Votes taken by & .

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    Benvenuto! Ti consiglio di dare un'occhiata al Regolamento per dissipare eventuali dubbi. Buona permanenza! :o:
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    Uppo dicendo che il nostro ´ kagerou. ha aggiunto alcuni particolari a questo articolo. :)
  3. .
    “Champagne?”

    Guardai sopra le pagine lucide della rivista e vidi un’hostess giovane e carina che mi sorrideva, con molti bicchieri di liquore dorato e schiumoso disposti con cura nel carrello dietro di lei. Ero abbastanza sorpreso; nella classe economica erano inclusi questi prodotti di cortesia?

    Tuttavia non ero il tipo che guardava in bocca al caval donato, quindi annuii. “Certo.”

    Il liquido frizzante sprizzava una fragranza floreale. Non potevo far altro che assaporarne il gusto; era il miglior bicchiere che avessi mai bevuto.

    Ad essere onesto, questo era il miglior volo che avessi fatto. Per uno che tutta la sua vita ha viaggiato in classe economica, non mi è mai stata riservata una così cortese ospitalità. Le hostess facevano avanti e indietro per tutte le cabine, portando coperte e pasti a ogni richiesta. Quando una di loro vide che mi stavo addormentando appoggiato sul gomito, mi portò un cuscino in più.

    “G-Grazie” ricordo di aver mormorato, “Per caso costa…”
    “È gratis.” Rispose lei, sorridendomi gentilmente.

    Quando arrivarono i pasti, fui sorpreso nel trovare sostituito il normale cibo da aereo. Ci venne servita una cena a base di pasta e bistecche appena cotte, con vini e dessert di nostra scelta. Una delle hostess spinse fuori un carrello contenente panini al burro; il profumo da solo fu sufficiente a far sbavare la mia bocca, nonostante mi fossi già scolato una buona parte del pasto.

    E naturalmente accettai un altro bicchiere del dolce e fruttato champagne.

    Un po’ di tempo dopo, il bambino che dormiva quietamente dietro di me iniziò a piangere a causa della turbolenza dell’aereo. Il capo hostess aiutò la madre nella parte posteriore dell’aereo e portò subito del latte caldo per il piccolo, ricevendo innumerevoli parole di ringraziamento da parte di lei.

    Poi le luci si oscurarono, il bambino smise di piangere, e a giudicare dalla dolce ninna-nanna della madre supposi che lui fosse profondamente addormentato tra le braccia di lei. Una tenue musica usciva dalle casse, non ero sicuro di che pezzo si trattasse, ma era una sinfonia melodica di corde.

    Non riuscivo più a trattenere la stanchezza compiaciuta che si era abbattuta su di me. Chiusi gli occhi e sprofondai sul mio cuscino gratuito.


    Dalla cabina di pilotaggio, l’hostess osservò mentre tutti i passeggeri progressivamente si appisolavano uno per uno.

    “Sei sicuro che sia la cosa giusta da fare?” Chiese al capitano con voce tremolante.

    “Dire loro della bomba non cambierà nulla, eravamo spacciati sin da quando eravamo partiti. È meglio che muoiano in un sonno piacevole.”

    Lei guardò la madre e il figlio che dormivano; il suo tremolio non si fermava.

    “Prima o poi finiremo la benzina. E in ogni caso non c’è alcun modo per mantenere questa quota il tempo necessario per far venire gli artificieri. La bomba è stata progettata per esplodere una volta sotto i 10.000 metri.”

    Il capitano mise una mano sopra la sua spalla, e cercò di calmare il suo silenzioso pianto.

    “È meglio così.”

    Prima che la stanza si decomprimesse, tutto ciò che videro fu l’intenso mare azzurro sotto di loro.


    Edited by & . - 9/1/2021, 13:11
  4. .
    Questa storia ha un lieto fine. È una promessa.

    Ma inizia in maniera triste.

    Un bambino viene rapito, portato via da casa sua in pieno giorno. Nessuno ha visto nulla. Nessuno ha sentito nulla. Come è possibile? Una via trafficata, piena di vita, piena di testimoni, e non una sola anima viva vede un bambino che viene trascinato contro la sua volontà in un furgone? In che tipo di società viviamo per permettere che avvenga una situazione del genere?

    E non è finita qui.

    Viene fuori che il bambino non viene preso per un riscatto. La polizia non ha indizi. Passano giorni, settimane e mesi, ma i poliziotti ancora non riescono a trovarlo. È come se fosse sparito nel nulla, mormorano a porte chiuse. Ovviamente non è così. Lo sappiamo tutti.

    I genitori sono distrutti. Sconvolti. A pezzi. È irreparabile. Era anche il loro unico figlio. A loro non importa di nessun altro, e infatti è così. Dentro sono a pezzi.

    Ma non perdono mai la speranza.

    Il bambino ogni giorno si sveglia con dolori lancinanti. Non vede la luce del sole da settimane; è un’ombra smunta ed esile del bambino brioso che era una volta. Conosce solo oscurità, sofferenza e paura; i minuti gli sembrano ore, le ore gli sembrano giorni, i giorni gli sembrano settimane. Piange fino a quando non gli escono più lacrime, e poi, quando gli finiscono il sale e l’acqua, il suo corpo si contorce sotto terrificanti attacchi epilettici, come se la sua anima affievolita stesse disperatamente cercando un pulsante di spegnimento.

    Non esiste un pulsante del genere. Non gli permetteranno di morire, e lui lo sa.

    Scendono puntualmente nell’oscurità ogni due ore, con le videocamere, i coltelli, i lanciafiamme, i cavi e i bisturi. Gli incidono la pelle, lo spellano, lo ustionano, gli danno scosse; tutto ciò mentre scherzano, ridono e conversano oziosamente, come se fosse un qualsiasi giorno a lavoro.

    Non ci sono più esseri umani in quel seminterrato, solo una cosa rotta e le cose che lo hanno rotto.

    Siamo una specie nefanda, non è vero? Quando non controllati, quando ci promettono che non verremo perseguiti per i nostri crimini, ne facciamo di tutti i colori, per i soldi, per piacere personale, per divertimento, per la scienza, per curiosità, solo perché possiamo. Ecco cosa siamo. L’essenza dell’umanità.

    Ma vi avevo promesso che questa storia avesse un lieto fine. Ed è così.

    Capisco che siate preoccupati del vostro bambino. Non dovete esserlo. Ci stiamo prendendo cura di lui. Continua a chiederci di voi due, tra patetici singhiozzi soffocati e suppliche. Gli ho detto che vi abbiamo uccisi. Più lacrime per la telecamera.

    Vi vuole molto bene, e ho pensato che voi doveste saperlo.

    Lo terremo in vita per molto, molto, mooolto tempo.

    Siate contenti. Questo è un lieto fine.

    Proprio come avevo promesso.


    Edited by & . - 17/1/2021, 16:52
  5. .
    Welcome. Non leggevo una presentazione così lunga e particolareggiata da ben quattro anni. :o:
    Ti consiglio di dare un'occhiata al Regolamento del Forum per dissipare eventuali dubbi. Spero che ti troverai bene nel nostro forum!
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    Ringrazio tutti voi per avermi dato fiducia. Cercherò di non deludervi. :o:
  7. .
    CITAZIONE (Stefy983 @ 23/11/2020, 11:49) 
    Mi sembra giusto.

    Però ho visto che tu Woody non ti sei unito al "Shippa l'utente", come mai?

    A dire il vero credevo di aver già postato...
    Ne approfitto per proporre le seguenti ship:
    - Kage&Mark: Kage stravede per Mark, mentre Mark prosegue da mesi una ricerca ostinata del Tik Tok di Cagherò e del suo passato dimenticato.
    - Stefy&Mark: :rath: :pagaiata:
    La coppia che scoppia. Sono due tsundere. In fondo si vogliono bene. :o:

    CITAZIONE (´ kagerou. @ 23/11/2020, 12:27) 
    Onestamente si è solo difeso, io avrei risposto anche peggio. Chi mi conosce sa :siga:
    Comunque scherzi a parte, ragazzi cari, io che sono il master ship non vengo shippato con nessuno. Sono molto offeso.

    Però tu sei uno staffer e devi dare il buon esempio. :o:
  8. .
    La storia vincitrice di questo mese è L'ansia del figlio! Di seguito potete trovare il disegno realizzato da Annatar.
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    Vi invitiamo a buttare uno sguardo anche sui suoi profili Instagram e Facebook!




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    In collaborazione con @creepypasta_italia, ho realizzato questo disegno per omaggiare la storia L’Ansia del Figlio.
    #horror#creepypasta#drawing#disegno#painting#son#mother#father#anxiety#dark#sick#disease#weird#ansia#dipinto

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    Foto recente dell'area coinvolta nell'esplosione
    Una fotografia dell'area coinvolta nell'esplosione

    L’incidente di Tunguska è un’esplosione avvenuta il 30 giugno 1908 in Siberia Centrale a seguito dell’impatto di un meteorite o di una cometa a 5-10 km dalla superficie terrestre. Si tratta dell’esplosione più grande mai registrata nella storia moderna. Prende il suo nome da un fiume che scorre in quella zona, la Tunguska Pietrosa. Per sensibilizzare le persone sugli asteroidi e sui loro pericoli, ogni 30 giugno si celebra l’Asteroid Day.


    Il cataclisma distrusse ben 2.200 km² di taiga e appiattì milioni di alberi. I suoi effetti furono visibili anche a 700 km di distanza e la forza d’urto fu tale da far deragliare un convoglio sulla Transiberiana (ferrovia che da Mosca passa per la Siberia meridionale fino a Vladivostok). Le sue onde d’urto fecero per due volte il giro del pianeta. In quel mese a Londra, Stoccolma e altre località europee il cielo restò illuminato anche di notte. La potenza dell’esplosione è stata stimata a 10-15 megatoni, ovvero mille volte più potente delle bombe atomiche usate trent’anni dopo su Hiroshima e Nagasaki.


    Questa catastrofe rimane tutt'oggi un mistero, in quanto non lasciò alcun cratere di impatto. Inoltre essa avvenne in una zona molto isolata, in un’epoca in cui le notizie si diffondevano con molta più difficoltà; a ciò bisogna aggiungere il fatto che gli abitanti del luogo, gli evenki (o tungusi), non conoscevano la lingua russa e credevano che si trattasse di una punizione inflitta da Ogdy, il dio del fuoco, ragion per cui erano restii a parlarne.


    Le prime fonti che testimoniarono l'evento furono il quotidiano siberiano Krasnojharets, il 13 luglio 1908, che trasse le proprie informazioni dalla città di Kezhma, a 200 km dal luogo dell’impatto; il giornale Sibir, che riportò le testimonianze da un altro villaggio di nome Nishne-Karelinsk, situato a 300-400 km dal punto dell’urto; il giornale Siberian Life del 27 luglio 1908. I testimoni sostennero di aver sentito un boato e di aver visto un corpo celeste abbagliante che squarciava il cielo con una doppia lingua di fuoco. Nel paesino di Vanavara, a 80 km dall’esplosione, il cacciatore Semenov sostenne che l’onda d’urto dell’esplosione distrusse tutti i vetri delle abitazioni; lui stesso venne scagliato a sei metri di distanza. Le renne fuggirono via spaventate, alcuni uomini si scottarono, altri persero momentaneamente l’udito e altri ancora svennero. La gente del posto credeva che il mondo stesse per finire.


    L’esplosione rimase ignota per più di un decennio; difatti di lì a poco scoppiarono la Prima guerra mondiale e la Guerra civile russa. L'esplosione venne riscoperta quasi per caso dal mineralogista Leonid Kulik. L’Accademia Sovietica delle Scienze gli aveva affidato il compito di investigare sulla caduta di meteoriti nel territorio sovietico. Egli durante le sue ricerche rinvenne un bollettino di un giornale nel quale si parlava di un convoglio ferroviario che si era improvvisamente fermato alla vista di una palla di fuoco nel cielo. Kulik, dunque, si incuriosì e decise di provare a risolvere il mistero, e organizzò quattro spedizioni tra il 1927 e il 1938.


    Foto scattata da Kulik
    Una fotografia scattata da Kulik nel 1927

    Nella prima spedizione, con l'aiuto di due guide tunguse, si avventurò nel territorio siberiano; tuttavia, una volta intravisti i primi alberi piegati, le guide tunguse si spaventarono e costrinsero Kulik a retrocedere. Nonostante ciò, egli tornò in seguito con altre guide e riuscì a determinare le coordinate del luogo: 60°53’40”N101°53’40”E. Per trovare il cratere, prosciugò vari acquitrini, ma i suoi sforzi furono inutili, in quanto erano cavità formatesi ai tempi del disgelo e dunque antecedenti all’evento.





    Ripresa aerografica 1938

    Nella sua ultima spedizione del 1938, Kulik, con il dirigibile LZ 127 Graf Zeppelin fece effettuare una ripresa aerografica del posto.




    Negli anni ’30 l’astronomo britannico Fred Whipple suggerì che l’esplosione fosse stata causata da una cometa che poi si era sciolta durante l'impatto, ipotesi tutt'oggi appoggiata dalla maggior parte degli scienziati.


    Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, le esplorazioni si interruppero. Nel 1942 Kulik morì prigioniero in un campo di concentramento.


    Dopo la guerra, negli anni '50 gli studi di Kulik vennero ripresi dagli scienziati sovietici Florensky, Krinov e Fesenkov, i quali sostennero anche la teoria di Whipple. Nonostante ciò non si riuscirono a trovare prove certe; di conseguenza, proprio in questo periodo, si svilupparono varie teorie pseudoscientifiche. La più famosa di queste è la teoria extraterrestre formulata dallo scrittore sovietico Alexandr Kazanscev nei suoi racconti fantascientifici. L’autore riteneva che la catastrofe fosse stata causata dall’esplosione di un’astronave marziana che sfruttava un combustibile nucleare; difatti Kazanscev aveva riscontrato delle analogie tra l’evento di Tunguska e i bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki. La flora del posto aveva sì subito delle mutazioni simili, ma non furono mai rinvenute tracce di radiazioni nucleari.


    Nel 1973 i fisici texani Michael Ryan e Albert Jackson teorizzarono che l’impatto fosse stato causato da un buco nero dalle dimensioni di un piccolo asteroide. Secondo loro, questo fantomatico buco nero avrebbe attraversato la Terra in 15 minuti, provocando un’altra esplosione dall’altra parte del mondo, nell’Oceano Atlantico. Questa ipotesi fu presto smentita in quanto non fu rinvenuto alcun cratere.

    Un’ipotesi simile afferma che l’evento fosse stato causato da un fascio di antimateria proveniente dallo spazio, ma non vi sono praticamente prove a sostegno dato che si sa pochissimo sull'antimateria.

    Secondo un’altra versione, l’esplosione sarebbe stata causata da un esperimento fallito di Nikola Tesla.

    Un’altra tesi riguardava l’impatto di una cometa carica di deuterio, ma anch’essa ha trovato poco seguito in quanto comete simili non esistono.

    Altri, infine, ritengono che sia tutto una montatura.


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    Una foto del lago di Čeko

    Nel 1991, vari esperti dell’Ismar-Cnr e del dipartimento di fisica dell’Università di Bologna hanno iniziato a interessarsi al caso e hanno condotto varie ricerche. Nel '99 fu condotta da loro una spedizione, la Tunguska99. Nel 2016, sulla rivista scientifica Terra Nova, i ricercatori italiani, guidati da Luca Gasperini, hanno pubblicato tutti i loro studi. A quanto pare il cratere dell’esplosione risulterebbe il lago di Čeko, situato a dieci chilometri dall’epicentro, formatosi dal fiume Kimciu. Difatti la sua forma è molto simile a quella di un cratere conico, e inoltre sono state rinvenute delle anomalie risalenti proprio al 1908 nei depositi sedimentari.
    Nel 2017 però degli scienziati russi hanno analizzato i sedimenti situati in profondità del lago e hanno scoperto che risalgono a circa 280 anni fa.


    Secondo un altro studio del 2017 condotto dall’astronomo Khrennikov, l’esplosione potrebbe essere stata causata da un asteroide ferroso tra i 100 e i 200 m di ampiezza, che avrebbe percorso 3000 km nell’atmosfera, ma che non sarebbe mai sceso sotto un’altitudine di 11 km. Stando a questa ipotesi, l’asteroide non avrebbe lasciato detriti o crateri d’impatto in quanto l’asteroide non avrebbe toccato l’epicentro e si sarebbe mosso troppo velocemente.


    Le possibilità che si verifichi di nuovo un'esplosione simile, almeno a breve termine, è molto bassa, ma dobbiamo ritenerci fortunati, in quanto, se l'impatto fosse avvenuto qualche ora prima in Europa, sarebbero morte milioni di persone.
    Nonostante tutte le teorie e gli studi menzionati qui sopra, l'incidente di Tunguska resta tuttora un mistero.





    Edited by Rory - 10/11/2020, 11:33
  10. .
    Trovarono il suo corpo sul fiume a valle, dove lui l'aveva abbandonato.

    La madre pianse quando vide le foto. Il padre rimase impassibile.

    Non c'era nulla che potessero fare per lei, ormai morta. Nulla per la sua vita.

    La legge chiese giustizia, quindi assistettero al caso. Il bel ragazzo sorrideva come se fosse al cinema.

    Il caso era chiaro; il ragazzo non nascondeva nulla. Ammise tutto con orgoglio. La madre non riuscì a guardare a lungo. Si appoggiò a suo marito per trovare la forza. Il padre rimase impassibile.

    "...sei condannato a morte" dichiarò il giudice. La cupola rigida che aveva attorniato l'aula si ruppe. Amici e parenti annuirono. Questa era giustizia.

    Giustizia.

    L'assassino si alzò, guardò i genitori fissi negli occhi e disse: "Le porterò i vostri saluti quando la incontrerò, ok?"

    Mentre diceva tutto questo, sorrideva.

    Urla di rabbia squarciarono l'aria. Maledizioni verso il ragazzo.

    La polizia lo portò via.

    Ad urlare furono gli amici e i parenti. La madre pianse soltanto. Il padre rimase impassibile.

    Tra sei giorni, il ragazzo sarebbe morto.

    Due giorni prima, sparì.

    Le notizie raccontarono la storia di un uomo che aveva ucciso una ragazza e che poi aveva chiuso in bellezza scappando di prigione.

    La polizia lo cercò. Non fu mai ritrovato.

    E come?

    Come poteva essere ritrovato quando era legato con catene di ferro attaccate a barre di ferro? Come poteva essere udito quando la stanza era insonorizzata fino ai rumori più leggeri?

    Il mondo vide il padre silenzioso in lutto per la figlia perduta e la giustizia non perpetrata.

    Ma quella non sarebbe stata giustizia.

    Questa lo sarebbe stata.

    Prese la pinza e si avvicinò alla mano sinistra del ragazzo, resa inamovibile dalle strette catene. Afferrò la seconda unghia.

    Come le sei volte prima, il ragazzo si dimenava. Urlava le oscenità più colorite. Si contorceva in maniera assurda. Piangeva.

    Il padre fece in modo che l'unghia fosse afferrata fermamente dalla pinza. Una volta soddisfatto, la premette.

    Era un uomo forte, ma non la strappò via. La estrasse lentamente. L'unghia si strappò progressivamente dalla carne. Il ragazzo urlò di dolore.

    Una volta rimossa, il padre gettò l'unghia in un barattolo insieme ad altre sei unghie.

    Il ragazzo continuava ad urlare.

    In un taccuino, il padre scrisse:

    Giorno 7: Unghia 7.

    Il ragazzo ora piagnucolava. Lo implorava. Uccidimi e basta. Tutto ciò era iniziato il quinto giorno.

    Il padre pensò ai giorni successivi. Le unghie delle mani. Le unghie dei piedi. Una al giorno.

    Poi le dita. Una al giorno.

    Poi gli occhi.

    Scosse la testa. No, non gli occhi. Il ragazzo ne aveva bisogno. Per vedere la foto di sua figlia sul muro.

    No, gli occhi andavano tolti più in là. Dopo le orecchie, la lingua, i denti, le mani...

    Il ragazzo piangeva e implorava di venire ucciso. Il padre rimase impassibile.
    www.reddit.com/r/shortscarystories...tm_source=share
    Ho reso "stare" come "restare impassibile" in quanto mi suonava meglio.


    Edited by & . - 11/11/2020, 22:52
  11. .
    Odio il suono del lancio di una moneta.

    Quando ero piccolo era qualcosa di divertente, un gioco a cui giocavamo per passare il tempo, quando non avevamo preoccupazioni né paure. Erano tempi più semplici. All'epoca tutto aveva senso.

    Non più.

    Ora quel suono maledetto richiama una paura che attanaglia l'anima, e ogni volta mi chiedo se posso ingannare il fato, il destino e il caso. Ormai non credo di credere più ad ognuna di queste cose, non da quando è arrivato.

    Inizialmente tutti avevano dei sintomi simil-influenzali, nulla di straordinario. Credevamo che sarebbe passato, che i nostri medici e i nostri brillanti studiosi avrebbero trovato una cura come per tutte le malattie che ci avevano colpito.

    Ci sbagliavamo.

    Gli anziani e i bambini morirono per primi. Erano i deboli, coloro con cui l'evoluzione non era mai stata gentile. Potevo capire perché i vecchi dovessero morire. Avevano fatto il loro corso. Ma i bambini? I neonati? Cosa avevano fatto? Dove era la giustizia nell'uccidere chi aveva appena iniziato a vivere?

    Non ci volle molto prima che il virus mortale, E84.9, il nome con cui divenne noto, si diffondesse per tutto il globo anche tra i più sani nell'umanità. Atleti, salutisti, anche chi non era mai andato un giorno della propria vita in palestra furono influenzati, contagiati e sterminati. In un mondo di razzismo, discriminazioni e ingiustizie, questo boia silenzioso era imparziale e giusto. Tutti avevano la stessa possibilità di morire, e morirono.

    Poi scoprimmo che alcuni erano immuni alla malattia. Non importava. Il nostro destino era segnato come quelli la cui carne si era putrefatta per il rapido deperimento, qualcosa di peggiore della lebbra descritta nel mondo antico. Le nostre morti sarebbero state più lente, più crudeli e miserabili allo stesso modo.

    Vedete, E84.9 non infettava solo gli esseri umani. Questo sporco predatore contaminò anche l'acqua, che uccise la vegetazione, che uccise... beh... avete capito.

    Come avrete probabilmente indovinato, io sono immune all'E84.9, una delle due persone rimaste ora sulla Terra. Io, insieme ad un altro sopravvissuto, siamo ora rannicchiati di fronte ad un fuoco ardente da noi acceso in una caverna buia per sfuggire al freddo e alla pioggia battente.

    Cacciò la moneta dalla tasca con le dita scheletriche e la fissò con la paura negli occhi. Questa non era la vita che volevo per lui. Un uomo di vent'anni non dovrebbe affrontare ciò che abbiamo affrontato ora.

    "Fallo." dissi senza emozione. Dovevo far finta di non aver paura per la sua incolumità. "Croce."

    Sospirò e lanciò la moneta. Quanto ho odiato quel suono!

    Testa.

    Annuii, ora con le lacrime tra gli occhi. Oggi finalmente vado incontro al mio destino. Mentre mi fissava con una fame rabbiosa che solo la carestia poteva produrre, ebbi solo un ultimo pensiero.

    Questo è l'amore di una madre.

    https://redd.it/60nf2t
    Per la cronaca, madre e figlio sono gli unici sopravvissuti a questa pandemia. La madre alla fine si sacrifica per il figlio.


    Edited by & . - 1/12/2020, 10:04
  12. .
    I miei genitori mi lasciarono appena fuori il cancello principale del campus.

    Papà disse: “Chiamaci e facci sapere come sono andati gli esami.”

    Gli risposi che l’avrei fatto. Li abbracciai entrambi, salii sul marciapiede e li salutai mentre tornavano in mezzo al traffico.

    Fu un fantastico fine settimana, ma era ora di tornare alla mia solita routine universitaria.
    Quando mi chinai per prendere i bagagli, lo vidi. Un portafoglio era incastrato in mezzo alle grate di un tombino ai miei piedi.

    Lo tolsi da lì con attenzione. Era nero e aveva una cerniera d’argento. Uno sticker sbiadito di Hello Kitty decorava la parte in basso a destra, facendo capire che il borsellino apparteneva ad una ragazza. Lo aprii e i miei occhi si spalancarono.
    Banconote da cento dollari.

    Dovevano essercene una dozzina. Diedi immediatamente un’occhiata in giro per accertarmi che nessuno lo avesse notato. Mi diressi il più velocemente possibile verso la sicurezza e l’intimità della mia camera.

    Una volta arrivato, svuotai il contenuto del portafoglio.

    Quattromila dollari.

    Nessun documento.

    Tuttavia c’era una piccola foto di una ragazza delle medie. Aveva dei capelli castano-dorati che le arrivavano alle spalle e un sorriso da cheerleader. Era carina e, senza accorgermene, mi scordai dei soldi e mi ritrovai a fissare la foto. Mi svegliai dal mio stato di trance quando sentii dei passi fuori. Il mio coinquilino sarebbe tornato in qualsiasi momento e non volevo che mi beccasse con tutti quei soldi, quindi misi tutto via, ma tenni stretta la foto.

    Feci delle ricerche sulla ragazza. Ci volle un po' di tempo, ma alla fine scoprii che il suo nome era Rebecca, anche se gli altri la chiamavano Becky. Una volta scoperto il nome, trovarla era solo questione di tempo. Era una matricola che di notte lavorava part-time per un centro sportivo.

    Il complesso stava subendo grandi ristrutturazioni. Quando mi ci avvicinai, giuro che sembrava che fosse scoppiata una bomba. Una volta entrato non mi ci volle molto per trovarla. Era seduta dentro la cabina dell'entrata. Non sembrava per nulla la ragazza nella foto. Mentre quest'ultima era pimpante e allegra, lei sembrava cupa e annoiata.

    "Becky?" La chiamai.

    Alzò lo sguardo. Mi aspettavo quasi di vederla sorridere, ma non lo fece. In realtà, dal modo in cui mi guardava, sembrava che la stessi disturbando.

    "Sì?" rispose.

    "Io... uh... ho qualcosa per te."

    Frugai nello zaino ed estrassi la mia calibro .22. Quando le sparai due colpi in testa Becky non ebbe molto tempo per reagire.

    Uscii dall'entrata laterale. Mentre tornavo nel dormitorio mandai un messaggio con il mio cellulare usa e getta.

    "Lavoro compiuto. Aspetto la seconda metà nello stesso posto."
    https://redd.it/47ivj6
    Il testo originale presentava varie ripetizioni, dunque mi sono permesso di usare sinonimi e di tagliare parole laddove necessario per una resa migliore in italiano.


    Edited by DamaXion - 23/11/2020, 19:04
  13. .
    Con un po' di ritardo, annunciamo la chiusura ufficiale del sondaggio! La storia vincitrice è The Backrooms!
    Ecco qui il disegno commemorativo creato da Annatar (link alle sue pagine Instagram e Facebook):
  14. .
    Welcome.
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    Welcome. Anch'io mi sono avvicinato alle Creepypasta con le Poképasta: la prima CP che lessi fu la Sindrome di Lavandonia.
    Ti consiglio di dare un'occhiata al Regolamento per fugare eventuali dubbi. ;)
    Buona permanenza! :o:
277 replies since 10/10/2015
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