Votes taken by Emily Elise Brown

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    Nessun disinfettante pubblicizza l'eliminazione del 100% dei germi. È sempre il 99.9% perché non possono provare la morte della totalità di virus e batteri. Non è possibile, per questo scrivono 99.9%.

    Questo è quello che ci ha detto il medico di mia moglie per spiegarci come funzionava l’antibiotico. Avrebbe distrutto il 99.9% dell’infezione; il sistema immunitario di mia moglie avrebbe pensato al resto. Sostanzialmente, se avesse avuto 250 000 cellule batteriche, solo 250 sarebbero sopravvissute.

    Immagino che all'infezione sia bastato per persistere. Anche se inizialmente mia moglie sembrava guarire, la malattia è tornata più aggressiva, come se non avessimo mai tentato di debellarla. Sperammo che gli antibiotici funzionassero nuovamente. Non lo fecero.

    I nostri amici hanno smesso di farci visita, le nostre famiglie non ci chiamano più; il nostro medico ha perfino cancellato i nostri appuntamenti.

    Mia moglie è rimasta costretta a letto per una settimana. Non sono stato in grado di spostarla. L’ho appoggiata alla testiera e lì è rimasta. Ho spostato una poltrona reclinabile alla base del letto per poterla monitorare, pure io sono rimasto lì.

    Fa male vederla in questo stato. Ha perso così tanto peso da sembrare disidratata, le vene verdognole si sono gonfiate lungo le braccia. La malattia ha consumato gran parte delle sue dita, lasciando delle strisce di pelle. La sua pelle, una volta appiccicaticcia, ora “brilla” e si attacca a vesti e lenzuola. L’ultima volta che le ho accarezzato la guancia, è rimasta attaccata alla mia mano. La viscida patina sul suo corpo luccica persino di notte. Ora ho difficoltà ad addormentarmi.

    So che a volte è sveglia. Non ha più l’occhio sinistro e dei viticci rosati crescono nell'orbita vuota. L’altro occhio invece è mia moglie. A volte mi guarda. Le faccio il mio più caloroso sorriso per farle sapere che sono ancora qui. Penso che sorrida anche lei, ma ho smesso di guardarle la bocca. Quando le labbra le si sono seccate e i denti sono diventati come quelli di una rana pescatrice è stato troppo per me.

    Oggi ho chiamato quattro volte il 911, ma non hanno mai risposto. Le dita della mano sinistra mi si sono fuse al telefono dopo l’ultima chiamata e non mi sento il braccio destro da giorni. Ho provato ad alzarmi, ma neanche le gambe rispondono ai miei comandi. Sento qualcosa strisciarmi nello stomaco, ma cerco di ignorarlo.

    Nelle ore sulla poltrona, mi chiedo se questa malattia sia il nostro disinfettante. Condividerà la nostra stessa misericordia? Se il 99.9% di noi è sparito, rimangono in vita ancora sette milioni dei nostri.
    Immagino che per me non abbia molta importanza. Non ci tireremo indietro né voglio che si faccia a questo punto. Spero solo che i batteri ci uccidano completamente.

    Se questa malattia uccide solo il 99.9% di mia moglie, mi affligge sapere che lo 0,1% della sua persona sia ancora consapevole.




    Edited by Captain Soyuz - 21/2/2019, 21:47
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    Diane Downs



    Elizabhet Diane Frederickson Downs, meglio conosciuta solo come Diane Downs, nacque a Phoenix, Arizona il 7 agosto del 1955. Nel 1973 sposò Steve Downs con il quale ebbe tre figli: Christie Ann, Cheryl Lynn e Stephen Daniel (detto Danny). Diane e Steve divorziarono nel 1980 e la donna un anno dopo trovò lavoro in un ufficio postale.

    La notte del 19 marzo del 1983 Diane si recò al McKenzie-Willamette Hospital con la macchina imbrattata di sangue, dentro la quale giacevano i tre figli (allora di otto, sette e tre anni) con gravi ferite da arma da fuoco. Mentre la vita di Christie e Danny era appesa ad un filo, la piccola Cheryl morì quando raggiunse l’ospedale. Anche la donna presentava una ferita all’avambraccio sinistro, sebbene fosse di minore entità rispetto a quella dei bambini.
    In seguito della sparatoria Christie perse molto sangue e ciò le causò un ictus che le causò gravi conseguenze, mentre il piccolo Danny rimase paralizzato dalla vita in giù. I due vennero tolti dalla custodia della madre e adottati dal capo procuratore Fred Hugi e sua moglie Joanne nel 1986.

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    (Partendo da sinistra: Diane, Danny, Christie, Cheryl)



    Quando la polizia arrivò Diane dichiarò che mentre tornava a casa dopo aver passato la serata da degli amici era stata fermata da uno sconosciuto a cui sembrava servisse aiuto, in una strada isolata vicino a Springfield; secondo la sua dichiarazione fu lui a sparare a lei e ai suoi figli nel tentativo di rubarle l’automobile, ma lei era riuscita a scappare e a raggiungere l’ospedale.
    Questa versione dei fatti suonò subito forzata alle forze dell’ordine vista la calma mostrata dalla donna, considerato anche il fatto che una delle sue figlie era appena morta e gli altri due lottavano per rimanere in vita.
    Inoltre, il fatto che la donna acconsentisse sempre più spesso a rilasciare dichiarazioni e a partecipare a programmi per raccontare la sua storia, insospettirono ancora di più gli inquirenti. I sospetti aumentarono quando le prove forensi non combaciarono con la storia raccontata da Diane: infatti non vennero rilevate tracce di sangue e/o di polvere da sparo sulla portiera e il sedile del conducente.

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    Diane durante l'interrogatorio



    A seguito della sparatoria le indagini si fecero sempre più intense, soprattutto per la ricerca dell’arma utilizzata (una calibro 22) e vennero a conoscenza del fatto la Diane era in possesso di una pistola che coincideva con le ferite riportate dai figli. Sebbene non fosse riuscita a trovare l’arma vera e propria, la polizia trovò in casa della donna dei bossoli di proiettile, in più dei testimoni affermano di aver visto l’auto di Diane viaggiare ad una velocità massima di 8/11 chilometri orari mentre raggiungeva l’ospedale, contraddicendo quanto dichiarato da Diane. Un’altra scoperta sconcertante trovata in casa Downs fu il diario della donna, nel quale vi era scritto che Diane si era innamorata di un suo collega, Robert Knickerbrocker, il quale però era sposato e non aveva alcuna intenzione né di lasciare la moglie né tantomeno diventare padre di tre bambini.
    Trovando il diario, la polizia trovò dunque anche il probabile movente che spinse Diane a sparare ai suoi tre figli.

    Il 28 febbraio del 1984 Diane Downs venne ufficialmente arrestata. Al processo la donna si presentò incinta del suo quarto figlio, lasciando sconcertata l’intera opinione pubblica; in uno show televisivo dichiarò che, sebbene sapesse che un altro figlio non poteva sostituire quelli che aveva perso, questa nuova creatura avrebbe potuto darle ciò che le avevano dato gli altri: l’amore.

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    Diane al processo



    Durante il processo la figlia di Downs, Christie, dopo essere riuscita a recuperare la parola grazie a lunghe terapie, testimoniò contro la madre, affermando che in quella notte di marzo, fu la madre a sparare contro di loro per poi auto ferirsi al braccio. Diane venne condannata all’ergastolo più altri 15 anni di reclusione per un omicidio, due tentati omicidi e aggressione.
    Un mese dopo la condanna la donna partorì, dando alla luce una bambina che chiamò Amy Elizabeth, che venne data in adozione alla famiglia Babcock che la ribattezzò con il nome di Rebecca.

    Downs venne incarcerata all’Oregon Women’s Correctional Center a Salem, dal quale riuscì a fuggire l’undici luglio del 1987, per poi essere ricatturata dieci giorni dopo. Nel 1994 venne trasferita nel California Department of Corrections and Rehabilitation.

    L’agghiacciante vicenda dei piccoli Downs ispirò il libro Small Sacrifice (1987), nel quale l’autrice, Ann Rule racconta dettagliatamente la vita di Diane Downs attraverso informazioni raccolta da amici, vicini, parenti e la testimonianza di Christie. Nel 1989 venne anche rilasciato un film ispirato al libro.

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    Diane in uno show televisivo



    Di seguito, troverete un mini-documentario che narra tutta la vicenda sul caso Downs e anche di come Rebecca Babcock abbia scoperto e affrontato la verità sulla sua madre biologica.
    (I video sono in inglese).

    Parte 1:


    Parte 2:




    Edited by Emily Elise Brown - 1/2/2019, 20:54
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    In qualunque città, in qualsiasi paese recati in un qualunque cimitero e trova la statua di un angelo, qualsiasi, e ripeti: “Mostrami il prigioniero”. Se non accade niente, considerati fortunato: potresti aver fallito il test, ma il tuo corpo e la tua anima sono salvi. Tuttavia, se verrai considerato degno, la bocca della statua si aprirà ed emetterà un urlo lancinante. Una voragine si aprirà sotto ai tuoi piedi e cadrai nell’abisso.

    Rimani calmo e non gridare. Fino a quando taci, cadrai tranquillamente e dolcemente; se urli il tuo cadavere diventerà cibo per le creature sottostanti. Una volta che toccherai il terreno, bloccati! Gli occhi delle bestie affamate saranno su di te, e si avvicineranno sempre di più. Aspetta fino a quando non saranno sopra di te e grida: “Il Pastore protegge sempre il dolce agnellino!” Se lo dirai nel momento sbagliato, ti divoreranno il corpo e corromperanno l’anima, lasciandoti come uno di loro. Comunque se lo dirai al momento giusto le creature emetteranno un grido che ti lacererà le orecchie e svaniranno e una luce, la cui fonte è sconosciuta, ti mostrerà un percorso.

    Rimani su di esso e non deviare. Camminerai per ore, anche se sembreranno giorni, e alla fine del sentiero vedrai una porta sorvegliata da un essere la cui descrizione è un’impresa. Il suo corpo sarà composto dalle cose più spaventose della natura, artigli per lacerarti la pelle, tentacoli per strangolarti, corna per incornarti… e la sua testa sarà la tua più grande paura. Non esitare, avanza. Se dovessi esitare anche solo per un momento, la creatura si fionderà su di te e ti divorerà lentamente, in maniera atrocemente dolorosa, partendo dalle gambe. Se hai la forza di non esitare o scappare, passerai attraverso il demone come se fosse nebbia.

    Entra e ti ritroverai in un sotterraneo, ogni superficie sarà ricoperta da un sottile strato di sangue. Non scivolare, o sarà la tua ultima caduta. Di fronte a te ci sarà un uomo inchiodato al muro, in lacrime e con il corpo coperto da ferite. Il suo stomaco sarà tagliato, gli organi giaceranno ammucchiati flosciamente sul pavimento. Ti ci vorrà qualche momento per notare i moncherini lacerati che devono essere stati le sue ali. Non risponderà e, sotto ogni punto di vista, sembrerà morto finché non dirai: “Puoi proteggere le nostre anime da Lui?”

    Quello che una volta era un cadavere ti fisserà negli occhi e vedrai tutto il male che è stato causato dal suo intrappolamento, le immagini saranno così vivide e terrificanti da farti impazzire, ma se mantieni la tua sanità mentale, una grande luce bianca ti avvolgerà e ti sveglierai sulla pedana della chiesa più vicina. Da quel momento, ogni volta che sarai in pericolo sentirai una presenza rassicurante, che ti fornirà un grande conforto nei tempi a venire.

    Ora la tua anima è l’Oggetto 306 di 538. Attento, perché anche uno può fare la differenza.




    Edited by Emily Elise Brown - 16/1/2019, 21:03
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    Forse questa storia non sarà incredibile come le altre postate qui, ma mi spaventai a morte. Accadde anni fa e mi fa ancora venire i brividi quando ci penso. Andavo alle medie.

    Era tarda notte ed ero sdraiato sul letto. Era estate, fuori faceva molto caldo e avevo lasciato la finestra della stanza aperta, c’era la zanzariera, così gli insetti non potevano entrare. Improvvisamente sentii dei lievi colpi contro il muro di casa sotto la finestra. Mi svegliai e chiamai mia madre la cui stanza era dall’altra parte del corridoio. Arrivò in camera mia e accese le luci. Dissi: “Ho sentito qualcosa fuori”, mi rispose qualcosa come: “Torna a dormire, probabilmente sarà stato il vento” e così mi riaddormentai.

    Il giorno dopo mi svegliai come al solito e continua la giornata. Qualche ora dopo uscimmo tutti insieme come una famiglia (non ricordo dove stessimo andando) e mentre stavamo raggiungendo la macchina, mio padre disse: “Perché la scala è contro la casa?” Guardammo in quella direzione e c’era una dannata scala appoggiata alla finestra di camera mia. Mia madre si spaventò e corse nella stanza per controllare la finestra, dopo un’ispezione vide che la zanzariera era tagliata come se qualcuno ci avesse infilato un coltello!

    Tutto combaciava… quei rumori che avevo sentito la notte scorsa contro la casa era qualcuno che stava mettendo una dannata scala contro la finestra e che stava tagliando la zanzariera! Devono aver sentito che mi svegliavo e chiamavo mia madre e spaventandosi erano scappati!

    Ancora oggi quest’episodio mi da i brividi perché spesso penso: cosa sarebbe successo se non mi fossi svegliato? E se fossero entrati nella mia camera? Cosa sarebbe successo? Non era mai successa una cosa del genere a me o alla mia famiglia prima, quindi mi spaventai molto e non riuscii a dormire per settimane! Lasciai la finestra chiusa e bloccata per tutto il tempo, anche se faceva troppo caldo.

    Non ho idea di chi fosse e non abbiamo più avuto episodi simili (i miei genitori vivono ancora in quella casa) tuttavia continua ad essere una cosa inquietante!

    Non ho intenzione di incontrare questi sconosciuti che cercarono di rompere la finestra di camera mia.



    Edited by Emily Elise Brown - 11/1/2019, 21:36
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    Yesss!
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    Quando avevo circa ventiquattro anni lavoravo in un hotel a mezzo miglio da casa mia. All’epoca io e mio marito eravamo molto poveri, perciò andavo e tornavo a piedi dal lavoro. Vivevo in una piccola città in Louisiana quindi in genere le cose erano apparentemente sicure.

    Avevo appena finito il turno delle 15.00 ed iniziai ad avviarmi verso casa. In spalla avevo una borsa con dentro il mio portatile. Arrivai a circa metà strada e un uomo sbucò da una delle strade laterali. Sembrava avere sui trentacinque anni o giù di lì. Alto e di costituzione media. Continuai a camminare ma notai che mi stava fissando.

    Cominciò a gridare: “Hey, ragazza” e continuava a camminare verso di me. A questo punto mi misi in allerta ed accelerai il passo. Sbucò da una delle strade laterali davanti a me, trovandosi ora tra me e la via di casa.
    Camminò verso di me dicendo di nuovo: “Hey”. Gli feci un cenno col capo e mi chiese: “Dove vai così di fretta, ragazza?” Gli risposi che stavo tornando a casa da mio marito, che è proprio dietro l’angolo (senza dirgli il luogo esatto).

    Si protese verso di me e disse: “Perché non vieni a casa mia così possiamo parlare? Prenditi una pausa da tutta questa camminata”. Gli risposi no e cercai di superarlo, a questo punto allungò una mano e mi afferrò per un braccio dicendo: “Ti ho detto di venire a casa mia per poter parlare”.
    A questo punto ero quasi in lacrime, gli urlai di no e di non toccarmi. Le macchine ci passavano affianco e le persone guardavano, ma non si fermavano.

    Mi allontanai e gli sbattei in faccia la borsa con il portatile, ciò lo stordì abbastanza a lungo da farmi scappare. Lungo la strada mi gridò che ero una stronza ingrata e che voleva solo chiacchierare.
    Tornai a casa distrutta e persi il controllo. Passai molte altre volte davanti alla casa di quel tizio e ogni volta provavo un'intensa paura. Quindi uomo stalker, per favore non incontriamoci.



    Edited by Emily Elise Brown - 12/5/2020, 13:21
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    "Bulli"

    1-bully
    2-bully
    3-bully


    Intruso

    1-intruder


    Metà

    1-half



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    CITAZIONE (Girl Killer @ 11/10/2018, 18:17) 
    È per caso la reincarnazione di hannibal lecter? :D

    Inviato tramite ForumFree Mobile


    No, è molto peggio :P
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    I pareri sono sempre ben accetti, tranne quando sono volti ad insultare qualcuno o qualcosa, ma do certo non si tratta del tuo caso ;)
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    Edited by Erein Uzuki - 5/10/2018, 21:07
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    A giudicare dai commenti della storia oroginale, credo che in realtà non abbia fatto denuncia
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    Signore e signori, siamo felici di annunciarvi che Annatar, Erein Uzuki & Kohei Shinta hanno superato la prova e sono diventati membri dello staff!!!

    Siamo anche lieti di comunicare a Sixtyten che ha superato il colloquio e che a breve verrà schiavizzato!

    Come ultima cosa, ci dispiace che Faust della Rosa abbia abbandonato la prova.


    In bocca al lupo a tutti e CONGRATULAZIONI!!!
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    So del tuo compito. So quale Oggetto cercherai e proteggerai. So chi è e chi non è un Cercatore. Forse non ti rendi nemmeno conto di essere il prossimo.
    Vediamo… Ah sì, prima di dirti di più, condividerò con te idee che potresti non conoscere o addirittura non comprendere. Sei un Cercatore, uno della serie originale dei 2358, ma ora purtroppo dei 538. Riconoscerò sempre chi cercò l’Oggetto perduto e il destino che incontrò o incontrerà. Il lavoro di un Cercatore è quello di trovare un oggetto antico e proteggerlo con la vita.
    Alcuni di questi corromperanno la mente di chi li detiene. Alcuni daranno nuove conoscenze a quelli che non sono pronti. Altri causeranno il loro decesso, o addirittura prosciugheranno la loro vita.

    Anche tu sei un Cercatore, ed ora è il momento di rintracciarmi. Sono il Possessore del Cercatore. Il mio oggetto ti darà una conoscenza che nessuno dovrebbe avere. Per trovarmi dovrai recarti nella chiesa o nel cimitero più vicino che riesci a raggiungere a piedi. Quando parlerai al prete del posto, domandagli con queste esatte parole: “Padre, sono venuto a chiedere consiglio al Possessore dei Cercatori”. Capirà la tua richiesta e ti mostrerà una zona del luogo che potresti conoscere. Ti condurrà verso una scala buia, sembrerà portare ad una profonda paura e tristezza, ma rimani vigile e impavido, sei al sicuro nel mio regno. Capisco la tua preghiera, non preoccuparti. Quando avrai raggiunto la stanza dell’illusione troverai un piedistallo con sopra una croce di pietra. Puoi prenderla, ma usala solo per rivelare la verità della camera inserendola nella parete di fronte alle scale, nella rientranza del muro di marmo.

    A questo punto avrai raggiunto la mia dimensione e il prete se ne sarà andato, così come le scale, rimpiazzate da un lungo corridoio. Non puoi più andartene, il tuo destino è segnato.

    Entrando nel corridoio dovresti sentire alla tua sinistra degli angeli cantare un inno e a destra i demoni maledire il loro destino. Se per qualsiasi ragione dovresti sentirli al contrario, rimuovi la croce dall’incavo e cammina lungo il corridoio, se li senti ancora invertiti posa la croce e prega che la tua morte sia rapida.
    Tuttavia, se riesci ad arrivare alla mia stanza con successo, apri le porte e fai dieci passi, potrai farmi senza rischi una solo domanda prima che rilasci i demoni dentro di te, la domanda è: “Chi le cerca?”
    Quindi ti descriverò in tutta la sua lunghezza tutti i Cercatori che hanno tentato di cambiare il loro destino e ciò a cui sono andati incontro. Se dopo sarai ancora cosciente e sano di mente, ti applaudirò, non ci sono molti veri Cercatori come te che riescono a sopravvivere a tali racconti.

    Dopo ti consegnerò una pergamena scritta con uno strano linguaggio che non sei abituato a leggere, o perfino a qualsiasi umano che ci sia stato, fatto o esistito. Non leggerla fino a quando non avrai trovato colui che ha la vera vista, è lui che deve leggere la mia pergamena.
    La pergamena è l’Oggetto 540. Nelle mani sbagliate il mondo verrebbe distrutto dall’oscurità di questo oggetto. Oh, puoi dirlo al tuo migliore amico, lui è il prossimo della lista.




    Edited by Erein Uzuki - 19/9/2018, 18:42
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    Elemento #: SCP-111-ITA

    Classe dell’Oggetto: Safe

    Procedure Speciali di Contenimento: SCP-111-ITA deve essere custodito in una stanza arredata come la camera di un/a bambino/a. Inoltre è importante che i mobili all’interno della stessa vengano cambiati circa ogni quattro (4) o cinque (5) anni per evitare reazioni anomale (vedi Incidente 111).

    Almeno una volta alla settimana SCP-111-ITA deve entrare in contatto con soggetti affetti da Acluofobia. Questi incontri, della durata massima di quattro (4) ore, devono essere supervisionati dal personale di classe 3 affiancato da un’equipe di medici pronti ad intervenire in caso di bisogno.

    Descrizione: SCP-111-ITA è una lampada a forma di fata inginocchiata sotto un albero (sopra al quale vi è la lampadina) alta circa 15 centimetri.
    SCP-111-ITA è stato ritrovato in un’abitazione in cui abitava un’anziana signora senza eredi e deceduta da poco; i nuovi inquilini, una famiglia composta da due genitori e due figli (maschi) di 6 e 10 anni, depositarono tutto il vecchio mobilio nel seminterrato.
    Dopo circa due settimane iniziarono a verificarsi strani cortocircuiti ai vari elettrodomestici ed un’intensa luce biancastra continuava a lampeggiare dalla porta della cantina. Quando il figlio di sei anni scese nello scantinato rimase chiuso dentro al buio e, mentre piangeva, SCP-111-ITA si accese e rimase in funzione fino a quando il piccolo non riuscì ad uscire.

    SCP-111-ITA è in grado di individuare i soggetti affetti da Acluofobia nel raggio di 10 metri e, quando lo percepisce, si accende all’istante emanando una luce biancastra sufficiente ad illuminare una stanza intera. Si spegne solo nel momento in cui l’acluofobico esce dal suo campo d’azione. La luce si fa più intensa in presenza di soggetti la cui età varia dai 3 ai 10 anni, mentre rimane più fioca in presenza di adulti tra i 25 e i 66 anni.



    Incidente 111: SCP-111-ITA è entrato in contatto con la Fondazione nel 19██ ed è stato subito isolato. Dopo essere stato rinchiuso in una stanza con lo stesso mobilio per sei anni, SCP-111-ITA ha iniziato ad emettere scintille dagli spigoli mentre continuava ad accendersi e spegnersi incontrollabilmente. Per cercare di placare questi effetti anomali, l’agente [DATI CANCELLATI] ha fatto entrare nel raggio d’azione dell’SCP soggetti affetti da acluofobia, tuttavia tali tentativi sono risultati futili e dannosi, poiché le scintille di SCP-111-ITA hanno causato piccoli incendi all’interno della camera di contenimento.
    Le anomalie comportamentali dell’SCP si sono placate quando l’arredamento della stanza è stato completamente distrutto.

    Edited by Emily Elise Brown - 30/8/2018, 17:34
211 replies since 9/11/2015
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