Votes taken by Emily Elise Brown

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    Correvo come un ossesso da circa venticinque minuti, era notte fonda e faticavo ad orientarmi nel bosco dietro casa mia; sapevo di non potermi permettere di perdere tempo prezioso se volevo sistemare le cose, ma sapevo anche che se non mi fossi fermato un attimo, sarei svenuto. Mi appoggiai ad un albero e ripresi fiato, mentre il sudore mi colava dalla fronte, sentivo il cuore martellarmi violentemente nel petto e le gambe tremare per lo sforzo.
    "Cazzo!" pensai: "Se avessi controllato quella fottuta porta! Se solo mi fossi assicurato di averla chiusa, ora non sarei in questo fottuto casino!". Cercai di ragionare con lucidità, ma la paura che potesse essere troppo tardi per rimediare, continuava a pervadermi il corpo. Potevo solo sperare ormai. Sperare che le cose si sistemassero da sole. "La prossima volta, controllerò di aver chiuso la porta, prima di andare a letto...", pensai: "Se mai ci sarà una prossima volta...". Mi rimisi a correre non curante del freddo della notte, dei rami che mi graffiavano il viso e dei rovi che mi infilzavano le gambe; dopo altri dieci minuti di corsa, mi accorsi di essere ormai vicino alla strada. In quel momento sperai che le cose si sistemassero per il meglio. Mi avvicinai al ciglio della strada e in un momento, tutte le mie speranze morirono: un'auto stava ripartendo a gran velocità.
    Mi svegliai di soprassalto, ansimando, pervaso da un senso di terrore; mi guardai attorno e notai, con grande sollievo, di essere nella mia camera. Feci una risatina isterica ributtando la testa sul cuscino. "Era solo un sogno", pensai: "Un fottuto sogno del cazzo!". Mi alzai e scesi al piano inferiore, per assicurarmi di aver chiuso la porta. Avvicinatomi alla porta trattenni il respiro e abbassai la maniglia: sentii un cigolio e vidi aprirsi uno spiraglio.
    Sorrisi.
    Se quel sogno non mi avesse svegliato, spingendomi a controllare questa dannata porta, mi sarei ritrovato in un bel casino. Aprii completamente la porta, entrai in cantina ed accesi la luce. "Scusa se ti sveglio nel cuore della notte, piccola mia" dissi alla mia adorata creatura: "Ma ho avuto un incubo e volevo assicurarmi che fosse tutto ok". Mi avvicinai e, chinandomi su di lei, le accarezzai dolcemente la testa. Emise un singhiozzo soffocato e cercò di divincolarsi.
    "Ssssssssh... va tutto bene..." le dissi: "Non ti devi preoccupare di nulla, ci sono qua io...", mi rialzai e afferrai l'accetta, gustando il suono del suo respiro affannato, dei suoi singhiozzi e la bellezza del suo corpo, così perfetto. "Credimi" le dissi con voce dolce e affettuosa, mentre alzavo l'accetta sopra la testa: "Questo farà molto più male a me che a te ma sai, non posso permettermi di ripetere lo stesso errore... Potrei non essere più così fortunato come oggi... Sto solo prendendo delle precauzioni, non posso permettermi di perderti, lo capisci vero?". Mi fissò con i suoi meravigliosi occhi azzurri, pieni di terrore e arrossati dal pianto, ma pur sempre bellissimi; quegli occhi mi stavano implorando di non farlo. Ma io dovevo farlo.
    "So che non sarà piacevole e credimi, neanche io vorrei farlo, ma è per una buona ragione...". La guardai ancora un per un secondo, ammirando e assaporando la sua bellezza; ignorando singhiozzi disperati. Non potevo perderla. Non potevo correre questo rischio.
    Senza indugiare oltre, sferrai un colpo deciso alle sue gambe meravigliose.

    Edited by Shira™ - 11/12/2016, 11:57
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