Votes taken by Emily Elise Brown

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    Questa storia mi è successa ieri, ed è stata una delle esperienze più raccapriccianti della mia vita. Sono una specie di nottambulo, in genere non mi addormento fino alle cinque o alle sei di mattina e dormo fino all’una, alle due del pomeriggio. Ho ventotto anni e vivo ancora con i miei genitori. Lo so, sono grande e dovrei andarmene; ma cito questo dettaglio perché è rilevante per la storia. Ogni mattina i miei genitori vanno a lavoro intorno alle sette. A volte non chiudono la porta perché sono a casa. Come ho detto ho ventotto anni e sono un ragazzo robusto. Abbiamo due cani piccoli.

    Comunque, ieri. Stavo dormendo tranquillamente fino a quando sento i miei cani “impazzire”, perciò mi rigiro nel letto e controllo il telefono. È quasi mezzogiorno. Troppo presto per me, così ignoro la cosa e torno a dormire. Poi sento bussare. È debole, riesco a malapena a sentirlo mentre i cani abbaiano, ma c’è. Ed è seguito da qualcuno che dice: “Kristina? Kristina sei qui?” strano, nessuna Kristina abita qui. Lo ignoro, sperando che questo tipo se ne vada. È allora che sento i miei cani innervosirsi davvero. Sono piccoli, pesano circa 4-5 kg l’uno; perciò non sono i migliori cani da guardia del mondo, ma abbaiano come degli ossessi ogni volta che si sentono minacciati. E quando li sento ringhiare e azzannare, so che sta succedendo qualcosa.

    Mi siedo sul letto in tempo per sentire dei passi ed un altro potente “Kristina?” proprio mentre questo tizio fottutamente strano entra nella mia camera. Sembra un po’ trasandato, probabilmente un polinesiano di circa venticinque anni. Ha un pizzetto incolto, capelli neri arruffati, stava indossando dei pantaloncini ed una maglietta neri. Non ho notato cosa indossava ai piedi. Mi guarda e dice: “Kristina è in casa?” Sono confuso, intontito, sono nel mio letto con dei fottuti boxer e non so cosa dire a questo tizio. “Nessuno di nome Kristina abita qui. Devi andartene.” Lui sta lì fermo, a fissarmi. “Sto cercando mia nipote Kristina, è qui?” È in questo momento che mi rendo conto che qualcosa non va con questo tizio. Non odora come un ubriaco, ma il modo con il quale sta lì in piedi a fissarmi è davvero strano e spiacevole. Era basso e magro, probabilmente pesava la metà di me, quindi non mi sentivo troppo minacciato da lui. Perlopiù ero confuso e a disagio per la situazione. Dovrei dire che teneva in una mano un telefono e l’altra in parte infilata sotto il suo braccio, un po’ come quando gli idioti cercano di nascondere un’arma durante una rapina. Ma ero abbastanza sicuro che stesse solo tenendo le chiavi. Se avesse voluto attaccarmi, ero mezzo nudo nel mio letto. Poteva farlo.

    Comunque, mi fissa per circa un minuto prima di girarsi e andarsene. “Kristina? Kristina sei qui?”
    Appena esce dalla mia stanza, mi alzo e prendo dei vestiti mentre questo tizio sta tranquillamente girando per casa controllando tutte le stanze. Circa cinque minuti dopo, esce dalla porta principale e procede per la strada chiusa.
    Naturalmente, corro per casa chiudendo a chiave ogni porta che riesco a trovare e poi procedo a chiamare mio padre, che mi dice di chiamare lo sceriffo. Non mi sentivo ancora minacciato; forse quel tipo era solo perso e confuso. Ma chi entra nella casa di uno sconosciuto e poi ha una conversazione con un uomo senza maglia nel suo letto? Chiamo lo sceriffo e faccio rapporto, mandano un deputato che darà un’occhiata in giro. Mi dicono di chiamare il 911 se il tizio dovesse tornare. È inutile dire che i miei genitori hanno chiuso quella fottuta porta.

    Quindi, strano tizio in casa mia? Spero che tu abbia trovato tua nipote, ma per favore non incontriamoci più.



    Edited by Emily Elise Brown - 2/3/2018, 13:15
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    Mia madre è sempre stata un po’ strana. Da bambino, quando si avvicinava il mio compleanno, preparava vassoi di biscotti di pan di zenzero e li distribuiva ai miei compagni, con una cartolina, ringraziandoli per essere miei amici. E se entravi in casa, avresti trovato le pareti adornate da cima a fondo con ogni mio merdoso disegno. La cosa più strana è che parlava con le nostre piante.

    Aveva anche dato loro un nome. C’era Daphne l’albero dei limoni, Carl l’albero di melograno e Joseph la quercia, più grande di un alberello ma non ancora un albero adulto. Spesso la trovavo nel cortile sul retro a fare conversazioni unilaterali in piena regola con loro. Quando le dicevo che ciò era più che strano, lei mi rispondeva seccamente: “Devono sapere che sono amati, Steven!” lo diceva e poi aspettava che io tornassi dentro per riprendere da dove aveva lasciato.

    A volte insisteva per farci vestire con i nostri abiti più belli, farci mettere in posa con gli alberi e fare foto con l’autoscatto. Sapevo che era ben lontana dall’essere una madre normale, ma l’un l’altro era tutto ciò che avevamo, e lei mi dava tutto l’affetto che una madre poteva dare.
    Quando mi sono trasferito per il college, mi sono assicurato di restarle vicino, perché non potevo permettermi di lasciarla sola. Mi ha baciato la fronte quando gliel’ho detto e mi ha risposto amorevolmente che andava bene, che aveva Carl, Joseph e Daphne che le facevano compagnia.

    Crescendo, l’ho vista sempre meno. Lavoro, amici ed una vita sentimentale prendevano gran parte del mio tempo e andavo a trovarla una volta ogni due settimane. Ero al bar con un amico quando ho ricevuto la chiamata. Mia madre era morta. Il nostro vicino attraverso la recinzione l’ha vista che giaceva a terra nel giardino, un ictus.
    Solo pochi familiari e amici sono venuti al suo funerale, ma andava bene, eravamo sempre solo io e lei.
    È stata cremata poco dopo la cerimonia e l’ho portata a casa.

    Mi sono state date la sua casa e tutte le sue cose, aveva solo una richiesta per me e cioè che continuassi a occuparmi e a parlare agli alberi. Certamente mi sono preso cura di loro, ma non riuscivo a parlare seriamente con i vegetali.
    Un giorno, mentre entravo nella sua stanza, nella scrivania ho trovato una busta in cui erano nascosti dei documenti. Li ho guardati e sono rimasto scioccato da quello che ho trovato. Tre certificati di morte neonatale per Joseph, Carl e Daphne. Non avevo mai saputo di avere dei fratelli e non avevo visto nessuna urna, ma sapevo già dove erano alloggiati i loro resti.

    Ora prendo seriamente il suo ultimo desiderio ed ogni giorno parlo con gli alberi. Ne ho comprato anche uno nuovo per mia madre.




    Edited by Emily Elise Brown - 26/2/2018, 18:57
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    Edited by RàpsøÐy - 16/2/2018, 19:32
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    Avevo diciotto o diciannove anni quando successe. Ero appena uscito dal lavoro, era tardi e decisi di andare all’autolavaggio automatico lì vicino, per pulirmi l’auto prima di dover raggiungere una città a circa due ore di distanza il giorno dopo. Erano circa le 22 e quando finii il lavaggio, feci per andarmene ma una signora quasi non mi investì all’uscita. Uscii in strada e cominciai a guidare verso casa, quando notai che quella donna mi stava seguendo. Molto aggressivamente. Mi spaventò a morte, sapevo dove si trovava la stazione di polizia, così decisi di andare lì.

    Mi lampeggiò, suonò il clacson e ad un segnale di stop cominciò a gridarmi: “MI DEVI 12$, COGLIONE”. Non sarei sceso dall’auto per chiederle perché diavolo pensasse che le dovessi dodici dollari. Continuai a guidare e andai nel parcheggio della stazione di polizia, pensando che lei capisse dove fossimo e se ne andasse.

    Ma non lo fece. Entrò proprio dietro di me. Temevo per la mia vita e cominciai a suonare il clacson, sperando che un poliziotto uscisse, mi vedesse e aiutasse. Lei si avvicinò al mio finestrino, bussò e ripetè: “MI DEVI 12$, COGLIONE”, le chiesi come potesse dirlo e rispose: “MI HAI RUBATO L’AUTOLAVAGGIO! HO PAGATO PER QUEL LAVAGGIO CHE TU HAI USATO!” (Ciò era letteralmente impossibile). Le dissi che non le dovevo niente e che se non se ne fosse andata avrei detto agli agenti di uscire per occuparsi di lei. Mi disse di farlo, che avrebbe detto alla polizia che l’avevo derubata e che le dovevo i soldi.

    Il poliziotto uscì, e gli dissi cos’era successo, lei disse la sua versione dei fatti. (Sosteneva che non avevo pagato, avevo usato il lavaggio che LEI aveva pagato e che ero rimasto seduto mentre c’era il suo ciclo di lavaggio? Era letteralmente impossibile). L’agente disse che non poteva fare niente senza prove, e che non sembrava plausibile. Gridò, strillò e fece una scenata dicendo che doveva investigare, arrestarmi, ecc. Disse che non avrebbe fatto niente del genere, ma l’avrebbe arrestata se avesse continuato a “disturbare la quiete”. Lei se ne andò, molto arrabbiata, e aspettai alcuni minuti prima di andarmene, nel caso mi stesse aspettando.

    Perciò, pazza signora che voleva fregarmi 12$, NON INCONTRIAMOCI.




    Edited by KingRyuX - 17/9/2018, 21:25
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    Catherine è un videogioco horror di tipo platform-adventure, è stato ideato e sviluppato da Altus per PlayStaion 3 e Xbox 360.
    È un gioco le cui tematiche sono per lo più destinate agli adulti (in alcuni paesi l’età minima per giocarci è di 18 anni, in altri 15).
    In Giappone è uscito per la prima volta nel febbraio del 2011, in Nord America nel giugno dello stesso anno, mentre in Europa nel febbraio del 2012.

    Il protagonista di questa avventura è Vincent Brooks, un ingegnere 32enne fidanzato con Katherine McBride, manager di una ditta di abbigliamento.
    Vincent vive un'esistenza abbastanza monotona, nella quale alterna le serate passate con gli amici al bar con quelle passate in intimità con la sua fidanzata. Quando quest’ultima inizierà a parlare sempre di più del matrimonio, il nostro ingegnere inizierà a sentirsi confuso, in quanto vorrebbe una vita priva di impegni.

    A scombussolare la vita di Vincent sarà l’arrivo di un'avvenente sconosciuta, che cercherà di sedurlo. Inoltre, inizierà anche a soffrire di incubi notturni.
    Come se non bastasse, sembra che anche altri uomini stiano vivendo i suoi stessi incubi e pare che chiunque muoia all’interno del sogno, muoia anche nella vita reale.
    Il gioco è diviso in nove giornate (livelli), ognuna della quali inizia con Vincent che si risveglia dopo un incubo.

    Primo giorno; 1º piano: Cimitero Sotterraneo
    Vincent incontra Katherine, anche se si sente ancora frastornato dall’incubo avuto quella notte, di cui riesce a ricordare poco o niente. Il giocatore, tuttavia, rivivrà quell’incubo facendo in modo che Vincent, in mutande e armato di cuscino, cerchi di raggiungere una misteriosa voce scalando un muro di cubi. Dovrà essere svelto perché ad ogni passo il “terreno” gli crollerà sotto i piedi.
    Appena terminato il livello, torneremo nel locale dove Vincent stava parlando con la fidanzata. Dopodiché, mentre si ritroverà con i suoi amici allo Stray Sheep Bar, farà la conoscenza di Catherine.

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    Secondo giorno; 2º piano: Prigione della Disperazione
    Allo scoccare della mezzanotte, Vincent avrà nuovamente un incubo, molto simile al precedente. Dopo aver iniziato a superare gli ostacoli, si renderà conto di non essere solo, poiché insieme a lui ci saranno varie pecore bipedi. Dopo poco si renderà conto che queste pecore non sono altro che uomini (anche lui avrà delle corna). Quella notte conoscerà una pecora con la cravatta, la stessa che la sera prima gli dava dei suggerimenti per proseguire. Arrivato alla fine del muro, troverà davanti a se un confessionale, entrando, sentirà una voce che gli porrà una domanda.
    Al suo risveglio, Vincent faticherà a ricordare il sogno e si renderà conto di essere finito a letto con la ragazza conosciuta la sera prima.

    Terzo giorno; 3º piano: Sala delle Torture
    Dopo l’ennesimo incubo, Vincent conoscerà il nome di quell'avvenente ragazza con cui ha già passato due notti: Catherine. Quello stesso giorno, la sua fidanzata gli confesserà che probabilmente aspetta un bambino, lasciando il nostro protagonista senza parole.

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    Quarto giorno; 4º piano: Inquisizione
    Sopravvissuto ancora una volta, Vincent si risveglia a fianco all’amante, mentre la sua fidanzata bussa alla porta. Il giovane socchiude la porta, mentre cerca di nascondere la presenza dell’amante. Intanto, la ragazza confessa a Vincent di essere davvero incinta e se ne va.

    Quinto giorno; 5º piano: Grandangolo/Corte Interna
    Svegliatosi dal solito incubo, Vincent scopre che l’amante non c’è e riceve una misteriosa telefonata da un uomo, Steve, che afferma di essere il fidanzato di Catherine. Il giovane proverà poi a chiedere all’amante chi sia questo Steve, ma lei sosterrà di non conoscere nessuno con quel nome. A questo punto penserà che la donna in questione non sia Catherine ma Katherine, la sua ragazza.

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    Sesto giorno; 6º piano: Torre dell'Orologio
    Al mattino, Vincent ritrova Catherine nel suo letto, che lo invita al cinema. Intanto, si incontra con la sua fidanzata, scoprendo così che neanche lei conosce Steve. A seguito di questa scoperta, il giovane decide di chiamare l’uomo, chiedendogli di descrivere Catherine. Essendo la descrizione di una donna completamente diversa, Vincent pensa che si tratti solo di un caso omonimo.

    Settimo giorno; 7º piano: Corridoio a Spirale
    In questo incubo, il protagonista scopre che la pecora con la cravatta è proprio Steve. Il giorno dopo, a seguito di una notizia al telegiornale, Vincent riesce a ricordarsi dei suoi incubi, scoprendo che anche alcuni suoi amici fanno gli stessi sogni.

    Ottavo giorno; 8º piano: La Cattedrale
    Svegliandosi, Vincent trova Katherine fuori dalla porta. Nel frattempo, Catherine si nasconde nell’appartamento dell’uomo. Scoperta la ragazza, inizia una lite furiosa, durante la quale Katherine uccide per errore l’amante. A questo punto il giovane accompagnerà fuori la fidanzata, ma si ritroverà nella Cattedrale, nonostante sia sveglio. I due dovranno scalare il muro insieme per riuscire a salvarsi.
    Da questo momento, si scoprirà la vera natura dei sogni e di Catherine.

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    Nono giorno; L'Empireo
    In quest’ultimo incubo, Vincent verrà condotto nell’Empireo, nel quale dovrà affrontare varie sfide. In questa parte, il giovane scoprirà anche l’identità della misteriosa voce che gli poneva domande alla fine di ogni sogno.


    Il gioco presenta diversi finali, che dipendono dal Karma, influenzato dalle risposte date dal giocatore alla fine di ogni livello, e da quelle date nell’Empireo. In totale, i finali sbloccabili sono otto.

    Un videogioco che mischia l’amore con il tradimento e la paura. E voi, riuscirete a scalare il muro che vi separa dalla vostra vita felice e dalla vostra libertà?

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    Edited by Swaky - 14/2/2018, 17:53
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    Among the Sleep è un gioco horror realizzato da Krillbite Studios, rilasciato per la prima volta per PC nel 2014, un anno dopo è uscita la versione per PlayStation 4 e, nel 2016, per l’Xbox One. È disponibile su Steam nell’ultima edizione chiamata “Enhanced”, sulla piattaforma sono presenti anche la demo gratuita e il DLC “Prologue”.


    Among the Sleep

    In questa avventura impersoneremo un bambino di due anni; la storia si aprirà con la madre che festeggia il compleanno del suo angioletto. Per questa occasione, al piccolo verrà regalato un orsetto di peluche, chiamato Teddy il quale sarà il nostro fedele compagno di viaggio.
    Appena il protagonista verrà messo a letto, inizieranno a succedere cose strane e scopriremo che il nostro caro amico è sparito. Dopo essere andati alla sua ricerca ed averlo trovato, verremo catapultati in uno strano mondo, simile al nostro ma molto più tetro ed inquietante per ritrovare nostra madre.

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    Per ritrovare la nostra mamma, dovremmo vagare di zona in zona per poter recuperare dei ricordi, superando ostacoli e cercando di non perderci.
    Man mano che si proseguirà la situazione si farà sempre più pericolosa ed angosciante, fino a quando non comparirà anche una delle più grandi paure dei bambini: i mostri. Da qui in poi Teddy ce lo terremo sempre più stretto, in modo che possa infonderci coraggio ed illuminarci la strada.

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    Among the Sleep: Prologue

    Nel DLC non dovremmo vagare in un altro mondo alla ricerca dei ricordi, ma dovremmo ritrovare e recuperare cinque dei nostri giocattoli. Essendo un prologo, saremo soli, poiché Teddy non sarà ancora entrato nella nostra vita.
    Girovagando per la casa, il piccolo dovrà riuscire a liberare i suoi amichetti sciogliendo le loro fredde prigioni di ghiaccio.

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    Among the Sleep è un’avventura angosciante che ci riporterà negli anni della nostra prima infanzia, durante i quali temevamo il buio e dormivamo con il nostro “Teddy”. E voi siete pronti a riaffrontare le vostre paure infantili?







    Edited by Emily Elise Brown - 30/1/2018, 11:56
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    Stray Cat Crossing è un gioco RPG realizzato da Jurlo e Jetpackgone utilizzando RPG Maker VX Ace e distribuito dalla [fridge] games. Il gioco completo è stato rilasciato su Steam nell’agosto del 2015 ed è disponibile in inglese. Potete scaricare qui la demo gratuita.
    La storia è incentrata su una giovane donna la quale, mentre passeggiava in una radura, sente il pianto di una bambina di nome Cat. Decide poi di accompagnarla a casa e, poiché la piccola aveva freddo, la avvolge con la sua sciarpa. Appena giungono a destinazione, Cat entra in casa senza restituire la sciarpa alla legittima proprietaria. Così la protagonista entra nell’abitazione, spinta dai sentimenti che la legano a quell’oggetto per lei così prezioso. Inizia così una bizzarra e agghiacciante avventura divisa in tre atti.


    Atto I: Il Seminterrato

    In questo primo livello, la giovane farà la conoscenza di due individui alquanto bizzarri, chiamati Babyface. Questi due simpaticoni le chiederanno dei “favori” per aprirle la porta e farla andare via.

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    Questa fase del gioco, sarà quella più inquietante, poiché ogni tanto spunteranno delle immagini disturbanti, facendoci perdere per un attimo il “filo” del gioco rendendo un po’ più complicato il proseguimento.

    Piccolo assaggio di una di queste immagini:



    Atto II: Il Giardino

    La nostra protagonista ora si ritroverà nel giardino sul retro dell’abitazione, dove incontrerà una larva gigante che le chiederà di salvare il suo adorato figlioletto.
    Per riuscire in questa impresa, dovrà vedersela con uno strano “ragno” ed una creatura chiamata Sphinx (Sfinge).

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    Ogni personaggio le chiederà di farle un favore in cambio di qualcosa che le può essere utile.
    Man mano che si proseguirà, ci si renderà conto che qualcosa lega la ragazza a quella casa.


    Atto 3: La Soffitta

    Nell’ultima fase del gioco, la giovane entrerà in una soffitta nella quale vi saranno una serie di bare con incisi dei nomi e, nella stanza dopo, un teatro che presenterà uno spettacolo intitolato: “Stray Cat Crossing”. Si ritroverà a dover recitare in quella stessa opera, senza sapere di preciso cosa deve fare e/o rispondere.

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    Questa ultima parte sarà alquanto ripetitiva, ma ogni volta che la storia si ripete, verranno aggiunti altri particolari, che aiuteranno a far capire al giocatore cosa lega la protagonista a quella casa e a quei bizzarri individui.


    Un’avventura originale, ricca di personaggi bizzarri ed inquietanti, un oggetto speciale ed una bambina misteriosa, una storia tragica e paurosa. Siete pronti a parteciparvi ed a porre fine alla follia?



    Edited by Emily Elise Brown - 28/1/2018, 22:27
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    Tomino's Hell


    Oramai è risaputo che in Giappone esistano diverse leggende metropolitane, e una di queste è legata ad una poesia chiamata L’inferno di Tomino (トミノの地獄).


    Foto di Yumota Inuhiko e Saizo Yaso


    Secondo le fonti ufficiali è stata scritta da un certo Yumota Inuhiko e pubblicata nella raccolta di poesie "Il cuore è come una pietra rotolante (心は転がる石のように - Kokoro wa korogaruishi no yō ni - The Heart is like a Rolling Stone)". È stato inoltre incluso nella ventisettesima collezione di poemi di Saizo Yaso, chiamata "Polvere d’Oro", nel lontano 1919.

    Secondo la leggenda, invece, è stata scritta alla fine del 1800 da una ragazzina disabile di nome Tomino.


    Tomino


    Ci sono due indizi che lasciano pensare che questa poesia sia qualcosa di più di una storiella inventata: la prima è che l’autore c’è e sappiamo il suo nome, la seconda è che effettivamente a questo scritto sono legate diverse disgrazie.
    Parrebbe che abbia a che fare con una maledizione vera e propria, una triste litania che causa sfortuna a chiunque la legga ad alta voce.


    La poesia, nella raccolta originale, viene corredata da un avvertimento iniziale:


    «Se leggete questa poesia ad alta voce vi accadranno eventi tragici.»


    Secondo la leggenda, infatti, Tomino scrisse questa poesia in preda alla rabbia, poiché era nata con una grave disabilità che la costrinse fin da piccola a restare su una sedia a rotelle; inoltre era nata in una famiglia molto cattiva e crudele nei suoi confronti, che la trattava come un rifiuto umano e sfogava su di lei le proprie frustrazioni. I suoi genitori, dopo aver letto i versi scritti dalla loro figlia, punirono la ragazza rinchiudendola nella cantina e rifiutandosi di darle da bere e da mangiare fino a quando non si ammalò di bronchite e morì.
    Le prime vittime della maledizione furono proprio i suoi genitori.


    La leggenda spiega che la piccola Tomino, negli ultimi giorni di vita, sviluppò ancora maggior rancore e la sua rabbia trasformò la poesia in un testo demoniaco. C’è chi pensa che lo spirito della bambina sia rimasto impresso in quelle parole.


    Ma in cosa consiste esattamente questa maledizione dell'Inferno di Tomino?
    Chiunque legga ad alta voce l’intera poesia sarà dannato per sempre, gli capiteranno cose orribili e, nella maggior parte dei casi, alla fine una morte terribile ne spezzerà il destino. Leggendo a mente le sue parole, non dovrebbe capitare nulla e c’è chi dice che, anche leggendolo ad alta voce, risulta pericoloso solo se pronunciato in giapponese e non nella sua traduzione in altre lingue. La leggenda dice infatti che la maledizione abbia i massimi effetti solo se letta nella sua lingua madre.


    Attenzione! Qui di seguito c'è riportato il testo originale del poema, vi preghiamo di leggerlo a mente, non si sa mai!


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    トミノの地獄
    Tomino no Jigoku

    姉は血を吐く、妹(いもと)は火吐く、
    Ane wa chi wo haku, imoto wa hihaku,
    可愛いトミノは 宝玉(たま)を吐く。
    kawaii tomino wa tama wo haku.
    ひとり地獄に落ちゆくトミノ、
    hitori jihoku ni ochiyuku tomino,
    地獄くらやみ花も無き。
    jigoku kurayami hana mo naki.
    鞭で叩くはトミノの姉か、
    muchi de tataku wa tomino no aneka,
    鞭の朱総(しゅぶさ)が 気にかかる。
    muchi no shubusa ga ki ni kakaru.
    叩けや叩きやれ叩かずとても、
    tatake yatataki yare tataka zutotemo,
    無間地獄はひとつみち。
    mugen jigoku wa hitotsu michi.
    暗い地獄へ案内(あない)をたのむ、
    kurai jigoku e anai wo tanomu,
    金の羊に、鶯に。
    kane no hitsu ni, uguisu ni.
    皮の嚢(ふくろ)にやいくらほど入れよ、
    kawa no fukuro ni yaikura hodoireyo,
    無間地獄の旅支度。
    mugen jigoku no tabishitaku.
    春が 来て候(そろ)林に谿(たに)に、
    haru ga kitesoru hayashi ni tani ni,
    暗い地獄谷七曲り。
    kurai jigoku tanina namagari.
    籠にや鶯、車にや羊、
    kagoni yauguisu, kuruma ni yahitsuji,
    可愛いトミノの眼にや涙。
    kawaii tomino no me niya namida.
    啼けよ、鶯、林の雨に
    nakeyo, uguisu, hayashi no ame ni
    妹恋しと 声かぎり。
    imouto koishi to koe ga giri.
    啼けば反響(こだま)が地獄にひびき、
    nakeba kodama ga jigoku ni hibiki,
    狐牡丹の花がさく。
    kitsunebotan no hana ga saku.
    地獄七山七谿めぐる、
    jigoku nanayama nanatani meguru,
    可愛いトミノのひとり旅。
    kawaii tomino no hitoritabi.
    地獄ござらばもて 来てたもれ、
    jigoku gozarabamo de kitetamore,
    針の御山(おやま)の留針(とめはり)を。
    hari no oyama no tomebari wo.
    赤い留針だてにはささぬ、
    akai tomehari date niwa sasanu,
    可愛いトミノのめじるしに。
    kawaii tomino no mejirushini.

    Di seguito la traduzione in italiano:


    “La sorella vomita sangue, la sorella minore sputa fuoco
    La dolce Tomino sputa gioielli preziosi
    Tomino morì sola e cadde all’inferno
    L’inferno è avvolto nelle tenebre e anche i fiori non fioriscono.
    È la sorella maggiore di Tomino la persona con la frusta?
    Il numero di segni rossi è preoccupante.
    Frustata, picchiata, pestata.
    Il sentiero per l’inferno eterno è solo uno.
    Mendicare per la guida nelle tenebre dell’inferno
    Dalla pecora d’oro, all’usignolo.
    Quanto è rimasto nella borsa di cuoio,
    Prepararsi per il viaggio senza fine all’inferno.
    Arriva la primavera e nei boschi e nelle valli,
    Sette giri nella valle oscura dell’inferno.
    Nella gabbia è un usignolo, nel carrello una pecora
    Negli occhi della dolce Tomino ci sono lacrime.
    Piangi, usignolo, per i boschi e la pioggia
    Intonando il tuo amore per tua sorella.
    L’eco delle tue lacrime urla attraverso l’inferno
    E i fiori rosso sangue fioriscono.
    Attraverso le sette montagne e valli dell’inferno,
    La dolce Tomino viaggia sola.
    Per darvi il benvenuto all’inferno
    Le punte luccicanti della montagna agugliata
    Forano la carne e le ossa,
    Come un segno della dolce Tomino.”

    Non è ancora chiaro e certo il luogo e il tempo dai quali siano iniziate a circolare le voci secondo cui questa poesia sia augurio di morte. Inuhiko e Yaso avevano già la fama di poeti maledetti; alle loro opere sono legati diversi incidenti gravi (circa quarantaquattro, tra cui cadute invalidanti, perdita definitiva della voce, incidenti stradali e malattie improvvise) e dei misteriosi decessi (più o meno quattordici). Si dice che queste persone avessero letto ad alta voce la poesia di Tomino. Le vittime furono per lo più scenografi, commedianti, studenti e poeti, ma anche semplici curiosi che hanno tentato di sfatare la spaventosa leggenda.


    A seguito di questi fenomeni, intorno agli anni ’80, diversi ragazzi hanno pensato di filmarsi o filmare amici, mentre leggevano L'Inferno di Tomino ad alta voce, tuttavia molte volte non successe niente; secondo alcuni la maledizione colpisce seguendo uno schema non ancora identificato, mentre altri credono che tutto sia causato dalla suggestione. Le prime testimonianze online invece arrivarono su 2ch, la community internet più vasta di tutto il Giappone. La piattaforma fu lanciata nel 1999, e su di essa vengono pubblicati più di due milioni e mezzo di post all’anno. Molti utenti si divertivano a filmarsi o a registrare la propria voce mentre sfidavano l’Inferno di Tomino recitando il poema ad alta voce. Di molti si sono poi perse le tracce o non si sono fatti più vivi sul forum. Ancora oggi, cercando su internet, è possibile trovare numerosi video in cui L'Inferno di Tomino viene recitato in giapponese. Tuttavia, non è mai una persona a farlo, ma sempre un software vocale.


    Ad oggi, la superstizione in Giappone è ancora fortemente presente. Anche gli anziani preferiscono non nominare nemmeno la leggenda dietro questo scritto.




    Edited by & . - 5/1/2021, 19:51
  9. .
    CITAZIONE (Er Mortadella @ 20/1/2018, 11:45) 
    Agghiacciante. Ho gradito molto il dialogo, è scritto egregiamente e penso che renda davvero bene l'idea. Complimenti Emily!

    Mi sono ispirata alle discussioni che ho spesso con me stessa :asd:

    Ringrazio tutti per i complimenti :3
  10. .
    “Avanti, Claire. Cosa stai aspettando? Prendila!”
    Claire abbassò lentamente lo sguardo e scosse la testa: “No, non posso! È sbagliato!”
    “Andiamo, Claire! Non fare la moralista! Ti comporti come se fosse la prima volta che lo fai…”
    “ No, non lo farò!”
    “Dolce, piccola Claire… Ti ricordo che non puoi NON farlo, è nella tua natura. Guardati le mani, stai già tremando e sudando. Sai cosa potrebbe accadere se ti lasci sfuggire questa occasione, vero?”
    Claire si portò una mano al viso, continuando a guardarsi intorno, preoccupata. I suoi orecchini oscillavano insieme alla sua testa, andando a sbatterle contro il collo.
    “Se continui così, tra poco qualcuno potrebbe iniziare ad insospettirsi e sai che questo ti metterebbe ancora di più in agitazione. Perciò fallo, ORA!”
    “NO! Smettila, non posso farlo. Finirò nei guai.”
    “Non dire stronzate, sai benissimo che non è vero. Hai un certificato che attesta la tua condizione. Non possono farti niente. Anche l’altro giorno l’hai fatto, ricordi?”
    “Ieri era diverso. Non è la stessa cosa di oggi…”
    “Non vedo cosa ci sia di così diverso. Ieri hai visto una cosa che volevi e l’hai presa ed oggi sta accadendo la stessa cosa. Adesso smettila di tentennare e prendila immediatamente, prima che qualcuno se ne accorga.”

    Claire si guardò intorno, il battito cardiaco accelerò, le mani iniziarono a tremare visibilmente, mentre le si seccò la gola il respiro divenne affannoso.
    “Oddio, è tutto così sbagliato… Ma io so che devo prenderlo, altrimenti non avrò pace. Ma ho paura delle conseguenze. Non voglio finire nei guai.”
    “Non finirai nei guai, te lo garantisco. Dopotutto, stamattina hai preso le tue pillole, no? Il medico ti ha detto che se dimostri di essere in cura non potrà succederti nulla, quindi non è colpa tua! Sai che devi farlo altrimenti finirai davvero nei guai. Ora sbrigati, prima che sia troppo tardi.”

    Claire avanzò lentamente, avvicinandosi al carrello posto davanti al banco dei surgelati. La donna che lo stava spingendo era troppo impegnata a scavare nelle scatole ghiacciate per accorgersi di lei.
    “Ecco, così. Brava Claire, stai andando bene. Adesso non devi fare altro che allungare le manine e prendere ciò che vuoi, che desideri…”
    Era tesa come una corda di violino, sentì una goccia di sudore scenderle dalla nuca e scivolare lungo la schiena, proprio dentro la maglietta.
    Mentre allungava le mani, aveva la sensazione che tutto si stesse svolgendo al rallentatore. Le sembrava di essere il personaggio di un film che, ad un tratto, era stato stoppato da qualcuno come se volesse assicurarsi che ogni fotogramma fosse al posto giusto. Poi finalmente l’aveva presa, la cosa che desiderava così ardentemente e tutto sembrò tornare alla giusta velocità. Strinse tra le braccia ciò che aveva bramato per tutto quel tempo.

    Uscì nervosamente e frettolosamente dal supermercato, cercando di non destare sospetti. Appena prima di raggiungere l’uscita, Claire sentì un urlo. Era la donna di prima che urlava disperata.
    Affrettò il passo dirigendosi verso la sua auto, non appena richiuse la portiera, tirò un sospiro di sollievo.
    “Visto, Claire? Anche questa volta non è successo niente. Che ti avevo detto, donna di poca fede?”
    “Finiscila, brutta idiota” si zittì lei. Odiava quella vocina che si impadroniva di lei quando si trovava nel bel mezzo di questo fenomeno. Ma ammise con se stessa che aveva sempre ragione.
    Senza perdere altro tempo, accese la macchina e partì. Lungo il tragitto per tornare a casa, continuava a guardare il lato del passeggero ed a sorridere.
    Quando arrivò a destinazione si slacciò la cintura e scese dall’auto, poi aprì l’altra portiera e con cautela prese ciò che aveva sottratto dal supermercato e appena entrò in casa si sistemò sul divano. Dopo qualche attimo di silenzio scostò una ciocca di capelli dal viso della bambina e le disse: “Allora piccola, ti piace la tua nuova casa?”

    Edited by Swaky - 19/1/2018, 19:30
  11. .
    Sei fantastico, Usdm!
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    Elemento #: SCP-1234-J

    Classe dell’oggetto: [REDATTO]

    Procedure Speciali di Contenimento: SCP-1234-J deve essere contenuto in una camera di contenimento. Questa camera di contenimento deve contenere precauzioni che aiuteranno a contenere SCP-1234-J. Nel caso di una rottura del contenimento, il personale deve intraprendere le azioni necessarie a contenere SCP-1234-J. Quando il personale deve entrare nell’area di contenimento di SCP-1234, in qualsiasi momento può entrare non meno di uno specifico numero. Il personale che desidera utilizzare SCP-1234-J per scopi di ricerca, richiede un livello obbligatorio per accedervi.

    Descrizione: SCP-1234-J è un oggetto SCP che manifesta proprietà anomale. Le sue proprietà sembrano sfidare i principi della scienza comunemente conosciuti; Sono in corso indagini approfondite per scoprire come ci riesca.
    Solitamente, SCP-1234-J interagisce con il personale, risultando [DATI CANCELLATI]1.
    SCP-1234-J a volte può o non può, causare direttamente o indirettamente la creazione di altri oggetti anomali. Questo non è confermato.
    SCP-1234-J è stato scoperto dal personale in seguito al rilevamento di attività anomale. Una forza di contenimento è stata inviata per contenere SCP-1234-J. Poi è stato contenuto.

    Appendice 1234-J-1: chiunque verrà scoperto ad abusare di SCP-1234-J sarà sottoposto ad una qualche forma di azione disciplinare. - ██. ███████

    Appendice 1234-J-2: incidente 1234-1:
    SCP-1234-J ha rotto il contenimento. Le perdite sono state sostenute. Alla fine è stato contenuto di nuovo.

    Appendice 1234-J-3: Registro Auto 1234-J-1:
    ██. ███████: Ciao.
    SCP-1234-J: [DATI CANCELLATI]
    ██. ███████: OK.

    Appendice 1234-J-4: Raccomandiamo che SCP-1234-J sia promosso a Keter. - ██. ███████
    No. O5-

    Note:
    1: Occasionalmente, SCP-1234-J può mostrare un comportamento inaspettato in risposta ad uno stimolo.

    ZGeip
    Rappresentazione artistica di SCP-1234-J [DATI CANCELLATI]




    Edited by Emily Elise Brown - 18/1/2018, 01:11
  14. .
    Torrone :v
  15. .
    In qualsiasi città, in qualunque paese, recati in un qualsiasi ospedale psichiatrico o centro di riabilitazione che tu possa raggiungere. Quando raggiungerai la reception chiedi di vedere una persona che si fa chiamare “Il Possessore dell’Ipocrisia”. Uno sguardo sicuro e da “macho” apparirà sul viso dell'impiegato e se ne andrà, dicendoti di andare con lui; non seguirlo, farlo sarebbe come invitare la morte. Come girerà l’angolo, realizzerà che non lo stai seguendo e si lamenterà mentre tornerà da te. Ti dirà in modo spaventoso di seguirlo e si guarderà indietro per essere sicuro che tu lo stia seguendo.

    Seguilo e ti condurrà in un’ala dell’istituto che sembrerà non essere utilizzata da anni. Comunque, se guarderai attentamente, capirai che il decadimento è un’illusione. I frammenti di vernice che tappezzano il pavimento sono stati scrostati sistematicamente dai muri, e le lampadine che pensavi che si fossero semplicemente bruciate, sono state rotte. Le solite stanze di medie dimensioni che ospitano i ricoverati nel resto dell’ospedale, sono state sostituite da celle più piccole ricoperte da un reticolo di fili metallici e chiuse da chiodi di ferro.

    Mentre seguirai l’impiegato nel corridoio, inizierai a sentire rumori di altra gente. Le celle non sono vuote, sono piene di persone di varia sanità mentale, tutti battono sulla rete metallica mentre migliaia di scarafaggi strisciano su di loro. Non guardarli, non importa quanto siano pietose le loro grida. Se lo fai, la persona a cui rivolgerai lo sguardo sghignazzerà con gioia quando verrà liberato dalla sua prigione, mentre lui e l’impiegato ti costringeranno a prendere il suo posto nella cella.

    Continua a camminare lungo il corridoio seguendo il receptionist. Diventerà sempre più stretto, fino a quando i lati delle celle non strapperanno i tuoi vestiti e le dita dei poveri disgraziati ti graffieranno viso, gambe e tutto ciò che riescono a raggiungere. Quando sentirai una voce di donna sussurrare: “So cosa stai cercando” fermati immediatamente e di: “Allora conosci la strada”.

    Le luci lampeggeranno immediatamente prima una volta, poi due e poi si spegneranno. Sentirai che chiodi di ferro vengono tirati fuori dai muri e il suono della grate che cade sul pavimento. Tocca a destra e a sinistra per sentire l’unica grata che non è caduta- se a sinistra è allentata, prega per una morte rapida mentre i prigionieri gridano e ti caricano. Se lo è a destra, fai leva ed entra nella cella. Sentirai la donna dire: “Non è questa la strada, Cercatore”, ancora e ancora. Ignorala e continua a camminare; l’esitazione darà agli scarafaggi abbastanza tempo per mangiarti vivo. Arriverai a tre porte, due saranno dorate, una sarà invasa dalle termiti. Apri quella impestata- quelle dorate non sono meglio e ti condurranno nei meandri più oscuri dell’inferno.

    Una volta dentro, ti ritroverai sul palco di una grande sala con specchi su tutte le pareti. Sul podio ci sarà un uomo vestito con una tunica d’argento che parlerà ai posti vuoti in una lingua sconosciuta. Guardalo solo con i tuoi occhi; vederlo attraverso gli specchi per ciò che realmente è ti farà impazzire dallo shock.

    Evitando il riflesso degli specchi, siediti nel posto più lontano dell’ultima fila e alza la mano. Ti ignorerà. Taglia la fodera del sedile davanti a te (usa i denti se ti sei dimenticato di portare un oggetto tagliente) e prendi il microfono contenuto dentro il seggiolino. Dagli un colpo per tre volte. L’oratore ti guarderà infastidito e chiederà: “Hai qualcosa da aggiungere?”

    Solo una domanda ti permetterà di lasciare vivo l’auditorium. “Cosa devo fare per sopravvivere alla prova?” Tutte le altre domande riveleranno che la sala non è affatto vuota e al pubblico non piace essere interrotto da domande inutili.

    L’oratore indietreggerà per lo shock e dovrai prepararti per il suo vero aspetto. Le luci lo inonderanno di un bagliore splendente e si spoglierà, rivelando una creatura così orribile che l’aria intorno a lui sembrerà contaminata e guardarlo ti porterà alla pazzia. Delle urla si sentiranno dai sedili di fronte a te, creando un baccano pietoso. Corri nel corridoio centrale in mezzo ai sedili e scatta verso la creatura. Quando raggiungi il palco grida: “So cosa sei!”

    La stanza svanirà e rimarrà solo il palcoscenico. La creatura verrà rimpiazzata dall’uomo in abito argentato e ti guarderà negli occhi.

    “Davvero?”

    Vedrai che l’uomo sei tu, più vecchio di trent’anni. L’uomo tornerà quindi alla sua forma di mostro, poi alla tua. Non reagire; se lo farai, implorerai di essere riportato nel corridoio del manicomio, dato che gli scarafaggi sembreranno il Paradiso comparati con il tuo destino.

    Se resterai perfettamente fermo, stringerà un pesante oggetto di metallo nella tua mano. Il microfono è l’Oggetto 315 di 538. Ti aiuterà a trovare la verità degli Oggetti.



    Edited by Emily Elise Brown - 17/12/2017, 16:20
211 replies since 9/11/2015
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