Votes taken by DamaXion

  1. .
    lei puzzava di sudore
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    Un colpo di tosse di mio marito mi scuote, mentre mi guarda apprensivo da sopra al giornale.
    -Tesoro... a cosa pensi? Sei così silenziosa...
    -A Britta, amore... è un po' di notti che fa fatica a dormire, credo sia stata una cattiva idea farle vedere le Cronache di Narnia...
    -E perché? Le è piaciuto tantissimo!
    Sospiro, tirandomi la coperta fino al petto e chiudendo il libro, tenendo l'indice tra le pagine.
    -Credo sia rimasta impressionata dalla scena dove il fauno addormenta la bambina... sai no? Verso l'inizio, quando dice che la rapirà. Mi chiede spesso di controllare che la finestra di camera sua sia chiusa, dice che sennò "Il fauno la verrà a prendere".
    -Oh, mi spiace!
    -Sì. Dice che viene a trovarla di notte e che la prossima volta che si vedranno la porterà via e non vedrà mai più me e te. Me lo ha anche descritto: "Ha gli occhi cattivi cattivi e quattro gambe storte". Dev'essere terribile avere degli incubi simili così da piccoli...
    -Oh tesoro, stai tranquilla! Anch'io soffrivo di terrori notturni a quell'età, è normale. Tra due giorni non ci penserà già più, sicuramente!
    Tranquillizzata dalle sue parole, lo abbraccio mentre lui mi cinge le spalle. Rilassata dal suono del suo respiro, quasi mi addormento, mentre mormoro:
    -Che gentile tuo fratello a lasciarle fare il pigiama party con Hellen... Sono contenta che si sia trasferito qui vicino, fa sempre piacere vedere le bambine giocare assieme!
    -Sì... dopo l'incidente ha davvero bisogno di avere un po' di compagnia...
    -A proposito, come sta?
    Mi rialzo, mentre spengo la luce e mi corico, guardando il suo viso nella penombra.
    -Eh, dovrà camminare con le stampelle per il resto della vita...


    Quando realizzo, il mio cuore sprofonda in un pozzo gelido...

    Edited by Erein Uzuki - 29/7/2018, 20:40
  3. .
    Parte 2

    Dopo il grosso spavento delle foto, Adam rimane silenzioso per qualche giorno, per poi annunciare di star facendo delle indagini nel suo appartamento: dopo aver mandato l'ultimo tweet aveva sentito un tonfo al piano di sopra, come se fosse caduto qualcosa. Vivendo all'ultimo piano e sapendo che il tetto era off-limits, si era subito inquietato e gli era venuto un presentimento: "Non è che c'è un controsoffitto di cui non so nulla in casa mia?"
    Ed infatti lo trova, è una botola che lui credeva desse direttamente sul tetto:

    DO4oNO3W0AEZlBT



    All'inizio la ignora ma nei giorni successivi continuano i rumori strani, uno in particolare è un "clink" seguito dal suono di qualcosa che rotola: Adam decide così di comprare un palo su Amazon, dato che l'apertura si trova sopra le scale ed è inaccessibile, per smuoverla e vedere che non ci sia un animale selvatico intrappolato nello spazio misterioso.

    Qualche giorno dopo le vacanze del Ringraziamento, è piena notte quando Adam si sveglia di soprassalto sentendo un suono fortissimo sopra la sua testa, come se qualcuno stesse facendo cadere ripetutamente una palla da bowling sul pavimento: è terrorizzato e vorrebbe scappare dall'appartamento, ma si rende conto che per farlo dovrebbe passare sotto la botola e decide di aspettare, riaddormentandosi qualche tempo dopo.
    La mattina per andare a comprare dei bagel, nota qualcosa sulle scale:

    DPxP3IFX4AAOUCT



    Sembra essere terra, o vecchio intonaco. Quando guarda in alto, qualcosa di scuro spunta appena da sotto la botola, incastrato. A questo punto i bagel sono l'ultimo dei suoi pensieri: recupera il palo e inizia a smuovere il coperchio, quasi cadendo giù dalle scale per schivare l'oggetto misterioso, che all'inizio scambia per uno scoiattolo morto. Purtroppo, non lo è.

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    La scoperta porta Adam a contattare immediatamente il padrone di casa per fargli controllare meglio il controsoffitto, e dopo qualche ora l'uomo arriva ed esplora lo spazio con una torcia elettrica. Non c'è nulla di strano lì sopra, tranne un piccolo oggetto che Adam riconosce a fatica: una biglia di vetro, vecchia e rovinata, con una piccola bozza. Indagando, scopre che biglie simili venivano fatte a mano tra il 1800 e il 1900.

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    Una piccola scarpa ed una biglia: la questione sta diventando sempre più inquietante...

    Parte 4

    Edited by DamaXion - 3/3/2019, 20:40
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    Smisto
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    Se e dico SE si creasse una chat all'interno di Off Topic, che ne pensereste?
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    Collegare un profilo instagram a quello facebook potrebbe essere una buona idea, l'unico problema è decidere chi si occupa dei social del foro xD
  7. .
    CITAZIONE (BloodyJenny @ 24/6/2018, 08:34) 

    Ti preghiamo di moderare il linguaggio, sopratutto in una discussione seria come questa

    Edited by DamaXion - 24/6/2018, 19:33
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    Regole semplici ed efficaci: posto l'immagine estremamente ingrandita di un personaggio legato all'horror, di un dettaglio, e dovete indovinare. Chi indovina per primo posta un'altra immagine e così via! Iniziamo:

    Occhio
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    Ad essere sincera, non ho capito un granché. Magari sembreró ignorante ma non so cosa trarne, ecco...
  10. .
    1. Dove il Diavolo si manifesta

    Una pioggia torrenziale scendeva dal cielo, una freddissima doccia che inzuppava Padre Stanley da capo a piedi mentre si stringeva nel suo lungo cappotto di feltro. La valigetta ballonzolava nella corsa, piena e pesante come il cuore che gli batteva in petto, angosciato.
    Un'auto lo abbagliò per un attimo frenando con uno stridio che parve rimbalzare sopra ogni facciata, nell'assoluto silenzio delle due del mattino, facendo balzare i suoi nervi già logorati dall'aspettativa di ciò che stava per succedere. Pareva quasi lo strillo di un demone.
    Trovando finalmente la casa che cercava, l'uomo si fermò un attimo ad ammirare le due aquile di pietra ai lati del cancello e si sentì rassicurato dal loro sguardo penetrante, come se fossero le guardiane dell'abitazione.
    "Mi proteggerete anche oggi?"
    Si chiese, suonando il campanello ed attendendo pazientemente mentre uno straziante grido femminile, fin troppo familiare, si levava dalla finestra del secondo piano facendolo sobbalzare di nuovo.
    "Dio abbia pietà di me..."

    -Oh, Padre! Finalmente è qui, mi dispiace di averla chiamata a quest'ora di notte-
    -Non preoccuparti figliola, Dio è sempre vigile. Dimmi ora, cosa succede?
    -Venga, venga... si accomodi!
    Una donnina spettinata lo aveva accolto, Miss Skinner la cameriera: aveva il volto sciupato e profonde occhiaie cerchiavano i suoi occhi acquosi, che dardeggiavano tra il viso del prete e il soffitto, come temendo che le cadesse sulla testa da un momento all'altro. Un cerotto le copriva malamente una ferita alla testa, ancora scura e gonfia.
    Lo fece sedere su una poltrona e riempì due bicchierini di gin, prendendo il più pieno per sé. Le mani le tremavano così tanto che un bel po' del liquido cadde sul tavolino di vetro.
    -Cosa succede, Angela?
    -Virginia, lei... Stanotte l'ho trovata in camera sua che...
    -Vada avanti, coraggio.
    -... che compiva atti osceni c-con la cornice di una fotografia... l'ho trovata che sanguinava e ho cercato di fermarla ma lei mi è saltata addosso e me l'ha rotta sulla testa, e poi... Oh, Padre, padre! Cosa possiamo fare per lei?
    La donna scoppiò a piangere a dirotto, affondando il volto nel bracciolo, mentre l'uomo le carezzava la testa pensieroso: erano mesi ormai che la ragazza aveva comportamenti violenti ed improvvisi, ma non era mai arrivata a simili perversioni. Sembrava quasi che ogni suo sforzo fosse stato vano, e la consapevolezza che i suoi metodi non stavano funzionando gli fece sprofondare il cuore in un pozzo gelido, sentimento che considerò profano e scacciò via con decisione.
    -La signora Nadia è con lei?
    -Sì...
    -Allora lei torni a dormire, Angela. Me ne occupo io...

    La stanza di Virginia era immersa nella penombra, dove spiccava come un fantasma la figura cadaverica della ragazza, i polsi sollevati come un osceno crocifisso: attorno a lei erano sparse lunghe ed aggrovigliate ciocche di capelli neri e una grossa macchia rossa sul lenzuolo era l'unico ricordo del terribile atto compiuto. Una foto accartocciata era posata sulla cornice, e Padre Stanley vide che rappresentava il padre della ragazza durante uno dei suoi sermoni, alto e maestoso nelle sue vesti nere.
    La signora Nadia sedeva in un angolo della stanza, appoggiata al comodino con la testa fra le mani e sussultò quando il prete fece la sua entrata, correndo ad abbracciarlo con slancio.
    -Nadia! Cos'è successo? Perchè Virginia è in quello stato?
    -Oh, Padre! Finalmente è qui! Abbiamo dovuto legarla alla testata del letto e rasarla a forza, non voleva smettere di strapparsi i capelli!
    Virginia intanto li guardava, e Padre Stanley poteva sentire il suo sguardo fissarsi su tutto il suo corpo, come un prurito: aveva lo sguardo allucinato e opaco, era ancora più magra e pallida dell'ultima volta che era stato lì. Calva, poi, sembrava ancora di più la morte stessa incarnata.
    -Quando ha iniziato a... comportarsi così?
    -Da quando Johnathan è dovuto partire di nuovo... finchè c'era lui, sa, poteva tenere a bada il Demone, e l'ho sentito spesso accorrere in camera sua durante le crisi e farla smettere. La faceva pregare ad alta voce, e le mattine lei sembrava esausta, ma era calma.
    -Capisco... Mi lasci solo con Virginia, potrebbe avere un'altra crisi violenta e non voglio che le faccia del male!
    -D'accordo...
    Nadia uscì quasi controvoglia, osservando un attimo la figlia prima di chiudere la porta con delicatezza, lasciando soli la ragazza e il prete che si squadravano in silenzio. Per un attimo, Virginia sembrò voler dire qualcosa, poi parve di colpo scuotersi come da un sonno profondo e i suoi occhi si riempirono di lacrime.
    -Pa-padre Stanley? Cosa ci fa qui... perché sono legata? Questi sono... oh mio Dio! Sono... sono i miei capelli? Perché Padre? Perché?
    -Lo sai perchè sono qui. E sai cosa faremo: ora ti libero e tu dovrai inginocchiarti, come quando reciti le tue preghiere, e pregheremo assieme. Va bene?

    << Non aver paura, ti chiedo solo di pregare...>>

    Padre Stanley liberò lentamente dai legacci la ragazza, che si massaggiò i polsi solcati da segni profondi con sguardo vacuo e si alzò, dando le spalle al prete.
    -Forza, inginocchiati.
    -No-no... Ho fame, Padre... non potrei mangiare qualcosa, prima?
    -Inginocchiati, Virginia.

    << Ora inginocchiati, Virginia... Sei impura, devi farti perdonare da Dio per ciò che hai fatto>>
    << S-sì, padre...>>


    L'uomo le appoggiò una mano alla testa e la spinse con delicatezza, ma lei la scosse violentemente e sgusciò via lontano da lui, gridando e tenendo le mani dolorosamente strette ai pochi ciuffi di capelli rimasti, le unghie affondate nella cute.
    -NO! LASCIAMI! NON VOGLIO!
    -Virginia!

    << Ma padre, sono scomoda messa così, posso mettermi come al solito?>>
    << No, lo sai bene. Ora prega, Virginia.>>
    << Ma...>>


    Il prete la prese per le mani, per trattenerla ed impedirle di graffiarlo come era già successo altre volte. Cercando di non farle male ma con fermezza, fece leva con il ginocchio sulle sue gambe e riuscì finalmente a farla appoggiare al letto con il petto, lasciando che si sedesse a terra.
    -No! No! La scongiuro!
    -Virginia, ti prego: io voglio solo aiutarti! Preghiamo assieme!

    << Ora, prega Virginia, prega più forte che puoi! Non fare domande e prega! Non vuoi che papà si arrabbi e prenda la cintura da terra, no?>>
    << Mio Signore, vado a dormire: ti lasc-ah! Ti- Ti lascio la-la mia anima da... da... custodire...>>


    -M-Mio Signore, vado a dormire, ti lascio l'anima da custodire...
    -Brava, Virginia, così!

    << Brava bambina... Continua!>>
    << Se morissi... ugh... se morissi prima di svegliarmi...!>>


    Padre Stanley tenne tutto il tempo la mano sulla spalla di Virginia, che mormorava le preghiere continuando a singhiozzare. Era felice di questo miglioramento, sentiva la Gloria di Dio che invadeva il suo cuore e pensò con dolore alla terribile battaglia che la ragazza stava combattendo dentro di sé. Il digiuno era finalmente servito ad indebolire il Demone, così come la dura disciplina di Johnathan: finalmente vedeva speranza, una luce in fondo a quel buio tunnel di dolore e preoccupazioni!
    Con l'altra mano, l'uomo raggiunse la valigetta e l'aprì, frugandovi dentro e ritrovando il fazzoletto ricamato, che strinse a sé prima di parlare:
    -Virginia, basta così... Ora, permettimi di benedirti.
    Fece sedere la ragazza sul letto e svolse il fagotto, rivelando il disco trasparente di un'ostia benedetta: dopo aver pronunciato una frettolosa preghiera la porse a Virginia, che lo osservava come confusa.
    -Apri la bocca Virginia: devo benedirti...

    << Ora Virginia, apri la bocca...>>

    -NO!
    Virginia balzò in piedi in preda all'agitazione, urtando il prete e facendo cadere l'ostia a terra, lasciandolo a bocca aperta tra lo stupito e l'addolorato.
    -Oh, Virginia... credevo...
    -Che succede?
    Nadia e Miss Skinner si precipitarono nella stanza, in tempo per vedere la ragazza gettarsi al collo del prete e cercare di strangolarlo. Ci vollero gli sforzi di tutti per forzarla a letto e legarla nuovamente, evitando con cura di incrociare il suo sguardo pieno di terrificante violenza.
    -Io temo, Nadia... temo che siamo arrivati all'ultima spiaggia: ha rifiutato l'ostia.
    -Oh no... E ora?
    -Ora, resta solo un'unica possibilità...


    2. Dove il Diavolo riposa

    I giorni successivi furono confusi, come un sogno ad occhi aperti: Virginia alternava momenti di completa veglia, dove ciò che riusciva a fare era piangere e lamentarsi debolmente della fame, e di assoluta immobilità. Come una statua, restava ad occhi spalancati per ore, tanto che era necessario inumidirglieli di tanto in tanto.
    Poi un giorno tornò Padre Stanley e con lui dei dottori: portarono strane macchine ed un lettino dove la stesero e la legarono a forza. Qualcosa di freddo le venne imposto sulle tempie, poi le cacciarono in bocca qualcosa di gommoso, che la causò un conato.
    E arrivò il dolore.
    Ovunque, terribile: non aveva scampo. L'attraversava dalla testa ai piedi, ogni centimetro di pelle bruciava tanto da volerselo strappare di dosso. Gridò di fermarsi, che le faceva tanto male. Gridò di smetterla, maledicendoli tutti. Gridò di morire, non le venne concesso.
    Un buio profondo la avvolse, un tuffo nel cuore degli abissi più neri dove galleggiò semi-cosciente per ore, forse giorni.

    Oh Virginia, Virginia cara... guarda cosa hanno combinato con te! Sembri uno scheletro ambulante e le tue ginocchia sono così arrossate! Vedo i tagli dove lui ti ha toccata, dove mani voraci hanno scavato e poi punito. Mi chiedi se sono Dio? Oh, no... guarda tu stessa cosa ti ha causato, Dio! Guarda cosa ha permesso e cosa ha giustificato!
    Se vuoi posso aiutarti, posso fare in modo che smettano: permettimi di curare il tuo dolore e di vendicarti. Lo farai, Virginia? Non voglio costringerti, la scelta è tua. Cosa vuoi che faccia, cara?
    -Uccidili tutti!


    Con un sussulto, Virginia riprese conoscenza: la luce del sole feriva i suoi occhi abituati al buio, e sentiva gli arti così deboli che per un attimo credette di non possederli più. Si rese conto di essere coricata sul letto dei suoi genitori e guardandosi attorno vide sua madre seduta su uno sgabello, profondamente addormentata e la chiamò piano ma svegliandola di soprassalto.
    -Madre... Ho fame...
    -Oh Virginia cara! Come ti senti?
    -Ho sete...
    -Sì, sì! Ecco, bevi... hai dormito per così tanto, avevamo paura che non ti svegliassi più! Padre Stanley ha detto che se non avesse funzionato la tua anima sarebbe stata persa per sempre, e io ho temuto, ho temuto...
    La ragazza asciugò dolcemente una lacrima dal volto di Nadia e le posò un bacio sulla guancia, mostrandole un sorriso caldo e pacifico. In quel momento, un uomo alto e dallo sguardo severo entrò nella stanza, squadrando la moglie per un attimo per poi concentrarsi sulla figlia con una luce familiare negli occhi.
    -Ora va tutto bene, madre... padre... va tutto bene.

    Va tutto bene.

    Edited by DamaXion - 30/5/2018, 16:26
  11. .
    Quando la morte di una persona viene presa come ispirazione per un episodio di X-Files, è chiaro che non si tratta di un evento normale: è il caso di Gloria Ramirez, soprannominata "la donna tossica".

    Gloria-Ramirez



    É il 19 febbraio 1994 e Gloria Ramirez viene portata d'urgenza al Riverside General Hospital: soffre di tachicardia e respiro irregolare, sintomi di uno stato avanzato di cancro cervicale.
    Le vengono somministrati diversi calmanti per regolare il battito cardiaco, ma quando ciò risulta inutile, viene usato il defibrillatore: a quel punto, sulla pelle della donna sembra formarsi una patina lucida ed oleosa e a sentirsi un odore simile ad aglio.
    Un'infermiera, Susan Kane, le estrae del sangue e sente uno strano odore di ammoniaca provenire dalla siringa e un'altra, Julie Gorchynski, nota delle particelle biancastre: a quel punto, Kane sviene e poco dopo Gorchynski si sente nauseata, prima di perdere conoscenza a sua volta. Quando una terza donna si sente male, lo staff è costretto ad evacuare tutti i pazienti del dipartimento di emergenza.
    Gloria Ramirez morirà poco dopo, a causa di un'insufficienza renale causata dal cancro.

    In tutto, ventitré persone si sentirono male, cinque vennero addirittura ricoverate e quella che subì le conseguenze peggiori fu Gorchynski, che soffrì di tremori e apnea, si ammalò di epatite e pancreatite e sviluppò un'Osteonecrosi al ginocchio.
    La prima autopsia su Gloria fu inconcludente, così come la seconda eseguita mesi dopo, dato che il corpo era troppo decomposto.

    Ma per quale motivo Gloria Ramirez causò tutto questo? Esistono varie teorie in proposito, ma nessuno è mai arrivato ad una vera soluzione:

    -La prima teoria parla di isteria di massa, dato che le persone maggiormente colpite erano sopratutto donne, e molte vittime di questi misteriosi malori dimostrarono di avere analisi del sangue pulite. Ma in realtà, pur essendo la più semplice, è la teoria meno probabile, data la gravità dei malesseri di Julie Gorchynski, non spiegati da semplice isteria.

    -La seconda, formulata dagli scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory, ipotizza che la donna usasse il Dimetilsolfossido (o DMSO), un solvente utilizzato anche come analgesico, per curare i propri dolori: secondo loro, il DMSO si sarebbe convertito, a causa dei problemi ai reni dati dal cancro, in Dimetil solfone (DMSO2), un composto che cristallizza a temperatura ambiente, che spiegherebbe le particelle bianche nel sangue della donna.
    Successivamente, l'ossigeno somministrato e la defibrillazione avrebbero convertito il DMSO2 in DMSO4, Dimetilsolfato, un composto tossico oleoso e dall'odore simile a cipolla.
    Le prove contro questa teoria furono la parola dei suoi parenti, che negarono che lei utilizzasse questa sostanza, e i sintomi delle persone colpite, che parrebbero inconsistenti con l'esposizione al Dimetilsolfato. In più, non fu mai possibile replicare il misterioso evento in laboratorio.

    -Una terza teoria ipotizza come in realtà non fu affatto colpa della donna, ma di gas di Clorammine, formatosi a causa dell'unione di urina e candeggina in un lavandino, ma non fu mai davvero presa come possibilità.

    Probabilmente non si saprà mai cosa davvero successe quel giorno, ma di certo è un fatto così bizzarro che verrà ricordato ancora a lungo.



    Fonte
    Fonte
    L'episodio di X-Files ispirato a questi fatti è il 24esimo della prima stagione, "Nuove Creature" (The Erlenmeyer Flask)


    Edited by DamaXion - 5/5/2018, 19:53
  12. .
    Quando l'ultima lanterna sulla nave fu spenta, l'oscurità calò nella sua stanza, densa e pesante come un tappeto: osservando per un attimo il tiepido rivolo di fumo della candela, Arianne sospirò, tendendo l'orecchio ai cigolii del cordame e al lento scrosciare dell'acqua che accoglieva la prua beccheggiante, in attesa del sonno che sembrava guardarla da lontano beffardo.
    Un messaggio le era arrivato, un biglietto vergato con un'ortografia familiare ed elegante:

    'Capitano, mia carissima signora:
    mi attenda stanotte, perché le ruberò un tesoro prezioso, che desidero da tempo. Sarò puntuale se lei sarà paziente.
    -Guillaume Lamarr, Rondine delle vele'.


    Era impossibile che qualcuno salisse sulla sua "Vierge Perfide" senza farsi vedere, e lei era sicura che nessuno sarebbe mai riuscito a compiere una simile impresa... ma era ciò che voleva?
    Mordendosi un labbro, Arianne calò il capo ricciuto sul cuscino, chiudendo gli occhi ed aguzzando le orecchie, che rimasero deluse dai suoni familiari e dal lontano richiamo di un uccello notturno, che l'accompagnò dolcemente nell'abbraccio accogliente di Ipno.

    Quanto tempo era passato? Forse minuti o forse ore, il buio era assoluto e Arianne si sentiva come un pulcino, cieca e confusa: un suono l'aveva destata e la brezza del mare che le accarezzava le spalle nude le fecero capire che qualcuno era nella sua stanza. Un sospiro pacato tradì l'intruso, che però sembrava non avere alcuna fretta di andarsene: la donna sentiva il suo sguardo attento sfiorare il suo profilo come dita sfacciate, osservare con cura il volto pallido e i capelli ondosi e scuri come il mare che lambiva il porto. Il suo cuore batteva all'impazzata, ma il respiro regolare non tradiva il suo stato di veglia, mentre spiava attraverso le ciglia folte.
    Chiunque fosse entrato non era interessato ai suoi gioielli, che luccicavano in piena vista sulla sua toilette, e nemmeno ai numerosi ed importanti documenti sparsi sullo scrittoio, tra macchie d'inchiostro e penne d'oca sfilacciate. Sembrava, invece, fissato sul suo corpo immobile, tanto da ardire di avvicinarsi con passo felpato ed appoggiare una mano alle lenzuola.
    Ma Arianne non era una sprovveduta, e dopo aver stretto con forza il manico del fioretto nascosto sotto il cuscino, balzò in piedi ed incrociò le lame con l'uomo misterioso, che aveva estratto la spada con altrettanta rapidità.
    -Esci subito di qui!
    Sibilò lei con un filo di voce, strisciando i piedi nudi sulle assi del pavimento e girando attorno al suo avversario, fino ad averlo a favore della luce lunare: era bello, di pelle scura e tratti orientali, con baffi sottili a sormontare una bocca sensuale e sorniona e occhi scuri e luminosi, colmi di una strana felicità. Lo conosceva.
    -Tu!
    -Mia signora, non ha forse ricevuto il mio messaggio? Non si aspettava il mio arrivo?
    -La Vierge Perfide è lontana dal porto, e ben sorvegliata, come...?
    -Ho i miei metodi, mia signora: non per niente sono la Rondine delle Vele!
    Il commento di Guillaume, colmo di ironia, la fece infuriare e partire all'attacco: numerose stoccate vennero scambiate tra i due avversari, che rimasero silenziosi e concentrati, senza mancare di lanciarsi sguardi infuocati ed intensi. I loro colpi erano veloci, immersi nel silenzio della notte, mimetizzati con il vento che rinfrescava l'equipaggio e faceva svolazzare la sottoveste, un sibilare impercettibile.
    Poi si fermarono, come in posa, puntandosi l'arma alla gola a vicenda, bloccati così vicini da poter sentire l'odore l'uno dell'altra, in un pericoloso tango nella penombra. I loro petti si alzavano e abbassavano quasi all'unisono, e gli occhi neri di lui sembravano scandagliare ogni centimetro della sua pelle, così penetranti da farle sentire un brivido lungo la schiena.
    -Cosa vuoi da me? L'oro e i gioielli erano a portata di mano, perché tutto ciò?
    -Mi ha attaccato lei...
    -Non era a quello che...
    E Arianne fu zittita all'improvviso, perché due labbra calde e inaspettatamente morbide si erano posate sulle sue, togliendole il respiro: sapevano di sale marino e spezie, notò nel suo abbandono. Ma il momento di distrazione durò poco, e quando lei realizzò ciò che era successo diede un violento spintone all'uomo, che barcollò colto alla sprovvista.
    La donna si passò una mano sulla bocca, incredula da quell'impertinenza, mentre un altro di quei sorrisi sornioni riluceva sul volto di Guillaume.
    -Tu... come osi?
    -Ciò che ho promesso ho mantenuto: le ho rubato un tesoro prezioso. Posso andarmene contento, e perciò...
    L'uomo balzò con grazia verso la finestra, agile come un gatto ed altrettanto tranquillo, arrivando addirittura a rinfoderare la spada e a dare le spalle ad Arianne che non lo perdeva d'occhio, aspettando un momento propizio. Il cuore le batteva nel petto come impazzito, tra vergogna ed emozioni contrastanti, e sapeva bene che non voleva lasciarlo andare.
    -Dove credi di andare? Non abbiamo ancora finito!
    Sussurrò lei, mentre una puntura alla base della schiena faceva per un attimo gelare il sangue a Guillaume, che si voltò senza smettere di sorridere.
    -Non dobbiamo arrivare a questi punti... ah!
    L'uomo schivò a malapena un fendente, che squarciò la sua camicia in diagonale mettendo in mostra il ventre asciutto e vulnerabile. Fu il turno di Arianne di sorridere, mentre con la lama gli percorreva con lentezza estenuante il contorno dei muscoli, che si contraevano al pericoloso tocco. Arrivò addirittura a spostarsi fino al basso ventre, causando nell'uomo un gemito di inaspettato timore e un tremito, mentre la lama si infilava nell'impugnatura del fioretto e glielo sfilava dalla cintura, lasciandolo cadere su un tappeto con un tonfo leggero.
    -Forza, so che hai un pugnale: prendilo.
    Guillaume si tolse la camicia e con teatralità la gettò di lato, catturando lo sguardo assorto della donna che lo osservò senza parlare sfilarsi dallo stivale il coltello nascosto. Poi lei a suo volta gettò la spada a terra ed estrasse da un fodero ornato un corto pugnale di fattura araba.
    -Mia signora, non mi sembra il caso di...
    -Preparati!
    Le lame si scontrarono di nuovo, stavolta in modo più lento e sistematico: i due contendenti si giravano attorno, si sfioravano con gomiti, labbra e caviglie, il pericolo e la passione che li invadevano come onde di vento caldo. Nessuno dei due voleva cedere, come pantere in agguato prima del balzo saggiavano con cura i movimenti ma senza impedire agli occhi di viaggiare a lungo su tutto il corpo dell'altro. Poi, un altro assalto, ma stavolta fu lui ad avere il vantaggio: con una piroetta, schivò l'affondo ed afferrò il braccio della donna, piegandoglielo dietro la schiena senza forzarlo e passandole alle spalle, affondando il volto nel suo collo tiepido, carezzato dalla nuvola di ricci neri.
    Con un movimento preciso e lento decise di prendersi la sua vendetta, passando la punta del pugnale sulla sua gamba risalendo dal ginocchio alla coscia, tagliando l'abito e lasciando nuda la pelle bianca come la luna. Restarono così per un tempo che parve interminabile a riprendere fiato, inebriati da quell'attimo di intimità, rabbrividendo al freddo venticello notturno.
    -Se voleva che la spogliassi bastava chiedere...
    Guillaime ruppe il silenzio, e il tempo ricominciò a scorrere: rapida come un'anguilla, Arianne sgusciò dalla sua presa e lo fronteggiò di nuovo, feroce come prima ma con un nuovo leggero sorriso sul volto. Sempre più vicini, ogni momento che passava, i corpi seminudi madidi di sudore. E in un attimo, i pugnali furono gettati e braccia si strinsero attorno a vite, mani affondarono in carni, stoffe e capelli mentre il loro combattimento continuava in maniera diversa, sempre in silenzio tra i gemiti del legno e il gridare delle creature notturne.

    Un raggio di sole invase la stanza, disordinata e trascurata come dopo una rapina.
    La testa di Arianne si sollevò pesante dal cuscino, mentre i suoi occhi mettevano a fuoco un materasso vuoto, e un biglietto scritto con frettolosa eleganza. La piuma nera con cui era stato scritto svolazzava ancora spostata dal venticello marino. Dopo averlo letto sospirò, alzandosi lenta e lasciando cadere la pergamena in un cassetto, facendola posare dolcemente tra le altre e guardando il porto lontano fuori dalla finestra, con il cuore colmo di malinconia mista ad un dolce sentimento che non riconobbe.

    'Mia cara Arianne,
    nel prossimo porto attendimi, ti cercherò: volerò nuovamente tra le tue vele, se me lo concederai, per amarti ancora. Tieni stretto questo messaggio, come io mi aggrapperò al tuo pensiero quando i venti del nord soffieranno feroci ed inclementi, cercando tra le onde il ricordo del tuo profumo.
    Non migrerò lontano dalla tua isola, mio tesoro, anche se il richiamo del cielo riporterà sempre a sè questa Rondine.

    -Guillaume, Rondine delle Vele e schiavo del vostro cuore.'


    Edited by DamaXion - 27/4/2018, 19:43
  13. .
    La telecamera era al suo posto, accesa ormai da mezz'ora: avevano registrato ogni secondo della lenta minuziosa preparazione della ragazza, dal denudamento alla pulizia di ogni centimetro del suo pallido corpo esanime. Ora l'avevano delicatamente posata sul letto, con le braccia legate alla testata e le gambe costrette ad una posa oscena: era tutto pronto.
    Con il volto mascherato imperlato di sudore, un uomo guardava famelico la sua vittima, i pantaloni già a terra e il coltello pronto sul comodino: quel video sarebbe stato un'opera d'arte, e lui sarebbe diventato il regista più famoso del cinema snuff, ne era sicuro.
    Il cameraman, al contrario, sembrava meno ansioso di iniziare la parte "veramente interessante" del film, e giocava nervosamente con le mutandine della ragazza, spaventato ed eccitato dalla situazione in cui si era fatto coinvolgere.
    -È tutto pronto?
    -Eh? S-sì!
    -Che c'è? Hai paura?
    -Io...
    -Tranquillo, tanto questa parte la tagliamo!
    L'uomo in maschera aveva la voce roca di lussuria, e dovette leccarsi una goccia di sudore dal labbro, irritato dall'interruzione.
    -Non sono sicuro... E se poi finiamo nei guai? Se qualcuno riconosce la ragazza?
    -Nei guai? E perché? 'Sta tizia ci è arrivata praticamente in braccio dal nulla, non è su Facebook, non aveva il telefono o il portafogli... è una senzatetto qualunque, chi vuoi che sappia chi è? Dai, prima che mi venga moscio... anzi, fattela prima tu così si ammorbidisce...
    Il cameraman sussultò, stupito dall'offerta e lanciò un'occhiata alla ragazza, che ancora dormiva a causa della morfina. "Non si sveglierà mai più" si trovò per un attimo a pensare, poi scacciò quel pensiero lugubre ed annuì.

    -E-ehi ma... è sveglia?
    -Figurati, le abbiamo dato tanta di quella morfina da stendere un cavallo! Dai, mettiglielo dentro! Bravo... così...
    -Ma... sta ridendo?
    -Sarà uno spasmo... no, cazzo sta ridendo davvero!
    -Cosa... AAAAAH! Mi ha morso! ME LO HA MORSO! QUESTA HA I DENTI NELLA- AAAAAAAH!
    -Cazzo! CAZZO! TI STA TIRANDO DENTRO!
    -PRENDI IL COLTELLO!
    -Ti tengo io! Reggiti! NO! MI HA PRESO IL BRACCIO!
    -MMMMFFF!

    Rideva ancora, stesa sul letto. Con uno sforzo esiguo si liberò dai suoi legami e, dando un'ultima occhiata maliziosa alla telecamera, andò verso l'uscita, trascinandosi dietro il ventre orrendamente gonfio, molliccio e sussultante.

    Edited by RàpsøÐy - 30/3/2018, 19:49
  14. .
    Da dieci anni una strana figura infestava le foreste attorno alla cittadina svizzera di Maules, quella che sembrava una leggenda sussurrata dai locali, impauriti di avventurarsi nei boschi da soli: una persona, o forse una creatura, alta un metro e novanta che indossava una maschera anti-gas vintage e una divisa militare, coperta da un mantello.
    Erano numerosi gli avvistamenti di questo individuo, chiamato dai locali "Le Loyon" o "Il fantasma di Maules", ma nessuno era mai stato preso sul serio, comparando la situazione alle più famose leggende di criptidi come Nessie o Bigfoot.

    Le Loyon rimase una leggenda senza alcuna base solida finché un ragazzo, che preferì restare anonimo ebbe un incontro interessante con lui: raccontò che, passeggiando per il bosco, si era imbattuto nello strano figuro, che lo aveva guardato per un po' per poi andarsene senza dire o fare nulla. In quel momento, il ragazzo era riuscito a scattargli una foto:
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    La foto divenne virale, e molti abitanti di Maules si fecero avanti con le loro storie: c'era chi diceva che i bambini erano rimasti terrorizzati da lui, le donne raccontavano di avere molta paura di girare da sole. Una addirittura disse di averlo visto raccogliere dei fiori, sempre nel suo misterioso silenzio.
    Cominciarono a girare le più svariate teorie, dagli alieni ai fantasmi, a idee vagamente più realistiche come quella che fosse un reduce della seconda guerra mondiale isolato dalla civiltà o semplicemente un uomo bizzarro che aveva deciso di vivere nella natura. Gli avvistamenti più vecchi risalivano a be dieci anni prima, infittendo il mistero di Le Loyon.

    Fu nel 2013 che tutto finì: fu trovato nel bosco il mantello dell'individuo assieme ad una lettera, pubblicata sul bollettino del comune, in cui diceva di temere una "Caccia alla bestia" e che i media avevano rovinato tutto, riempiendolo di insicurezza:

    (Traduzione da rivedere)
    CITAZIONE
    Caro Patrick del Matin, non solo sei un cretino, ma sei sopratutto un assassino.
    Hai assassinato una creatura innocua, che nelle sue passeggiate aveva trovato una vera terapia per la felicità, una cura cerebrale che gli permetteva di affrontare le responsabilità e le vicissitudini della sua vita "normale", e ne aveva!
    Il Fantasma non è capace di spiegare questa felicità, ma tu non sembri conoscere Sacher-Masoch; Scopriresti che ci vogliono persone di tutti i tipi per fare un mondo.
    Allora sei un assassino di libertà.
    Ascoltando te, sembriamo restare nel Medioevo, al tempo degli stregoni. Perché non ti schieri contro i piccoli rospi con caschi e passamontagna, vestiti di pelle, che girano sulle loro moto da cross in queste stesse foreste, offendendole!
    Si prendono il tempo di pregare davanti al piccolo Oratorio, per chiedere un mondo migliore? Io terrorizzo i bambini, ma fammi ridere! Perché non sono terrorizzati dai veri orrori e crimini che vedono in televisione, sui media?
    Chi ha l'autorità di regolare il livello di Tolleranza e Libertà in questa società? Questi bellissimi concetti a beneficio di spacciatori, papponi, ladri, stupratori e teppisti!
    La Svizzera è piccola, tutto ciò che non si conforma al nano da giardino deve essere sradicato.
    Pensavo, durante questi anni, che mi avreste lasciato in pace, finché questi sentimenti non si sono evoluti. Mi avete dato prove contrarie, sfortunatamente.
    Il Fantasma scompare, il rischio di una caccia alla bestia è troppo grande. Tornerà per infestare la vostra gretta specie, perché alla fine, un fantasma non muore mai.

    All'amabile passeggiatore o raccoglitore di funghi che scoprirà il mio mantello: consegna questa lettera al sindaco o al vicesindaco, anche a un giornalista, che sia in grado di capirne su Libertà e Tolleranza.
    (Qualcuno che ragioni! Il giornale del mattino capirà ... forse!)

    Molti dei locali hanno preso il messaggio come una lettera di suicidio, ma non fu mai trovato il corpo del misterioso individuo.
    La citazione a Sacher-Masoch rimane un mistero, anche se si pensa sia legato al suo romanzo erotico "La Venere in Pelliccia", dove un uomo viene "curato" dalla sua remissività dalle numerose umiliazioni e punizioni della moglie, a cui si è dedicato come uno schiavo. Forse il Fantasma si stava auto-punendo per curarsi da qualcosa?

    Resta ancora il mistero di chi fosse Le Loyon: un'anima persa nel passato? Un buontempone con tanto tempo da perdere? Nessuno lo sa, e probabilmente non lo sapremo mai, ma ciò che è certo è che era una creatura gentile, scacciata dalla paura delle persone come il più classico dei mostri gotici.



    Edited by RàpsøÐy - 21/3/2018, 15:40
  15. .
    Dopo lunghe prove, Swaky e Hero vengono promossi al ruolo di Redattore, mentre DarknessAwaits a quello di Traduttore!
226 replies since 9/11/2011
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