salve, utenti del CPF!
    Chi segue la pagina Facebook avrà certamente saputo che abbiamo stretto una nuova collaborazione con lo youtuber Heclysma. Per dargli maggior risalto, si è deciso di aprire un topic dove lui stesso potrà postare nuovi video, chiedere consigli direttamente al suo pubblico ed indire sondaggi o eventi. Non abbiate paura, dunque! Sentitevi liberi di scrivere consigli, proporre idee o avanzare critiche.

    Detto questo, lasciamo che sia lui a presentarsi!

    CITAZIONE
    Amici appassionati di Creepypasta, salve.
    Da un mese a questa parte sul mio canale YT, ho deciso di curare una serie sulle Creepypasta.

    Sinora niente di nuovo.
    Nondimeno, le differenze con altri prodotti non dissimili che trovate, o che troverete, su YT sono sostanzialmente tre:
    1. Periodicità mensile - salvo piccole flottazioni settimanali - sulla data di uscita dell’episodio
    2. Verranno presentate ben due Creepypasta all’interno dello stesso episodio.
    3. Sarete proprio voi a decidere, tramite un sondaggio mensile, l’episodio “extra” in ogni puntata.
    Il tutto in stretta collaborazione con lo Staff del forum, che già dalla puntata pilota ha deciso di “scommettere” su questo ambizioso progetto.

    Questo, per offrirvi un servizio che meritate, ma che soprattutto stavate aspettando.
    Lo so.

    Infine, per chi si fosse perso la puntata pilota, ecco di cosa sto parlando:



    Cordialmente,
    S.

    Sondaggio


    Si è deciso che Heclysma, dal prossimo video in poi, inserirà una Creepypasta scelta da lui ed una scelta, tramite questo sondaggio, da voi. Votate la Creepypasta che volete vedere nel prossimo video e proponetene altre che vorrete votare nel prossimo!

    Le opzioni del sondaggio verranno modificate periodicamente.

    Opzioni del sondaggio in corso:
    La parte strana di YouTube
    The King Come Down
    Ring around the rosie
    Scale

    Il giorno 8 aprile sarà l'ultimo utile per votare.

    Per votare è necessario essersi presentati. Guardate che posso vedere chi vota, se non vi presentate vi spacco di botte.

    Edited by Pisy - 4/5/2014, 17:47
  3. .
    Modifica del regolamento: Aggiunta norma già operativa della Creepyquette riguardo l'utilizzo dei colori in shoutbox e nei topic.
  4. .
    Tipo di Lavoro: Remake di una ipotetica copertina di un album creata ironicamente.

    Strumenti utilizzati: Ho utilizzato Photoshop. I font sono Raleway, Helvetica Neue (OT1) e Alien League Gradient.

    Note: /


    Lavoro presentato:

    Copertina originale:


    Copertina rifatta:
  5. .
    Complimenti a tutti.

    Prima o poi riuscirò a far degradare Kun.
  6. .
    C'è anche un altro lato positivo per quelli come te negati coi colori: la targhetta si abbina all'avatar :asd:

    Edited by »Static65« - 13/3/2014, 18:51
  7. .
    La foto scelta non rende giustizia a Mila

    mila-kunis-short-hair

    0106-mila-kunis-dior-600x351

    Voto per lei
  8. .
    Hi I'm PEEEEEEEEEEWdiepie.

    Benvenuto ai cancelli dell'oblio. Beh qui sul forum si leggono paste/legend/racconti horror e si commentano. Poi se vuoi cimentarti nella scrittura o nei nostri contest ben venga. Tieni sempre d'occhio la nostra bacheca in Hall of Fear per non perderti i nostri progetti e le novità.

    Qui trovi il nostro Regolamento, rispettalo per evitare: mutilazioni, smembramento et eviscerazioni. :sisi:

    Buona permanenza.

    Edited by IlCavaliereNero94 - 12/3/2014, 19:41
  9. .
    Salve, gentili utenti.
    Si è reso necessario, da parte di noi staffer, comunicarvi qualcosa di molto importante. Abbiamo notato che, da diverso tempo, in shoutbox (temporaneamente sostituita dalla tagboard) si è diffuso un malcostume piuttosto particolare.
    Come tutti sappiamo, il regolamento del Creepypasta Forum prevede che prima di postare in qualsiasi sezione ci si debba presentare nella sezione ~ Welcome, e fin qui nulla di strano. Il problema arriva nel momento in cui un nuovo utente fa capolino in tag.
    Volendo imitare lo staff, avete letteralmente iniziato ad assalire tutti i neofiti chiedendo loro in massa e sgarbatamente di presentarsi, cosa che qualche giorno fa ha addirittura causato un flame che ha coinvolto varie sezioni del forum, oltre che alla tagboard stessa.
    Dovete capire che il primo approccio che i nuovi utenti hanno al Forum è fondamentale per la loro futura permanenza: se si trovano bene dall'inizio saranno maggiormente propensi a restare a lungo.
    Pertanto, non possiamo più ammettere che si ricorra a vecchie formule stilizzate diventate famose nel corso dei mesi (come ad esempio lo stra-abusato "Presentati prima di postare"), né vogliamo impedirvi di essere utili al foro ricordando ai nuovi utenti di presentarsi. Quindi, abbiamo pensato a dei punti che possano rendere questa moda un po' meno pressante:

    • È sufficiente che solo un utente, sia esso staffer o no, ricordi di dare il benvenuto;

    • è inutile chiedere in tagboard, oltre che presentarsi, di leggere il regolamento: verrà fatto nella sezione Welcome;

    • non usate formule stilizzate, ma cercate di essere gentili disponibili.


    Vi consigliamo, inoltre, l'uso delle emoticon. Mettetevi nei panni di un nuovo utente: è molto più probabile che egli segua il consiglio di chi si rivolge a lui con simpatia e gentilezza, piuttosto che con acidità e freddezza. Saremo costretti ad ammonirvi (o nei casi peggiori a ricorrere a piccole sanzioni), qualora questi tre punti non verranno osservati.
    Siamo certi che capirete che vogliamo venirvi incontro per aiutare a preservare un clima di pace all'interno della nostra community.
    Grazie per l'attenzione!

    ~ Lo staff.
  10. .
    Cammino per la via centrale della città, è quasi Natale. Si sentono intonare canti in tutti gli angoli, in tutte le chiese. I commercianti ti accolgono con un sorriso ed i negozi di caramelle sono strapieni di bambini che cercano di racimolare il loro bottino.
    Sono stata anch’io bambina, ma non ricordo bene la mia infanzia, sembra quasi una stanza buia della mia vita, un posto nel quale tutte le mie azioni siano state cancellate, tutto il mio tempo sia passato senza che mi rendessi conto di nulla.
    Continuo a camminare in quella via gremita di gente. Genti di ogni nazione, costumi e lingue camminano uno a fianco all’altro con quello stupido sorriso stampato in faccia.
    Non li odio, ma non capisco perché il Natale renda tutto così lucente e trasformi le persone nelle personificazioni della gentilezza e della cortesia.

    Decido di fermarmi, c’è qualcosa che mi attira: una vetrina. Vendono libri, ma sono libri vecchi, smessi. Non vi è nessuna ghirlanda o decorazione natalizia all’esterno, solo un’insegna logora, della quale si distinguono solo le prime due lettere: fa.
    Titubante, decido di entrare. L’aria all’interno è polverosa, la luce che proviene dall’esterno è filtrata dalla forte presenza di acari.
    Alla cassa, un vecchio signore, con una lunga barba bianca e quattro denti, mi sorride. Ricambio con un timido sorriso e mi metto alla ricerca di una lettura leggera, interessante e poco impegnativa. Decido di cercare nel reparto fantasy, non il mio genere, ma comunque pieno di volumi interessanti.
    La polvere regna sovrana negli scaffali, l’odore di legno ammuffito rimarca tutto il negozio.
    Cerco di smuovere la polvere e noto un libro, con la copertina gialla. Mi colpisce, come un fulmine a ciel sereno, mi smuove qualcosa dentro la testa, i ricordi iniziano a emergere come un vulcano in eruzione, come se il tappo fosse rimasto lì per troppo, troppo tempo.

    Un lampo e tutto sparisce. Mi ritrovo in una casa familiare quanto sconosciuta.
    Sono io, alla finestra, con quel libro in mano, ma non sono io.
    Sono, diversa. Sono una bambina.
    La storia mi prendeva tanto che non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine. Mentre seguivo con attenzione la trama, la quale assorbiva tutta la mia attenzione, sentii un improvviso rumore che saliva dalla strada. Sarà stato un incidente, pensai. E ripresi a leggere. Ma subito dopo ecco un altro colpo. Il vetro della finestra tremò. Perfino il libro tremò tra le mie mani. Ma non volli a nessun costo staccarmi da quella pagina. Che m’importa di quello che succede in strada! Mi dissi. Al terzo colpo però è la casa intera che si scosse e traballò. E non riuscii a non alzarmi ed avvicinare la faccia al vetro. Quello che vidi mi fece cadere il libro dalle mani.

    Una macchina era appena esplosa, poi un’altra, ed un’altra ancora.
    Poi, il silenzio più assoluto, piangevo. Raccolsi il libro da terra, tremavo come una foglia nuda d’inverno, una foglia secca che ormai non ha più valore. Non sapevo il perché, le lacrime scendevano da sole, lasciai il libro lì, sul davanzale di quella finestra, non l’avrei più rivisto.
    Aprii la porta, e corsi giù per le scale, un altro boato mi fece sobbalzare. Cercavo mia madre, o mio padre, ma non riuscivo a trovare nessuno. Urlavo, ma qualcuno, la fuori, urlava più di me. Le sirene si facevano più vicine, ma un rombo simile ad un tuono fece esplodere i vetri del piano terra.
    Fui scaraventata contro il muro, battei la testa e svenni.

    Mi risvegliai all’inferno, vi era fumo ovunque, ero sola.
    Mi faceva male la gamba, era calda, pulsava, era bagnata.
    Provai ad alzarmi ma caddi a terra, e di nuovo, fino a quando sentii due braccia forti sollevarmi e portarmi fuori.
    Non era mio padre, era un ragazzo giovane, avrà avuto trent’anni. Mi sorrise, ma io non riuscii a cambiare la mia espressione facciale. Ero impietrita, ero spaventata, volevo i miei genitori.
    Mi curò la ferita alla gamba come meglio poté e sparì in mezzo alla folla.

    Ero sola, nuovamente, non sapevo dove fossero i miei genitori, avevo fame; non potevo restare lì. Mi alzai con molta fatica, avevo bisogno di trovare un posto dove mangiare.
    Camminai per non so quante strade, sembravano tutte uguali, erano tutte uguali.
    Trovai un piccolo bar, il gestore, spaventato almeno quanto me, mi fece entrare e mi diede una cioccolata calda.
    Piansi, come non avevo mai pianto. Volevo tornare a casa, volevo il mio libro, volevo sapere dove il coniglietto sarebbe finito, volevo sapere se e quando sarebbe riuscito a tornare a casa.

    Camminai tutta la notte. Perché erano esplose quelle macchine? Perché davanti a casa mia?
    Dovevo tornare lì. Dovevo trovare tutte quelle vie che mi avevano portato via dal mio libro, quelle vie che mi avevano allontanato da mia madre, quelle vie, tutte così uguali.
    Seguii i rumori, seguii le sirene che non smettevano di suonare. Erano blu come il cielo, forse un po’ più blu, e rosse, rosse come il sole quando sparisce dietro la montagna.
    Tornai a casa, ma non la trovai, non c’era più casa, né mamma, né papà.
    Non c’era il coniglietto rosa, dove era la mia casa?

    Sentii tante persone piangere quella notte, vidi tante lacrime scendere.
    C’era una radio accesa, una voce parlava, era una voce triste, fredda, quasi meccanica.
    “E’ scoppiata la guerra” diceva la voce “E’ iniziata la guerra per avere il potere.
    Signore e signori, questa è la guerra dei poveri, poiché solo i poveri perderanno tutto. Signore e signori, questa è la guerra degli innocenti, poiché solo gli innocenti…”
    Non potevo ascoltare ancora, mi venivano le fitte allo stomaco.
    Vomitai più volte e piansi.

    Camminai per uno o due isolati, o forse dieci. Dormii in piedi, ma non dormivo realmente. Pensavo a cosa fare, a dove andare, ma la mia testa era vuota, non avevo più nulla.
    Avevo solo quattordici anni e tanta paura.
    Mi fermai davanti ad un negozio di elettronica, aveva una tv accesa in vetrina.
    Mostravano le foto di chi aveva perso la vita nelle esplosioni della notte.
    I miei genitori non c’erano, magari erano sopravvissuti, magari mi stavano cercando.
    Un barlume di speranza comparve nel mio cuore, forse potevo ancora riempire quell’angosciante vuoto che mi logorava dall’interno.
    Ma tutto si distrusse all’improvviso.

    La guerra era alle porte, e i rumori iniziavano ad essere chiari: spari, spari in lontananza, grida.
    Grida di donne, grida di madri, di uomini che cercano di salvare le proprie vite, di salvare le vite di chi amano, di cercare un riparo, di scappare dalle proprie invenzioni malsane.
    Passi, urla, esplosioni, sempre più vicini, venivano a prendermi nella notte più buia della mia vita.
    Iniziai a correre, nelle gambe avevo una forza mia vista prima, la forza della paura.

    Corsi per metri, chilometri, senza fermarmi. Corsi verso mia madre, corsi verso il cielo, il vento mi trasportava, mi cullava e mi allontanava dalle mie paure.
    Ma non ero abbastanza veloce, come si può essere più veloci della luce, pensai.
    Le luci mi raggiungevano, luci rosse, luci di morte; una mi passò così vicina che potevo sentirne il calore.
    Poi vidi un’altra luce, piccola, poi sempre più grande. Veniva verso di me, voleva darmi il suo caldo abbraccio.
    Poi nero.

    Mi svegliai in ospedale, era tutto così, bianco.
    Mi faceva male tutto, dal bacino in su, impazzivo dal dolore.
    Provai a muovermi ma l’unica cosa che riuscii a muovere fu il quinto dito della mano destra, e subito mi si avvicinò un infermiere. Mi cambiò la flebo e andò via con un sorriso.
    Passarono velocemente i giorni, ma non riuscivo a sentire le mie gambe. Dove erano le mie gambe?
    Le avevo perse, insieme a tutta la mia vita. Avevo perso la voglia di vivere, avevo perso il mio libro, la mia famiglia, la mia casa, la mia terra.

    All’improvviso, eccomi di nuovo fuori dal libro.
    Sono in una libreria, polverosa e ammuffita. Spingo la mia carrozzella fino al bancone, e mostro il libro.
    Il vecchio sorride e mi dice “Quel vecchio ammasso di pagine ammuffite, seriamente? Te lo regalo, non vale nulla!”
    “Grazie, lei è veramente gentile, ma questo ammasso deforme di pagine è la mia vita, tutta la mia vita, quindi vorrei che mi dicesse il prezzo.”
    Una volta pagato, esco all’aria aperta. Strano quanto la mia vita costi così poco, ma una vita può valere davvero qualcosa?
    Continuo a muovermi tra la folla, avvicinandomi ad un parco e, cercando, riesco a trovare riparo sotto un grosso albero, una quercia credo.
    Apro finalmente il libro, sento l’odore di vecchio salirmi in testa, e inebriare i miei sensi.
    Pagina sessantatré, capitolo nove, il coniglietto rosa torna a casa.
    Forse la mia vita non era finita.

    Edited by Pixel. - 17/3/2014, 20:18
  11. .
    Non basta dare un +1 e affidarsi al tuo appello, bisogna proprio accoglierlo nel nostro cuore. È bello che ci sia qualcuno che possa diffondere nuovamente questi "valori", e ci metterò tutto l'impegno possibile perché tutto torni come prima. grazie, Fox
  12. .
    Cosa dire Fox? Sei un figo.
    Un memoriale che uccide e sprona allo stesso tempo... un figo.
  13. .
    "Tre anni fa nasceva il Creepypasta Forum".
    "Arrivai tre anni fa nel Creepypasta Forum".
    "Conobbi il Creepypasta Forum grazie a...".

    Sarò sincero. Ho scritto un memoriale su questo forum, ma non fu qualcosa degno di nota, qualcosa di particolare che spiccasse sul resto. Essenzialmente, mi sono limitato a seguire l'onda: scrivere come sono arrivato, quello che ho fatto, le persone che ho conosciuto. Il tutto con un tono molto allegro.
    Devo però fare una precisazione: il Creepypasta Forum ha segnato per me un punto di svolta abbastanza importante per quella che è l'annoiata viva di questo liceale. Ho scoperto di poter fare ben più di quanto avrei immaginato, e devo ammettere che stare qui mi ha cambiato e mi ha insegnato, nel bene e nel male, qualcosa di più. E' per questo che sento il bisogno di parlare con il cuore in mano.

    Questo non è un memoriale. Precisiamo questa cosa, ciò che scriverò avrà anche lo scopo di riportare alla memoria quello che fu il CPF, ma ciò che mi preme davvero è dirvi veramente quello che penso, quello che vedo, quello che provo riguardo questo forum. Se volete a tutti i costi dargli una definizione, vi fornisco io un titolo.

    C'era una volta il Creepypasta Forum.

    Oggi vi scrivo non per denunciare le scellerate azioni di determinati soggetti all'interno del forum, oggi non attacco coloro che intasano gli smistamenti con abomini inenarrabili (e non farò nomi al riguardo: chi sa di essere tra questi deve confrontarsi con la propria coscienza, non con me. Non ho intenzione di fare guerra a nessuno), oggi vi scrivo per ricordarvi cosa mi ha spinto qui e cosa ha spinto altri come me ad affollare e riempire questo posto di materiale.

    Quando mi iscrissi, ciò che vidi fu qualcosa di totalmente nuovo per me. Non avevo mai preso parte alla vita di forum prima del mio arrivo qui, e ciò che trovai mi colpì profondamente. Digitare questo dominio, creepypasta.forumcommunity.net, non voleva dire solamente accedere ad un forum di Creepypasta, alla più grande e prima fonte italiana di Creepypasta, entrare in questo sito voleva dire venire a contatto con persone sparse per tutta l'Italia delle più disparate età che conviveva allegramente e pacificamente. La tagboard era sempre affollata, i topic sempre commentati, e non con secchi e insignificanti "Bella pasta", "Che bello", "OMG UN MONSTER" (citazione doverosa), ma con critiche costruttive, opinioni personali. Era un posto dove se una persona scriveva qualcosa, non solo non si aveva paura di staccarsi dal gruppo e dire "Non mi piace perchè...", si sentiva il dovere di alzare una critica nei confronti dello scrittore, e chi era dall'altra parte non solo non si offendeva, ma anzi ringraziava, era avido di queste critiche, sentiva il bisogno di migliorarsi per poter dare il meglio ogni giorno di più.

    Questo ero io. Ero uno scrittore in erba, un adolescente sbarbatello che la sera, non avendo nulla da fare, passava il suo tempo a scrivere muri di testo sul tastierino di un iPhone semplicemente per far sapere alla gente che c'ero, e che volevo contribuire con un verso. Nottate intere passate in tagboard a parlare del più e del meno: boss più difficili dei videogiochi, creepypasta più inquietante, la metro allagata, la real experience più stupida che sia mai esistita. Avevo tempo, voglia ed entusiasmo, ed insieme a me c'erano altri utenti che scrivevano, traducevano, parlavano, contribuivano. Un luogo dove si cresceva non solo come scrittori, non solo come navigatori del web, ma come persone. Come persone, perchè dall'altra parte poteva esserci un liceale sbarbatello oppure un universitario annoiato, non ti serviva sapere chi era l'altro, ti bastava sapere che c'era e che sarebbe stato lì per aiutarti, e tu lo stesso.

    Per questo più volte tentai di entrare nello staff. Più volte venni respinto, ma non mollai mai, nonostante tutto ciò che cambiava, tutto ciò che accadeva: l'introduzione degli smistamenti, il pesce d'aprile, i flame tra staffer e utenti. Incidenti di percorso. Ciò che caratterizzava la mia presenza qui fino alla mia scalata tra i ranghi dello staff era il mio impareggiabile entusiasmo.

    Eppure sono pochi tra i nuovi che hanno anche solo una vaga idea di chi io sia. Talvolta è capitato che persone entrate nel gruppo Hangout del forum venissero a sapere della presenza di un altro admin su Facebook, e non qui. Cosa è cambiato tanto da spingermi lontano da questo posto? Dove è finito il mio entusiasmo? Ma soprattutto cosa mi spinge a rimanere qui nonostante tutto?

    La verità è che, nonostante la mia carica e il mio (piccolo) contributo, ciò che rimane di Hidden, o Fox, come preferite chiamarmi, è uno spettro. Uno spettro che vaga per il forum, che talvolta compare all'improvviso, dal nulla, spara la sua battuta di scarso effetto e si occulta nuovamente, svanisce nella nebbia. Ciò che mi spinge a rimanere? Forse il fatto di essere uno dei pochi che ha un piano estremamente preciso della decadenza del Creepypasta Forum, come d'altronde lo sono anche gli altri admin. Cosa mi spinge lontano, cosa mi ha spinto anche a dare le dimissioni dalla mia carica di admin? L'inesorabile discesa nel baratro.

    E' molto "romantica" questa cosa. Questa comunità non esiste più. Tutti coloro che erano punti di riferimento qui dentro sono spariti nel nulla. Tutto ciò che caratterizzava il nostro archivio è finito dimenticato. Tutto ciò che era alla base del Forum è crollato. Mi è difficile dire quando è cominciato questo processo. Forse fin dal primo giorno c'era questa aria di cambiamento, è impossibile per me dire precisamente cosa sia accaduto. Quel processo che ha portato alla netta divisione tra "Utenti/Staffers", "Newfags/Oldfags", "Creepyfan/Veterani" ha distrutto quello che era per me il CPF.

    Più volte ho fatto presente questa cosa, più volte ho ricevuto consensi, più volte ho tentato insieme al resto dello staff di fare qualcosa. Eppure ogni tentativo non ha fatto altro che aumentare questa voragine che si è aperta tra gli utenti. In un certo senso stare qui dentro in determinate situazioni sembra una tortura, un costante promemoria del mio fallimento. Non di un nostro fallimento, di un fallimento dello staff, di un fallimento mio personale, come utente, come collaboratore, come moderatore, supervisore, amministratore. E' per dare sfogo alla mia frustrazione che ora vi scrivo.

    Ciò che mi tiene qui è la speranza che tutto torni come prima. Ciò che mi piacerebbe vedere di nuovo è il forum vivo in ogni suo contenuto. Mi piacerebbe vedere di nuovo quel processo di crescita che mi ha reso quello che sono e che mi ha spinto a dare tutto me stesso per mantenere in piedi questo posto, anche quando sembrava che ogni speranza fosse perduta.

    Questo è un appello a voi utenti. A tutti voi, che siate veterani, fan, nuovi arrivati, staffers, perchè anche gli staffers sono utenti. Siate nuovamente quella comunità attiva di lettori che eravate un tempo. Date tutti voi stessi per mantenere questo posto in piedi e farlo splendere di luce nuova. Da soli è impossibile, insieme è facilissimo. Riprendiamo quel sentimento altruista che abbiamo perso nel tempo, riprendiamo quello spirito di autocritica, riprendiamo a fare ciò che una comunity fa: collaborare. Manteniamo viva la tagboard, riempiamo di commenti i topic, combattiamo i comportamenti più sbagliati. Un utente flamma? Fermiamolo. Non ci serve una targhetta per farlo. Un topic è fuori luogo? Facciamolo notare a chi lo ha postato. Non ci serve una targhetta per farlo. Vi state annoiando e nessuno fa niente? Proponete una cosa qualunque. Non ci serve una targhetta per farlo.

    Perchè quello che non abbiamo capito è che la differenza tra me, Hidden in the Shadow, amministratore, e un utente qualunque, forse nemmeno Creepy Fan, è semplicemente una targhetta. Hidden in the Shadow e Pinco Pallo, prima di essere Admin e utente, sono persone, e come tali dovrebbero collaborare e interagire.

    C'era una volta il Creepypasta Forum. Facciamo in modo che continui ad esserci.
  14. .
    “Cammino…
    Non avrei dovuto iniziare.
    La strada non ha una direzione.
    Figure sfocate tremano all’orizzonte.
    L’oscurità avvolge ogni forma.
    Non v’è alcun rifugio accogliente.
    Cammino al suon della triste melodia.
    Cammino nella Valle delle Ombre.”




    Voi che leggete questa lettera, o greci, sappiate che da tempo ho preso la Via dell’Ombra.
    A spingermi in questa valle non sono stati né uomini, né dei, ma oscure forze sovrannaturali.
    Quando saprò con certezza chi ha voluto tutto ciò, purtroppo non potrò riferirvelo.

    Quello che posso dirvi è che vivevo in un villaggio di Grecia, chiamato Adami.
    Correva l’anno dei dodicesimi giochi olimpici.
    Tutto era normale in quel piccolo paese: il fabbro lavorava sodo tutto il giorno, i contadini si recavano nei campi al canto del gallo, chi doveva omaggiare gli dei correva al tempio.
    In piazza c’era movimento già dalle prime ore di luce, il mercato era subito allestito, gli oratori parlavano ai cittadini.
    Era periodo delle Grandi Dionisie; ciò significa che erano in atto i preparativi per l’allestimento delle opere teatrali. Celebravamo l’arrivo della primavera.

    Un giorno però, dopo essere tornato dal mercato, ricevetti la visita di uno straniero, un certo Aliphotes, il quale mi chiese ospitalità. Era giovane, ma il suo modo di parlare mi sembrava affaticato. Ordinai dunque ai servi di prendersi cura dell’uomo e di preparargli da mangiare. Quando ebbe finito si riposò.
    Prima di andarsene mi volle parlare: “Orpheus, ti sono grato per l’accoglienza che mi hai concesso, vorrei sdebitarmi dandoti questo oggetto”.
    Dalla borsa tirò fuori un aulos; era di buona fattura, bianco come le ossa, presentava delle strane incisioni delle quali non riuscii a capire il senso.
    Accettai con cuore, infatti mi ritenevo un buon suonatore. Lo straniero parlò ancora: “Nel caso tu sia in pericolo, suona quest’aulos. Ma fallo solo in casi di estrema necessità”.
    Detto questo si allontanò e prese la strada per la campagna.

    Tornato in casa, poggiai lo strumento su una mensola. Mi promisi di non toccarlo e di seguire le parole del viandante, anche se non gli credevo. Nonostante gli sforzi però, non riuscii a resistere. La sera stessa decisi di suonarlo. In fondo era soltanto un aulos.
    Soffiai e una dolce melodia uscì da esso. Mai avevo udito un suono più pulito e cristallino di quello. Ero ammaliato da quell’armonia.
    Ma poco dopo che le prime note uscirono dall’aulos ecco che il fuoco del camino si spense. A seguirlo, tutte le candele della stanza.
    Rimasi al buio, inquietato dall’avvenimento chiamai una serva.
    La donna arrivò e riaccese il focolare. E poiché chiese come fosse possibile che tutte le luci della camera si fossero spente, gli dissi che avevo aperto la finestra e che una grande folata di vento era entrata in casa. Tuttavia non sembrava credermi.
    Nascosi l’aulos nella mia borsa da viaggio e andai nella mia stanza da letto.

    All’alba del giorno seguente, dopo essermi vestito e preparato, uscii di casa.
    Dovevo recarmi al santuario di Asclepio per le offerte di primavera. Il posto non distava molto dal villaggio. Avevo con me il bastone e la borsa da viaggio.
    Dopo che ebbi percorso dieci stadi giunsi ad un ponticello di pietra.
    Stavo per arrivare dall’altra parte quando scorsi un uomo uscire dalla radura davanti a me.
    Capii che era un brigante e mi voltai per correre via, ma ecco che un altro uomo era alle mie spalle armato di pugnale.
    “Se non vuoi essere svuotato delle tue interiora, svuota davanti a noi la tua borsa” dissero ridendo i ladri.
    Fu in quel momento che guardando alla borsa vidi l’aulos e mi ricordai delle parole dello straniero. Presi lo strumento e incominciai a suonare.
    I briganti furono sorpresi nel vedermi far ciò e avanzarono verso di me.
    Improvvisamente il cielo si rabbuiò, le nuvole coprirono il sole e un vento freddo si levò violento. La melodia riecheggiava vagamente sinistra tra le montagne.
    Strane voci si alzarono nell’aria. Sembravano sussurri o lamenti.
    La terra iniziò a tremare e i due briganti si guardano impauriti per tutti quegli avvenimenti.
    Anche io ero spaventato, ma una forza misteriosa mi costringeva a suonare.
    Ad un tratto vidi qualcosa di terrificante. Le ombre dei miei assalitori si allungarono sul terreno e lentamente iniziarono a prendere forma terribile. Sembravano emergere da suolo.
    Nel farlo urlavano o sussurravano parole che non ho il coraggio di riportare.
    Le voci erano molte e io non riuscivo a smettere di suonare.

    Le ombre protesero le loro orrende mani, sembravano composte da neri filamenti.
    Afferrarono i due ladri per le gambe e li trascinarono verso il basso.
    Tra le urla di rabbia delle ombre, i briganti sprofondavano nel terreno; si contorcevano, gridavano, ma ogni sforzo era inutile. Ben presto infatti erano stati completamente catturati nelle tenebre, prigionieri del Mondo delle ombre.
    E nonostante la scena si presentò terribile ai miei occhi, provai un sinistro senso di piacere.
    Non appena furono scomparsi nel sottosuolo la musica cessò e il Sole tornò.
    Il freddo vento e le oscure voci si acquietarono.
    La mia vista però si annebbiò, l’udito s’ottundeva. Persi i sensi.

    Ricordo che quando rivenni era sera. Nelle mani stringevo ancora lo strumento.
    Tornai a casa e tenni segreto tutto quanto; nessuno doveva sapere dell’aulos.
    Mi promisi che l’avrei usato solo nei casi di pura necessità.
    Ma non è forse nella natura umana usare il potere per beneficiare se stessi?
    Ben presto quello strumento mi corruppe l’animo.

    All’inizio lo usai per regolare torti subiti e difendere chi ne aveva bisogno.
    Poi presi ad adoperarlo sotto compenso, diventando un sicario.
    Alla fine suonavo l’aulos solo per piacere personale. Non c’erano più cause, solo pretesti.
    Ma ero veramente io a volerlo suonare? La verità è che dipendevo da lui.

    Mano a mano che il tempo passa e uso l’aulos mi sento sempre più debole psicologicamente; per ritrovare la forza devo suonare quella triste melodia.
    Devo uccidere. Ne ho bisogno per trovare pace… Loro ne hanno bisogno.
    Mi stanno usando. Lentamente trascinano la mia anima nella Valle delle Ombre.

    Gli anni passano e io non invecchio. Da tempo ho lasciato la mia casa e ho vagato per il mondo.
    Ho visto imperi sorgere e cadere, terribili scontri tra nazioni, città crollare per poi essere ricostruite.
    Non so quanto tempo ancora ci vorrà prima che cada nelle tenebre.
    Ormai posso vederle con i miei occhi, anche da sveglio: nere figure all’orizzonte, sfocate sembrano tremare. L’oscurità copre ogni cosa.
    A breve svanirò come un ombra. Forse domani, forse appena finirò di scrivere.
    Danzo mortale al suon della triste musica, cammino nella Valle delle Ombra.
    Sono un suonatore d’aulos.

    Di me non rimarrà nulla, eccetto lo strumento maledetto.
    Prima di lasciare questo mondo mi è stato ordinato di svolgere un ultimo compito.
    Devo consegnare a qualcuno questo strumento.
    Vogliono un altro suonatore…

    Aulos: strumento a fiato simile ad un flauto. Inventato dai greci.
    Orpheus: nome associato all'oscurità.

    PS: il testo in corsivo all'inizio è ciò che è inciso sull'aulos.


    Edited by RullOmbra - 25/2/2014, 22:50
  15. .
    Love U Pesce palla <3

    pesce%20palla
499 replies since 31/1/2012
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